Thread Alitalia - Ottobre 2016


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Viking

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Viking, capisco tutto e quel che sostieni circa le norme ad hoc e chi le paga e' altrettanto condivisibile; ma che ci piaccia o no, se si firma un accordo lo si ottempera, penso che te come il sottoscritto rivendicheremmo qualunque cosa sia rappresentata da un diritto che e' stato a noi accordato. Non posso dire "se vai via ti do questo" e poi non darlo.
EEA, esistono categorie senza vergogna alcuna. Poi le rivendicazioni sono tutte sacrosante. Anche quella di avere gli stessi trattamenti della casta

inviato coi segnali di fumo
 

simpy

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Alitalia va male e difficilmente raggiungerà a fine 2017 il pareggio operativo promesso dal piano industriale; ma anche l'altra grande partecipata in Europa, la tedesca Air Berlin (Etihad ha il 29%), è in forte crisi. La compagnia, con perdite di 1,2 miliardi, verrà conferita in una newco aperta al big del turismo Tui, mentre parte consistente della flotta, 40 aerei, è stata affittata a Lufthansa. James Hogan, numero uno della compagnia dell'emirato, ha creato una rete di partecipazioni di minoranza, in Europa rappresentate oltre che da Alitalia e Air Berlin dalle piccole Darwin (Svizzera) e Air Serbia. Con i due principali attori della squadra europea in difficoltà, si stenta a vedere realizzato quel sistema di sinergie.

Alitalia nel 2015 ha dichiarato una perdita di 199,1 milioni e secondo il piano il 2016 dovrebbe chiudere con un rosso di 44 milioni. Si teme che possa essere superiore (il presidente Luca di Montezemolo parla di 500mila euro al giorno), con il rischio di azzerare il patrimonio. Ma un aumento di capitale risulterebbe impossibile: Cai, socio di maggioranza (guidato da Intesa Sanpaolo e Unicredit), non intende sborsare altro denaro, impedendo di fatto una ricapitalizzazione, perché se Etihad salisse oltre al 51%, non essendo azionista comunitario perderebbe i diritti i volo di Alitalia.

In novembre sarà approvato un aggiornamento del piano industriale. La compagnia intende puntare sul lungo raggio, il più redditizio, aggiungendo agli attuali 24 aerei a doppio corridoio altri 20. Dovrà però prevedere perdite per qualche anno, fino all'entrata a regime, e organizzare un'efficiente e fitta rete di alimentazione sul breve e medio raggio. Preoccupato per la situazione, Hogan ha rilasciato ieri al Corriere della Sera una dura intervista nella quale accusa il governo di non aver rispettato i patti sottoscritti. Denuncia promesse mancate riguardanti Linate e investimenti a favore del turismo incoming, annuncia nuovi tagli al personale e invoca un freno alla concorrenza delle low cost, di Ryanair in particolare. Ma non spiega come riuscirà a traghettare Alitalia oltre la crisi. Dà le colpe agli altri.

Quanto a Linate, il governo ha modificato con decreto le regole dell'aeroporto, aprendolo anche a città europee non capitali. Questo ha permesso a Air Berlin di spostare da Malpensa a Linate i propri quattro collegamenti (di cui 2 già chiusi). Anche Alitalia ha trasferito i voli effettuati da Malpensa, ma senza riuscire a mantenere i precedenti 500mila passeggeri all'anno. L'intervista di Hogan cade a due settimane dal vertice tra Matteo Renzi e lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan di Abu Dhabi, alle prese con i minori proventi da petrolio e con il futuro suoi investimenti in Italia, dove possiede anche il 5% di Unicredit (che presto dovrà ricapitalizzare) e Piaggio Aerospace. Resta da capire se Abu Dhabi deciderà di confermare il proprio impegno nel Paese o se invece farà un passo indietro

Fonte: il Giornale
 

totocrista

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Alitalia va male e difficilmente raggiungerà a fine 2017 il pareggio operativo promesso dal piano industriale; ma anche l'altra grande partecipata in Europa, la tedesca Air Berlin (Etihad ha il 29%), è in forte crisi. La compagnia, con perdite di 1,2 miliardi, verrà conferita in una newco aperta al big del turismo Tui, mentre parte consistente della flotta, 40 aerei, è stata affittata a Lufthansa. James Hogan, numero uno della compagnia dell'emirato, ha creato una rete di partecipazioni di minoranza, in Europa rappresentate oltre che da Alitalia e Air Berlin dalle piccole Darwin (Svizzera) e Air Serbia. Con i due principali attori della squadra europea in difficoltà, si stenta a vedere realizzato quel sistema di sinergie.

Alitalia nel 2015 ha dichiarato una perdita di 199,1 milioni e secondo il piano il 2016 dovrebbe chiudere con un rosso di 44 milioni. Si teme che possa essere superiore (il presidente Luca di Montezemolo parla di 500mila euro al giorno), con il rischio di azzerare il patrimonio. Ma un aumento di capitale risulterebbe impossibile: Cai, socio di maggioranza (guidato da Intesa Sanpaolo e Unicredit), non intende sborsare altro denaro, impedendo di fatto una ricapitalizzazione, perché se Etihad salisse oltre al 51%, non essendo azionista comunitario perderebbe i diritti i volo di Alitalia.

In novembre sarà approvato un aggiornamento del piano industriale. La compagnia intende puntare sul lungo raggio, il più redditizio, aggiungendo agli attuali 24 aerei a doppio corridoio altri 20. Dovrà però prevedere perdite per qualche anno, fino all'entrata a regime, e organizzare un'efficiente e fitta rete di alimentazione sul breve e medio raggio. Preoccupato per la situazione, Hogan ha rilasciato ieri al Corriere della Sera una dura intervista nella quale accusa il governo di non aver rispettato i patti sottoscritti. Denuncia promesse mancate riguardanti Linate e investimenti a favore del turismo incoming, annuncia nuovi tagli al personale e invoca un freno alla concorrenza delle low cost, di Ryanair in particolare. Ma non spiega come riuscirà a traghettare Alitalia oltre la crisi. Dà le colpe agli altri.

Quanto a Linate, il governo ha modificato con decreto le regole dell'aeroporto, aprendolo anche a città europee non capitali. Questo ha permesso a Air Berlin di spostare da Malpensa a Linate i propri quattro collegamenti (di cui 2 già chiusi). Anche Alitalia ha trasferito i voli effettuati da Malpensa, ma senza riuscire a mantenere i precedenti 500mila passeggeri all'anno. L'intervista di Hogan cade a due settimane dal vertice tra Matteo Renzi e lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan di Abu Dhabi, alle prese con i minori proventi da petrolio e con il futuro suoi investimenti in Italia, dove possiede anche il 5% di Unicredit (che presto dovrà ricapitalizzare) e Piaggio Aerospace. Resta da capire se Abu Dhabi deciderà di confermare il proprio impegno nel Paese o se invece farà un passo indietro

Fonte: il Giornale
Onestamente un'uscita del genere da Hogan non me l'aspettavo. Si è abituato in fretta insomma. Meno male che si diceva "finalmente uno straniero".
 

OneShot

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Si hai ragione. Mi rode.

inviato coi segnali di fumo
A me roderebbe più sapere che gente con tanta voglia di lavorare e pronta ai sacrifici per far rinascere Az sia stata 'sfoltita' in quanto con meno anzianità aziendale dei vari Pomata che tanto elogiate quando vi capitano in volo.
Il commento su Delrio, lasciamo stare: propaganda politica utile al momento in cui si pone il problema mediatico, poi l'oblio...
 

berioz

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27 Settembre 2013
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Alitalia va male e difficilmente raggiungerà a fine 2017 il pareggio operativo promesso dal piano industriale; ma anche l'altra grande partecipata in Europa, la tedesca Air Berlin (Etihad ha il 29%), è in forte crisi. La compagnia, con perdite di 1,2 miliardi, verrà conferita in una newco aperta al big del turismo Tui, mentre parte consistente della flotta, 40 aerei, è stata affittata a Lufthansa. James Hogan, numero uno della compagnia dell'emirato, ha creato una rete di partecipazioni di minoranza, in Europa rappresentate oltre che da Alitalia e Air Berlin dalle piccole Darwin (Svizzera) e Air Serbia. Con i due principali attori della squadra europea in difficoltà, si stenta a vedere realizzato quel sistema di sinergie.

Alitalia nel 2015 ha dichiarato una perdita di 199,1 milioni e secondo il piano il 2016 dovrebbe chiudere con un rosso di 44 milioni. Si teme che possa essere superiore (il presidente Luca di Montezemolo parla di 500mila euro al giorno), con il rischio di azzerare il patrimonio. Ma un aumento di capitale risulterebbe impossibile: Cai, socio di maggioranza (guidato da Intesa Sanpaolo e Unicredit), non intende sborsare altro denaro, impedendo di fatto una ricapitalizzazione, perché se Etihad salisse oltre al 51%, non essendo azionista comunitario perderebbe i diritti i volo di Alitalia.

In novembre sarà approvato un aggiornamento del piano industriale. La compagnia intende puntare sul lungo raggio, il più redditizio, aggiungendo agli attuali 24 aerei a doppio corridoio altri 20. Dovrà però prevedere perdite per qualche anno, fino all'entrata a regime, e organizzare un'efficiente e fitta rete di alimentazione sul breve e medio raggio. Preoccupato per la situazione, Hogan ha rilasciato ieri al Corriere della Sera una dura intervista nella quale accusa il governo di non aver rispettato i patti sottoscritti. Denuncia promesse mancate riguardanti Linate e investimenti a favore del turismo incoming, annuncia nuovi tagli al personale e invoca un freno alla concorrenza delle low cost, di Ryanair in particolare. Ma non spiega come riuscirà a traghettare Alitalia oltre la crisi. Dà le colpe agli altri.

Quanto a Linate, il governo ha modificato con decreto le regole dell'aeroporto, aprendolo anche a città europee non capitali. Questo ha permesso a Air Berlin di spostare da Malpensa a Linate i propri quattro collegamenti (di cui 2 già chiusi). Anche Alitalia ha trasferito i voli effettuati da Malpensa, ma senza riuscire a mantenere i precedenti 500mila passeggeri all'anno. L'intervista di Hogan cade a due settimane dal vertice tra Matteo Renzi e lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan di Abu Dhabi, alle prese con i minori proventi da petrolio e con il futuro suoi investimenti in Italia, dove possiede anche il 5% di Unicredit (che presto dovrà ricapitalizzare) e Piaggio Aerospace. Resta da capire se Abu Dhabi deciderà di confermare il proprio impegno nel Paese o se invece farà un passo indietro

Fonte: il Giornale
Rispetto al 2016, anno che verrà ci riserverà un costo del carburante più basso perché si saranno esauriti i derivati acquistati quando il petrolio era alle stelle, le nuove rotte a lungo raggio già avviate e forse il risarcimento per i danni dell'incendio a fiumicino.
 

Tuned

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24 Gennaio 2016
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Ti avranno senz'altro spiegato che un governo repubblicano non può dare nessuna sponda, fino a quando il diritto di sciopero è sancito per costituzione. Quando passeremo alla dittatura o al principato (Hogan ormai è abituato a quel tipo di regimi) si potrà fare diversamente.
Non mi risulta peraltro che marchionne abbia particolari aggiornamenti da dare. Questo tipo di azioni industriali sono state fatte anche in fiat. Hogan si è preso un'azienda i cui lavoratori sono stati demansionati e licenziati a migliaia ed in cui nessuno ha fatto un minuto di sciopero. Guarda cosa succede in AF ed in LH e dimmi se EY ha anche bisogno di una sponda dal governo.

Con l'ulteriore differenza che Marchionne almeno un po' di utili li genera , sotto la guida di Hogan Air Berlin è semi-fallita e conti alla mano , a meno di una clamorosa quanto improbabile inversione di tendenza, anche per Alitalia il futuro è tratto a tinte fosche.

Considerando che se Air Serbia ed Ethiad Regional scomparissero domani nessuno al di fuori gli sfortunati dipendenti se se accorgerebbe credo che, alla luce dei risultati sotto gli occhi di tutti, la sostenibilità del progetto di Mr. Hogan & Co. debba essere come minimo messa in discussione.

Costoro invece in discussione non si mettono mai anche a costo di rendersi ridicoli con interviste come quelle rilasciate ieri al Corriere della Sera ; mi chiedo tra l'altro se Mr. Hogan , evitando bene di assumersi una qualsivoglia responsabilità nella gestione di Alitalia additando terze parti come le vere responsabili dell'insuccesso , si renda conto di proiettare verso un pubblico di migliaia di lettori l'immagine di una azienda sempre in affanno, eterna gregaria ed inseguitrice, in poche parole perdente ; l'esatto contrario di quella iniezione di fiducia da parte della clientela e di ottimismo dei dipendenti mai come ora indispensabili ad una azienda da troppo tempo in cerca di quel rilancio che non arriva mai.
 

EI-MAW

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25 Dicembre 2007
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Stando a Ulisse di ottobre su IKA voleranno i due 330 ex EY perché viene chiaramente scritto che saranno a 262 posti in 2 classi di servizio.
 

13900

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26 Aprile 2012
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Scritto da cani, una sintassi da scuola media (virgole sparite, filgi invece che figli...) ma interessante nel merito, soprattutto per questioni come i leasing, che si sapeva essere costosetti, ma qui sembrano essere veramente alti (AZ usa sempre Toto?). Per la manutenzione, beh, Intrieri parlava di 5 milioni per un motore per un Embraer, che non mi sembrano neppure tanti, dato che un PW1000G viene sui 10-12 milioni di dollari. Per il resto del capitolo manutenzione, se e' vero che AZ spende il 40% in più rispetto ad altre compagnie, pur avendo esternalizzato parecchie attività, c'e' da mettersi le mani nei capelli. O assumere un buon esperto di Lean production per salvare il salvabile.
 

totocrista

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4 Settembre 2012
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tps - Psa
ma interessante nel merito, soprattutto per questioni come i leasing, che si sapeva essere costosetti, ma qui sembrano essere veramente alti (AZ usa sempre Toto?).
No AZ usa le sue APC da 1 a 12 che non sono di Toto.
Credo non sia rimasto niente in mano alla apf di toto.

Poi ovviamente USA anche tanti altri lessor

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