Aerei, il mistero easyJet: pochi voli e meno slot. Perché la low cost è «ibernata»
di
Leonard Berberi
Due decolli e due atterraggi. Quattro voli in tutto in un giorno, sabato 21 novembre, nell’unica base rimasta operativa in Italia, Milano Malpensa, dopo aver chiuso Venezia e Napoli. Zero movimenti a Linate, dove pure possiede alcuni slot nello scalo italiano più richiesto dalle compagnie aeree. Se non è sparita easyJet poco ci manca. Giovedì 19 novembre ha operato solo 58 voli, il giorno prima 21, martedì addirittura 20. In tutta Europa. Eppure parliamo della seconda low cost del Vecchio Continente, il secondo vettore nel 2019 per passeggeri trasportati (96,7 milioni) e il terzo in Italia dopo Ryanair e Alitalia.
Il confronto
In questa seconda ondata del coronavirus — dove i flussi sono in netto calo per tutti i vettori — la low cost britannica si muove meno delle rivali, con il 95% delle frequenze tagliate in tutto il continente nel periodo 13-19 novembre secondo i dati di Eurocontrol. Nello stesso arco temporale la turca Pegasus segna -31,6%, Ryanair -70,8%, Wizz Air -84%. Una strategia che segue i dati dell’anno finanziario 2020 (1° ottobre 2019-30 settembre 2020) nel quale easyJet ha registrato 48,1 milioni di passeggeri (-50% rispetto ai dodici mesi precedenti), 3,4 miliardi di euro di ricavi (-52,9%) e 1,44 miliardi di perdite ante tasse.
La liquidità
Per rinforzare la liquidità, poi, nelle ultime settimane la low cost britannica ha venduto 20 dei suoi Airbus A320 (per un totale di 478,6 milioni di euro di introiti) riprendendoseli poi in leasing, come si legge sui documenti depositati alla Borsa di Londra il 27 ottobre e il 6 novembre. Al 18 novembre — come emerge sempre da Eurocontrol — le tre divisioni di easyJet (inglese, svizzera ed europea) stanno facendo volare 100 aerei, mentre altri 244 sono fermi negli aeroporti, cioè il 71% dell’intera flotta.
Nel frattempo la società ha concluso un accordo con la rivale Ryanair cedendole 312 slot settimanali (circa 22 partenze e arrivi al giorno) che aveva all’aeroporto di Londra Stansted.
La replica
Che succede? «Sulla base delle attuali restrizioni di viaggio e l’andamento della domanda nei mercati in cui operiamo, prevediamo di volare non più del 20% della capacità prevista per il primo trimestre dell’esercizio finanziario 2021 (ottobre 2020-settembre 2021, ndr)», spiega via e-mail al Corriere della Sera un portavoce di easyJet, precisando che si tratta di un dato valido almeno fino al 30 gennaio prossimo. «Per la stagione invernale — prosegue — continueremo ad operare con un approccio prudente, concentrandoci sui voli che generano cassa al fine di ridurre al minimo le perdite nel primo semestre. Al tempo stesso però manteniamo la flessibilità necessaria per offrire una risposta rapida non appena la domanda tornerà a crescere».
La concorrenza
Una strategia, quella della low cost britannica, che non convince Michael O’Leary, capo di Ryanair. Durante un dibattito O’Leary ha spiegato che «i tagli sono la cosa che easyJet non dovrebbe proprio fare durante una crisi: rimpicciolendosi invece di sfruttare l’occasione per ingrandirsi», cosa che in questo periodo stanno facendo Ryanair e Wizz Air. Su questo aspetto concorda anche John Strickland, analista di JLS Consulting: «Con una flotta ridotta easyJet ha meno capacità di sfruttare le opportunità generate dal coronavirus — ha scritto su Forbes — ed è anche in una posizione più difficile per difendersi da concorrenti ambiziosi».
L’analisi di Bank of America
Non la pensano così Muneeba Kayani e Najet El Kassir. In un report di Bank of America le due analiste sostengono che «easyJet è ben posizionata per beneficiare di una ripresa della domanda turistica a corto raggio», anche se le prospettive invernali nel breve termine non sono decisamente rosee. Per questo, proseguono, «vediamo il potenziale per una ripresa della domanda nell’estate 2021: prevediamo che la capacità aumenterà fino all’80% circa dei livelli del 2019 entro l’estate 2021 mentre quella dell’anno fiscale 2022 (ottobre 2021-settembre 2022, ndr) sarà vicina a quella pre-Covid».
Nell’ultima settimana -95% di voli rispetto a un anno prima. La low cost ha ceduto oltre 300 slot a Londra Stansted. La compagnia: «Operiamo con prudenza per ridurre le perdite»
www.corriere.it