Ryanair, assalto a Comiso
di Mario Barresi
La compagnia low cost sbarca a Fontanarossa: 28 voli settimanali per Orio al serio da aprile, 150 mila passeggeri l'anno. il manager italiano: "Lo scalo ragusano ci interessa molto, c'è già un'offerta"
CATANIA - Ryanair “assaggia” Fontanarossa. Una nuova rotta per Bergamo “Orio al Serio”, dal 4 aprile, con 28 voli settimanali (ogni giorno due di andata e altrettanti di ritorno) collegheranno Catania con l’hub italiano della low cost irlandese. Ma gli uomini di Michael O’Leary hanno messo gli occhi su un altro obiettivo strategico: l’aeroporto di Comiso. "L’interesse c’è ed è immediato, ma devono darci una risposta sulle nostre offerte", ammette Matteo Papaluco, sales & marketing manager di Ryanair per l’Italia, nella conferenza stampa di ieri pomeriggio a Catania. E quindi c’è tutta l’intenzione di continuare l’investimento sulla Sicilia (6 milioni di passeggeri a Trapani dal 2006; 3,7 milioni a Palermo dal 2003), puntando non tanto sullo scalo catanese quanto sul futuro “fratellino” ibleo.
Ma partiamo da Fontanarossa. E cominciamo dalla notizia: Ryanair sbarca a Fontanarossa, che sarà il 21º aeroporto servito dalla “ultra low cost” in Italia. Con i 28 voli settimanali per Bergamo (ieri sul sito il costo per il primo weekend era di 36,75 euro a tratta) "conta di trasportare 150mila passeggeri l’anno, con la creazione di 150 posti di lavoro nell’indotto complessivo", promette Papaluca. Non si prevedono assunzioni a Catania, "non essendo una base operativa".
Un particolare non indifferente: né Sac né altre istituzioni locali stanno “pagando” Ryanair per volare da e per Catania. Il riferimento è al contributo - in media 5-7 euro a passeggero, più altri sconti sui servizi e fondi di enti pubblici per favorire il turismo, con un totale che a votle arriva anche a 25 euro a viaggiatore, come nel caso di Verona - spesso ottenuto dalla compagnia low cost ad altre società aeroportuali.
"Non conosco i contenuti dell’eventuale accordo commerciale», prova a trincerarsi il manager della compagnia. Ma poi il dettaglio, che in mattinata ci era stato già confermato dalla direzione della Sac, viene esplicitato in conferenza stampa dal rappresentante della società, Francesco D’Amico, responsabile Terminal: "Non c’è in atto alcun accordo commerciale: Ryanair con Sac ha lo stesso tipo di rapporto delle altre compagnie".
Anche perché l’attuale bilanciamento dei voli su Fontanarossa (80% nazionali, 20% internazionali) spingerebbe la società di gestione a fare "qualche sacrificio", ma semmai per compagnie low cost "che coprano rotte extradomestiche". Altri lavori in corso per allargare il rapporto con il vettore irlandese? Il manager Ryanair si mantiene sul vago ("Non confermo né smentisco") sull’indiscrezione, circolata negli scorsi giorni, della richiesta una trentina di slot per destinazioni internazionali su Fontanarossa. Fonti Sac confermano che qualcosa in piedi ci sarebbe: voli continentali di medio-lungo raggio che non siano concorrenziali rispetto ad altre tratte già coperte da vettori tradizionali. Per questo, nei contatti già avviati sull’asse Sac-Ryanair, s’è discusso delle ipotesi Lubecca, Stoccolma e Siviglia, tanto per fare qualche esempio.
E se per Catania si comincia con il test di assaggio su Orio al Serio e si tratta sul futuro, Ryanair sembra spingere sull’acceleratore per mettere nero su bianco l’accordo con Comiso. "Abbiamo offerto di portare subito 2 milioni di passeggeri l’anno - ammette Papaluca - e da quasi un anno aspettiamo una risposta". Il corteggiamento è documentato anche da una lettera dello scorso ottobre - resa nota dal deputato regionale ed ex sindaco di Comiso, il battagliero Pippo Digiacomo - in cui il direttore Sviluppo rotte di Ryanair, Colin Casey, affermava che la compagnia è pronta a «investire su Comiso". C’è dunqie un interesse ("lo stesso che Ryanair ha per crescere e per movimentare quanti più passeggeri su ogni destinazione servita", prova a dribblare Papaluca), contrapposto a quello delle concorrenti low cost. A partire da Easy Jet, pulce all’orecchio irlandese: "Sì, risulta anche a noi che ci sia un loro interesse per Comiso e un discorso aperto". Ma Ryanair, magari arrossendo di gelosia, non ha certo complessi di inferiorità: "C’è spazio per tutti, noi non abbiamo paura della concorrenza», dice il top manager. Che poi sfodera uno dei mantra del suo grande capo: «Michael dice sempre che il costo più basso vince sempre".
Sac detiene il 65% di Soaco (società di gestione di Comiso) e ha tutto l’interesse di chiudere l’accordo, ma senza “cannibalizzare” il traffico già consolidato su Catania. "Sulla vicenda è meglio che si esprima il management di Soaco, ma se la richiesta di Ryanair è di un anno fa - si limita a dire D’Amico - a quell’epoca era un discorso prematuro. Oggi le cose sono diverse». E quindi sulla proposta degli O’Leary-boys si può ragionare. Ma sia chiaro: se Ryanair vuole montare le tende a Comiso, non lo fa gratis. E, giusto per cominciare a trattare, si dovrà mettere sul piatto almento una decina di milioni di euro".
di Mario Barresi
La compagnia low cost sbarca a Fontanarossa: 28 voli settimanali per Orio al serio da aprile, 150 mila passeggeri l'anno. il manager italiano: "Lo scalo ragusano ci interessa molto, c'è già un'offerta"
CATANIA - Ryanair “assaggia” Fontanarossa. Una nuova rotta per Bergamo “Orio al Serio”, dal 4 aprile, con 28 voli settimanali (ogni giorno due di andata e altrettanti di ritorno) collegheranno Catania con l’hub italiano della low cost irlandese. Ma gli uomini di Michael O’Leary hanno messo gli occhi su un altro obiettivo strategico: l’aeroporto di Comiso. "L’interesse c’è ed è immediato, ma devono darci una risposta sulle nostre offerte", ammette Matteo Papaluco, sales & marketing manager di Ryanair per l’Italia, nella conferenza stampa di ieri pomeriggio a Catania. E quindi c’è tutta l’intenzione di continuare l’investimento sulla Sicilia (6 milioni di passeggeri a Trapani dal 2006; 3,7 milioni a Palermo dal 2003), puntando non tanto sullo scalo catanese quanto sul futuro “fratellino” ibleo.
Ma partiamo da Fontanarossa. E cominciamo dalla notizia: Ryanair sbarca a Fontanarossa, che sarà il 21º aeroporto servito dalla “ultra low cost” in Italia. Con i 28 voli settimanali per Bergamo (ieri sul sito il costo per il primo weekend era di 36,75 euro a tratta) "conta di trasportare 150mila passeggeri l’anno, con la creazione di 150 posti di lavoro nell’indotto complessivo", promette Papaluca. Non si prevedono assunzioni a Catania, "non essendo una base operativa".
Un particolare non indifferente: né Sac né altre istituzioni locali stanno “pagando” Ryanair per volare da e per Catania. Il riferimento è al contributo - in media 5-7 euro a passeggero, più altri sconti sui servizi e fondi di enti pubblici per favorire il turismo, con un totale che a votle arriva anche a 25 euro a viaggiatore, come nel caso di Verona - spesso ottenuto dalla compagnia low cost ad altre società aeroportuali.
"Non conosco i contenuti dell’eventuale accordo commerciale», prova a trincerarsi il manager della compagnia. Ma poi il dettaglio, che in mattinata ci era stato già confermato dalla direzione della Sac, viene esplicitato in conferenza stampa dal rappresentante della società, Francesco D’Amico, responsabile Terminal: "Non c’è in atto alcun accordo commerciale: Ryanair con Sac ha lo stesso tipo di rapporto delle altre compagnie".
Anche perché l’attuale bilanciamento dei voli su Fontanarossa (80% nazionali, 20% internazionali) spingerebbe la società di gestione a fare "qualche sacrificio", ma semmai per compagnie low cost "che coprano rotte extradomestiche". Altri lavori in corso per allargare il rapporto con il vettore irlandese? Il manager Ryanair si mantiene sul vago ("Non confermo né smentisco") sull’indiscrezione, circolata negli scorsi giorni, della richiesta una trentina di slot per destinazioni internazionali su Fontanarossa. Fonti Sac confermano che qualcosa in piedi ci sarebbe: voli continentali di medio-lungo raggio che non siano concorrenziali rispetto ad altre tratte già coperte da vettori tradizionali. Per questo, nei contatti già avviati sull’asse Sac-Ryanair, s’è discusso delle ipotesi Lubecca, Stoccolma e Siviglia, tanto per fare qualche esempio.
E se per Catania si comincia con il test di assaggio su Orio al Serio e si tratta sul futuro, Ryanair sembra spingere sull’acceleratore per mettere nero su bianco l’accordo con Comiso. "Abbiamo offerto di portare subito 2 milioni di passeggeri l’anno - ammette Papaluca - e da quasi un anno aspettiamo una risposta". Il corteggiamento è documentato anche da una lettera dello scorso ottobre - resa nota dal deputato regionale ed ex sindaco di Comiso, il battagliero Pippo Digiacomo - in cui il direttore Sviluppo rotte di Ryanair, Colin Casey, affermava che la compagnia è pronta a «investire su Comiso". C’è dunqie un interesse ("lo stesso che Ryanair ha per crescere e per movimentare quanti più passeggeri su ogni destinazione servita", prova a dribblare Papaluca), contrapposto a quello delle concorrenti low cost. A partire da Easy Jet, pulce all’orecchio irlandese: "Sì, risulta anche a noi che ci sia un loro interesse per Comiso e un discorso aperto". Ma Ryanair, magari arrossendo di gelosia, non ha certo complessi di inferiorità: "C’è spazio per tutti, noi non abbiamo paura della concorrenza», dice il top manager. Che poi sfodera uno dei mantra del suo grande capo: «Michael dice sempre che il costo più basso vince sempre".
Sac detiene il 65% di Soaco (società di gestione di Comiso) e ha tutto l’interesse di chiudere l’accordo, ma senza “cannibalizzare” il traffico già consolidato su Catania. "Sulla vicenda è meglio che si esprima il management di Soaco, ma se la richiesta di Ryanair è di un anno fa - si limita a dire D’Amico - a quell’epoca era un discorso prematuro. Oggi le cose sono diverse». E quindi sulla proposta degli O’Leary-boys si può ragionare. Ma sia chiaro: se Ryanair vuole montare le tende a Comiso, non lo fa gratis. E, giusto per cominciare a trattare, si dovrà mettere sul piatto almento una decina di milioni di euro".