Gli sprechi di Ita: 4 milioni di euro regalati a una società turistica in cambio di niente
Un audit interno smaschera l’accordo tra ex Alitalia e Tie, società turistica in cui compare Gianni Prandi, esperto di comunicazione della Cgil
di Daniele Martini
03 MAGGIO 2023
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Quale azienda al mondo darebbe più di 4 milioni di euro a un’altra azienda per avere niente in cambio? Non è una domanda retorica perché in Italia esiste davvero una società così spensierata e generosa da pagare un’altra senza contropartita. Questa azienda si chiama Ita Airways-Italia Trasporto Aereo, ed è la compagnia aerea pubblica che ha preso il posto di Alitalia il 15 ottobre di due anni fa. L’elargizione sarebbe addirittura continuata chissà fino a quando se la strana storia non fosse stata prima scovata dal giornale Il Domani e poi non fosse stato avviato un audit dal Consiglio di amministrazione che ha confermato in pieno le rivelazioni di stampa aggiungendo elementi inquietanti.
L’audit Ita è un documento molto dettagliato di oltre 50 pagine di cui L’Espresso ha potuto avere una copia. È stato preparato dal dipartimento interno dell’audit Ita coordinato da Elisa Tarantola su richiesta del Consiglio di amministrazione della compagnia e consegnato il 21 aprile allo stesso Consiglio. Le conclusioni a cui arriva sono molto gravi: «La società (Ita, ndr) ha corrisposto 4,2 milioni di euro a fronte di 0 euro di ricavi per Ita nel 2022. Tale risultato ha portato un impatto sull’ebit (utile di esercizio, ndr) peggiorativo di 4,4 milioni di euro». In pratica un pezzetto della perdita di Ita di 486 milioni di euro nel 2022, è dovuto all’anomala operazione prodigalità.
L’affare ha messo in allarme perfino il futuro partner-padrone della compagnia italiana, la tedesca Lufthansa, preoccupata dalla circostanza che un episodio del genere possa essere la spia di una gestione superficiale e opaca dell’azienda. Per capire meglio come stanno le cose è stato inviato in missione da Francoforte uno dei dirigenti più alti in grado, Joerg Eberhart, il capo delle strategie, un tedesco mezzo italiano che conosce bene il nostro Paese per aver guidato a lungo la compagnia Air Dolomiti e che ha continuato ad abitare in Italia anche dopo aver lasciato questo incarico. Eberhart ha parlato del prossimo impegno di Lufthansa in Ita a palazzo Chigi con esponenti del governo italiano e tra gli argomenti trattati c’è stata anche la strana storia del regalo milionario.
Beneficiaria del buon cuore di Ita è un’aziendina di San Polo d’Enza, un piccolo comune di 6 mila abitanti in provincia di Reggio Emilia. Questa società si chiama Tie-True Italian Experience, è amministrata da Maurizio Rota ed è una piattaforma per la promozione dell’immagine turistica italiana nel mondo che secondo l’audit ha 5 dipendenti, quattro a tempo indeterminato e uno a tempo determinato. Proprietaria di Tie è Assist group, società posseduta da Gianni Prandi e Furia Rinaldi. Il cervello di tutta l’operazione con Ita è proprio Prandi, personaggio intraprendente e poliedrico, ben introdotto in ambienti anche distanti tra loro come il made in Italy alimentare, il comparto tessile o il calcio con la Figc, ma a suo agio soprattutto nell’area politica di sinistra e il sindacato, la Cgil di Maurizio Landini di cui è amico fin dall’infanzia. Con la società Assist Prandi fornisce la sua collaborazione a Landini per la comunicazione Cgil dopo che è stato allontanato il portavoce storico, Massimo Gibelli. Ora Prandi tiene a precisare a L’Espresso di non avere alcun ruolo operativo in Tie.
Nell’autunno 2021, nelle settimane convulse dell’avvio di Ita, Fabio Lazzerini, l’amministratore della compagnia che tra le varie deleghe ha quella della parte commerciale, ritiene sia necessario dotare la compagnia aerea di un partner forte e affidabile nel settore del turismo, capace di attrarre viaggiatori in tutto il mondo e di convogliarli sugli aerei di Ita. La pratica viene curata da Emiliana Limosani, responsabile dell’attività commerciale Ita, una dirigente che aveva già lavorato con Lazzerini nel gruppo turistico Amadeus e nella compagnia aerea Emirates. La scelta di Ita cade su Tie, ma viene fatta alla buona, senza che vengano espletate le verifiche e i controlli necessari sull’affidabilità e la solidità dell’azienda individuata nonostante in ballo ci siano milioni di euro. Nell’audit questa anomalia viene sottolineata con chiarezza: «Non sono state svolte attività di benchmarking sul partner da parte di Ita… e non è stata svolta un’attività di due diligence sull’affidabilità, reputazione, solidità».
Se queste azioni di controllo fossero state eseguite a dovere, sarebbero emerse le criticità di Tie messe in evidenza dall’audit. Una in particolare: che Tie non era in grado di onorare gli impegni assunti. Gli estensori dell’audit Ita parlano di «inadeguata solidità del partner nel poter erogare il servizio contrattualizzato». Dall’audit emerge che Tie per farsi pagare da Ita cambia in pochi mesi tre volte l’iban e che Ita sembra «l’unico cliente con cui Tie intrattiene rapporti commerciali. Tale evidenza emerge dal fatto che la fatturazione verso Ita è essenzialmente consequenziale. I numeri fattura emessi da Tie verso Ita nell’anno 2022 sono progressivi da fattura numero 1 a fattura numero 16, saltando solo la 4 e la 12».
Il contratto viene firmato nei giorni tra Natale e Capodanno 2021, il 27 dicembre, ed è molto oneroso per Ita. Prevede il pagamento immediato di una tranche di 901 mila euro a compenso dell’impegno profuso da Tie nell’anno in corso, cioè nei 5 giorni dal 27 al 31 dicembre. Il contratto prevede poi il pagamento a Tie di una rata mensile di circa 300 mila euro per tutto il 2022 (3 milioni e 600 mila in base d’anno) e poi ancora altri 10 milioni e 250 mila euro per gli anni 2023-2024-2025 in 36 rate mensili di oltre 284 mila euro l’una. L’impegno totale di Ita nei confronti di Tie è di quasi 15 milioni di euro in 4 anni. In cambio di questa pioggia di soldi Tie avrebbe dovuto convogliare clienti a profusione sugli aerei di Ita da tutto il mondo grazie alla sua piattaforma turistica e alla sua attività di promozione. Il margine di profittabilità di tutta l’operazione viene stimato dalla direzione commerciale di Ita la bellezza di circa 70 milioni di euro. Ma i viaggiatori non si sono visti e dall’audit risulta che Tie ha procurato a Ita «zero vendite e zero ricavi».
Di fronte al disastro, invece di voltare pagina il più in fretta possibile, a Ita hanno cercato di tenere vivo fino all’ultimo il rapporto con Tie. Lo hanno fatto facendo finta di fare il contrario. Il 9 gennaio 2023 hanno comunicato la volontà di recedere dall’accordo con efficacia dal 31 dicembre 2022. Come ribadisce una nota inviata da Ita al nostro giornale «l’amministratore delegato Fabio Lazzerini ha deciso, insieme al team legale e commerciale, di terminare il contratto alla fine di dicembre 2022». Nello stesso tempo, però, hanno cercato, nei fatti, di proseguire la collaborazione con Tie, magari ritoccando un po’ i termini dell’intesa.
Dall’audit risulta che ci sono stati ben tre tentativi per aprire una nuova fase. La prima data per l’avvio di un nuovo accordo è stata il 31 gennaio 2023, poi hanno prorogato al 24 febbraio e infine al 31 marzo. Il 29 marzo il Comitato costi della compagnia aerea ha approvato i termini e le condizioni per proseguire l’intesa con Tie. Il 21 aprile il consiglio di amministrazione di Ita ha esaminato per ore la vicenda. C’è stato uno scontro durissimo tra alcuni consiglieri e l’amministratore Lazzerini e dal momento che i soldi spesi sono soldi pubblici e Ita è un’azienda pubblica, è volata pure la minaccia di sottoporre tutta la faccenda alla Corte dei Conti. Alla fine è stato definitivamente chiuso ogni rapporto con Tie.
L’espresso