Coronavirus: riflessi sul mondo dell’aviazione


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leerit

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(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 16 apr - Il gruppo Lufthansa ha dichiarato che estendera' il suo programma di voli di rimpatrio per altre due settimane fino al 17 maggio, poiche' restano in vigore restrizioni di viaggio in tutto il mondo. Lo ha dichiarato oggi la compagnia area tedesca. Precedentemente il programma era stato prolungato fino al 3 maggio. "A partire da oggi, le ulteriori cancellazioni per il periodo tra il 4 e il 17 maggio saranno attuate in successione e i passeggeri saranno informati delle modifiche", ha affermato il gruppo tedesco

Lufthansa, uno dei vettori di proprieta' del gruppo, ridurra' ulteriormente il suo programma di volo per offrire 15 collegamenti a lungo raggio settimanali, operando 36 voli giornalieri dal suo hub di Francoforte verso le principali citta' della Germania e dell'Europa. Il suo hub di Monaco offrira' sei voli interni giornalieri

Anche le filiali Swiss ed Eurowings continuano a operare su un programma di voli nettamente ridotto.
 

s4lv0z

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Il trasporto aereo non è fatto solo di A320 e B737.
A330, A220, Embraer, 767 laterale, 777 centrale, 717 lato left... alcuni che mi vengono in mente.
Non ci sono solo 320 e 737 però ci sono abbastanza 32× e 737 per soddisfare la domanda forzatamente ridotta del periodo iniziale.

Sui blocchi centrali Y dei wb... effettivamente la perdita di posti è pesante, e non compensata dalla perdita minima in J.

Mi chiedo... se il periodo di transizione fosse lungo... è una sciocchezza pensare a una riconfigurazione?

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falkux

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Segnalo questo articolo di Repubblica: "Meno posti in aereo e tempi lunghi a terra: le low-cost a rischio crac per il virus"
è solo per gli abbonati, qualcuno riesce a postarlo: https://rep.repubblica.it/pwa/gener...rus-254159375/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P6-S1.8-T1


[COLOR=rgba(0, 0, 0, 0.84)]ApprofondimentoTrasporti Meno posti in aereo e tempi lunghi a terra: le low-cost a rischio crac per il virus

16 APRILE 2020
Il trasporto aereo potrebbe ridecollare con il sedile di mezzo vuoto mentre le regole di distanziamento renderanno impossibili imbarchi e sbarchi "ammassati" come quelli previsti da Ryanair, Easyjet & C. per tenere i velivoli al suolo solo 20-25 minuti. I big del settore hanno liquidità in cassa ma senza aiuti statali (garantiti alle ex compagnie di bandiera) i prossimi mesi saranno decisivi per la loro sopravvivenza
DI ETTORE LIVINI

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[COLOR=rgba(0, 0, 0, 0.84)]Il coronavirus mette a rischio la sopravvivenza degli ex-gioielli dei cieli mondiali: le compagnie aeree low-cost. Ryanair, Easyjet & C. hanno costruito le loro fortune su un (fortunatissimo) modello di business basato su comportamenti sociali oggi - e probabilmente per un po' di tempo - impraticabili: gente ammassata ai check-in e nelle aree di imbarco per consentire agli aerei di stare a terra solo 20-25 minuti prima di decollare. Aerei riempiti come uova quasi al 100%. La ripartenza del trasporto aereo - quando avverrà - cambierà tutte queste regole d'ingaggio. "Il sedile di mezzo resterà vuoto per garantire il distanziamento", ha ammesso oggi il numero uno di Easyjet Johan Lundgren. "La necessità di rispettare la separazione di un metro allungherà di molto i tempi per far salire e scendere dall'aereo i passeggeri", dice Giulio De Carli di Oneworks, il maggior esperto di progettazione aeroportuale in Italia. E questo uno-due rischia di mettere ko proprio quelle compagnie a basso prezzo che hanno rivoluzionato per sempre il settore e che in Italia, per dire, hanno trasportato lo scorso anno circa 60 milioni di passeggeri, quasi un terzo del totale.

I PRIMI SEGNALI DI CRISI

Ryanair e Easyjet - per il momento - ostentano sicurezza, forti della liquidità accumulata negli anni di vacche grasse. "Abbiamo i soldi per sopravvivere anche se saremo costretti a stare fermi per nove mesi" sfoggia ottimismo Lundgren. "Viaggeremo in pareggio anche con l'aereo pieno solo per due terzi", garantisce il vulcanico Michael O' Leary di Ryanair, che ha in cassa 4 miliardi di euro. Il nervosismo per un futuro quanto meno nebbioso è però evidente. "L'idea di tenere il sedile di mezzo vuoto è una follia" per il numero uno della società irlandese. La low-cost Flybe è stata costretta al fallimento dalla pandemia. Lufthansa, conscia dei problemi del settore, ha sostanzialmente chiuso la filiale a basso prezzo Germanwings. Easyjet è stata costretta a rinviare l'acquisto di alcuni aerei perché altrimenti la cassa si sarebbe prosciugata a settembre. E mentre le ex compagnie di bandiera possono accedere in questi giorni a gigantesche iniezioni di soldi pubblici per rimanere a galla, le low-cost temono di rimanere tagliate fuori dai salvagenti statali. Ryanair, per dire, ha già presentato un esposto all'antitrust Ue contro gli sgravi fiscali garantiti da Parigi solo ai vettori transalpini.

GLI AEREI A TERRA

Il tentativo dei big delle low-cost è in questo momento quello di ridurre al minimo i danni del fattore distanziamento: "Gli aerei vanno riempiti - dice O' Leary -. I controlli alla temperatura per passeggeri ed equipaggio e l'obbligo di mascherine è più che sufficiente per garantire la sicurezza". La sua compagnia opera ora 20 voli al giorno contro i 2.400 di un paio di mesi fa. Easyjet ha messo tutti gli aerei a terra e sospeso le operazioni. E la speranza è di ripartire prima possibile per riportare un po' di soldi in cassa: "Gli europei del nord sono rimasti chiusi troppo tempo in casa - dice O'Leary - e appena si tornerà a decollare inonderemo il mercato di sconti per riportarli subito in vacanza sfruttando tra l'altro il calo del costo del petrolio". Sarà possibile con i sedili ridotti di un terzo? Ci saranno davvero abbastanza turisti (e soldi) pronti per rifare le valigie e partire per l'estero come se non ci fosse stata la pandemia? E le regole d'ingaggio in aeroporto permetteranno alle aerolinee a basso costo di mantenere i ritmi rapidissimi di decollo e atterraggio dei loro jet? Dalla risposta a queste domande, non facile in questo momento, dipendono le speranze di sopravvivenza delle low-cost.

Trasporti Coronavirus
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Cesare.Caldi

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Quelli erano prezzi figli di una sovracapacità cronica esistente un po' dovunque. Anche se non ci fosse stato il Covid, i tempi belli dei voli a prezzo politico dovevano finire. Ne usciremo con meno compagnie aeree, meno ASK e meno tariffe a prezzi folli.
Questo vuol dire meno gente che potrà permettersi di volare quindi meno voli e di conseguenza sarà necessario meno personale nella compagnie aeree e negli aeroporti, meno indotto, meno turisti, meno tutto è un circolo vizioso che porta solo effetti negativi per tutti. Speriamo se ne esca velocemente, leggevo dell' ipotesi di un primo vaccino che potrebbe essere pronto già per settembre, speriamo.
 

kenadams

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13 Agosto 2007
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Anche in South Dakota, Wyoming e un'altra decina di stati americani è stata seguita la stessa linea della Svezia.

Poi uno magari fa caso al fatto che in Svezia ci sono 20 abitanti per chilometro quadrato e in Italia 200 e capisce che forse le misure per il contenimento dell'epidemia devono variare in funzione della densità di popolazione.
 

s4lv0z

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11 Dicembre 2017
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Anche in South Dakota, Wyoming e un'altra decina di stati americani è stata seguita la stessa linea della Svezia.

Poi uno magari fa caso al fatto che in Svezia ci sono 20 abitanti per chilometro quadrato e in Italia 200 e capisce che forse le misure per il contenimento dell'epidemia devono variare in funzione della densità di popolazione.
Secondo me hai ragione... e la densità della popolazione non può essere l'unico criterio.
Paesi diversi necessitano di soluzioni diverse e Paesi grandi richiedono provvedimenti in parte differenziati per aree con problemi ed esigenze diverse.

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belumosi

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In realtà negli ultimi 20 giorni (dal 26/3 a ieri) i contagiati risultano cresciuti del 105% in Italia e del 311% in Svezia.
E l'aumento dei contagiati più recente, tra il 14 e il 15 Aprile, è di 565 persone in Svezia (su 10.3M di abitanti) e di 2.667 persone in Italia (su 60.3M di abitanti), evidenziando anche in quest'ultimo caso un contagio pro-capite più rapido in Svezia.

https://en.wikipedia.org/wiki/2020_coronavirus_pandemic_in_Italy
https://en.wikipedia.org/wiki/2020_coronavirus_pandemic_in_Sweden

Lascio ai singoli le considerazioni del caso sull'articolo del Corriere.
 
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Flyfan

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17 Giugno 2019
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Comunque penso proprio che le low cost per qualche tempo dovranno dimenticarsi i loro imbarchi/sbarchi fatti al ritmo della fanfara dei bersaglieri.
 

ROMULUS31

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30 Luglio 2015
285
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[COLOR=rgba(0, 0, 0, 0.84)][FONT=&]Approfondimento[/FONT]Trasporti Meno posti in aereo e tempi lunghi a terra: le low-cost a rischio crac per il virus

[FONT=&]16 APRILE 2020[/FONT]
[FONT=&]Il trasporto aereo potrebbe ridecollare con il sedile di mezzo vuoto mentre le regole di distanziamento renderanno impossibili imbarchi e sbarchi "ammassati" come quelli previsti da Ryanair, Easyjet & C. per tenere i velivoli al suolo solo 20-25 minuti. I big del settore hanno liquidità in cassa ma senza aiuti statali (garantiti alle ex compagnie di bandiera) i prossimi mesi saranno decisivi per la loro sopravvivenza[/FONT]
[FONT=&]DI ETTORE LIVINI
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[COLOR=rgba(0, 0, 0, 0.84)][FONT=&]Il coronavirus mette a rischio la sopravvivenza degli ex-gioielli dei cieli mondiali: le compagnie aeree low-cost. Ryanair, Easyjet & C. hanno costruito le loro fortune su un (fortunatissimo) modello di business basato su comportamenti sociali oggi - e probabilmente per un po' di tempo - impraticabili: gente ammassata ai check-in e nelle aree di imbarco per consentire agli aerei di stare a terra solo 20-25 minuti prima di decollare. Aerei riempiti come uova quasi al 100%. La ripartenza del trasporto aereo - quando avverrà - cambierà tutte queste regole d'ingaggio. "Il sedile di mezzo resterà vuoto per garantire il distanziamento", ha ammesso oggi il numero uno di Easyjet Johan Lundgren. "La necessità di rispettare la separazione di un metro allungherà di molto i tempi per far salire e scendere dall'aereo i passeggeri", dice Giulio De Carli di Oneworks, il maggior esperto di progettazione aeroportuale in Italia. E questo uno-due rischia di mettere ko proprio quelle compagnie a basso prezzo che hanno rivoluzionato per sempre il settore e che in Italia, per dire, hanno trasportato lo scorso anno circa 60 milioni di passeggeri, quasi un terzo del totale.

I PRIMI SEGNALI DI CRISI

Ryanair e Easyjet - per il momento - ostentano sicurezza, forti della liquidità accumulata negli anni di vacche grasse. "Abbiamo i soldi per sopravvivere anche se saremo costretti a stare fermi per nove mesi" sfoggia ottimismo Lundgren. "Viaggeremo in pareggio anche con l'aereo pieno solo per due terzi", garantisce il vulcanico Michael O' Leary di Ryanair, che ha in cassa 4 miliardi di euro. Il nervosismo per un futuro quanto meno nebbioso è però evidente. "L'idea di tenere il sedile di mezzo vuoto è una follia" per il numero uno della società irlandese. La low-cost Flybe è stata costretta al fallimento dalla pandemia. Lufthansa, conscia dei problemi del settore, ha sostanzialmente chiuso la filiale a basso prezzo Germanwings. Easyjet è stata costretta a rinviare l'acquisto di alcuni aerei perché altrimenti la cassa si sarebbe prosciugata a settembre. E mentre le ex compagnie di bandiera possono accedere in questi giorni a gigantesche iniezioni di soldi pubblici per rimanere a galla, le low-cost temono di rimanere tagliate fuori dai salvagenti statali. Ryanair, per dire, ha già presentato un esposto all'antitrust Ue contro gli sgravi fiscali garantiti da Parigi solo ai vettori transalpini.

GLI AEREI A TERRA

Il tentativo dei big delle low-cost è in questo momento quello di ridurre al minimo i danni del fattore distanziamento: "Gli aerei vanno riempiti - dice O' Leary -. I controlli alla temperatura per passeggeri ed equipaggio e l'obbligo di mascherine è più che sufficiente per garantire la sicurezza". La sua compagnia opera ora 20 voli al giorno contro i 2.400 di un paio di mesi fa. Easyjet ha messo tutti gli aerei a terra e sospeso le operazioni. E la speranza è di ripartire prima possibile per riportare un po' di soldi in cassa: "Gli europei del nord sono rimasti chiusi troppo tempo in casa - dice O'Leary - e appena si tornerà a decollare inonderemo il mercato di sconti per riportarli subito in vacanza sfruttando tra l'altro il calo del costo del petrolio". Sarà possibile con i sedili ridotti di un terzo? Ci saranno davvero abbastanza turisti (e soldi) pronti per rifare le valigie e partire per l'estero come se non ci fosse stata la pandemia? E le regole d'ingaggio in aeroporto permetteranno alle aerolinee a basso costo di mantenere i ritmi rapidissimi di decollo e atterraggio dei loro jet? Dalla risposta a queste domande, non facile in questo momento, dipendono le speranze di sopravvivenza delle low-cost.

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Ma quando mai FR, U2, VY, W6 ecc sono state a terra solo 20-25 minuti tra due voli?
 

londonfog

Moderatore
Utente Registrato
8 Luglio 2012
10,132
2,236
Londra
Domani vi sapro' dire cosa succedera'. Mi consegnano una sfera di cristallo nuova. Quella che usavo di solito e' rotta gia' da qualche mese. :D

Le tariffe aeree dipendono da tante cose. Qualche anno fa leggevo che BA copriva i costi del LHR-JFK con i biglietti di F e J e quindi poteva permettersi di fare prezzi bassi in Y. Le riaperture dipendono da tante variabili, soprattutto le riaperture internazionali. Non possiamo basarci sul voli che vengono effettuati in questo periodo.
 

leerit

Utente Registrato
3 Settembre 2019
1,598
429
Voglio vedere MOL come fara' a fare transiti di 25 minuti quando le autorita' locali magari richiederanno una sanificazione degli ambienti obbligatoria. E potra' cominciare tale operazione solo a sbarco ultimato. Il virus ci fara' compagnia molti mesi. Ha ragione Livini: i pre imbarchi sui loading bridge in attesa del poter salire a bordo con persone ammassate ed attaccate una all'altra se li scorda. Si sale e si scende col rispetto della distanza. Poche file alla volta. Lentamente. Negli scali dove non e' possibile imbarcare coi loading bridge si va sugli autobus a capienza notevolmente ridotta. Ne servono di piu', molti di piu'. E si dovra' aspettare pazientemente. Uno sbarco ed un imbarco possono arrivare a durare il doppio, il triplo in piu' di cio' a cui eravamo abituati. Mediamente gli aerei aumenteranno moltissimo il tempo di ground e ridurranno quello in volo.

Non ci vuole una sfera di cristallo per poterlo prevedere. MOL lo sa. Ed e' nervoso per questo. Quanto alla capienza massima a bordo puo' dire quello che vuole. Non decide lui. Ci sono tante incognite.
 

Marco Clemente

Utente Registrato
8 Febbraio 2016
1,549
237
Anche la Repubblica Ceca si appresta a nazionalizzare la CSA..
Czech Republic‘s Finance Minister Alena Schillerová proposed the government acquire CSA Czech Airlines, however noting complications may arise due to a minority foreign ownership in SmartWings Group.

Schillerová expects the Ministry of Industry and Trade to prepare an analysis of strategic companies affected by the coronavirus outbreak.

As previously reported by CAPA, Smartwings Group implemented austerity measures to mitigate the financial impact of the drop in demand.

In 2018, 97.74% of Czech Airlines was bought by the privately-owned Smartwings and CSA became a part of the Smartwings Group. The remaining 2.26% of CSA is owned by insurance company Česká Pojišťovna.

CSA is the fifth oldest still operating airline in the world, after Dutch KLM (1919), Colombian Avianca (1919), Australian Qantas (1920), and Soviet/Russian Aeroflot (1923). It was the first airline in the world to fly regular jet-only routes (between Prague and Moscow).
 

indaco1

Utente Registrato
30 Settembre 2007
3,809
484
.
Non capisco perche' si ipotizzi di lasciare libero il sedile centrale quando quello che ti spara le sue droplet addosso non e' il vicino di fianco, e' quello che hai dietro.

E poi le droplet svolazzano a lungo. La sicurezza in un aereo e all'imbarco sara' basata sui dispositivi di protezione piu' che sul distanziamento. Non c'e' modo per fare un distanziamento efficace senza rendere ridicolmente inefficiente il trasporto aereo. Neanche se trasformassero tutto in first ci sarebbero distanze sufficienti.
 
Stato
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