LUNEDÌ SI DECIDE, POI 3 MESI PER VOLARE
L'Enac ha convocato le 4 cordate in gara per la gestione dell'aeroporto "Fellini" di Rimini. Il rischio dei ricorsi
rimini Ci siamo. Lunedì l’Enac aprirà le buste e assegnerà in via provvisoria la futura gestione dell’aeroporto di Rimini. Le 4 cordate in campo sono state convocate per lunedì alle ore 11 a Roma. La procedura prevede che verrà aperta pubblicamente la cosiddetta “busta C”, quella in cui gli offerenti erano invitati a inserire un prezzo per i beni lasciati dal vecchio gestore Aeradria, frutto degli investimenti negli anni scorsi. Un riconoscimento facoltativo, non vincolante, che vale 15 punti su 100 della “pagella” finale che porterà Enac a decidere chi vincerà. E su cui vi era un prezzo variabile da un minimo di 3 a 6,5 milioni di euro. Il risultato di questa “singolare” procedura è che a vincere il bando potrebbe anche essere una cordata che nella “busta C” ha messo zero, dato che gli altri 85 punti della pagella sono quelli che Enac assegna per le 4 qualità dell’offerta, che andavano inserite nella “busta B” (il piano finanziario, quello industriale, il piano occupazionale e quello sull’utilizzo dei servizi tecnici e accessori), busta che Enac ha già valutato nelle scorse settimane in via riservata.E’ sempre alto però il rischio che dopo lunedì vi siano ricorsi incrociati da parte delle cordate, come spiegato nei giorni scorsi. E ciò dipende invece dalla “busta A”, quella sui requisiti che ciascuna cordata doveva avere in linea rispetto al disciplinare del bando di gara. E qui c’è il nodo delle cooperative presenti attualmente in 2 delle 4 cordate, che invece il disciplinare banalmente non prevedeva all’articolo 3 comma 2, dove si specificava che ogni soggetto doveva essere società di capitale, dunque Srl o Spa. Ora, che succederà dopo lunedì? Chi pensa che il nuovo gestore potrà velocemente insediarsi sbaglia i conti con la farraginosa burocrazia italiana, che nel settore aeroportuale non fa eccezione.Innanzitutto il soggetto vincente avrà 1 mese di tempoper costituirsi in società (Srl o Spa) e versare i 3,1 mln del capitale sociale previsti dal bando. Entro 3 mesi, la nuova società dovrà poi ottenere le certificazioni Enac (in sostanza la “patente” a poter gestire il traffico aereo). Solo a quel punto il Ministero dei Trasporti emanerà il decretocon l’aggiudicazione definitiva. Insomma, ci vorranno almeno 3-4 mesi perchè il nuovo gestore possa formalmente operare in autonomia.E’ chiaro dunque che appare scontata la proroga all’esercizio provvisorio del Tribunale dopo il crac Aeradria, in capo al Curatore Renato Santini, che scade il prossimo 31 ottobre. Se si vuole evitare la chisura dello scalo riminese, non resta che la proroga, a maggior ragione ora che sarà certo il timing per vedere all’opera il nuovo gestore. E d’altronde, sulla proroga si era già espressa proprio sul Nuovo Quotidiano l’8 settembre scorso la presidente del Tribunale Rossella Talìa,dichiarando la “disponibilità a valutare una proroga, nel rispetto dell’interesse dei creditori”.Tutt’altra vicenda sarà invece quella sui beni della fallita Aeradria e sugli investimenti effettuati negli anni sullo scalo riminese. Il bando Enac è stato concepito, in modo assai singolare per la verità, prevedendo appunto la “busta C” per offrire un prezzo come “riconoscimento facoltativo” su quei beni. Ciò mentre il bando effettuato direttamente dal Tribunale (con tutti i beni ex Aeradria), con base d’asta 10 mln di euro, andò deserto. Non vi è dubbio che chiunque sia il vincitore, a prescindere dal prezzo che ha inserito nella “busta C”, al tavolo con la Curatela di Aeradria dovrà sedersi. Non solo perchè tra quei beni ci sono gli arredi degli uffici e i computer, ma soprattutto tutte le migliorie effettuate sulla pista, torre di controlli e palazzina uffici. Quanto valgono? E in mancanza di accordo, la Curatela che farà? Vedremo. Per ora gli occhi sono puntati su lunedì, quando si conoscerà finalmente il nome del futuro gestore. Ricordiamo le 4 cordate in gara: il Consorzio Rimini-San Marino che vede tra i leader Giovanni Maniscalco (presidente di AssoAeroporti, ed ex Ad degli scali di Palermo e Trapani) e che associa anche 44 cooperative, la cordata “americana” di Aviacom guidata da Halcombe (che ha già preso in gestione l’aeroporto di Forlì), la cordata locale di Air Riminum e i russi della Novaport, il colosso che già controlla 7 scali nell’Est Europa.
Intanto, riguardo alla fallita Aeradria e a proposito di bandi, gli enti soci hanno scelto da chi farsi difendere per le azioni di responsabilità contro gli ex dirigenti e amministratori. Al bando ha partecipato la sola “Rodl & Partner”, con sede a Milano, uscita ovviamente vincente.