Crac Aeradria, nuovi sequestri
Respinto il ricorso presentato dai legali degli amministratori della società controllata dalla Spa che gestiva l'aeroporto Fellini
rimini(ad.ce.) Come un uragano inarrestabile il crac dell’aeroporto “Fellini” si sta abbattendo su quanti hanno determinato la morte dello scalo riminese. Provocando il fallimento di ben tre società: Aeradria, Riviera di Rimini Promotion (RdR) e Air. Una Spa e due Srl crollate una dopo l’altra, eravamo a fine 2013, con voragini di bilancio di 52 milioni, la prima, 7,5 milioni, la seconda, e 6 milioni la terza. Ebbene, per i membri dei consigli d’amministrazione è arrivato il momento di mettere mano al portafogli. Per pagare alle tre curatele fallimentari i danni provocati. E permettere ai loro liquidatori, nominati dal tribunale, di cominciare a saldare i debiti coi creditori. E’ stata la volta degli amministratori di RdR che si sono visti sequestrare in solido dal tribunale civile di Bologna, sezione delle imprese, beni personali per 5,5 milioni di euro, al punto di convincerli a transarre (per circa 800-900mila euro) con la curatela. E’ toccato poi ad Aeradria con la richiesta di beni da sequestrare, per un totale fino a 15 milioni, ai membri del cda ed ai sindaci revisori. Ed ora è la volta di Air srl (controllata per il 51% da Aeradria). Ebbene, respingendo il ricorso presentato, a marzo, dai legali degli amministratori, il tribunale di Bologna, tempo fa, ha stabilito il sequestro dei beni, per un ammontare di 3,6milioni di euro, nei confronti del presidente Alessandro Giorgetti, dei consiglieri Enzo Fabbri ed Eugenio Pacassoni e del revisore dei conti Pio Biagini. E, come nel caso RdR, anche i legali di Air srl starebbero pensando di arrivare ad una transazione con il curatore fallimentare, Andrea Ferri