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Diventare hostess dopo i 50 anni? Negli Usa si può. Il caso di Patrizia Prevosto: “Qui niente limiti di età, c’è una mentalità diversa”
di Cinzia Simbula| 13 Febbraio 2022
L'assistente di volo sarda: "Sento ancora fortissimo l'attaccamento per la mia terra, ma mi fa rabbia constatare che la mentalità e il modo di governare non considerino i meriti: negli Stati Uniti non ci sono limiti d'età, se qualcuno si azzarda a imporlo viene sanzionato"
Da buona europea, e prima ancora da italiana, continua a stupirsi di quel
sogno impossibile diventato realtà oltreoceano. “Da noi, già a quarant’anni, non si hanno speranze di lavorare neppure nei bagni di un aeroporto”. Figurarsi pensare di poter aspirare a realizzare il grande sogno, custodito per anni dentro un cassetto, di diventare
assistente di volo superati i cinquanta.
Patrizia Prevosto, invece, ci è riuscita quando ha spento 55 candeline sulla torta. Stando, però, negli
Stati Uniti che pur con tutte le
contraddizioni a stelle e strisce fanno sì che competenze e preparazione siano requisiti da premiare a dispetto di
limitazioni dovute all’età o, peggio, all’assenza di conoscenze e amicizie altolocate.
LIMITI ITALIANI E VICENDA AIRITALY – Patrizia, sposata e madre di due figli di 19 e 22 anni, si accinge a festeggiare il suo terzo anno da dipendente della
Delta AirLines, proprio mentre nella sua terra di origine va in scena il tragico epilogo della storica
Alisarda-Meridiana diventata AirItaly. Non a caso il suo pensiero va dritto ai
1322 lavoratori destinatari delle lettere di
licenziamento e tagliati fuori da un mercato del lavoro che considera gli over quaranta troppo vecchi per essere assunti e troppo giovani per la pensione.
“Ne parlavo con i colleghi, anche in queste ultime ore, e sono molto dispiaciuta per questa vicenda: stanno facendo pagare ai lavoratori le
scelte scellerate dei dirigenti– dice al telefono dalla sua casa in
Virginia, dove si riposerà per 72 ore dopo un tour de force di 6 giorni di voli – mi auguro di cuore che trovino una soluzione. Sento ancora fortissimo l’attaccamento per la mia terra, in
Sardegna ho la mia famiglia d’origine, e per il mio Paese, ma mi fa rabbia constatare che la mentalità e il modo di governare non considerino i
meriti: negli Stati Uniti non ci sono
limiti d’età, se qualcuno si azzarda a imporlo viene automaticamente sanzionato perché equivale a una qualsiasi altra discriminazione”.
VINCE LA MERITOCRAZIA – In certi ambiti, come il suo, l’età più elevata è vista addirittura come una garanzia ulteriore. “Nel senso che per un giovanissimo potrebbe paradossalmente essere più pesante dover fare 6 giorni di voli continui, trascorrere le feste a bordo lontani dalla famiglia o essere a disposizione, stando a 20 minuti dall’aeroporto, perché potrebbero chiamarti per un
imbarco non programmato e devi essere pronto a partire. I passeggeri, spesso, vedono solo la parte più “glamour” oppure come quelli che servono bibite, pasti e illustrano le norme di sicurezza, ma in realtà è un lavoro sì bellissimo, ma duro e carico di
responsabilità”.
Lei, nel 2019, è stata selezionata tra ben
200mila candidati, di cui solo 3mila arrivati al colloquio per l’ultima prova da cui sono usciti nuovi
1700 dipendenti. Un altro sardo, insieme a lei, all’epoca quarantottenne. “Ci siamo conosciuti in quell’occasione e siamo diventati amici”. Laureata a Londra, alla facoltà di
Italianistica, Patrizia parla correntemente anche inglese, spagnolo e tedesco. Prima di indossare la divisa della Delta ha lavorato a lungo come insegnante di italiano per professionisti. Ma quel mondo le stava comunque stretto e ogni tanto riapriva il cassetto dove, fin da ragazza, aveva custodito il suo sogno.
“Un giorno, mentre facevo colazione, ho detto a mio marito che desideravo un nuovo lavoro. Lui mi ha chiesto cosa volessi fare e io ho risposto che lo sapeva bene. Abbiamo parlato del fatto che i nostri figli erano ormai grandi e dei possibili tentativi da fare, ma in quel momento non avevo trovato alcuna
offerta, quindi pensavo sarebbe rimasto un sogno”. Qualche giorno dopo, però, su
Facebook veniva rilanciata la notizia della selezione di Delta rivolta ad
assistenti di volo bilingue. “Avevo i requisiti e ho provato, con entusiasmo ma con poche speranze. Ancora oggi, pensando da italiana, mi chiedo se sia vero”, confida ridendo.
Eppure quello che da noi è impossibile anche immaginare, negli Usa è realtà: “Quando ho fatto la selezione c’era anche una donna di
65 anni. Poi è stata lei a lasciare, ma all’origine non c’erano limitazioni di alcun genere. Dovrebbe essere così anche da noi, ma ancora vedo troppa strada da fare”. Ecco perché, seppure il suo legame con la terra d’origine sia fortissimo e i figli siano come lei innamorati della Sardegna, non vede un ritorno nel suo futuro. “Se dovessi farlo sceglierei la
Germania, dove ho già vissuto, perché apprezzo il senso del dovere e il rispetto delle regole. Vorrei che anche nella vita si applicasse sempre il principio che serve per far volare un aereo: ognuno di noi deve fare il suo, serve lo
spirito di corpo, altrimenti si resta a terra”.