Io non lo metto in dubbio; BA non è di certo nel business di volare dove piace a me, anzi; però se posso fare una critica semiseria alla compagnia e al paese, qui si rischia di perdere il treno con l’Asia e col mondo. Qualche anno fa leggevo una pubblicazione cartacea, che ora non ritrovo più, in base alla quale il numero dei turisti cinesi in Austria era comparabile a quello dell’intera GB. I visti britannici sono molto più difficili da ottenere che quelli Schengen, e con quegli ultimi vai da Berlino a Barcellona, con quello inglese... No. Se uno guarda al network internazionale di Lufthansa, o di KLM, e lo si compara con quello BA c’è da farsi delle domande soprattutto per tutto ciò che non è USA.
Ho seguito, per interposta persona, le peripezie della mia ex collega che ha fatto si che si aprisse Osaka; il livello di controllo, revisione e verifica del suo business case è stato estremamente più minuzioso e lungo di quello, per esempio, per Nashville (ipse dixit); ora, ci sta scommettere sul sicuro e vincere facile: ma se l’obiettivo è quello di avere una “Global Britain”, beh, forse alle parole dovrebbero seguire i fatti.
Al momento i fatti sono il minimo indispensabile a livello di rotte, obbligo di transit visa per certe nazionalità anche nel caso di transfer airside e un ministro dell’interno folle (Priti Patel, su cui Freud avrebbe da scrivere pagine e pagine) pronta a mettere un’ESTA contro gli europei. Però si può volare bisettimanalmente su Charleston!