Io invece vorrei porre in evidenza i vantaggi di una liberalizzazione più compiuta che altrove. Gran parte dei pax che viaggiano su rotte interne italiane ed europee, pagano tariffe inferiori a quelle generalmente richieste ai pax di altri stati.
Questo ha portato un grande beneficio ai territori coinvolti ed è stato possibile in larga misura grazie all'efficienza delle compagnie che hanno preso in mano il mercato: le LC.
Qualcuno potrebbe contestare le sovvenzioni percepite (che in realtà spesso riguardano anche le compagnie non LC), ma i bilanci dei gestori degli aeroporti medi e grandi, dimostrano al di la di ogni ragionevole dubbio che garantire sconti a fronte di un incremento di traffico, porta benefici a tutti.
Discorso diverso per i piccoli aeroporti, che non hanno un mercato sufficiente e per convenienza politica lo si vuole inventare drogandolo con sovvenzioni insostenibili.
Aggiungiamo inoltre la concorrenza dell'AV che, caso unico in Europa, è a sua volta in regime di concorrenza interna tra Trenitalia e Italo, con la guerra dei prezzi conseguente.
C'è chi ha scelto strade diverse, come ad esempio la Germania. Dove si è preferito accettare una compressione del potenziale traffico pur di mantenere un campione nazionale dominante. Gli scali tedeschi hanno un alto grado di saturazione, che impedisce spesso una concorrenza ad armi pari con LH. L'eccezione è BER, dove lo spazio non manca ed infatti le LC hanno preso in mano gran parte del mercato, relegando LH al ruolo di feed per FRA e MUC e lasciando Eurowings a presidiare i collegamenti interni e poco altro.
Va da se che una simile impostazione limita grandemente la concorrenza, ed impone tariffe molto alte.
Per capirci con un esempio concreto, se AZ potesse aumentare il prezzo di ogni biglietto nazionale di 50€ (arrivando circa a 110€), si troverebbe un cassa ogni anno 600 M€ in più e per incanto, diventerebbe profittevole, o quanto meno sostenibile.
Si parla spesso di contributi pubblici, ma non dovrebbe sfuggire il fatto che questi si possono manifestare anche in modo diverso da un bonifico sul CC.
I pax tedeschi nel mercato interno e parzialmente in quello continentale, pagano spesso a LH un largo extra-price dovuto all'oligopolio della compagnia, garantendole in questo modo un finanziamento semi-pubblico coattivo da parte dei pax. E secondo me parliamo di cifre a 9 zeri.
La Francia è un ibrido, avendo anche una certa presenza LC, la Spagna si sposta ancora un po' verso il LC, ed infine arriviamo noi dove il nanismo di AZ ha lasciato gran parte del mercato in mano ai concorrenti più efficienti.
Si parla di riforma del trasporto aereo, ma in realtà non c'è nulla da riformare. Se partiamo dal presupposto che un'azienda esiste per soddisfare i bisogni dei suoi clienti e non viceversa, il sistema di trasporto aereo è sano come un pesce (ante covid, ovvio).
Negli anni i numeri sono andati costantemente crescendo, la connettività pure, mentre la concorrenza ha calmierato i prezzi.
Il problema della riforma in realtà non è altro che una foglia di fico che si propone di limitare il peso di alcune compagnie a vantaggio di altre, di una in particolare: AZ.
E la risposta è no. AZ strategicamente pesa zero al di fuori di Roma e anche dalla capitale ha un numero ridicolo di collegamenti LR in monopolio, facilmente sostituibili se la compagnia chiudesse bottega.
Sarebbe folle se, oltre ai 3 MLD€, in nome di AZ si volesse peggiorare ad arte la connettività del paese con regole liberticide che farebbero danni a raffica.
AZ ha perso l'ultimo terno 20 anni fa. Facciamocene una ragione. Ora non è altro che un contenitore di interessi particolari senza alcun valore strategico.
Rilanciarla sul serio costerebbe ben oltre i 10 MLD€, ma oltre ai soldi mancano altre due componenti fondamentali: un'economia in crescita per sostenere lo sforzo, nonchè una libertà ed una assertività politiche necessarie ad imporre la compagnia nel mercato globale prendendo a spallate i concorrenti. Come mediorientali e TK insegnano.
Noi siamo all'estremo opposto di questa situazione: indebitati più che mai, dobbiamo subire da Bruxelles anche l'umiliazione di dover pregare in ginocchio per mantenere l'inutile giocattolo. Cosa stupida, sia appunto per l'inutilità strategica della compagnia, sia perchè palesa la diminuzione del nostro peso nella UE, visto che nelle precedenti rinascite di AZ, l'Italia era riuscita a mantenere de facto inalterata l'azienda, traferendo alla nuova solo i benefici e lasciando i debiti alla vecchia.
D'altra parte per i governo italiano cedere su AZ, da sempre una delle sue (malaccorte) priorità, significherebbe certificare un diminuito grado di sovranità nei confronti della UE.
E mollare la presa, darebbe inevitabilmente la misura di quanto ci possano tenere per le paxxe i franco-tedeschi che stanno pilotando il tutto. Perchè è evidente che certe decisioni vengono prese in base a fattori squisitamente politici, a supporto dei quali il diritto applicato ad hoc, funge solo da fattore di copertura.
Una situazione di merxa da qualunque parte la si voglia guardare.
La cosa migliore che potrebbe fare la politica italiana sarebbe staccare la spina, adducendo il covid e l'ostracismo UE. Non farebbe una grandissima figura, però sarebbe la scelta giusta per il paese. Ma sappiamo già che non sarà così.