Il thread leggero


Cosimus

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15 Ottobre 2020
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Ho sempre stimato la mentalita' imprenditoriale che anima l'Africa, ma questi sono arrivati ad un altro livello. Geni totali.

In soldoni, su un volo di Ugandair tra Entebbe e Dubai, due giovani hanno tirato fuori un saccone di grilli fritti (una leccornia locale, apparentemente, e va detto che se sono buoni come quelli che fa un caffe' laotiano qui a Londra posso capirli) e hanno iniziato a venderli con discreto successo.

Qui il video:

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rommel

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31 Luglio 2008
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Chia
Sempre nello spirito del thread "leggero" ieri , tornando con Volotea da CAG , il solito annuncio di bordo standard diceva di mettere borse e "bottiglie" sotto il sedile davanti. Giuro che è la prima volta che mi capita di sentire dare istruzioni in italiano ed in inglese sulle bottiglie.....
Ci sono stati vari periodi fra i quali ultimo quello dei soprabiti no in cappelliera con AZ as , ma delle bottiglie non ne avevo mai sentito parlare....
 

Brendon

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14 Agosto 2016
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Aggiungo qui dei dettagli sperimentati questo fine settimana per un travel gadget che ho comprato e speravo di non dover mai testare...

Sabato ho lasciato la mia valigia al check-in con un AirTag dentro, tragitto VCE-FRA-BOG.
Lo scalo a FRA era breve, ma non impossibile, poco più di 60 minuti (a cui si sommano altri 30 di ritardata partenza in quanto stavano caricando altre valigie, ma non la mia lol).

Una volta a bordo poco prima di staccare ho controllato l'app ed ho visto la mia valigia troppo lontano dalla mia posizione (con conseguenti zooteologismi vari).
Durante il volo ho notato il tracking aggiornarsi ogni circa 30/40 minuti in un'area dell'aeroporto che sembrava un magazzino... chiari sintomi che la valigia era stata lasciata a terra.

L'arrivo a Bogotà era stimato per le 19.30, quindi per evitare di andare a far shopping alle 9 di sera ho fatto comprare degli indumenti visto che non avevo bagaglio a mano.
Poco prima di atterrare il purser riceve una nota da terra e conferma la mancanza della valigia... arrivo a BOG vado al nastro e lascio i dettagli per la riconsegna...

Ieri seguo il tracking e vedo come ultima posizione, poco prima della partenza, un aereo (usando la vista satellitare), buon segno! All'atterraggio il tracking si aggiorna mostrando la valigia agli arrivals di BOG, buon segno! Dopo un'oretta vedo la valigia spostarsi nel parcheggio e il tracking si ferma (probabilmente l'autista non usa Apple, lol), speriamo sia un buon segno!
Verso le 22.30 la valigia viene consegnata.

Sapere di non avere la valigia a bordo mi ha fatto incazzare per 11 ore e 20 minuti di volo ma, almeno, non ho avuto sorprese all'arrivo ed ero già rassegnato e con dei vestiti di scorta... è davvero un buon gadget che può aiutare a sentirsi più tranquilli quando si lascia il proprio bagaglio.

Qualcun altro con esperienze simili?
 
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13900

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Prima di andarmene da BA avevamo sperimentato parecchio con geolocalizzatori GPS e poi Bluetooth. Il primo era semi-inutile.

Il secondo, anche.

Il motivo è molto semplice: non servono ad impedire che i bagagli perdano il loro volo e non servono a trovarli.

Ai miei tempi LHR movimentava circa 70 milioni di valigie/colli di bagaglio e, ogni anno, meno di 600mila non viaggiavano con i proprietari. Il numero di valigie perse per sempre era ancora più basso.

Delle valigie che non salgono a bordo, a memoria il 75-80% si smarriscono durante un transito. Per lo più si tratta di problemi di puntualità, in cui l’inbound è in ritardo, il passeggero corre e la valigia… no. Poi ci sono casi in cui la valigia viene fermata ai controlli per un’ispezione manuale, poi problemi tecnici e poi ci sono i casi limite tipo i cosiddetti “multi-read”, in cui vecchi codici a barre “triggerano” il sistema nel pensare che la valigia abbia due identità. E poi casi ancor più limite.

Ad ogni modo, in un aeroporto moderno con un BHS moderno una valigia viene “letta” almeno una mezza dozzina di volte; per LHR vedevo 20-25 letture per un transito. Cosí si sa esattamente dov’è, praticamente in tempo reale. Anche se l’airtag funzionasse perfettamente, senza venir sviato dal cemento e dall’acciaio, non direbbe “sono su questo livello, in questo punto preciso del sorting mechanism”. Quindi è inutile al fine di trovare una valigia smarrita. Magari può servire se la valigia è “fuori sistema” ma parliamo di casi estremamente limite… e poi servirebbe che quelle info siano condivise con gli handler e gli aeroporti!

Ciò che servirebbe è un prodotto tipo Smartbag di Brock solutions (che Delta usa, e che BA doveva implementare pre pandemia, chissà cosa succederà ora) dove tutti i dati degli scan delle valigie di tutto il network sono condivisi e resi visibili su una dashboard in tempo reale, cosicchè la compagnia sappia che il volo 123 ha su 50 transiti a rischio e si possa farne priorità. United ha anche una cosa simile ma non Brock se non sbaglio.

Il passo seguente sarebbe quello di condividere queste info col passeggero e li c’è rischio. Delta, Emirates lo fanno, ma se non erro danno le informazioni dopo la partenza/pushback. se la valigia non è a bordo è fondamentale il service recovery: ai tempi miei il service flow che ipotizzavamo era di notificare il passeggero, dirgli (se si può)su quale volo la valigia arriverà e offrire opzioni per la riconsegna assieme a un voucher per le necessità immediate.
 

Dancrane

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Viking

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Che uno possa essere imbecille ci sta. Ma quelli che solidarizzano?

Curioso di sapere se il dispositivo indossato era nuovo o usato. C’è in effetti questa abitudine diffusa di non cambiare dpi.
 
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Siligio

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Ho sempre stimato la mentalita' imprenditoriale che anima l'Africa, ma questi sono arrivati ad un altro livello. Geni totali.

In soldoni, su un volo di Ugandair tra Entebbe e Dubai, due giovani hanno tirato fuori un saccone di grilli fritti (una leccornia locale, apparentemente, e va detto che se sono buoni come quelli che fa un caffe' laotiano qui a Londra posso capirli) e hanno iniziato a venderli con discreto successo.

Qui il video:

Ricordo di aver letto di un eroe che su un volo norwegian (o qualche low cost intercontinentale) portò a bordo 4 pizza maxi per poi venderle a 5$ a trancio. A metà del volo aveva già recuperato il prezzo del biglietto :D
 

13900

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Vi ricorderete del thread di Dreamliner e Kenadams sull'Island Hopper di UA... bene, lo Hopper perde un hop, perdonatemi la battuta veramente orrida, dato che UA ha deciso di sospendere le operazioni su Majuro. Il motivo e', beh, epico.

United Airlines has indefinitely suspended service to Majuro on the Marshall Islands, blaming airport infrastructure problems. Majuro’s dilapidated airport is falling apart and ridden with termite damage, as one United employee found out the hard way.

Last November, United Airlines was forced to vacate its office at the airport when an employee fell through the terminate-damaged second floor. United has asked officials for months to address the structural integrity of the building in order to protect passengers and employees.

With no action taken, United reached out to airport authorities on Tuesday evening to let them know service would be suspended indefinitely.
United Airlines Suspends Service To Majuro - Live and Let's Fly (liveandletsfly.com)
 

Fewwy

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https://www.ilfattoquotidiano.it/20...x6DR2FcxuYR7ZHCMitmU3NaS5c6-U2bOSl5PsZkJMVY1M


Diventare hostess dopo i 50 anni? Negli Usa si può. Il caso di Patrizia Prevosto: “Qui niente limiti di età, c’è una mentalità diversa”
di Cinzia Simbula| 13 Febbraio 2022
Diventare hostess dopo i 50 anni? Negli Usa si può. Il caso di Patrizia Prevosto: “Qui niente limiti di età, c’è una mentalità diversa”

L'assistente di volo sarda: "Sento ancora fortissimo l'attaccamento per la mia terra, ma mi fa rabbia constatare che la mentalità e il modo di governare non considerino i meriti: negli Stati Uniti non ci sono limiti d'età, se qualcuno si azzarda a imporlo viene sanzionato"

Da buona europea, e prima ancora da italiana, continua a stupirsi di quel sogno impossibile diventato realtà oltreoceano. “Da noi, già a quarant’anni, non si hanno speranze di lavorare neppure nei bagni di un aeroporto”. Figurarsi pensare di poter aspirare a realizzare il grande sogno, custodito per anni dentro un cassetto, di diventare assistente di volo superati i cinquanta. Patrizia Prevosto, invece, ci è riuscita quando ha spento 55 candeline sulla torta. Stando, però, negli Stati Uniti che pur con tutte le contraddizioni a stelle e strisce fanno sì che competenze e preparazione siano requisiti da premiare a dispetto di limitazioni dovute all’età o, peggio, all’assenza di conoscenze e amicizie altolocate.

LIMITI ITALIANI E VICENDA AIRITALY – Patrizia, sposata e madre di due figli di 19 e 22 anni, si accinge a festeggiare il suo terzo anno da dipendente della Delta AirLines, proprio mentre nella sua terra di origine va in scena il tragico epilogo della storica Alisarda-Meridiana diventata AirItaly. Non a caso il suo pensiero va dritto ai 1322 lavoratori destinatari delle lettere di licenziamento e tagliati fuori da un mercato del lavoro che considera gli over quaranta troppo vecchi per essere assunti e troppo giovani per la pensione.

“Ne parlavo con i colleghi, anche in queste ultime ore, e sono molto dispiaciuta per questa vicenda: stanno facendo pagare ai lavoratori le scelte scellerate dei dirigenti– dice al telefono dalla sua casa in Virginia, dove si riposerà per 72 ore dopo un tour de force di 6 giorni di voli – mi auguro di cuore che trovino una soluzione. Sento ancora fortissimo l’attaccamento per la mia terra, in Sardegna ho la mia famiglia d’origine, e per il mio Paese, ma mi fa rabbia constatare che la mentalità e il modo di governare non considerino i meriti: negli Stati Uniti non ci sono limiti d’età, se qualcuno si azzarda a imporlo viene automaticamente sanzionato perché equivale a una qualsiasi altra discriminazione”.

VINCE LA MERITOCRAZIA – In certi ambiti, come il suo, l’età più elevata è vista addirittura come una garanzia ulteriore. “Nel senso che per un giovanissimo potrebbe paradossalmente essere più pesante dover fare 6 giorni di voli continui, trascorrere le feste a bordo lontani dalla famiglia o essere a disposizione, stando a 20 minuti dall’aeroporto, perché potrebbero chiamarti per un imbarco non programmato e devi essere pronto a partire. I passeggeri, spesso, vedono solo la parte più “glamour” oppure come quelli che servono bibite, pasti e illustrano le norme di sicurezza, ma in realtà è un lavoro sì bellissimo, ma duro e carico di responsabilità”.

Lei, nel 2019, è stata selezionata tra ben 200mila candidati, di cui solo 3mila arrivati al colloquio per l’ultima prova da cui sono usciti nuovi 1700 dipendenti. Un altro sardo, insieme a lei, all’epoca quarantottenne. “Ci siamo conosciuti in quell’occasione e siamo diventati amici”. Laureata a Londra, alla facoltà di Italianistica, Patrizia parla correntemente anche inglese, spagnolo e tedesco. Prima di indossare la divisa della Delta ha lavorato a lungo come insegnante di italiano per professionisti. Ma quel mondo le stava comunque stretto e ogni tanto riapriva il cassetto dove, fin da ragazza, aveva custodito il suo sogno.

“Un giorno, mentre facevo colazione, ho detto a mio marito che desideravo un nuovo lavoro. Lui mi ha chiesto cosa volessi fare e io ho risposto che lo sapeva bene. Abbiamo parlato del fatto che i nostri figli erano ormai grandi e dei possibili tentativi da fare, ma in quel momento non avevo trovato alcuna offerta, quindi pensavo sarebbe rimasto un sogno”. Qualche giorno dopo, però, su Facebook veniva rilanciata la notizia della selezione di Delta rivolta ad assistenti di volo bilingue. “Avevo i requisiti e ho provato, con entusiasmo ma con poche speranze. Ancora oggi, pensando da italiana, mi chiedo se sia vero”, confida ridendo.

Eppure quello che da noi è impossibile anche immaginare, negli Usa è realtà: “Quando ho fatto la selezione c’era anche una donna di 65 anni. Poi è stata lei a lasciare, ma all’origine non c’erano limitazioni di alcun genere. Dovrebbe essere così anche da noi, ma ancora vedo troppa strada da fare”. Ecco perché, seppure il suo legame con la terra d’origine sia fortissimo e i figli siano come lei innamorati della Sardegna, non vede un ritorno nel suo futuro. “Se dovessi farlo sceglierei la Germania, dove ho già vissuto, perché apprezzo il senso del dovere e il rispetto delle regole. Vorrei che anche nella vita si applicasse sempre il principio che serve per far volare un aereo: ognuno di noi deve fare il suo, serve lo spirito di corpo, altrimenti si resta a terra”.
 
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aa/vv??

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C'è ben poco di "leggero" in questa notizia. Solo la triste constatazione che in Italia nonostante ogni giorno ci siano selezioni per personale navigante, quasi nessuno sopra i 30 venga preso in considerazione.
 
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enryb

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A quanto pare un medico ha accusato forte cefalea causata da fuoriuscita di «liquor, il fluido che protegge cervello e midollo spinale» dopo che «L’unico evento traumatico che avevo sperimentato nei giorni precedenti all’esordio dei sintomi è stato durante una turbolenza nella fase d’atterraggio [...] Avevo il collo reclinato alla sinistra verso mio figlio che mi sedeva accanto. Mi ricordo che uno di questi scossoni mi ha colto con il busto non in asse»

 

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A quanto pare un medico ha accusato forte cefalea causata da fuoriuscita di «liquor, il fluido che protegge cervello e midollo spinale» dopo che «L’unico evento traumatico che avevo sperimentato nei giorni precedenti all’esordio dei sintomi è stato durante una turbolenza nella fase d’atterraggio [...] Avevo il collo reclinato alla sinistra verso mio figlio che mi sedeva accanto. Mi ricordo che uno di questi scossoni mi ha colto con il busto non in asse»

Strano: di solito in queste occasioni si ha la fuoriuscita di liquor intestinalis!
 
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