Re: Thread Alitalia da dicembre 2012
Cosimo Carbonelli, socio del 5% di Alitalia, con una quota del 5% pagata 38 milioni di euro, ha commentato i dati che hanno messo in luce la crisi della compagnia. «Alitalia è un gioiello, è stata completamente risanata dal punto di vista industriale e il 12 gennaio, quando i soci saranno liberi di vendere, non ci saranno cambiamenti nella compagine azionaria».
L'imprenditore ha sottolineato di aver creduto all'epoca dell'investimento e di continuare a crederci anche adesso, «nonostante ci sia chi, per motivi politici o per svilirne il prezzo, gioca allo sfascio».
«AZIENDA RISANATA». A pochi giorni dalla scadenza del vincolo di lockup, che permette ai soci che nel 2008 parteciparono all'operazione di salvataggio guidata da Roberto Colaninno di vendere le loro partecipazioni, Carbonelli (a capo della holding familiare che controlla tra l'altro il marchio Kisené) ha difeso il vettore aereo che secondo alcune ricostruzioni giornalistiche sarebbe in serie difficoltà: «È un'azienda», ha spiegato, «risanata sotto il profilo industriale, che ha raggiunto altissimi livelli di puntualità, con un grado di information technology di alta efficienza. Insomma, è un gioiello, ma c'è chi ha interesse a metterla in cattiva luce per svilire il prezzo e farla acquistare a condizioni non congrue, oppure per un interesse politico perché l'operazione è legata al governo Berlusconi».
«LESI GLI INTERESSI DEGLI ITALIANI». In ogni caso, ha proseguito l'imprenditore, «si tratta di qualcosa che va a ledere gli interessi degli italiani e degli investitori, che hanno la corte da parte delle banche d'affari per fusioni e accorpamenti».
«Ma non è detto», ha continuato, «che debba essere Alitalia ad essere accorpata, potrebbe anche accadere il contrario. Il 12 gennaio, comunque, non ci saranno grandi cambiamenti, perché ci può essere chi in questo momento non ha la serenità di portare avanti l'avventura, ma non credo ci sarà un esodo: non mi aspetto grandi novità anche perché non mi risultano dialoghi intrapresi».
«RICAPITALIZZAZIONE PER CRESCERE SUL MERCATO». Carbonelli, insomma, ha deciso di mantenere con convinzione il proprio investimento, e ha sottolineato anche che «un'eventuale ricapitalizzazione, realizzata per crescere sul mercato, non deve essere vista come uno spauracchio. Bisogna cercare», ha concluso, «di acquisire fette di mercato: ci sono molte direttrici lungo le quali si può crescere e con questo amministratore è possibile, perché è un uomo di marketing».
Cosimo Carbonelli, socio del 5% di Alitalia, con una quota del 5% pagata 38 milioni di euro, ha commentato i dati che hanno messo in luce la crisi della compagnia. «Alitalia è un gioiello, è stata completamente risanata dal punto di vista industriale e il 12 gennaio, quando i soci saranno liberi di vendere, non ci saranno cambiamenti nella compagine azionaria».
L'imprenditore ha sottolineato di aver creduto all'epoca dell'investimento e di continuare a crederci anche adesso, «nonostante ci sia chi, per motivi politici o per svilirne il prezzo, gioca allo sfascio».
«AZIENDA RISANATA». A pochi giorni dalla scadenza del vincolo di lockup, che permette ai soci che nel 2008 parteciparono all'operazione di salvataggio guidata da Roberto Colaninno di vendere le loro partecipazioni, Carbonelli (a capo della holding familiare che controlla tra l'altro il marchio Kisené) ha difeso il vettore aereo che secondo alcune ricostruzioni giornalistiche sarebbe in serie difficoltà: «È un'azienda», ha spiegato, «risanata sotto il profilo industriale, che ha raggiunto altissimi livelli di puntualità, con un grado di information technology di alta efficienza. Insomma, è un gioiello, ma c'è chi ha interesse a metterla in cattiva luce per svilire il prezzo e farla acquistare a condizioni non congrue, oppure per un interesse politico perché l'operazione è legata al governo Berlusconi».
«LESI GLI INTERESSI DEGLI ITALIANI». In ogni caso, ha proseguito l'imprenditore, «si tratta di qualcosa che va a ledere gli interessi degli italiani e degli investitori, che hanno la corte da parte delle banche d'affari per fusioni e accorpamenti».
«Ma non è detto», ha continuato, «che debba essere Alitalia ad essere accorpata, potrebbe anche accadere il contrario. Il 12 gennaio, comunque, non ci saranno grandi cambiamenti, perché ci può essere chi in questo momento non ha la serenità di portare avanti l'avventura, ma non credo ci sarà un esodo: non mi aspetto grandi novità anche perché non mi risultano dialoghi intrapresi».
«RICAPITALIZZAZIONE PER CRESCERE SUL MERCATO». Carbonelli, insomma, ha deciso di mantenere con convinzione il proprio investimento, e ha sottolineato anche che «un'eventuale ricapitalizzazione, realizzata per crescere sul mercato, non deve essere vista come uno spauracchio. Bisogna cercare», ha concluso, «di acquisire fette di mercato: ci sono molte direttrici lungo le quali si può crescere e con questo amministratore è possibile, perché è un uomo di marketing».