"Vi racconto la costosa odissea di un malcapitato utente Windjet"
Per comprare un biglietto Lufthansa per volare a New York, un giorno prima per il 13 agosto, con rientro dopo due settimane, ci vogliono 763 euro. Per Catania, stesse date, con Alitalia 749. È la legge della domanda e dell'offerta: tutti vogliono andare in Sicilia e da quando Wind Jet ha sospeso i voli alla mezzanotte di ieri, probabilmente anticipando lo stop alla compagnia che sarebbe venuto dall'Enac, la Sicilia è diventata la terra promessa. Al contrario degli italiani partiti cento anni fa dall'isola sognando di approdare a Nuova York, i loro pronipoti oggi sognano Catania e Palermo: un arancino al posto della Statua della Libertà. Quando a incappare nel tracollo della compagnia siciliana è un giornalista, capita che abbia voglia di raccontare la propria piccola odissea. Solo che anziché cercare di tornare a casa finita la guerra, la guerra bisogna farla ancora prima di partire.
Dopo lo stop dei voli Windjet, Vito Riggio presidente dell'Enac orgoglioso dichiarava alla stampa: "Abbiamo ricevuto i primi feedback dalle compagnie aeree interpellate per la riprotezione dei passeggeri Wind Jet, e la situazione, visto anche il periodo, è buona. Sia Meridiana che Alitalia hanno garantito massima disponibilità e flessibilità nel gestire questa vicenda". In sostanza, Alitalia, Meridiana, più Blue Panorama, Easy Jet e Livingston si impegnavano a ospitare i passeggeri lasciati a terra da Wind Jet sui propri aeromobili, "ovviamente dietro il pagamento di un piccolo sovrapprezzo, quantificato in massimo 80 euro", proseguiva Riggio. Ma a leggere i siti delle compagnie indicate dall'Enac, solo Alitalia offre la tariffa di 75 euro a tratta per i voli nazionali, mentre con Meridiana si arriva a 86 e con Blue Panorama anche a 90. Inoltre mentre Alitalia riconosce il prezzo speciale solo ai passeggeri già dotati di biglietto Wind Jet, sul sito di Meridiana chiunque può accedere alle nuove tariffe agevolate: una strana operazione che assomiglia tanto a un salvagente su cui è stampata la parola "marketing".
Partendo da Venezia, come chi scrive, l'obbligo è di farsi riproteggere da Alitalia e così ho chiamato il numero speciale, indicato dalla compagnia nazionale per "acquistare i biglietti a tariffa fissa sul volo prescelto, comunque soggetti a disponibilità dei posti". La telefonata crea la prima spiacevole sorpresa: non è una biglietteria dedicata, come sembra indicato nel sito, ma un servizio in cui si deve lasciare il proprio nome e numero di telefono a un operatore. "L'ufficio competente la richiamerà", fanno sapere. Inutile anche inviare una mail all'indirizzo dedicato dalla compagnia "per ulteriori informazioni e assistenza": la risposta via e-mail arriva dopo due ore e indica di chiamare il numero di telefono speciale. L'unità di crisi è anche lei in crisi: "Ci stiamo attrezzando anche noi", risponde un secondo operatore, "deve capire che si tratta di un caso di emergenza nazionale in cui sono coinvolti milioni di persone".
Durante le 11 ore in cui aspetto di essere richiamato dalla compagnia di bandiera, non mi resta che cercare informazioni online. L'Enac indica sul proprio sito, giorno per giorno, i voli sostitutivi approntati da Alitalia e dalle altre compagnie per riproteggere i passeggeri di Wind Jet: ad ogni volo cancellato ne corrisponde un altro, spesso con partenze alle 3 o alle 4 del mattino. Ma si sa che in casi di emergenza bisogna sacrificarsi. La speranza è dunque di essere richiamati al più presto per un volo in partenza il 13 sera, che secondo l'Enac dovrebbe essere riprotetto con decollo alle 4.35 di mattina. Non male spendere 150 euro in due per volare di notte, si risparmia quanto meno la stanza d'albergo. Ma dopo 11 ore, appunto, incalzata da altre telefonate al suo call center d'emergenza, Alitalia mi richiama, per proporre l'alternativa: il primo volo libero è il 15 agosto, due giorni dopo quello prenotato con Wind Jet. Ma come mai i voli per la riprotezione, previsti secondo l'Enac negli stessi giorni, sono già pieni? "Non si tratta di riprotezione", specifica l'addetta alla biglietteria di Alitalia "perché i voli non sono stati cancellati da Alitalia ma da Wind Jet. Stiamo solo cercando di aiutare i passeggeri lasciati a terra da Wind Jet. Se non vuole, può anche non accettare il volo che le ho proposto". Prendere o lasciare. Alla fine, come in quei quiz tv in cui si hanno pochi secondi per rispondere, si è costretti giocoforza ad accettare: dopo aver speso 200 euro per il volo Wind Jet che non c'è più, di fronte al rischio di vedere sfumare la vacanza aspettata un lungo anno, si apre il portafogli, si comunica il numero di carta di credito e si rinuncia a due giorni di vacanza. Il male minore, di fronte alla prospettiva di restare a casa.
Ma viene spontaneo domandarsi come sia possibile che i voli che, secondo l'Enac, dovrebbero sostituire quelli Wind Jet, siano già pieni. "I biglietti sono stati venduti, nelle biglietterie e online", spiega l'addetta Alitalia "e inoltre non ci risulta che ci siano 20 voli sostituivi come indicato dall'Enac". Peccato che la stessa Alitalia dichiari sul proprio sito che "assicurerà 20 voli speciali al giorno sulla Sicilia (12 voli da/per Catania e 8 voli da/per Palermo) al fine di agevolare il viaggio dei passeggeri WindJet". Il 13 comunque, il volo sostitutivo notturno indicato dall'Enac, non c'è. Oltre al danno poi, arriva la beffa: dopo aver comprato i biglietti a tariffa agevolata, secondo le condizioni imposte da Alitalia, è sufficiente collegarsi al sito per scoprire che c'è ampia disponibilità di biglietti, a prezzi oscillanti da 300 a 700 euro, con la medesima città di partenza e destinazione, anche se magari con uno scalo invece che un volo diretto. "L'offerta agevolata a 75 euro è valida solo sulla medesima tratta, altrimenti può comprare un biglietto a prezzo pubblico sul nostro sito", spiega l'addetta Alitalia, rivelando una scomoda verità: il vettore che nel 2008 era stato salvato dal fallimento, anche grazie a sacrifici economici ricaduti sugli italiani (il ministro Scajola dixit), oggi è una società nuova ed efficiente che sta sul mercato e, in un momento di difficoltà in cui si trovano alcuni dei suoi salvatori, preferisce imporre le proprie scelte in fatto di tratte, date e tariffe, magari facendo viaggiare qualche aereo con alcuni posti vuoti, invece di venire incontro ai desideri dei già disastrati clienti di Wind Jet. Che pagheranno un altro probabile fallimento, quello di Wind Jet, con la perdita del prezzo del biglietto.
Anche perché l'Enac non li ha avvertiti in tempo che esisteva il pericolo di default della compagnia siciliana: un rischio che pare esistesse da aprile ed è stato svelato all'opinione pubblica appena una settimana fa, consentendo alla compagnia sull'orlo della bancarotta addirittura di continuare a vendere biglietti sul proprio sito fino a tre giorni fa, ben sapendo che probabilmente non avrebbe potuto onorare il contratto. Ma d'altra parte l'Italia un Paese in cui è più facile fare un contratto con i cittadini che rispettarlo.
http://www.repubblica.it/cronaca/2012/08/13/news/racconto_odissea_windjet-40871898/