...ed eccola!
GIORNO 12- GRAN FINALE, MA LA RIFACCIAMO
Torniamo al 2014, al mio primo viaggio in Giappone in cui feci tappa a Nagoya per volare, tonsille in fiamme, con il 787 di JAL appena entrato in servizio. Sarà stata la febbre, alta, sarà stato il caldo, afoso, mi è apparso in miraggio un pullmino verde che percorre tutto il perimetro della pista, raggiunge il suo punto intermedio, fa manovra e sbarca all’interno di un piccolo recinto una manciata di figure dotate di macchina fotografica. I tali rimangono in situ un tempo considerevole, poi risalgono sul pullmino verde e spariscono alla vista. Archivio la scena come un’allucinazione, una suggestione conseguenza di un’overdose de ‘la foresta dei sogni’, pseudo cartone ideato e prodotto dal creatore dei Teletubbies. Per dire. Poi torno a casa, mi metto a cercare e finisco in siti strani, tutti rigorosamente in giapponese, ricchi di foto e miniature, poveri di indicazioni per gente non del luogo. Non mollo, lo voglio fare. E ostinato come sono, grazie anche all’aiuto di un ragazzo d’oro conosciuto a Nagoya, riesco a prenotare tra mille difficoltà quello che si rivela un vero e proprio giro interpista con tanto di soste in testata e l’agognato e sognato sbarco in mezzeria. Appuntamento il 4 Maggio al piano terra dell’aeroporto di Chubu. Costo dell’operazione: 3400 JPY, importo che mi viene chiesto di pagare in posta tramite una sorta di vaglia. Alla mia richiesta di pagare con carta, visto che mi trovo in Italia, mi viene risposto che no. Faranno un’eccezione per me consentendomi di pagare in contanti il giorno del tour. Giusto per darvi un assaggio di quanto è stato complicato.
Oggi è il giorno. Opto per un comodo JAL che parte alle 8.15 e arriva in tempo per partecipare al tour delle 11.15. Per quest'ultimo, ci sono tre orari tra cui scegliere, ogni due ore dalle 9.15. Il tutto dura 90 minuti. Precisi al secondo come tutto in Giappone. Click here to start.
Menu della colazione a Haneda. Per ogni volo c’è anche l’indicazione dei posti restanti- triangolo e cerchio indicano tot posti disponibili- nel caso qualcuno volesse partire all’ultimo minuto.
Niente check-in automatico. Faccio tutto al banco, chiedendo un posto al finestrino. Vengo assegnato al 57K, numerazione che farebbe pensare a un 773. E invece no, sarà un 737-800. Quindi il 57K e un tethered seat, ti danno una corda e stai attaccato in coda. Mai capita la numerazione dei posti di JAL...
Seguo incantato l’imbarco del volo a fianco. Per ogni carta d’imbarco letta, lo scanner emette un suono, a volte diverso indicando lo status del passeggero di turno. Come in Mario Bros o qualunque altro videogame della risma in cui tutto suona... ecco invece il mio, un giovanotto di 11 anni suonati
Stacchiamo, io attacco la gopro e mi addormento istantaneamente. Mi sveglio che siamo i numero due. Becco un Dreamliner decollare dall’acqua
Poi tocca a noi.
Il Fuji appare sul lato opposto, e questo a posteriori si rivelerà un presagio sul resto della giornata. Dalla mia parte, montagne senza nome.
Il volo è davvero breve, il servizio si risolve in un cestino di caramelle distribuite da una hostess inevitabilmente gentilissima. E poi dietro una curva, improvvisamente, Chubu.
La fortuna mi assiste e oggi c’è una giornata pazzesca in questi posti davanti al mare
Sbarco, mando un bacio a JAL che in questo viaggio ho un po’ snobbato, filo dritto al punto di ritrovo per assicurarmi che il tutto sia davvero confermato. Se non fosse per il volantino raffigurante un 747 di Delta, penserei ad un raduno di appassionati dei Pokemon.
Pare tutto confermato. Decido di ammazzare le due ore che mancano nell’affollatissima, immensa terrazza.
Il panorama a nord è questo, tutto domestic, a sud heavy metal con l’internazionale
Ecco i colleghi del turno delle 9.30. E no,non era un’allucinazione quella del 2014.
Questo è il paradiso degli spotters. E io mi sento piccolo piccolo
[
Ci sarà una milionata buona di attrezzature. Gente con ottiche stellari, io con un misero 70-200 punto al ritratto d’artista. Ne cavo fuori qualcosa. Lui arriva da Sapporo
Lui torna ad Hanoi
non sono mai riuscito a scoprire cos'è quel fumo bianco che esce da quei due piccoli scarichi sotto ai motori... Lui vola via ad HKG
dai e dai, anche lui ce la fa...
arriva anche il turno di VN, che con il suo stile da una bella lezione al marcione qui sopra
787 'wannabe' di JAL in partenza per NRT
seguito da questo fiammante 787-X di SQ che se ne va a Singapore
Ci siamo, siamo all’ora X meno 15’, mi calo a rotta di collo verso il punto di raccolta. Sono solo. Continuo ad essere solo io. Nessuno si presenta, mancano 10 minuti. Sale l’ansia. Poi eccola, Fukuda, la nostra tour leader che come il pifferaio magico stana dai loro misteriosi nascondigli i restanti 29 partecipanti. Agglomerato il gruppo, realizzo che
- sono l’unico straniero
- sono l’unico ad avere un’ottica ‘pesante’
- sono uno dei pochi a non accompagnare minori o ottuagenari.
E comincio a subodorare un che di aspettativa disattesa. Alle 11 e 15 in punto passiamo attraverso un blando controllo di sicurezza, veniamo punzonati con badge di riconoscimento e infine raggruppati in fila per due e accompagnati al verde mezzo.
Io, unico straniero, vengo indirizzato a gesti conditi con una sequela di arigatou gozaimatsu. Parte il tour. La guida inizia a raccontare, credo, la storia dello scalo, fa domande in continuazione e un bambino secchione ha sempre la risposta pronta. Un bambino, dico. E qui comincio a rendermi conto che mi aspettavo tuttaltro. Cominciamo con un interpista che si snoda attraverso la cargo city. Anche in questo caso, ho scelto il posto dal lato sbagliato.
Al terzo ‘miss’, mi alzo e scanso la povera ottuagenaria che mi cede il posto quasi scusandosi. Much better.
A parte Air Hong Kong e Kalitta (il bambino secchione a domanda risponde centrando in entrambi i casi tipo e modello) c’è poco da vedere.
Avvicinandoci alla testata, minutaglia in arrivo, Jetto Starono in questo caso come si dice alla giapponese
Proseguiamo verso l’agognata metà pista e un rapido sguardo al terminal mi fa realizzare che il metallo pesante è volato via tutto.
Sbarchiamo e comincia il minishow. Ci chiudono in gabbia come le galline e ci lasciano fotografare il poco traffico in arrivo/partenza
E sì, siamo molto vicini alla pista... Parte un primo 737-700 di ANA, destinazione Sapporo
poi ne arriva un altro, un -800, da non so dove
Quanto vicini? Tanto vicini! Jetstar per.... non saprei
La guida, dotata di megafono, snocciola fatti e figure, intervallati da info sul decollo o atterraggio in corso (destinazione, tipo di aereo, ecc). Il tutto con una precisione da nuoto sincronizzato, lei e gli aerei, con tanto di sorriso di plastica stampato sulla faccia. Poi, come si dice ai bambini sulle giostre, dice ‘questo è l’ultimo, poi risaliamo sul pullman’. E così totalizziamo quattro movimenti di minutaglia. Arriva in extremis un 330 di KE del quale rubo un po’ di scatti prima di mollare definitivamente il colpo.
Riprendiamo il cammino e doppiamo la testata sud, mentre uno Staflyer ci passa sulla crapa. Troppo angolato per essere catturato dai miei 'potenti' mezzi. Poi passiamo davanti agli edifici di Boeing, blindati come un caveau di una banca.
E infine percorriamo i desertissimi remoti a sud, là in fondo un ‘Jetto Starono’ se la prende comoda a volare via
La débacle arriva quando sfiliamo sotto ai fingers. La guida invita tutti a salutare i naviganti cercando di ottenere come premio della giornata un ciao ciao con la manina dai suddetti. E per ogni singola stazione di questa straziante via crucis è un continuo urlare ‘konichiwa piroto-saaaan’, in crescendo e diverse chiavi armoniche. Nessuno ci degna della sua attenzione e con le pive dei miei compagni di gita nel sacco, inforchiamo l’uscita. Nel complesso è stata un’esperienza a suo modo piacevole. Organizzazione impeccabile, al solito, purtroppo un po’ deludente per quanto riguarda le ‘catture’. Alle 13 in punto, i salutiamo. Tempo di recuperare il bagaglio lasciato nei locker e di evaporare ai gate nella morbida e tranquilla atmosfera di NGO, questo sabato pomeriggio. Non si sa come, in Giappone il gate sembra sempre deserto, poi all’imbarco sbucano da ogni angolo e i voli sono sempre pieni. Dettagli fetish
Questo volo è operato con 737-800 di Wings of Japan. Nulla da segnalare. Dormo e mi sveglio che siamo già sorvolando le mondine di Narita.
Un po’ di porno quotidiano
E poi ci risiamo. Taxi surreale tra i raccordi intestinali di NRT e finiamo ai remotissimi, in compagnia di un miniscassoplano
Muso con le pezze... qualcuno ha voglia di illuminarmi sulla storia delle toppe (perdonate l'inappropriatezza della definizione), che son curioso?
E la mia giornata si conclude ad Akihabara con uno shopping dissennato e prospettico in quanto non solo compro, ma pianifico anche gli acquisti futuri.
Insomma, gran finale, programma rispettato come da piani. Qualche sbavatura, qualcosa che rifarò di sicuro ma nel complesso devo dire che è stata una soddisfacente scorpacciata di esperienze avio. Sazio di testa e pancia finirò nel cuore della notte a riempire ogni buco dei miei poveri bagagli.