EasyJet sta studiando la possibilità di non vendere il sedile centrale a bordo dei suoi aerei quando le attività vengono riavviate, al fine di garantire la distanza sociale imposta dalla pandemia di Covid-19 .
Il ceo del vettore britannico Johan Lundgren ha dichiarato alla stampa che la misura mira a «“incoraggiare i passeggeri a volare» una volta che le restrizioni di viaggio legate al coronavirus sono state revocate. «Penso che accadrà. Questa è una cosa che faremo, perché penso che sia qualcosa che i clienti vorrebbero» ha spiegato, aggiungendo che easyJet lavorerà «con le autorità e ascolterà i punti le opinioni dei clienti su ciò che ritengono sia la cosa giusta da fare, soprattutto durante il periodo di avvio»
Non vendere il posto centrale è abbastanza semplice per easyJet, i cui corridoi singoli Airbus sono disposti in file di sei posti, due volte tre. «La nostra ipotesi è che i fattori di carico non torneranno alla normalità dall’inizio» , ha aggiunto il manager, suggerendo che il costo della misura inizialmente sarà minimo.
Tutti gli Airbus EasyJet sono stati messi a terra dal 30 marzo, dopo aver partecipato al rimpatrio di oltre 45.000 clienti su 650 voli alla fine del mese scorso. Secondo Johan Lundgren, «più della metà dei passeggeri» colpiti da cancellazioni di voli «ha scelto buoni crediti o voli alternativi»; che si traduce meccanicamente in «prenotazioni invernali con largo anticipo» rispetto allo stesso periodo del 2019.
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Easyjet è pronta a ripartire dopo la crisi del coronavirus rispettando il distanziamento sociale operando con un sedile centrale vuoto per ogni fila a bordo degli aerei. E’ una delle ipotesi allo studio insieme all’utilizzo delle mascherine. Nel corso di una conferenza stampa per la presentazione dei dati semestrali (1° ottobre- 31 marzo) l’amministratore delegato, Johan Lundgren ha detto che la liquidità a disposizione della compagnia è pari a 3 miliardi di sterline tale da consentirle di affrontare lo scenario peggiore nel caso la flotta fosse costretta a rimanere a terra per nove mesi. Se questo scenario dovesse peggiorare easyJet si è detta pronto a cercare ulteriori fonti di finanziamento.
Tra le misure adottate, il finanziamento di due miliardi di sterline, incluso un prestito di 600 mln di sterline dal Tesoro e dalla Banca d'Inghilterra nell'ambito del fondo di urgenza di sostegno al coronavirus. Inoltre, la compagnia ha agito sul fronte del taglio dei costi, applicando anche l’orario ridotto alla maggior parte dei dipendenti e ha concluso un accordo con Airbus per rinviare un ordine di 24 aerei.
In prospettiva, l’ad ha affermato che le prenotazioni per l’inverno sono molto più avanti rispetto allo scorso anno senza specificare verso quali località si concentrano come ad esempio Italia e Spagna i più colpiti dal coronavirus. Le compagnie aeree di tutto il mondo stanno lottando per la sopravvivenza in un momento in cui le restrizioni dei governi per limitare la diffusione del virus hanno portato al blocco dei viaggi aerei e mentre persiste l’incertezza sulla ripresa economica.
Di fronte a un tale scenario di incertezza, al momento secondo il vettore non è possibile fornire previsioni sull’andamento finanziario per il resto dell'intero esercizio finanziario 2020. «Tuttavia, continuiamo a compiere tutti i passi necessari per ridurre i costi, migliorare la liquidità, proteggere il business e garantire che sia nella posizione migliore per un ritorno al volo», ha affermato Lundgren.
Per i primi sei mesi dell’anno, easyJet prevede di registrare una perdita ante imposte «compresa tra 185 e 205 milioni di sterline, inferiore ai 275 milioni del primo semestre del 2019». L’ad ha spiegato che easyJet ha archiviato un «risultato molto forte prima dell'impatto del coronavirus, cosa che dimostra la forza del modello operativo di easyJet». In Borsa alla City di Londra il titolo easyJet è arrivato a guadagnare fino al 9 per cento.
Parlando del mercato italiano dove easyJet lo scorso anno ha trasportato 20 milioni di passeggeri Lorenzo Lagorio, country manager della compagnia ha detto di prevedere una fase 2 focalizzata sui collegamenti domestici quando le misure di restrizione imposte ai voli lo consentiranno . EasyJet, primo vettore negli scali di Napoli, Venezia, Milano Malpensa e Olbia «è uno dei principali operatori del settore del trasporto aereo in Italia e siamo pronti a continuare a sostenere il turismo e il business nel momento della ripartenza - ha aggiunto Lagorio -. I vari Governi sono concentrati nel tutelare le compagnie nazionali, ma il trasporto aereo non è solo quello ed è fondamentale che i Governi intervengano per tutto il settore e non solo su alcuni operatori».
EasyJet ha 1.500 dipendenti tra Malpensa, Venezia e Napoli a cui va aggunto l'indotto degli aeroporti e del turismo: «Certi scali hanno bisogno di noi per ripartire». Tra le misure che easyJet ritiene necessarie per sostenere il settore vengono citate la sospensione della tassa addizionale di imbarco ei fondi da destinare agli enti del turismo «risorse indispensabili - ha concluso Lagorio - da destinare anche agli investimenti sulla sicurezza dei turisti e dei passeggeri»».
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