[TR] Quale persona sana di mente andrebbe in Islanda a dicembre? Ehm...


I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Ero già stato in Islanda nel 2009, d’estate; mi interessava vedere la costa sud d’inverno, sperando nelle cascate ghiacciate (con poca fortuna), ma non molto rivedere il Golden Circle. Che fare quindi in uno dei due giorni a Reykjavik?

Da un po’ pensavo a come raggiungere le Vestmannaeyjar, dette anche Westman Island, un piccolo arcipelago pochi kilometri a sud della costa meridionale islandese; solo l’isola principale è abitata, essendo gli altri poco più che scogli (o vulcani :D).

C’è un battello che ogni giorno fa avanti e indietro tra l’isola e la terraferma; ma ci sono dei comodi voli plurigiornalieri con Eagle Air, in partenza da uno dei terminal per i voli interni dell’aeroporto di Reykjavik, al costo di mezzo rene. Con un Jetstream 31. Non sono mai salito sul J31. Mi piacciono i turboprop. Vendo un rene, per chi fosse interessato.

La mattina mi sembra di svegliarmi prestissimo, visto che alle 9 c’è ancora buio pesto. Come alle 10, peraltro. Mi doccio, faccio una veloce colazione e mi incammino verso il terminal di Eagle Air, che è a venti minuti a piedi circa dalla mia guesthouse. Andare a piedi in aeroporto è davvero priceless (per tutto il resto, inclusi i voli Eagle Air, c’è Mastercard).

Non mi aspettavo il T5 di Heathrow, e non sono deluso dal capannone che è un incrocio tra un hangar e un motel sulla Vigevanese, ma senza le battone; è indubbiamente uno degli aeroporti più belli in cui sia stato :)



C’è pure la lounge, addobbata per Natale come quasi tutto il paese. Mi servo liberamente alle macchinette, che accettano senza nessun problema pure le carte di credito, e aspetto, con gli altri tre pax, l’imbarco.







Sui interni islandesi non vi è alcun controllo di sicurezza, niente limiti sui liquidi, nessuna paturnia inutile. Si arriva, si fa il check-in, si aspetta (poco), si sale e si va.


Volo: FEI 760
Tratta: RKV-VEY
Aereo: BAe Jetstream 32
MSN: 981
Reg: TF-ORC
Primo volo: 1993
Consegnato: ...
Età: 24 anni
Posto: 6A
Sched/Actual: 1130-1155 // 1143-1206
Durata volo: 23'

Ovviamente non c’è alcun bus, si sale a piedi dalla scaletta posteriore. La configurazione con l’ala bassa lo fa sembra più grosso di quanto non sia – l’apertura alare è di poco superiore a quella di un Islander, che è solo tre metri e mezzo più corto, pur portando meno della metà dei passeggeri.



Il pitch è tremendo, e sul lato con il posto singolo, la curvatura della fusoliera rende impossibile avere lo spazio per entrambi i piedi, specie con lo zainetto di merda in mezzo. Ovviamente, non esistono cappelliere :)



Rulliamo verso una delle tre piste piste di RKV, aspettiamo che un Dash 8 di Air Iceland Connect atterri e poi liberiamo i cavalli – altro che 737 e 320.



Sorvoliamo la periferia di Reykjavik prima di balzare sopra le nuvole e vedere una specie di alba. Il volo sarà assolutamente senza alcuna turbolenza.






La cabina del Jetstream in tutto il suo splendore. Si può notare il gradino in mezzo alla fusoliera, dove passa il cassone alare, evidenziato con lo scotch giallo e nero:



Sorvoliamo l’unico centro abitato dell’isola e atterriamo da nord sulla pista 21, dopo essere passati in mezzo ai due rilievi che proteggono il porto.



L’aeroporto è più grosso di quello da cui siamo partiti, e camminando verso l’uscita riesco a vedere finalmente anche il muso dell’aereo. L’unico altro ospite è un piccolo Cessna 170B del 1952.





L’aeroporto è più grosso di quello da cui sono partito, anche se negli ultimi dieci anni il traffico è crollato, da quando Air Iceland ha cancellato la tratta (volata con i ben più grossi Dash 8). Da qui sono passati ben 19.107 passeggeri nel 2016.



Una stele commemora l’incontro a Reykjavik tra Reagan e Gorbačëv del 1986 che iniziò il disgelo. Cosa ci faccia qui, esattamente, mi sfugge; aquila selvaggia qui, invece, non è un pilota con assurde rivendicazioni sindacali ma una statua che ricorda la presenza dell’aeroporto.





Da qui si vede bene lo spazio tra i due promontori attraverso cui passa l’avvicinamento per pista 21, e una domanda mi attanaglia: si potrà fare un circling, qui? Giannipilota2, se ci sei batti un colpo!





Un video, non mio, che mostra bene l'approach - da passeggero, purtroppo, non me n'ero assolutamente reso conto!



Il Jetstream riparte in senso opposto a quello da cui è arrivato, e il tutorial di Dancrane su come fare i panning funziona perfettamente. Chiedetegliene una copia!



Inizio a incamminarmi verso il cratere dell’Eldfell, uno dei vulcani di più recente formazione, creatosi nell’inverno del 1973 durante un’eruzione che ha quasi sepolto metà dell’isola.





A partire da circa metà salita, si inizia ad avere una bella visuale della cittadina



I detriti vulcanici, nella forma di polvere e lapilli di tephra, ne ricoprono quasi interamente le pareti. Il tephra è stato usato anche per allungare la pista dell’aeroporto e nell’edilizia locale.



Purtroppo non riesco a raggiungere la sommità del cratere, dato che, a causa della pioggia, non ho alcun tipo di grip sulla sabbia e sassolini nel punto più ripido, nonostante gli scarponi da montagna. Sempre che non avessi smarrito il sentiero, visto che ad un certo punto non c’erano più tracce e tutto sembrava uguale, col rischio di mettere il piede sopra una fumarola coperta. A malincuore, quindi, scendo, mentre inizia a piovere sempre più insistentemente.





Più che piovere, diciamo che diluvia – per fortuna, sull’isola ci sono un paio di musei. Il più vicino è l’Eldheimar, dedicato all’eruzione del 1973, ed è stato costruito attorno ad una casa costruita poco prima dell’eruzione e completamente sommersa dalla lava e dai detriti – una moderna Pompei, in piccolo, e senza pedigree storico. Una parte dei numerosi video visibili nel museo sono raccolti in questo video su YouTube.



Una parte della popolazione venne evacuato per via aerea, e vennero utilizzati anche alcuni aerei militari americani (C-47 e elicotteri) dalla base di Keflavik, nonché dei C-130 fatti giungere apposta da Langley per trasportare le merci più pesanti.

Nonostante l’eruzione fosse iniziata alle 2 del mattino, vi fu solo una vittima.



Nel frattempo il diluvio diventa temporale, e mi rinchiudo nel primo (e uno dei pochi) posti che trovo aperto. Quando esco, la pioggia non accenna a diminuire; inizia anzi a scendere una nebbiolina che diventerà nebbione al calar delle tenebre. Indubbiamente affascinante, ma affatto piacevole. VEY sarà CAT IIIB, vero?

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Mancando poco più di un’oretta al volo, rivolgo i miei tristi passi versi l’aeroporto. All’andata non avevo realizzato quanto fosse bello l’interno!



Vado verso il banco del check-in; il tuttofare di Eagle Air arriva dopo dieci minuti, mi guarda perplesso e mi chiede se avessi bisogno di informazioni.

Io: Uhm, no, vorrei fare il check-in per il mio volo.

Dispatcher: Ah. Il volo. Quel volo. Guardi, non so se ha visto fuori, c’è un po’ di nebbia, capita due volte all’anno qui, sa, ma quando capita non vola nessuno. Possiamo aspettare fino alle 17 così mi dicono se il volo effettivamente è partito da Reykjavik, ma le dico già che praticamente è impossibile.

Io: Bene. Ottimo. Che alternative avrei nel caso, diciamo al momento puramente ipotetico, in cui il volo fosse cancellato?

Dispatcher: Oh beh, potrebbe dormire qui sull’isola e ripartire col volo di domattina. Sempre che non cancelliamo anche quello, di solito questo tipo di nebbia perdura fino all’alba del giorno dopo. Sa, l’alba. Qui è verso le 10 del mattino. Il volo dovrebbe arrivare alle 8 e qualcosa. Quindi forse partirebbe domani pomeriggio.

Io: Oh bene, fantastico. Altre alternative non ce ne sono proprio?

Dispatcher: Ci sarebbe il traghetto, fino a Landeyjahöfn, poi il bus fino a Reykjavik.

Io: Mi piace! Quanto ci vuole?

Dispatcher: circa mezz’ora di traversata, poi due ore, due e mezza per Reykjavik. I bus sono in coincidenza, partono trenta minuti dopo l’attracco. Tra venti minuti le so dire se cancelliamo, se è così le do uno strappo fino al porto.

Io: benissimo, grazie mille. Per il rimborso della tratta non usata devo chiamare la compagnia?

Dispatcher: no, glielo faccio subito io appena abbiamo la conferma di cancellazione.

Venti minuti dopo mi conferma la cancellazione del volo, mi carica sul Toyota qualcosa di Eagle Air e mi porta al porto, la cui sala d’aspetto ricorda più quella di un ospedale macedone, appena ingentilito da palle luminose che, credo, dovrebbero essere decorazioni natalizie.



Il traghetto non è neppure brutto, piuttosto grosso, con anche un bar, spazio gioco e sala video per i bambini. I passeggeri saranno forse una dozzina, incluso il signore che sedeva nel sedile davanti a me in aereo, anche lui turista. Ci facciamo una birra e ci scambiamo storie di viaggio.



Riesco ad arrivare alla guesthouse per le 23; considerando che c’era il rischio di rimanere bloccati sull’isolotto, neppure troppo male!
 

13900

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Grandissimo DAVE, bella continuazione! Complimenti anche alla gestione delle IRROPS da parte della compagnia, non male.

Di livello le tue analogie. "Motel sulla Vigevanese, senza le battone" e "Ospedale macedone" te le rubo, oramai "prigione romena" e "sala d'attesa della stazione di Novara" sono usurate.

Vedi di continuare asubbito, ché la gente lo chiede.
 

magick

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Peccato che ci fosse il traghetto per tornare a Reykjavik, restare bloccato in un isolotto sperduto nell'oceano sarebbe stato affascinante ai fini del TR. Grazie per l'idea, prima o poi ci andrò a fami un capodanno.
 

shenzen airlines

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bel viaggio ....bei ricordi.....anch'io sono stato in islanda a febbraio per vedere le aurore boreali!
anche se francamente sono state più belle dalla Lapponia, poichè oltre il circolo polare artico!
 

enrico

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Rapallo, Liguria.
Sei riuscito a mettere insieme un viaggio ancora più ignorante che andare alle Faroe a novembre, mito indiscusso!
Veramente un TR unico, splendido, su tutte le foto la mia preferita è quella della sala d'attesa Macedone.
Sciapò!
 

I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
La mattina seguente ho un tour della costa sud organizzato con Arctic Adventure. Purtroppo niente cascate ghiacciate :D

Il pick up è alle 7 circa; alle nove e mezza, poco dopo una sosta colazione/bagno ad un autogrill locale, è ancora tutto buio.



La nostra guida Svenn è una guida alpina, anche se oggi sarà per lui una giornata rilassante, limitandosi a fare un po' da cicerone e a raccomandare di stare attenti al ghiaccio. Ci fermiamo presso la spiaggia di sabbia vulcanica nei pressi di Vik. Qui è stata girata qualche scena di Game of Thrones, o così ci dice; e credo pure che la giornata uggiosa fosse in qualche modo appropriata.




Facciamo poi un salto sul ghiacciaio di Solheimajokull



E poi le cascate. Purtroppo ho scoperto che il filtro ND8 che ho usato dà una terribile dominante magenta, che pure a cercare di togliere in postproduzione ha fatto lo schifo qui sotto. Il filtro è volato fuori dalla finestra a capodanno al posto dei botti. Ho pure scoperto che le gocce d’acqua sull’obiettivo, di solito, non fanno venire le foto meglio.







Purtroppo il sole tramonta in fretta e non c’è tempo di vedere nient’altro (abbiamo fatto una sosta veloce, non lontano dall’ultima cascata, per vedere dalla distanza Eyjafjallajökull. Nulla di imperdibile). Tutto sommato non particolarmente soddisfacente. Da tornare sempre in inverno, ma verso fine marzo, per avere giornate più lunghe. Insomma, nulla di memorabile - il giro mi era piaciuto di più d’estate.
 

I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Ora, siccome il freddo a sud non era abbastanza freddo, decido di andare più a nord. No scherzo, ovviamente, decido di andare a nord perché l’inquinamento luminoso è quasi inesistente, specie nei dintorni del lago Myvatn, non molto distante da Akureyri. La speranza è vedere qualche aurora boreale. Ci sarebbe un comodissimo bus che ci impiega tipo 7 ore, ma c’è anche un ancor più comodo volo che ci impiega 40 minuti.

Mi ritrovo così l’indomani mattina ancora a RKV, lato però Air Iceland Connect (che è dalla parte opposta rispetto al terminal di Eagle Air). Il terminal è poderoso.



Depositare il bagaglio al banco del check-in richiede pochi minuti, e si aspetta tutti nella sala centrale anziché al minuscolo gate, dove si arriva senza controlli.



L’imbarco viene chiamato e apre puntuale; ovviamente si cammina fino alla scaletta, con occhio al ghiaccio per terra :D


Volo: NY122
Tratta: RKV-AEY
Aereo: Bombardier DHC-8-402
MSN: 4038
Reg: TF-FXB
Primo volo: ...
Consegnato: 15/05/2001 con SAS, 30/05/2016 con Air Iceland Connect
Età: 16.6 anni
Posto: 4F
Sched/Actual: 1120-1205 // 1122-1153
Durata volo: 30'



Il volo è più che mezzo vuoto e, con buon pace delle compagnie aeree e di cesare.caldi, li preferisco così :D
La cabina è piuttosto luminosa, ma davvero angusta. Nelle cappelliere ci può stare giusto una borsetta.



Il sole è invisibile dietro le nuvole, ma i colori dell’alba, alle 11 e passate, si riflettono negli specchi d’acqua che circondano Reykjavik.



Appena usciamo dall’area della capitale, sotto di noi non c’è altro che ghiaccio e neve.



Nei trenta minuti di volo, che alla quota di crociera saranno stati quanti, quindici?, viene pure svolto un servizio con tè/caffè/acqua e cioccolatino.



Atterriamo da sud, per pista 01, dopo esserci infilati in un canalone tra le due cordigliere che proteggono le due sponde dell’Eyjafjörður. Nonostante il tempo inclemente e piuttosto ventoso, scendiamo senza grossi scossoni.



Prima di entrare in aerostazione, pattinando che neppure Carolina Kostner alle Olimpiadi, ne approfitto per fare una musata del nostro Dash8 e vedere la messa in moto del Twin Otter di Nordlandair, in partenza per l’isola di Grimsey.





A fianco all’aeroporto, a cinque minuti a piedi, in uno degli hangar, si trova il museo aeronautico islandese; purtroppo d’inverno è aperto solo il sabato (o la domenica) con orari limitatissimi. Sbircio dalla porta a vetri, ma si vedono solo alcune teche con cimeli e artefatti. Fuori, il muso di questo DC-6A è stato sezionato e appoggiato alla struttura. La livrea non è quella dell’ultimo operatore dell’aereo, Iscargo Iceland.



Nel frattempo, un paio di PA-28 e PA-38 vanno avanti e indietro a fare touch-and-go – dal numero di movimenti, direi che la locale scuola di volo è particolarmente attiva!

Mi incammino verso la cittadina di Akureyri – non ci sono taxi fermi all’aeroporto e non ci sono altri mezzi disponibili se non i sempreverdi TS. Dopo tutto sono solo pochi kilometri. Intanto il Dash 8 riparte verso Reykjavik.



Lascio lo zaino al centro informazioni e faccio un giro per rinfrescarmi la memoria. Rinfrescarmi è la parola chiave :D

Il Samkomuhúsið ospita la locale compagnia teatrale, l’unica professionale in tutta l’isola, al di fuori della capitale. La struttura serve anche da teatro.



Il Sigling è l’omologo del Sun Voyager di Reykjavik. Entrambe le sculture sono opera dell’artista islandese Jón Gunnar Árnason.



Uno si aspetta fast-food a base di aringhe e pescecane putrefatto sotto sabbia, e invece ti ritrovi con un posto che sforna curry a tutto andare. La famiglia che gestisce questo take away è veramente indiana!



Il principale monumento cittadino, o almeno quello più riconoscibile, è la chiesa luterana, progettata dallo stesso architetto di quella di Reykjavik. Dato che sovrasta quasi tutta la cittadina, si gode di un bel panorama sulla città e sull’imboccatura del fiordo.





Torno verso il centro visitatori, recupero il mio zaino e vado alla fermata del bus che mi porterà a Reykjahlíð, sul lago di Myvatn, dove passerò i rimanenti giorni. Il turismo invernale, in zona, non è molto diffuso; quasi tutti gli hotel e guesthouse sono chiuse, così prenoto un letto in camerata da quattro all’ostello.

Due giorni prima di arrivare, mi mandano una email dicendomi che l’ostello è chiuso e alloggerò in una guesthouse nel centro del paese. Capisco il perché quando arrivo: sono l’unico turista in “città” e ho la struttura tutta per me – non c’è neppure lo staff, tanto che al mio arrivo la porta è aperta (e rimarrà sempre aperta, visto che non ho la chiave) e troverò la chiave della mia camera in una busta con su il mio nome all’ingresso.



La camera è piccola ma perfettamente funzionale, i bagni immacolati. Il corridoio fa un po’ Shining, ma in compenso ho la cucina e la sala da pranzo tutta per me :)

 

Dancrane

Amministratore AC
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10 Febbraio 2008
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Milano
Una settimana per aggiungere 4 foto in croce e pure che sembrano fatte da me! Ma vergognati!
 

I-DAVE

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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Quanti gradi c'erano?
A Reykjavik oscillava intorno allo 0, una sera ha fatto intorno ai -3/4°C. Il problema è più il vento che la temperatura.

A Myvatn intorno ai -10°C, con ancora più vento se possibile.

Bel coraggio per andare in questo periodo in Islanda.Spero in altre foto.Grazie ,Roma Radar
Foto arivate!

Non puoi immaginare l'invidia appena ho letto il titolo del post: adoro l'Islanda e andarci in inverno, o almeno in periodo idoneo per l'aurora boreale, è il mio sogno. Se ciò significa essere pazzi, allora lo sono anch'io, e ne sono felice.
Poi col soggiorno al Premier Inn e il decollo da Gatwick, mi hai fatto fare un tuffo nel passato per le peripezie che ho passato quando ho deciso di visitare quella splendida isoletta.

Sappi cher ti odio!!! :diavoletto:
Mi odiano in tanti, ma per sentimenti meno nobili :D

Ah, che invidia!
Ero indeciso se invitarti... ma l'indecisione è durata davvero poco.

L'Islanda è sicuramente nella mia top5 dei viaggi desiderati!

Su, su condividi altre foto ed esperienze!:D
Eccole!

Bravo! Concordo su Gatwick, il North Terminal, poi, è un'esperienza da far accapponare la pelle. Spero con ansia che ci saranno aurore a non finire!
Diciamo che le ho aspettate a non finire...

tillykke! Vedo con piacere che la (mia) terra del Nord spopola. Ho giusto moglie e prole a Roskilde da mia madre. Il 31 vado a fare l'ultimo a casa. In ogni caso ho prenotato il volo a Giugno per portare per la prima volta in Islanda la famiglia. Speriamo nel tempo clemente. Bravo I-DAVE!
Takk fyrir! Avevo capito fossi mezzo svedese, non mezzo danese. O mezzo islandese?

Mi aggrego ai matti. Io ci sono stato in Gennaio per le aurore boreali. Splendide foto. Gatters e' una certezza! Nel senso che fa pena comunque, a me il terminal Nord piace leggermente di piu di quello sud dove fai fatica a camminare fra un negozio e l'altro. Passato anch'io una notte alla Premier Inn di Gatwick, una volta basta!
Grazie!

ottimo inizio!
io c'ero stato a settembre d'un paio d'anni fa e tra pioggia battente, venti tornadici e temperatura polari mi sembrava già troppo in là per i miei gusti!
Dal tuo nick, immagino tu preferisca qualcosa di più caldo :D

Bellissimo inizio (perchè ci sarà il seguito, vero?) :)

Noto con piacere la finezza nell'aver inserito il link a wikipedia su khanjar, un aiuto per il nutrito popolo dei "diversamente colti" di cui faccio parte. :D

Compimenti!
:D

Grazie!

Gran belle foto! Soprattutto quella del tramonto durante la discesa.
Grazie! Alba e tramonto dell'aereo sono due cose per cui vale la pena volare!

Io ci lavoro li. E un posto da fiaba
Niente più Corea?

la parte RKV-VEY bella e interessante. grazie.
Immaginavo ti sarebbe interessata quella parte :)

Di livello le tue analogie. "Motel sulla Vigevanese, senza le battone" e "Ospedale macedone" te le rubo, oramai "prigione romena" e "sala d'attesa della stazione di Novara" sono usurate.
:D :D :D

Peccato che ci fosse il traghetto per tornare a Reykjavik, restare bloccato in un isolotto sperduto nell'oceano sarebbe stato affascinante ai fini del TR. Grazie per l'idea, prima o poi ci andrò a fami un capodanno.
Anche no! :D
Avevo un tour prenotato per la mattina dopo :D

Geniale, grazie per averlo condiviso!
Prego!

Non sono un TR addicted, ma questo mi piace davvero tanto. Bellissimo.
Grazie!

Addirittura! A meno che non ti riferissi alle analogie cui faceva riferimento 13900...

Molto interessante, spero in un ulteriore contributo OT
Arrivato!

Che viaggio e luoghi affascinanti! Complimenti per la scelta.
Grazie!

Bellissimo... spettacolare!
Grazie
Grazie a te!

bel viaggio ....bei ricordi.....anch'io sono stato in islanda a febbraio per vedere le aurore boreali!
anche se francamente sono state più belle dalla Lapponia, poichè oltre il circolo polare artico!
Vabbé, ma qui siamo a uno sputo dal circolo polare. Comunque non posso fare il paragone, visto che qui... non le ho viste :(

Viaggio da matti.
Splendide foto e narrazione molto piacevole come tuo solito.
Grazie :)

Sei riuscito a mettere insieme un viaggio ancora più ignorante che andare alle Faroe a novembre, mito indiscusso!
Veramente un TR unico, splendido, su tutte le foto la mia preferita è quella della sala d'attesa Macedone.
Sciapò!
Shampoo?

DaV
 

Viking

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Bella anche questa parte I-DAVE! Io sono danese lato madre, ex hostess SAS con tanta voglia ancora di viaggiare. Ha preso ARN BRU IAD LAX ZRH ARN a 156 euro e viaggio di andata di ben 20 ore :)

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13900

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26 Aprile 2012
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Bel prosieguo! Però mi trovo, mio malgrado, a quotare Dancrane. Laggente vogliono il resto del TR, subito!