L'ad di Unicredit, Ghizzoni: "Vicini alla firma, non vedo criticità"
Vertice tra Etihad e i soci. Assente l'ad di Poste, Francesco Caio
L'ad della compagnia emiratina, James Hogan, sta incontrando i soci e i vertici della compagnia. Venerdì attesa la firma del contratto. Continua, intanto, lo sciopero bianco dei lavoratori a Fiumicino. Poste alza l'investimento a 75 milioni
Roma
05 agosto 2014
Sono ore decisive per Alitalia: la firma con Etihad potrebbe infatti arrivare nel fine settimana, forse venerdì 8 agosto. In serata il ceo di Etihad, James Hogan, ha incontrato i soci di Alitalia. Sono arrivati presso la sede di Jp Morgan, advisor della compagnia araba, l'ad di Atlantia Giovanni Castellucci, i vertici di Alitalia Roberto Colaninno e Gabriele Del Torchio, Alessandro Maria Decio per Unicredit. Assente, invece, l'Ad di Poste Francesco Caio. A chi gli chiedeva se fosse stato raggiunto un accordo sulla ripartizione delle quote nell'aumento di capitale da 300 milioni, l'ad di Alitalia ha risposto: "Ci stiamo lavorando, siamo qui per
questo".
Ghizzoni (Unicredit): "Vicini alla firma"
Nei colloqui per arrivare ad una soluzione su Alitalia, ha detto in serata l'ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, al termine della presentazione dei conti semestrali del gruppo a Milano (per Unicredit a Roma c'è Alessandro Decio, ndr) ,"penso che si stia procedendo nella direzione giusta, che ci si avvicina alla firma di un accordo che deve essere portata a conclusione. Sono relativamente ottimista, per quanto conosco fino ad oggi. Oggi non c'ero perché ero qui, ma non registro criticità". "Già Poste Italiane aveva passo avanti importanti - ha aggiunto Ghizzoni - rispetto alla prima proposta. Nell'ottica di un deal così importante, credo che queste differenze, in qualche modo non rilevanti, possano essere superate". Per Ghizzoni bisogna comunque attendere il via libera di Bruxelles.
La trattativa con i sindacati
E' terminato, invece, nel pomeriggio con un nulla di fatto il colloquio tra i vertici di Alitalia e i sindacati di categoria sulla procedura di mobilità per i 2171 esuberi. L'azienda li ha convocati per esaminare e chiudere la procedura di mobilità aperta il 31 luglio per i dipendenti dell'ex compagnia di bandiera e dell'AirOne. Mancano infatti certezze sul fondo straordinario per il trasporto aereo. L'azienda e i sindacati dovrebbero tornare a incontrarsi tra giovedì e venerdì prossimo. In aeroporto, intanto, è in corso una sorta di sciopero bianco da questa mattina: sono centinaia i bagagli ancora in transito della compagnia bloccati. Il Presidente dell'Autorità di garanzia per gli scioperi, Roberto Alesse, ha scritto ai vertici di Aeroporti di Roma, di Enac e al Prefetto di Roma per chiedere informazioni urgenti circa la presunta protesta.
Il ruolo di poste e i 75 milioni
Tra i soci di Alitalia-Cai resterebbero ancora da sciogliere i nodi legati soprattutto al ruolo di Poste, alla sua partecipazione alla mid-co e al cosiddetto 'bridge to equity', cioè la ristrutturazione di parte del debito con una conversione, appunto, in equity. Sul ruolo della società guidata da Francesco Caio avrebbe chiesto chiarimento la stessa Etihad. La soluzione individuata vedrebbe un investimento di Poste Italiane a 75 milioni. Ma questo investimento (grazie appunto al veicolo intermedio della mid-company, una sorta di società cuscinetto tra la old Alitalia e la nuova Alitalia-Etihad) non dovrebbe essere intaccato per coprire eventuali perdite superiori alle previsioni e contenziosi e andrà a costituire capitale nella newco, accanto ai 560 milioni che verserà Etihad (che avrà una quota del 49%).
L'aumento di capitale
Un altro importante tassello del puzzle verrà sistemato venerdì quando i soci in assemblea voteranno l'aumento di capitale da complessivi 300 milioni, per dare ad Alitalia l'ossigeno necessario ad arrivare fino al closing dell'operazione, in autunno. Un impegno finanziario che arriva ad appena otto mesi dall'ultimo aumento di capitale (a dicembre i soci tirarono fuori altri 300 milioni) e che va ad aggiungersi alla rinegoziazione di 565 milioni di debito accettata dalle banche creditrici
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