:tié:Certo come no. L'importante è crederci.
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Tutto vero. Purtroppo. Una volta vennero decine di agenti in sala Giotto perchè qualcuno fuggì da una porta " allarmata" che si trova nelle vicinanze della lounge stessa.Fiumicino, atterrano e fuggono sulla pista così si dileguano mille immigrati all'anno
Forniti di un biglietto di transito, indossano uno di quei pettorali catarifrangenti usati dal personale dello scalo e si dirigono in tutta fretta verso il cancello 6 dove sorge un vecchio casolare abbandonato. Poi saltano la rete e spariscono nel nulla. Gli inquirenti convinti che dietro questo traffico sempre più intenso ci sia un'organizzazione internazionale. "Tramite i cellulari seguono le indicazioni che qualcuno gli fornisce dall'esterno". Si liberano del passaporto per non essere individuati e rimpatriati se vengono presi
ROMA - Non ha nome quel ragazzo dagli occhi spaventati. E' appena sceso all'aeroporto di Fiumicino da un volo proveniente da Tripoli. E ha buttato il passaporto in un cestino della spazzatura. Nessuno saprà mai come si chiama. La sua destinazione era Istanbul, a Roma era sceso solo per fare scalo. Invece ora cammina spedito verso un'uscita di sicurezza del terminal G. Parla al telefonino, sembra che qualcuno gli dica dove andare. Si guarda intorno, si volta indietro. Spinge i maniglioni di una porta antipanico, scatta l'allarme, ma lui, in un attimo, è fuori, sulla pista di atterraggio. E corre. Più veloce che può. Gli agenti della Polaria lo hanno visto dai monitor delle telecamere di sicurezza. Si precipitano, lo inseguono in macchina. Ma quel ragazzo con la pelle scura e i capelli cortissimi sa dove andare, sembra decollare anche lui sull'asfalto bagnato dalla pioggia romana. Gira intorno a un 737 dell'American Airlines, i motori sono accesi e per qualche secondo viene stordito dalla potenza dei reattori: rischia di essere risucchiato, e le sirene, intanto, sono sempre più vicine. Ha il fiatone, le gambe che tremano, ma il cancello 6, ormai, è a poche centinaia di metri. Butta il cellulare, si arrampica sulla rete, si ferisce un polpaccio col filo spinato, scavalca e atterra dall'altro lato. La pineta e la libertà sono proprio lì, davanti a lui. E' fatta.
Spariscono così, nel nulla. Non esistono statistiche. Ma si calcola siano non meno di mille l'anno. Tutti nordafricani, maschi, ventenni o poco più. Lo rivela a Repubblica un rappresentante delle forze dell'ordine che lavora nell'aeroporto. Non può e non vuole esporsi: chiede di restare anonimo. Ma è uno dei tanti testimoni oculari di un'eccezione che sta diventando prassi. "Sono almeno due o tre al giorno", racconta, "ma in alcune giornate anche di più. Usano le uscite di sicurezza per arrivare sulle piste e correre via. Atterrano in Italia come normali cittadini stranieri di passaggio, con tanto di documento e biglietto aereo, ma senza il visto per entrare in Italia. Poi aprono quella porta e diventano clandestini. Si disfano del passaporto, così, se li prendiamo, non possiamo rimpatriarli. Non c'è solo Lampedusa. Fiumicino è un'altra porta dell'Europa".
Qualcuno si lancia sulle piste appena si apre il portellone dell'aereo. Mentre altre volte la polizia neanche si accorge che qualcuno è riuscito a raggiungere l'esterno dell'aeroporto. Si scopre che sono sfuggiti degli immigrati solo perché mancano dei passeggeri sul volo che avrebbero dovuto prendere per arrivare in Turchia. Ma anche a Kiev, oppure a Mosca. Un fenomeno confermato anche dal direttore della polizia di frontiera dello scalo, Antonio Fortunato Del Greco, che però parla di numeri più ridotti: "Ogni giorno circa dieci persone cercano di entrare in questo modo sul territorio italiano. Sborsano almeno mille euro per il biglietto. Ma riusciamo a recuperarli quasi tutti. Ne scappano due o tre a settimana. Siamo però costretti a mettere personale sulle piste. Ed è pericoloso fare inseguimenti, l'aeroporto è un'autostrada, abbiamo paura per la loro incolumità. Dobbiamo vigilare continuamente".
Il sospetto, quasi una certezza, è che dietro a tutto questo ci sia una struttura internazionale. "Siamo sicuri che si tratti di un'organizzazione che traffica esseri umani", spiega ancora la nostra fonte, "perché è chiaro che sanno dove andare, una volta scesi dall'aereo vengono guidati da una voce al telefono". Ad avvalorare la tesi del traffico internazionale c'è anche il fatto che molti di questi ragazzi nordafricani - algerini, tunisini ed egiziani partiti soprattutto da Libia e Algeria - arrivano a Roma già armati di giubbino catarifrangente (quello che di solito si usa per scendere dall'auto in situazioni di emergenza). Appena arrivati lo indossano: sperano così di essere scambiati per lavoratori dell'aeroporto e di non dare nell'occhio quando escono sulle piste. Una volta fuori dal terminal - di solito G o H - sembrano avere un punto di riferimento per trovare la direzione giusta: un vecchio casolare rosso che dista pochi metri dal cancello 6, quello che molti degli immigrati in fuga scavalcano per uscire dall'area delle piste. Vicino al cancello 6, e anche accanto al cancello 3, gli agenti trovano spesso i giubbini abbandonati. "Quando invece riusciamo a prenderli", spiega il rappresentante delle forze dell'ordine, "nessuno dice niente. Non parlano. Sono terrorizzati. Forse hanno paura che qualcuno dell'organizzazione possa punirli. Se non hanno i documenti li portiamo nel centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria. Altrimenti li rimpatriamo". In Italia, secondo i dati del Viminale, sono 1.533, solo nei primi tre mesi del 2014, gli immigrati respinti alla frontiera aerea. Tra questi ci sono anche i "fuggitivi" di Fiumicino. Del resto nel nostro paese, oltre il 60 per cento dei clandestini arriva in aereo. Sono gli "overstayer", i cittadini stranieri con visto regolare che, peró, restano in Italia anche quando è scaduto. Non è il caso dei ragazzi in fuga per le piste, che atterrano con i documenti, ma non hanno alcun visto né permesso di soggiorno.
Tra quelli che riescono a seminare la polizia, non tutti scavalcano subito le reti di protezione. C'è chi, varcata la porta di accesso alle piste, si nasconde in uno dei cantieri aperti intorno all'aeroporto. Appena fa buio, esce e corre via. Con tutta la forza che ha nelle gambe, con il cuore che scoppia. Come quel ragazzo che, sui monitor, hanno visto scappare con gli occhi pieni di terrore. In tasca ha solo i suoi anni. Pochi. E nient'altro. Neanche il suo nome.
http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2014/05/09/news/la_fuga_da_fiumicino-85643053/
rende meglio l'ideaLa bozza del piano precisa che un aeroporto può essere definito «di interesse nazionale» a due condizioni: che lo scalo nonsia in grado di esercitare un ruolo ben definito sul territorio, senza una specializzazione e una riconoscibile vocazione, funzionale al sistema aeroportuale di bacino che il Piano intende incentivare ma con l'intento di assicurare voti ai politici locali; e che sia in grado di dimostrare l'indebitamento nell’equilibrio economico-finanziario sperperando soldi pubblici
tradotto così meglio?![]()
Iniziato anche a FCO.Ciampino, sciopero delle valigie: cancellati sedici voli Ryanair
Per la protesta non preannunciata del principale handler dello scalo, Groundcare, dichiarato fallito la scorsa settimana. Disagi e blocco quasi totale di partenze e arrivi almeno fino alle 18. E nel pomeriggio è prevista la stessa agitazione a Fiumicino. Sullo sfondo il posto di lavoro di circa 900 addetti allo smistamento dei bagagli e di servizi di check in per le compagnie aeree
E’ in corso da questa mattina all’aeroporto di Ciampino, una protesta del principale handler dello scalo, Groundcare. I dipendenti hanno sospeso i servizi di assistenza a terra per conto del vettore irlandese Ryanair che, quindi, ha proceduto alla cancellazione di alcuni voli.
Sullo sfondo, mesi e mesi di trattative e riorganizzazioni con annunci di licenziamenti delle società che gestiscono assistenza bagagli, servizio di check in, assistenza bagagli e lost e found x molte compagnie aeree sia a Ciampino che a Fiumicino. La Groundcare nasce dalle fusione di altre due precedenti società, la Globe ground, società tedesca, e la Flight Care che era di proprietà di Adr. Ma la scorsa settimana la Groundcare ha dichiarato fallimento. Vi lavorano circa 950 addetti, in gran parte x dipendenti di Aeroporti di Roma che, fanno sapere, stanno continuando a recarsi al lavoro per puro senso del dovere nonostante lo stipendio del mese di giugno non sia garantito.
Sino all'ora di pranzo erano nove voli cancellati in partenza, tutti della Ryanair, e si sono verificati pesantissimi ritardi nella riconsegna dei bagagli.
Gli addetti della società ufficialmente sono riuniti in assemblea dalle 8 di questa mattina: "Non è arrivato lo stipendio di maggio ed è saltata anche al 14/esima mensilità. Siamo preoccupatissimi per futuro", spiega Stefania Fabbri della Fit Cisl.
"E' una situazione vergognosa, da mesi cerchiamo una soluzione a questo problema. La società è fallita il 28 maggio, da mesi abbiamo lanciato l'allarme ma sia Enac che Aeroporti di Roma non hanno mai risposto", aggiunge Carmine Coccetti della Filt Cgil.
E nel pomeriggio la stessa agitazione si annuncia nello scalo di Fiumicino.
Nel primo pomeriggio dovrebbe tenersi un incontro tra l'Enac e le sigle sindacali.
http://roma.repubblica.it/cronaca/2..._care_a_rischio_900_posto_di_lavoro-88033194/