Il dossier Ita Airways ha davanti giorni delicati nei quali si deciderà anche il nuovo percorso sulla privatizzazione. Il ministero dell’Economia — azionista unico del vettore tricolore — farà presto il punto dopo aver terminato gli obblighi di esclusiva concessi dal 31 agosto al fondo statunitense Certares che si presenta assieme agli alleati commerciali Air France-Klm e Delta Air Lines. Una mossa che fa riaprire la gara e rimette in pista la cordata alternativa, quella di Msc-Lufthansa, che era uscita sconfitta dallo scontro diretto con Certares.
Le criticità
L’opzione Certares, secondo gli addetti ai lavori, è da subito risultata «debole» non dal punto di vista finanziario, ma industriale, mancando un partner del settore nel capitale della compagnia italiana. Né Air France-Klm né Delta, infatti, hanno ceduto su questo punto: per loro l’interesse della proposta Certares è solo sugli aspetti commerciali. Tant’è che, come ricorda l’agenzia LaPresse, «mancherebbero ancora i fondamentali industriali che avrebbero dovuto caratterizzare l’offerta capitanata dal fondo Usa» e che ha portato alla scadenza dell’obbligo di esclusiva, avviando nuove interlocuzioni alla vigilia dell’esborso per lo Stato di 400 milioni di euro di seconda tranche autorizzata dall’Antitrust Ue.
Le due cordate
Intanto Certares continua a studiare i numeri forniti da Ita nelle ultime settimane — soprattutto quelli relativi alla profittabilità delle rotte —, mentre batte un colpo Lufthansa che ribadisce la sua posizione: l’interesse per l’Italia e il suo ricco mercato aereo resta alto, così come per il futuro di Ita, ma «siamo interessati a una vera privatizzazione della compagnia aerea», dicono da Francoforte. Per i tedeschi — che ad agosto hanno inviato un’offerta vincolante congiunta con il colosso marittimo Msc — la quota statale non può essere alta come quella che prevede Certares (49,99%).
Le vicende interne
Il dossier Ita però ha anche un secondo binario, quello puramente interno all’azienda: la revoca delle deleghe esecutive al presidente Alfredo Altavilla da parte dei sei membri dimissionari del Cda e dell’amministratore delegato Fabio Lazzerini, ha portato il presidente a presentare un atto al tribunale civile di Roma denunciando la mancanza di giusta causa nella decisione del Cda e l’illegittimità della forma adottata (secondo Altavilla non spetta al cda). Negli ultimi giorni la vicenda si è arricchita di attività di dossieraggio nei confronti di alcuni dirigenti (ed ex) di Ita che hanno portato Altavilla a invitare le autorità a verificare in che modo il vettore avrebbe acquisito informazioni riguardo diversi dipendenti. Una coda legale — di accuse da una parte all’altra — che rischia di avere conseguenze milionario per le casse dello Stato.
lberberi@corriere.it
Nei prossimi giorni il ministero farà il punto sulla privatizzazione. Al centro ci saranno le debolezze industriali del fondo Usa, l’alternativa Msc-Lufthansa e le tensioni interne
www.corriere.it