[TR] (Ostinatamente) verso Kashgar.


aless

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12 Settembre 2006
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Io ultimamente leggo sempre molto poco, però cazzo che roba.

Cioè, non ho mai subito il fascino dell'Asia centrale quanto quello di altri lidi, sostanzialmente perché questi sono crocevia di storie e persone mentre io odio il genere umano e gli preferisco la natura, però cazzo che roba.

Saluti Fab!
 

safin79

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23 Marzo 2011
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Siamo nel campo delle opinioni, vero, e io ho la brutta abitudine di fissarmi un'opinione e di non abbandonarla piu'... ma a me Levison sta proprio sui cabbasissi. Un po' per i programmi TV, un po' perche' di persona se la tira tantissimo; l'ho visto alla fiera dei viaggi-avventura a Londra, lo scorso aprile, e veramente mi ha dato l'idea di credersi un VIP. E or scopro che ha persino osato copiare il titolo di Eastern Approaches dell'immortale Fitzroy Maclean!? (Nome della madonna, peraltro).


Parlando di libri, per me i fondamentali per la regione - tolto il gia' citato Maclean, sono ovviamente quelli di Peter Hopkirk (consigliati dall'illustre setirsposition se la memoria non m'inganna), in particolar modo "The Great Game". Poi non si puo' non menzionare Colin Thubron, "The Lost Art of Asia", Terzani con "Buonanotte signor Lenin" e quella gran chicca delle chicche che e' il libro "Out of Steppe" di Daniel Metcalfe. Una vera delizia, un libro che darei un testicolo per saper scrivere anch'io.
Che ultimamente se la tiri un tantinello è vero e gli ultimi due libri hanno la bussola puntata più sull'autore che sul viaggio ma per quanto riguarda gli altri libri lo spirito è totalmente divero, pensa al giro che è riuscito a fare in solitaria, a vent'anni, senza soldi e durante un paio di guerre per Eastern Horizon, è incredibile. Titolo e itinerario sono omaggi agli esploratori e scrittori che grosso modo hai anche tu citato. Walking the Nile è stata un' impresa monumentale e il suo più bel libro. In ogni pagina l'autore trasmette in pieno la passione e la determinazione che mette nei suoi viaggi. Considerando che le alternative di questi anni sono Bear Grills e tutti questi fenomeni spuntati come funghi su Netflix e co. direi che Wood sia oro colato a paragone.

Sui libri rilancio con Eric Newby e il suo bellissimo A Short Walk in the Hindu Kush. Grandioso.
Scusa l'OT ma quella mezza volta che capita di parlare di libri di viaggi ne approfitto. ;-)
 

13900

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26 Aprile 2012
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7. Da Urumqi ad Almaty.

La parentesi di Urumqi dura un giorno e mezzo e, va detto, un po’ sembra una perdita di tempo. L’hotel e’ lontano dal centro, ma il centro dov’e’?




La citta’ mi ricorda quelle che costruivo a Sim City, senza capo ne’ coda. Palazzoni enormi quasi ovunque, vialoni e autostrade, enormi costruzioni avverinistiche come il palazzo dei congressi che si trova di fianco all’Hilton. Cammino verso nord per un’ora in cerca di qualcosa che sembri il centro, e trovo soltanto ancora piu’ palazzoni, vialoni e poco altro. Per strada poca gente, tante macchine e bus, tutte le vie hanno i sovrappassi per attraversare. I negozi che non sono nelle “gated communities” sono pochini e non mi riesce di trovare un ristorante. Dopo non molto mi viene in mente il commento con cui il Principe Filippo, il mio reale preferito (dopotutto non puoi non ribaltare un Land Rover a 90 anni e non esserlo), defini’ Pechino durante una visita di Stato negli anni ’80: ”Ghastly”.




A ricaricare la dose ci sono loro, gli Han. Ora, non si puo’ fare di tutt’erba un fascio; e non voglio fare come quegli inglesi che detesto, quelli che trattano tutti coloro che a) non sono inglesi b) bianchi c) ricchi ed educati privatamente come delle bestie... pero’ va detto. Stare qui non e’ facile. Passino concetti come tramutare ogni coda in una mischia da rugby, passi l’ascoltare video e musica senza cuffie, passi anche il concetto che il creaturo possa, anzi debba, defecare dove e come vuole – e infatti i bambini in eta’ prescolare sembrano girare tutti con i pantaloni tagliati sul cavallo. Ma cio’ che trovo veramente difficile a sopportare sono le scaracchiate, i raschi bronchiali cosi forti che sembra che stiano per sputare un alveolo, i colpi di tossi e gli starnuti en plein air, senza mano o fazzoletto. La gente si starnutisce addosso praticamente a vicenda, sul bus e in giro per strada e a tutti sembra normale.

C’e’ anche una qual certa mancanza di empatia. Una ragazza vola per terra col motorino, in un’esplosione silenziosa di casco, borsetta, telefono, gambe braccia e borsa della spesa – che ovviamente contiene mandarini. L’unico che arriva, le tira su il mezzo, raccatta casco e spesa e’ lo straniero. Tutti gli altri sciamano intorno, i vecchi rimangono a guardare e scraciare. Ora, non dico che Londra sia empathy central, pero’... ah, e i tassisti qui sono veramente ladri, tutti.

Arriva il giorno prima della partenza, e sono pronto ad andarmene. L’Hilton e’ probabilmente il miglior hotel in cui sono stato dopo quello di Incheon dove ho passato un 4-5 giorni, ma il richiamo del Kazakhstan si fa sentire, e forte. Sono a fare colazione e mi arriva un mail da Air Astana, seguita subito da un’altra. Di solito mail dalla compagnia aerea vuol dire brutte notizie, e infatti....



La mail numero 1 mi informa di un ritardo di un’ora del mio volo TSE-ALA, e cio’ non e’ chissa’ che problema. Anzi, mi aiutera’ a proteggere la connessione a Nur-Sultan. Mail numero 2, invece, e’ un problema. Il volo ALA-KBP e’ dato in ritardo di due ore.

Ora, nel creare questo viaggio ho tradito i miei stessi principi: uno di questi e’ quello di non comprare mai itinerari con transito con PNR diversi, o con tickets differenti. Ne ho visti fin troppe, a lavoro, di connessioni fai-da-te andate a passeggiatrici.

Pero’ ho deciso di dare retta a un’OTA, tale kiwi.com, che prometteva un ALA-KBP-LHR con Air Astana e BA. L’ho scelta perche’, a differenza di tutti gli altri, consente di partire all’urbana ora delle 10, e non alle 4, con una comoda connessione di due ore, non di 10. E, poi, perche’ promettono – anzi spergiurano – di dare supporto in caso di cancellazioni o ritardi. Siamo alla prova del nove.

Provo a chiamare tutti i numeri forniti – italiani, inglesi, russi... e niente. E’ mattina qui, in Europa ancora notte, e la disponibilita’ 24/7 non sembra essere vera. Mando una mail e qui inizia un ping-pong di email in cui prima Kiwi non mi crede, poi non crede ad Air Astana e poi mi dice di andare a Kiev e la vedremo li.

Ceeeeerto. Peccato che non ci siano voli diretti per LHR dopo le 14.30, e c’e’ un solo volo UIA per Gatters alle 20.00 che sembra pure pienotto.

A volte le ciambelle escono col buco, a volte senza e a volte proprio non escono. Questa e’ una di quelle volte. Vado su internet e trovo, a prezzo politico, UIA per Kiev, partenza alle 5 di mattina, con arrivo alle 8.35, anticipo fantozziano per il volo delle 14.30. Rimando a data da destinarsi il rimborso da parte di Kiwi o dell’assicurazione (nota: nessuna delle due paghera’).

Fatto cio’, si fa l’ora di partire per Almaty. Il check-in e’ gia’ fatto online, la carta d’imbarco per la tratta TSE-ALA e’ nel telefono, quella di URC-TSE va presa all’aeroporto... because China.

Arrivo all’aeroporto – con un controllo di sicurezza intermedio – e l’autista vuole 100 yuan. La corsa ne varrebbe solo 30. Ho solo pezzi da 100 per cui parto svantaggiato, e in piu’ ne ho abbastanza. Scendiamo a 65, prendo il mio resto e lo invito cordialmente ad impiccarsi, e vado in aeroporto. I filtri vanno abbastanza spediti, malgrado i codazzi di dipendenti che entrano e passano davanti, e passiamo al check-in.


I voli internazionali non possono stampare le carte d’imbarco ai chioschi, che dopotutto e’ solo quello che volevo, because China. Facciamo piu’ o meno una coda, e a -2h30 dalla partenza arrivano gli addetti. Soliti 20 minuti per fare il set-up delle postazioni (ero io l’unico che ci metteva 5 minuti a caricare carte e tags e ad accendere un set CUTE?) e poi inizia il check-in piu’ strano di sempre. Per prima cosa gli addetti stampano, o rilasciano, solo le carte d’imbarco. I nastri bagagli rimangono chiusi, col risultato che si foma un casino degno della battaglia dell’Amba Aradan. Nessuno capisce una mazza, e nessuno spiega nulla. Io sono a meta’ di una fila, devo solo ritirare la carta; mi faccio largo, trovo un banco e chiedo la carta, che mi viene data subito; l’avevano gia’ li. Mah.


Vado ai controlli di sicurezza, dove 10 addetti sono congregati intorno a uno sportello, e nessuno mi si fila. Dopo 5 minuti di belle statuine, mentre questi si raccontano la campagna acquisti dell’Inter (penso di dirgli Fozza Indah!), uno scopre la mia presenza e mi fa ”Bagaj”, indicando nella distanza. Gli rispondo ”Hand baggage only” ma non c’e’ niente da fare, sono tornati a discutere sul miglior modulo in cui mettere Nainggolan.

Alla fine, per carita’ di patria, apre uno sportello. Passo, faccio i radiogeni, passo il controllo doganale e rimango un buon quarto d’ora a quello finale per l’immigrazione, a rispondere di buon grado a domande inutili quali ”Quanto sei rimasto in Cina” (leggi il timbro d’ingresso), ”Perche’ hai fatto il visto a Londra” (perche’ e’ anche il posto in cui mi hanno emesso il passaporto), ”Perche’ voli da Urumqi” (perche’ da Aksu mi riusciva difficile) e via dicendo. Pazienza, Sorrisi, Obbedienza e alla fine mi timbrano.

La zona internazionale e’ piccola e deserta, ma presto si riempira’ di scaracchiatori molesti.


Nel frattempo, momento partenze dar tabellone:


Festeggio l’uscita con doppia razione di Tsingtao.




Nel frattempo arriva anche il nostro A321; notare la beltade dei parasole dei Minions. Decolliamo con mezz’ora di ritardo causa “traffico intenso” fuori da Urumqi.






A bordo c’e’ il solito servizio Air Astana: birrozzo da 0.5, cibo, servizio wi-fi e app – che gia’ avevo – carica di film e altre cose.


C’e’ pure la mappa; momento di gioia al passaggio della frontiera.


Atterriamo con una ventina di minuti di ritardo; io ho tempo a latere, per cui passo la dogana con tutta calma e, poi, mi dirigo verso il Terminal 1, la palla da bowling con le ali che, ogni volta, mi fa venire in mente Il Grande Lebowski. Fischiettando ”The Man in Me” passo i controlli in men che non si dica, e sono al complice baretto dove prendo una Borjomi, parlo del Toro con l’addetto, uso il Wi-Fi e tutti ti sorridono. Cosi’ vicini ad Urumqi, cosi’ differenti.


Il volo per Almaty e’ in ritardo a causa di un equipment change, da A320 a 321 con interni-museo. C’e’ un mood lightning da postribolo ma i sedili sono cosi’ vecchi che hanno pure il buco nel tavolinetto per il calamaio. Mi sembra di capire che Air Astana stia avendo qualche problemino in flotta, col CEO che ammette, nella lettera urbi et orbi pubblicata sul giornale di bordo, ritardi nel ricevere i 321L Neo che dovrebbero sostituire i 757.







Il volo corre veloce, con una distribuzione di bevande e snacks abbastanza sostanziale, e poi siamo ad Almaty. La citta’ mi accoglie come un vecchio amico, ed e’ veramente splendida.




Abbandono il sacco in hotel e sciabatto fino al ristorante Darejani, il georgiano di fiducia. Fa caldo, ci sono 35/38C, ma e’ bello essere qui.










Scolata l’ennesima Borjomi c’e’ giusto il tempo per un ultimo giro in citta’, e poi si va a dormire.

Continua!
 

13900

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Che ultimamente se la tiri un tantinello è vero e gli ultimi due libri hanno la bussola puntata più sull'autore che sul viaggio ma per quanto riguarda gli altri libri lo spirito è totalmente divero, pensa al giro che è riuscito a fare in solitaria, a vent'anni, senza soldi e durante un paio di guerre per Eastern Horizon, è incredibile. Titolo e itinerario sono omaggi agli esploratori e scrittori che grosso modo hai anche tu citato. Walking the Nile è stata un' impresa monumentale e il suo più bel libro. In ogni pagina l'autore trasmette in pieno la passione e la determinazione che mette nei suoi viaggi. Considerando che le alternative di questi anni sono Bear Grills e tutti questi fenomeni spuntati come funghi su Netflix e co. direi che Wood sia oro colato a paragone.

Sui libri rilancio con Eric Newby e il suo bellissimo A Short Walk in the Hindu Kush. Grandioso.
Scusa l'OT ma quella mezza volta che capita di parlare di libri di viaggi ne approfitto. ;-)
Bello Newby!

Io ultimamente leggo sempre molto poco, però cazzo che roba.

Cioè, non ho mai subito il fascino dell'Asia centrale quanto quello di altri lidi, sostanzialmente perché questi sono crocevia di storie e persone mentre io odio il genere umano e gli preferisco la natura, però cazzo che roba.

Saluti Fab!
Saluti tovarisc, grazie per leggere!

OT ma non troppo:

che gran libro!
Concordo!
 

AlicorporateUK

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Sarajevo
Un capolavoro, da storia ed annali, grazie.

Comprato il libro da te gentilmente consigliato, posso adesso rileggermi e rigodermi il tuo TR, in attesa del resto, needless to say :)

G
 

FLR86

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29 Aprile 2017
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121
Io ultimamente leggo sempre molto poco, però cazzo che roba.

Cioè, non ho mai subito il fascino dell'Asia centrale quanto quello di altri lidi, sostanzialmente perché questi sono crocevia di storie e persone mentre io odio il genere umano e gli preferisco la natura, però cazzo che roba.

Saluti Fab!
Spesso mi sento anch'io come te verso il genere umano, ma mi sembra che anche dal punto di vista naturalistico l'Asia centrale gliel'ammolla!
 

13900

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8. Il rientro.

La sveglia suona ad un orario improponibile. Fuori c’e’ gia’ il tassinaro; in un momento di serendipita’ cosmica una delle canzoni che passano e’ la versione russa di ”Voyage voyage” dei Desireless: nel mio primo viaggio ad Almaty, sotto una nevicata memorabile, l’autista aveva esordito prima con Sabrina Salerno e, poi, appunto con questa cover.

Il sogno s’infrange in aeroporto. ALA e’ e rimane uno stanzone, e la parte internazionale e’ gonfia di passeggeri per la Russia, la Turchia e Sharm el Sheikh, vedere per credere.


Dopo un po’ arriva anche il nostro turno, e col Cobus facciamo i 50 metri che ci separano dal 737-900 di UIA.

Il volo non e’ male; l’equipaggio e’ gentile, i passeggeri simpatici, l’aereo o nuovo o comunque ben tenuto.






Un’occhiata alla rivista di bordo.










Il menu del buy on board; sarete felici di sapere che c’e’ la Barilla, ed e’ subito casa.






Il servizio e’, come me lo ricordavo, incluso. Una frittatina insapore e poco piu’, ma per quello che ho pagato non e’ che sia chissa’ che scandalo. Fa il suo dovere di apporto calorico e basta.






Il volo e’ un utile ricordo della geopolitica. UIA non vola piu’ da nessuna parte in Russia e, non solo, non sorvola nemmeno il paese. Aggiungiamoci anche la nota situazione nel Donbass e si finisce con un giro lungo sopra i deserti kazako-turkmeni, il Caspio, il caucaso azero-giorgiano e, infine, avvicinamento da sud sopra il Mar Nero. Sei ore e qualcosa dopo siamo a Kiev, dove Klitschko e’ diventato sindaco e un comico presidente. Vorrei poter fare dell’ironia, ma la mia madrepatria ha un bibbitaro vicepremier e uno scioperato come altro vicepremier; mentre nel mio paese di residenza il 4% dell’elettorato si appresta a nominar premier uno che non capisce una mazza di economia e mette i calzini con su Assurbanipal. Taccio e torno di sopra a fare colazione.




Borispol non e’ un brutto aeroporto, e il transito passa abbastanza in fretta. I prezzi sono aumentati da quando sono passato qui l’ultima volta e la qualita’ del cibo mi sembra diminuita; ma la vista sul cimitero di Ilyushin, Antonov e via dicendo c’e’ sempre.

Alla fine, in orario, arriva il nostro 32N, G-TTNB. Imbarco in orario.







A bordo sono messo nella parte “povera” dell’aereo, quella dove ci sono i sedili Recaro non reclinabili. Inter nos, io li trovo una grande idea, specialmente dopo 4 voli dove tutti hanno reclinato i sedili davanti a me.


Lo spazio e’ decente.


Purtroppo su questo aereo non c’e’ wi-fi, quindi non posso fare il paragone con gli altri; pero’ mi metto il telefono in carica nelle prese di corrente, e passo il tempo a dormirmela.

Arriva il carrello del buy on-board e, in un momento di Amarcord, prendo cio’ che prendevo sempre: rum (Mount Gay, irrinunciabile) e ginger ale.


Poco dopo arriva il momento dell’atterraggio, e anche questa e’ fatta. A casa abbiamo un planisfero in cui appuntiamo tutti i luoghi in cui siamo stati. Arrivo, metto l’ultima puntina in Asia Centrale, faccio un passo indietro e mi guardo intorno: c’e’ ancora un sacco di globo da esplorare.

Fine.
 

Blitz

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19 Luglio 2006
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Padova, Veneto.
Questo report è la definizione della parola "viaggio": non avrei mai immaginato di leggere qualcosa del genere (anche se prima del prossimo ti inviterei a farti fare un esorcismo
)

faccio un passo indietro e mi guardo intorno: c’e’ ancora un sacco di globo da esplorare.
Questa frase è stupenda
 

Renato

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21 Marzo 2009
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TR eccellente, come d’abitudine!
Mi sembra non sia stato nominato, nella rubrica letteraria, Seta e veleni di Duilio Giammaria; a me è piaciuto.
 

marksimon

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6 Febbraio 2017
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Cameri (NO)
La tua capacità di raccontare è semplicemente unica.
Grazie per avermi fatto vedere un angolo di mondo che probabilmente non riuscirò mai a vedere con i miei occhi.

Ciao
Marco
 

Efato

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2 Agosto 2013
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0
Grande TR, complimenti!

Noto, con piacere, che ti preme garantire la privacy tua e dei soggetti che fotografi. E allora mi domando... perche’ posti le foto delle tue carte d’imbarco con il barcode in bella evidenza? Il tuo nome, cognome, PNR, BA FFP, numero di eticket ed altri codici vari possono essere letti in 2 secondi da qualsiasi barcode reader app.
 

13900

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Questo report è la definizione della parola "viaggio": non avrei mai immaginato di leggere qualcosa del genere (anche se prima del prossimo ti inviterei a farti fare un esorcismo
)


Questa frase è stupenda
Grazie Blitz. Più che un esorcismo mi sa che dovrei andare a Lourdes, o portarmi diciotto zampe di coniglio in valigia...


TR eccellente, come d’abitudine!
Mi sembra non sia stato nominato, nella rubrica letteraria, Seta e veleni di Duilio Giammaria; a me è piaciuto.
Grazie Renato. Non conoscevo il titolo, me lo cercherò di sicuro. Grazie per il consiglio!

La tua capacità di raccontare è semplicemente unica.
Grazie per avermi fatto vedere un angolo di mondo che probabilmente non riuscirò mai a vedere con i miei occhi.

Ciao
Marco
Ciao Marco, grazie per leggere.

Grande TR, complimenti!
Grazie!

Noto, con piacere, che ti preme garantire la privacy tua e dei soggetti che fotografi. E allora mi domando... perche’ posti le foto delle tue carte d’imbarco con il barcode in bella evidenza? Il tuo nome, cognome, PNR, BA FFP, numero di eticket ed altri codici vari possono essere letti in 2 secondi da qualsiasi barcode reader app.
Beh, se c\'è qualcuno che si mette a leggere il mio TR e poi si prende la briga di andare a trovarsi un\'app del genere per fregarmi i 3 avios che possiedo... quel qualcuno ha veramente bisogno di trovarsi un hobby.
 

Efato

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Beh, se c\\\'è qualcuno che si mette a leggere il mio TR e poi si prende la briga di andare a trovarsi un\\\'app del genere per fregarmi i 3 avios che possiedo... quel qualcuno ha veramente bisogno di trovarsi un hobby.
Beh, non hai tutti i torti. Visto pero’ che cancelli nome/pnr/ffp dalle tue carte d’imbarco mi sembrava un contro senso.

Comunque complimenti di nuovo per il TR. Luoghi affascinanti, foto molto belle, e narrativa molto sofisticata. Leggo spesso con piacere il tuo blog. Grazie
 

belumosi

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10 Dicembre 2007
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Ti stringo virtualmente la mano, uno dei TR più belli che abbia mai letto.
 

13900

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Beh, non hai tutti i torti. Visto pero’ che cancelli nome/pnr/ffp dalle tue carte d’imbarco mi sembrava un contro senso.

Comunque complimenti di nuovo per il TR. Luoghi affascinanti, foto molto belle, e narrativa molto sofisticata. Leggo spesso con piacere il tuo blog. Grazie
Grazie per la dritta, la terrò a mente per il prossimo TR! E grazie per leggere.

Ti stringo virtualmente la mano, uno dei TR più belli che abbia mai letto.
Troppo gentile, grazie mille.
 

venexiano

Amministratore AC
Staff Forum
12 Novembre 2005
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Milano/Pavia/Berlino
Io non so cosa dire, se non che i tuoi racconti rendono oltremodo chiara la differenza che passa fra l\'essere un semplice turista (come ormai mi sento io) e un vero viaggiatore come invece lo sei tu.

Non mi resta che ringraziarti per questi scorci di angoli del mondo che non so se vedrò mai, e non da ultimo per le perle di umorismo. Questa mi ha fatto sputare il caffè per le risate:

Apertura completa dello zaino ed ispezione di ogni suo singolo contenuto. La faccenda discende in cabaret quando devo spiegare le varie medicine. Sono al tavolo, davanti a me ho 3 poliziotti, donnino incluso, più quello dell’app che non riesce a smettere di guardare le vigogne. Pescano l’Imodium e mi chiedono di spiegare a che serve. Mimo ciò che blocca e muoiono tutti dal ridere. Poi è il turno del Gaviscon. Risate omeriche. La faccio breve: ora che finiamo col Dioralyte e l’Aspirina il donnino sta piangendo dal ridere e un altro è sul punto di avere una sincope.
 

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26 Aprile 2012
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Io non so cosa dire, se non che i tuoi racconti rendono oltremodo chiara la differenza che passa fra l\\\'essere un semplice turista (come ormai mi sento io) e un vero viaggiatore come invece lo sei tu.

Non mi resta che ringraziarti per questi scorci di angoli del mondo che non so se vedrò mai, e non da ultimo per le perle di umorismo. Questa mi ha fatto sputare il caffè per le risate:
Grazie venexiano!
 

safin79

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23 Marzo 2011
534
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Ennesimo TR strepitoso, e che lo diciamo a fare? Posti magnifici raccontanti, come sempre, in modo di-vi-no. Ma un bel libro con tutti i tuoi racconti di vaggio quando lo facciamo?

PS: ho domanda che non mi abbandona da quando ho iniziato la lettura del TR: ma mentre il tizio depositava sul pavimento della stazione la sua opera d\'arte ci sarà stato almeno un indigeno che non sia rimasto indifferente alla cosa?