Ci sono anche "esperti" che non vogliono la vendita di ITA.
ITA AIRWAYS/ La fusione con altre compagnie per evitare la (s)vendita
Pubblicazione: 10.07.2022 -
Alessandro Giustolisi
Da mesi spero che attraverso gli articoli miei e di altri esperti, più le mie mail al Mef e al Mise, possano far ricredere al nostro Governo sull’idea di vendere
ITA, che essendo detentrice del marchio Alitalia sancirebbe la fine del nostro trasporto aereo. Più passano i giorni, più il nostro mercato è totalmente in mano straniera e riprenderlo non sarà possibile se non si fanno dei cambi di rotta e investimenti solo possibili per lo Stato italiano, perché è l’unico che può avere l’interesse visto che ci rappresenta (forse è ormai un’utopia).
Credo sia necessario sospendere qualsiasi trattativa di vendita a un grosso gruppo che non farà altro che spostare il traffico verso i propri hub. Di fatto, i nostri investimenti recenti su ITA e passati in Alitalia andranno in fumo e beneficio di stranieri. MSC, se veramente vuole aiutare e fare il suo business, dovrebbe proporre un piano senza Lufthansa o un’altra compagnia appartenente a un grosso gruppo e proporre di usare sia ITA e Alitalia di nuovo, creando nuove rotte e nuovi tipi di prodotto, come sviluppare il cargo e i voli di appoggio alle crociere nel mondo. Nel momento che a MSC si associasse Lufthansa, ITA verrebbe declassata a compagnia di serie B o C. Inoltre, lo Stato deve rimanere predominante fino a quando la compagnia ha una proiezione positiva, quindi, in qualsiasi trattativa lo Stato deve rimanere e con quote e golden share adeguate.
Una linea aerea che potrebbe comprare ITA con un potenziale che potrebbe farci crescere senza ridurci a serie B o C potrebbe solo essere del Nord America o dell’Asia, purché non abbia un rapporto privilegiato con una compagnia appartenente a uno dei 3 gruppi esistenti in Europa (IAG, Air France-KLM, Lufthansa Group).
Guardando
gli ultimi eventi internazionali, dove ormai tutte le compagnie aeree avranno grossi problemi, ho pensato a un’ulteriore possibilità per ITA, cioè quella di fondersi sempre rimanendo con il brand indipendente con altre due o tre al massimo compagnie aeree europee inizialmente che non appartengano a nessun gruppo importante e sviluppare con loro la suddivisione delle rotte attraverso i propri hub. Si potrebbe poi quindi creare una grande linea aerea al posto dei tre gruppi attuali in Europa, creando il quarto gruppo continentale, dove ITA si prenderebbe in una certa esclusiva delle rotte, appoggiandosi alle compagnie socie su altre. Dove ci sarà un potenziale per rotte dirette dall’Italia, anche coperte dalle altre due compagnie, ci si andrà con ITA e le altre due compagnie faranno lo stesso (un po’ come fanno la suddivisione del mercato Air France e KLM).
Con questo nuovo gruppo credo che ITA in pochi anni potrebbe essere la compagnia con più passeggeri e cargo trasportati visto che apparterebbe al Paese più popoloso e più grosso economicamente in relazione alle altre del gruppo. L’adesione a questa fusione avrebbe dei grandissimi vantaggi, a partire dal negoziare alla pari con tutti, specialmente nell’acquisizione o leasing di aerei e slot nei vari aeroporti. In questo modo si ridurrebbero i costi grazie all’utilizzo di strutture e servizi in comune.
Un grande vantaggio credo importante sarebbe quello di unificare le parti direzionali e amministrative dove noi italiani per cultura e costume abbiamo dimostrato di non sapere condurre in modo adeguato e austero, ma potremmo avvalerci dell’esperienza del personale di altre compagnie più sane delle nostre Alitalia e ITA e forse creare un team operativo, amministrativo ed esecutivo più efficiente.
I gruppi attuali IAG (Aer Lingus, British Airways, Iberia, Vueling e prossimamente Air Europa), Air France-KLM e Lufthansa (Air Dolomiti, Austrian Airlines, Brussels Airlines, Lufthansa e Swiss) inglobano tutte quelle compagnie che non ci farebbero mai crescere. Chiaramente ITA, a differenza delle eventuali compagnie con cui si fonderebbe, avrebbe il compito arduo di riusare il marchio Alitalia e di creare un network nuovo e nuovi hub, perché lasciare solo Fiumicino come hub intercontinentale e Linate come hub europeo rappresenterebbe un regalo alle compagnie europee e mondiali sia tradizionali che low cost.
Oggi nessuna compagnia aerea mondiale, specialmente europea, può stare tranquilla, i colossi tremano, quindi chi ha una struttura più snella potrebbe farcela più facilmente. Una buona notizia per ITA è che secondo la mia opinione
le low cost non potranno più reggere il network attuale perché dovranno adeguarsi a dei costi più alti, quindi il divario prezzi potrebbe scendere e in ogni caso non fanno e non faranno voli a lungo raggio, almeno a prezzi low cost.
Oggi in Europa ci sono 4 compagnie aeree con un network intercontinentale molto ben articolato con destinazioni valide e non appartenenti a gruppi, molto ben presenti in Nord America ma non tutte hanno una presenza in America Latina, Caraibi, Nord Africa, Africa, Medio Oriente, Estremo Oriente, Australia, dove noi con buona posizione geografica potremmo ricoprire il mercato per loro e per noi.
Ho già in mente quali linee aeree potrebbero avere questo interesse e credo che l’opportunità attuale che si ha dove tutti per ora vanno male, bisogna prenderla al volo. L’Italia è la terza potenza economica dentro l’Ue e il nostro mercato aereo è ambito da molti. È vero che le low cost e altre linee tradizionali si sono presi molto ma non tutto: rimane il mercato intercontinentale diretto senza passare altri hub stranieri, voli nazionali ed europei business, il cargo, il leisure e voli di appoggio a crociere che messi insieme valgono più di quello che è attualmente volato. Per capire cosa dobbiamo fare, basta guardare Paesi come Gran Bretagna, Paesi Bassi, Germania, Francia, Portogallo, gli Scandinavi, Polonia e Spagna: i vettori nazionali hanno il dominio sul loro territorio e hanno uno due vettori tradizionali a scala intercontinentale, vettori low cost a scala europea, Mediterraneo, vettori cargo propri, vettori lesisure e appoggio crociere propri.
Il momento non facile per le compagnie aeree europee può rappresentare l'occasione giusta per un rilancio efficace di ITA Airways e Alitalia
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