[TR] Parinacota.


libicocco

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I miei ricordi vanno a quando le diapositive erano il top in materia di foto..il lago Chungara non eh li sotto al Parinacota?
 

ploncito

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Alla fine, nascosto in fondo a un vicolo largo giusto quanto il mio Hyundai, trovo l'Hostal Vientos del Altiplano, dove per 30mila pesos ottengo una stanza in puro laterizio con bagno e letto fornito di coperte pelose decorate con disegni di treni. Visibilio.
Scusa ma dov'e' finito il famoso bivvy? :D
 

13900

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I miei ricordi vanno a quando le diapositive erano il top in materia di foto..il lago Chungara non eh li sotto al Parinacota?
Corretto, l’ultima foto mostra il Parinacota che si specchia nel lago Chungarà. Ma prima del

Scusa ma dov'e' finito il famoso bivvy? :D
Rimasto a casa per motivi di spazio. L’idea iniziale era di fare tutto con trasporti pubblici: partire da La Paz in Bolivia, andare a Sajama e di lí passare in Cile. Il bivvy, in quel senso, aveva un suo perchè e pensavo di portarmi uno zaino più grosso. Poi peró le regole del Covid (e il tempo) han fatto si che solo la parte cilena fosse possibile e, viaggiando con solo bagaglio a mano, il bivvy non serviva. Anzi, col senno di poi posso dire che nemmeno il sacco a pelo era necessario. Ed era la cosa che piu prendeva spazio!
 

belumosi

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Come al solito, uno splendido TR. Scelta dei luoghi, organizzazione del viaggio, narrazione scorrevole e simpatica, formano un mix davvero gradevole. Complimenti. :)
 

13900

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V. L'incontro con la realtà.

Arrivo a Chungarà, la mia destinazione finale, in trionfo. Qui, a 4mila e fischia metri, ho pianificato di dormire, parcheggiato di fronte alla baracca della forestale cilena. Ho giusto un paio di giorni e se polmoni e gambe lo consentono mi piacerebbe provare a scalare il Choquelimpie, una montagna nelle vicinanze. Il posto ha una vista incredibile, bagni decenti e c'è pure il wi-fi.


Siamo solo io, un ranger del CONAF, due tizi che svuotano la fossa biologica e due cileni in moto. Un'altra macchina se n'è andata non appena sono arrivato; non faccio in tempo a registrarmi e a scambiare due chiacchere col ranger che vedo i due motociclisti (arrivati appena prima di me) saltare in sella e volatilizzarsi. Guardo il ranger, il ranger guarda me, e poi vediamo.

Ci sono due omini sulla strada che viene dalla Bolivia. Due omini a piedi. Portano zainetti piccoli, del tipo che i teenagers usano per andare al liceo, e anche da una certa distanza si vede che hanno addosso tutti i loro vestiti, più altri raccattati lungo il percorso. Si avvicinano a una distanza sufficiente per poter parlare, e il ranger ed io iniziamo ad intavolare una discussione con questi due tizi magri e bruciati dal sole. Il loro non è lo spagnolo dolce che si parla in Cile, quello che tramuta le 'tr' in 'tch' come se fossero siciliani. È più veloce, ritmico, faccio spesso fatica a capirlo. Più che parlare, sembra che stiano rappando. Chiedono quanto manchi ad Iquique e né io né il ranger abbiamo il coraggio di dirgli che sono quasi 500km. Perchè abbiamo capito - pure io - chi sono questi due ragazzi di poco più di vent'anni, e come mai sono qui.

Dell'implosione dell'economia venezuelana sappiamo, credo, tutti. La "dieta Maduro", le rivolte, i tentativi di deporre Baffone. E la distruzione di un paese una volta ricco - avevo degli zii che volevano andare a vivere in Venezuela, quand'ero bambino. E, nel documentarmi per questo viaggio, avevo letto di come l'esercito e i carabinieri cileni fossero stati messi in allerta, nelle regioni del Nord, per cercare di evitare tragedie nel deserto. C'erano anche state aggressioni a camionisti boliviani, e proteste anti-immigrazione. Tutto il mondo è paese.

Ma un conto è leggere, un conto è vedere i video in TV, un conto è sentire Trump parlare di muri, Salvini di respingimenti e Priti Patel del suo piano di mandare i richiedenti asilo in Rwanda. Un altro è vedere.

Gli inglesi usano, spesso a sproposito, iperboli tipo "I'm exhausted" o "I'm starving" quando non mangiano da mezz'ora, e ho sempre trovato l'uso di questi termini eccessivo. Beh, da quel giorno a Chungarà ho deciso di non usarli più, perchè solo chi ha fatto trenta giorni (o più, avevan perso il conto) a piedi attraverso Venezuela, Ecuador, Perù e Bolivia può permettersi di definirsi esausto. E solo chi ha passato almeno gli ultimi giorni a digiuno, da quando la polizia boliviana li ha derubati, può dire che sta crepando di fame.

Non ho chiesto come quei due ragazzi si chiamassero mentre il ranger andava a prendere il kit del pronto soccorso e io tiravo fuori cibo e acqua dal baule della Hyundai. Qualche giorno fa, al Lìder di Arica, credevo di aver esagerato un po' con la spesa ma, alla fine della fiera, venne fuori che avevo giusto quanto bastava per me e per un paio di ragazzi che non mangiavano da un paio di giorni.

Se la dignità avesse corso legale, quei due sarebbero milionari. Ci volle un bel po' di convincimento per fargli accettare una bottiglia nuova di succo di frutta, e idem come sopra per il cioccolato, il pane, il formaggio e il prosciutto, la frutta secca. Quasi non volevano che lasciassi due bottiglie di acqua. Provarono almeno tre volte ad offrirsi di lavarmi la macchina in cambio.

Abbiamo tutti un'opinione sull'immigrazione, e non sono qui per dire che io ho ragione o qualcun altro ha torto. So solo che, là fuori, c'è gente che vive in condizioni tali per cui la prospettiva di camminare lungo tutte le Ande con un paio di Nike tarocche è preferibile a restarsene a casa. Gente pronta a dormire per strada, a svegliarsi e a trovare il proprio cane morto di freddo, pur di non rimanere in un paese dove - così mi han detto questi ragazzi - lavorare un mese porta a casa denaro sufficiente per mangiare per tre giorni. Non so come risolvere questa situazione, ma se vogliamo evitare che continui a succedere, beh, in qualche modo dovremmo.

Dopo un po' di tempo, con i due venezuelani che si riposano sul muretto del parcheggio, il ranger mi prende da parte e mi consiglia di spostarmi per un po'. I carabinieri stanno arrivando da Chucuyo, e un'ambulanza da Poconchile e, anche se non pensa che sarà il caso con loro due, ci sono stati casi in cui gli animi si sono scaldati. Mi dice che verranno portati ad Arica, probabilmente all'ospedale, e da li potranno arrivare ad Iquique. Mi consiglia di non dar loro un passaggio a valle; un SUV bello grosso con tanto gasolio è, alla fin fine, un target per quanto improbabile.

Passo lì ancora un po' di tempo, poi fingo di dover proseguire, andare oltre, e saluto i due ragazzi e il ranger. Non posso fare a meno di sentirmi in colpa, e lo sento ancora adesso, per... qualcosa. Non so esattamente cosa. Forse per aver avuto il culo di essere nato a Biella e non in Venezuela, da madre insegnante e padre bancario. Di certo non mi sento di aver meritato i ringraziamenti e le lacrime agli occhi di quei due ragazzi cui auguro buona fortuna, dò una manata di pesos e stringo le mani prima di andarmene via, verso il villaggio di Parinacota. Mentre scendo, vedo arrivare il pick-up biancoverde dei carabinieri e un'ambulanza.
 

13900

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Come al solito, uno splendido TR. Scelta dei luoghi, organizzazione del viaggio, narrazione scorrevole e simpatica, formano un mix davvero gradevole. Complimenti. :)
Grazie mille, mi sa che l'ultimo post è un po' un downer però.
 

Seaking

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Il Venezuela, che ha tutte le potenzialità per diventare una sorta di paradiso in terra, non riesce ad uscire da quella spirale di ideologia/utopia/criminalità endemica che lo ha invece reso uno dei Paesi più pericolosi e difficili da abitare.

La tua testimonianza è davvero toccante e concordo con te: vedere con i propri occhi e con quelli di chi scappa da lì le conseguenze di decenni di gestione scellerata del Paese (o forse sarebbe meglio dire di non gestione) è un'altra cosa rispetto alle tante sparate buoniste o populiste (a seconda del politico di turno) sentite in televisione.

Basterebbe farsi una notte su una corvetta della Guardia Costiera tra la Sicilia e Lampedusa...
 

londonfog

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la capacita' umana di distruggere e' infinita. La resilienza umana che ti porta a farsi a piedi dal Venezuela al Cile e' anche lei infinita. Purtroppo siamo costretti a subirci i proclami di politici che fanno leva sul populismo più' becero e considerano certe realta' un problema altrui. Mi sento estremamente fortunato di leggere i tuoi TR dalla mia scrivania con vista sul Tamigi.
Ho sempre ammirato il tuo stile, ma la descrizione dell'incontro con i due giovani venezuelani e' epica.
 

bamby69

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E' un racconto e sono considerazioni che ben si addicono a parecchi di noi, che hanno la fortuna di potere viaggiare, osservare, e trarre punti di riflessione da esperienze ed incontri come il tuo.
Il Venezuela, che ha tutte le potenzialità per diventare una sorta di paradiso in terra, non riesce ad uscire da quella spirale di ideologia/utopia/criminalità endemica che lo ha invece reso uno dei Paesi più pericolosi e difficili da abitare.

La tua testimonianza è davvero toccante e concordo con te: vedere con i propri occhi e con quelli di chi scappa da lì le conseguenze di decenni di gestione scellerata del Paese (o forse sarebbe meglio dire di non gestione) è un'altra cosa rispetto alle tante sparate buoniste o populiste (a seconda del politico di turno) sentite in televisione.

Basterebbe farsi una notte su una corvetta della Guardia Costiera tra la Sicilia e Lampedusa...
Tutti buonisti vedo ospitatene un po in casa vostra e poi mi dite però non voglio insistere io li chiamo piddini da tastiera o piddini con il Rolex al polso!
 

londonfog

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Londra
Tutti buonisti vedo ospitatene un po in casa vostra e poi mi dite però non voglio insistere io li chiamo piddini da tastiera o piddini con il Rolex al polso!
Vorrei solo farti presente che basta veramente poco per diventare "rifugiati". 79 anni fa (1943), per esempio, mio padre, i miei nonni e la loro famiglia andarono in Svizzera a piedi. Erano una famiglia borghese che fino al 1938 non aveva problemi economici o esistenziali. Con questo non li voglio paragonare a quelli che vanno dal Venezuela al Cile a piedi (il percorso era più corto e meno agevole), ma per me rappresentano il monito che puo' capitare a tutti.
 

13900

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E' un racconto e sono considerazioni che ben si addicono a parecchi di noi, che hanno la fortuna di potere viaggiare, osservare, e trarre punti di riflessione da esperienze ed incontri come il tuo.
Grazie GP.

Il Venezuela, che ha tutte le potenzialità per diventare una sorta di paradiso in terra, non riesce ad uscire da quella spirale di ideologia/utopia/criminalità endemica che lo ha invece reso uno dei Paesi più pericolosi e difficili da abitare.

La tua testimonianza è davvero toccante e concordo con te: vedere con i propri occhi e con quelli di chi scappa da lì le conseguenze di decenni di gestione scellerata del Paese (o forse sarebbe meglio dire di non gestione) è un'altra cosa rispetto alle tante sparate buoniste o populiste (a seconda del politico di turno) sentite in televisione.

Basterebbe farsi una notte su una corvetta della Guardia Costiera tra la Sicilia e Lampedusa...
E' questo che volevo trasmettere, la dimensione umana di un fenomeno di cui parliamo in maniera molto astratta. E l'obbligo, almeno quello è ciò che ho provato io, di dare una mano.

la capacita' umana di distruggere e' infinita. La resilienza umana che ti porta a farsi a piedi dal Venezuela al Cile e' anche lei infinita. Purtroppo siamo costretti a subirci i proclami di politici che fanno leva sul populismo più' becero e considerano certe realta' un problema altrui. Mi sento estremamente fortunato di leggere i tuoi TR dalla mia scrivania con vista sul Tamigi.
Ho sempre ammirato il tuo stile, ma la descrizione dell'incontro con i due giovani venezuelani e' epica.
Grazie Silvano. La fortuna è esattamente quella che sento anche io per me. E' stato un giro della roulette; fosse uscito rosso anzichè nero, o quel che è, sarei magari nato io in Venezuela.

Tutti buonisti vedo ospitatene un po in casa vostra e poi mi dite però non voglio insistere io li chiamo piddini da tastiera o piddini con il Rolex al polso!
Pur vedendo che ti hanno bannato, vorrei comunque provare a rispondere al tuo post.

La cosa che più mi rattrista di quello che scrivi è che o non hai letto ciò che ho scritto, o non mi sono spiegato per bene (rimane la terza opzione, che per educazione non voglio porre sul tavolo).

Non voglio fare un discorso sull'immigrazione. Porti aperti, porti chiusi, muri, non muri; non sono qui per discutere di quello. Ognuno ha le sue opinioni, e non voglio discuterle. Credo di aver scritto tanto quanto nel mio post di cui sopra. Il mio obiettivo era di parlare di due persone che ho incontrato per strada. Di raccontare, poco e male non lo metto in dubbio, di ciò che hanno fatto e del perchè l'hanno fatto. E di come mi sono sentito ascoltandoli. Punto.

Io trovo che troppo spesso noi, come società, si tenda a pensare a certe categorie (gli immigrati, per esempio, o i clochard) appunto come un'entità a sé stante, un qualcosa di diverso da noi, di "non umano". E quell'incontro con quei due venezuelani, là in cima alle Ande, m'ha ricordato che così non è.

Vorrei solo farti presente che basta veramente poco per diventare "rifugiati". 79 anni fa (1943), per esempio, mio padre, i miei nonni e la loro famiglia andarono in Svizzera a piedi. Erano una famiglia borghese che fino al 1938 non aveva problemi economici o esistenziali. Con questo non li voglio paragonare a quelli che vanno dal Venezuela al Cile a piedi (il percorso era più corto e meno agevole), ma per me rappresentano il monito che puo' capitare a tutti.
Grazie per la testimonianza, Silvano. Ed è qualcosa che i due ragazzi hanno anch'essi rimarcato nella nostra conversazione. Nessuno dei due si sarebbe immaginato di finire come sono finiti.
 

LH400

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Ci sono viaggi di ogni tipo, come dice bene Rumiz nello splendido Tre uomini in bicicletta, un inno al bike touring che ho comprato mesi fa alla Feltrinelli di via Italia (per poi dimenticarmene fino a questa scampagnata). E così come succede al buon Paolo non appena inforcata la sella, questo viaggio - seppur breve - è stato un distillato di emozioni: gioia, esaltazione, noia, preoccupazione, tristezza, senso di colpa, pace e serenità.

Ma è meglio iniziare dall'inizio.
Già dall'incipit ho pensato " ecco ancora un TR emozionante per come sarà scritto".
Ovviamente avevo ragione!
 

libicocco

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Il Venezuela, che ha tutte le potenzialità per diventare una sorta di paradiso in terra, non riesce ad uscire da quella spirale di ideologia/utopia/criminalità endemica che lo ha invece reso uno dei Paesi più pericolosi e difficili da abitare.
purtroppo le basi di questo le avevano gia' quando il convair 540 dell Avensa volava a Tucupita (fine anni 80)
 

nicolap

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Staff Forum
10 Novembre 2005
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Roma
Aspettavo a farti i complimenti per il TR, come sempre strepitoso e narrativamente superbo. Dopo l'ultimo post, però, più che i complimenti, mi sento di dirti che hai colto e trasmesso il senso della dimensione umana di questo mondo, e ti sono grato per avercela ricordata. Grazie davvero.

I commenti dell'Orban de noantri confermano purtroppo come questo mondo sia spesso una vera merda.
 

13900

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Già dall'incipit ho pensato " ecco ancora un TR emozionante per come sarà scritto".
Ovviamente avevo ragione!
Beh, sono contento che tu abbia ragione!

purtroppo le basi di questo le avevano gia' quando il convair 540 dell Avensa volava a Tucupita (fine anni 80)
Si, immagino che non sia successo tutto in un mese.

Aspettavo a farti i complimenti per il TR, come sempre strepitoso e narrativamente superbo. Dopo l'ultimo post, però, più che i complimenti, mi sento di dirti che hai colto e trasmesso il senso della dimensione umana di questo mondo, e ti sono grato per avercela ricordata. Grazie davvero.

I commenti dell'Orban de noantri confermano purtroppo come questo mondo sia spesso una vera merda.
Grazie mille Nicola per il commento. E concordo sull'ultima frase. Giusto oggi, purtroppo, leggevo che gli addetti (?) alle previsioni meteo qui in UK sono stati subissati di insulti per aver osato coprire l'ondata di calore e parlare di cambiamento climatico. Non pensavo si potesse fare guerra culturale anche sul meteo.

Grazie!

Bellissimo TR, come sempre, ho aspettato qualche giorno per leggerlo per avere più "episodi"
Grazie mille! Tra poco ne arrivano un altro paio.