Ita Airways : a Lufthansa il 40% della compagnia italiana


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Pinolo

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si sa qualcosa in più?

Incident: ITA A319 near Rome on Nov 2nd 2023, engine failure
By Simon Hradecky, created Friday, Nov 3rd 2023 17:59Z, last updated Friday, Nov 3rd 2023 17:59Z

An ITA Airways Airbus A319-100, registration EI-IML performing flight AZ-1197 from Milan Linate to Reggio Calabria (Italy), was enroute at FL370 near Rome (Italy) when the aircraft encountered severe turbulence. While flying in that turbulence one of the engines (CFM56) failed prompting the crew to shut the engine down and divert to Rome Fiumicino for a safe landing on runway 16L about 25 minutes after leaving FL370.

A replacement A319-100 registration EI-IMX reached Reggio Calabria with a delay of about 2:40 hours.

The occurrence aircraft is still on the ground in Rome about 27 hours after landing.
 

Vincenzo Bova

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9 Giugno 2016
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Non era un problema al motore, ma durante il volo è apparso l' avviso di basso livello di uno dei tre impianti idraulici, e l' equipaggio ha deciso di atterrare a Fiumicino. In effetti vi era una perdita. Nessu problema al motore.

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OneShot

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31 Dicembre 2015
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Paris
La versione de Il Giornale:
"L'ok Ue urgente per Ita, non per noi"
Spohr punta il dito sulle perdite della compagnia italiana. Boom di utili per quella tedesca.

Nel giorno in cui Lufthansa brinda a 1,2 miliardi di profitti realizzati negli ultimi tre mesi, il suo presidente e ceo Carsten Spohr torna con una spallata sulle nozze con Ita Airways. «Secondo le nostre conoscenze - ha detto - per Ita continuano ad esserci sempre perdite. Per questo continua ad essere dovuta un'urgenza in questa transazione, non dal nostro punto di vista ma da quello di Ita».

Sullo sfondo c'è un braccio di ferro con l'Antitrust Ue: il nodo, come anticipato oltre un mese fa da Il Giornale e rilanciato in questi giorni da altre testate, è sulle ricche rotte del Nord America e dell'Asia. Da Bruxelles, per dare il benestare all'operazione, si vorrebbe che Lufthansa rinunciasse ad alcuni slot strategici attualmente in concessione presso gli aeroporti di Francoforte e Monaco. Una richiesta indigesta ai vertici del big tedesco, che intendono prendersi tutto il tempo necessario per strappare un accordo migliore, senza lesinare riferimenti maliziosi alle difficoltà che Ita continua ad attraversare nonostante si parli di una situazione migliore del previsto. Del resto, ha sottolineato il manager, la «qualità» del processo di approvazione da parte dell'antitrust Ue dell'acquisizione del 41% di Ita Airways è «più importante» dei tempi. Ha poi aggiunto che è in corso un processo «molto costruttivo per realizzare questa transazione» e che si attende l'ok realisticamente per l'inizio del prossimo anno (è stata definita improbabile l'ipotesi di un closing entro dicembre).
Ad oggi, quindi, si è in una fase di pre-notifica dell'operazione, che non è ancora formalmente arrivata a Bruxelles. In ogni caso, ha dichiarato un portavoce della Commissione Ue, «siamo in contatto con le parti per discutere la transazione prima della sua notifica ufficiale». Almeno a parole, la volontà del vettore tedesco di portare a casa l'operazione appare solida. Anche perché si tratta di un'intesa vantaggiosa soprattutto per Berlino. Lo slittamento dei tempi, però, e l'aggravarsi della situazione di Ita, potrebbe mettere in discussione la cifra messa sul tavolo (325 milioni) per la fase uno dell'operazione. Sull'argomento, Spohr ha spiegato che nel contratto sono previste delle date e che l'attuale tabella di marcia rientra ancora nelle scadenze previste. Intanto, quel che è certo è che Lufthansa sta giocando questa partita con spalle molto larghe e la sicurezza di chi ha mandato in archivio conti trimestrali da record: nei tre mesi estivi, i ricavi totali del gruppo sono aumentati dell'8% rispetto all'anno precedente, attestandosi a 10,3 miliardi di euro (9,5 miliardi nello stesso periodo dello scoso anno). «Ciò ha reso il terzo trimestre il più forte della storia di Lufthansa Group in termini di ricavi», rileva la compagnia. Il tutto rafforzato da 1,2 miliardi di utile netto, con un +47% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso quando si fermò a 809 milioni. Ieri in Borsa il titolo ha strappato un +7,7% a 7,08 euro.

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13900

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Del resto, ha sottolineato il manager, la «qualità» del processo di approvazione da parte dell'antitrust Ue dell'acquisizione del 41% di Ita Airways è «più importante» dei tempi. Ha poi aggiunto che è in corso un processo «molto costruttivo per realizzare questa transazione» e che si attende l'ok realisticamente per l'inizio del prossimo anno (è stata definita improbabile l'ipotesi di un closing entro dicembre).
Ipse dixit... Io mi fido di piu' di Spohr che di certe uscite da parte di politici nostrani.

Il fatto che ITA perda soldi non penso sia una sorpresa. Sarebbe sorprendente se, alla terza volta che si fa lo stesso business model, ci fosse un risultato positivo alla fine.
 

leerit

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3 Settembre 2019
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Ita Airways potrebbe lasciare a inizio 2024 Malpensa, il secondo aeroporto internazionale del Paese, per concentrare su Roma Fiumicino le sue attività intercontinentali. I vertici del vettore stanno pensando di togliere l’unico volo operato da loro nello scalo in provincia di Varese, il Milano-New York, perché continua ad essere in perdita. È quanto apprende il Corriere della Sera da tre fonti a conoscenza delle discussioni interne all’azienda. I collegamenti nazionali ed europei continuerebbero come sempre a Linate dove detiene circa il 60% degli slot.

Decisione a giorni
Per l’addio a Malpensa in Ita si ragiona sul 15 gennaio 2024, anche se le stesse fonti sottolineano che non è stata ancora presa una decisione definitiva che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. A pesare, infatti, potrebbero essere le eventuali reazioni negative della politica locale lombarda. Anche se, va ricordato, l’addio era stato previsto dal primo piano industriale che ha accompagnato la nascita della società che il 15 ottobre 2021 ha preso il posto di Alitalia. Ita, contattata nel fine settimana, non commenta.


I numeri
La tratta tra il capoluogo lombardo e la «Grande mela» è tra quelle con i maggiori ricavi in Italia. Ma per buona parte dell’anno il volo di Ita — in un mercato transatlantico dove si sfidano ben sette vettori se si considerano JFK e Newark — risulta in perdita soprattutto per la concorrenza di Emirates, proseguono le fonti. E del resto anche quando operava Alitalia i risultati non erano soddisfacenti. Nel 2018, secondo i documenti consultati dal Corriere, a fronte di oltre 60 milioni di euro di ricavi e 140 mila passeggeri imbarcati sulla tratta, l’allora compagnia ha chiuso i dodici mesi con un Ebit negativo di 1,8 milioni di euro.


L’offerta
Al momento i voli di Ita Malpensa-New York JFK risultano in vendita anche nel 2024, ma questo potrebbe cambiare nei prossimi giorni. Secondo i dati forniti al Corriere dalla società specializzata Cirium Diio quest’anno la compagnia di bandiera ha messo a disposizione 173.500 posti e 694 voli sulla rotta Malpensa-New York JFK, considerando entrambe le direzioni. Il collegamento è offerto con un Airbus A330 ereditato da Alitalia. Si tratta del 13% di tutti i sedili offerti tra Milano e New York (includendo Newark), dopo Emirates, Delta Air Lines, American Airlines, United Airlines e poco prima di Neos e La Compagnie (che usa un aereo con solo sedili Business).


La riduzione negli anni
Negli ultimi anni la presenza di Alitalia prima e Ita poi si è via via ridotta in provincia di Varese: attualmente l’aerolinea rappresenta lo 0,5% dell’offerta di sedili a Malpensa per l’intero 2023. Dieci anni fa la quota di mercato era del 4%. Ma nel 2004 — secondo l’analisi del Corriere sul database di Cirium — Alitalia offriva quasi sei posti su dieci, risultando il primo vettore nello scalo.


I ricavi e le perdite
Un’altra piattaforma specializzata, Airline Data Inc, calcola che nei primi sette mesi di quest’anno Ita Airways è risultata la terza compagnia per passeggeri trasportati tra Malpensa e New York sui voli diretti, ma i suoi ricavi stimati in 16 milioni di euro dalla vendita dei biglietti la fanno scendere al quinto gradino di una classifica dominata da Emirates con 110 milioni. Fonti a conoscenza dei numeri spiegano al Corriere che nel 2023 su quella tratta Ita dovrebbe perdere circa un milione di euro.


Le difficoltà
Ita guarda da sempre a Malpensa come a un hub per il servizio cargo dal momento che lì transita oltre la metà delle merci trasportate via aria in Italia. Quanto ai voli di linea — nazionali, internazionali e intercontinentali — nello scalo sono quasi impossibili per il vettore, secondo le fonti, per diverse ragioni. Sui collegamenti di breve e medio raggio dominano le low cost ed è difficile «alimentare» Malpensa con passeggeri presi altrove per la presenza di Linate, il city airport a pochi chilometri dal centro città. Da non dimenticare anche il ruolo di un altro scalo lombardo, quello di Bergamo, che drena ulteriormente i flussi.

Il piano saltato con Klm
Il rapporto tra il vettore di bandiera e Malpensa è stato più che altalenante. Quando Alitalia e Klm si preparavano nel 2000 a un matrimonio che avrebbe cambiato gli equilibri nei cieli europei uno dei punti principali prevedeva la nascita dell’hub di Malpensa da affiancare a Roma Fiumicino e Amsterdam. «Ma il governo italiano scelse di bloccare tutto», ha ricordato in un’intervista al Corriere nell’estate 2019 Domenico Cempella, ai tempi l’amministratore delegato di Alitalia che aveva fortemente voluto l’accordo con Klm e che è scomparso nell’aprile 2021.


Il «de-hubbing»
Saltato l’accordo con gli olandesi da quel momento è iniziato il disimpegno di Alitalia a Malpensa, il famoso «de-hubbing»: nel 2008 il vettore tricolore di fatto ha chiuso la base, concentrando le operazioni a Linate dove attualmente secondo Cirium offre circa il 60% dei posti. Il dossier Malpensa potrebbe essere affrontato di nuovo da Lufthansa quando entrerà in Ita dopo il via libera dell’Antitrust Ue. I vertici del gruppo europeo hanno spiegato di recente che l’ok delle autorità regolatorie comunitarie dovrebbe arrivare «a inizio 2024».

 

Dancrane

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Il volo MXP - JFK e' quello che in questo momento soffre di piu' sul segmento lungo raggio.
Scontato che sia così, non ha uno straccio di supporto feeder, è l’unico volo della compagnia su quell’aeroporto, nessuna possibilità di accumulo punti se non sul programma proprio, connessioni sugli USA non pervenute, concorrenza feroce. È un PTP secco ormai fuori mercato, meglio spostare la macchina dove possa rendere meglio.
 

londonfog

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La riduzione negli anni
Negli ultimi anni la presenza di Alitalia prima e Ita poi si è via via ridotta in provincia di Varese: attualmente l’aerolinea rappresenta lo 0,5% dell’offerta di sedili a Malpensa per l’intero 2023. Dieci anni fa la quota di mercato era del 4%. Ma nel 2004 — secondo l’analisi del Corriere sul database di Cirium — Alitalia offriva quasi sei posti su dieci, risultando il primo vettore nello scalo.
E' qui che casca l'asino dal punto di vista della qualita' dell'informazione. Al momento rappresenta lo 0.5% su X offerta di sedili, sulla MXP-NYC, su tutto il traffico dell'aeroporto, su tutti i voli intercontinentali?
Dieci anni fa la quota di mercato era del 4%, stessa domanda 4% di che cosa? MXP non offre coincidenze, chi usa BLQ, VRN, VCE, TRS non va certo a MXP per gli intercontinentali, quando compagnie europee offrono voli feeder sulla loro rete IC.

Alla fine della fiera e' l'unico volo ITA da MXP su una rotta che ha altre sei compagnie. Tre delle quali USA offrono molte coincidenze lato USA, non ci vuole un genio del route management, per capire che non e' la gallina dalle uova d'oro e quindi l'aereo puo' essere sfruttato in modo piu' redditizio altrove.
 
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belumosi

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E' qui che casca l'asino dal punto di vista della qualita' dell'informazione. Al momento rappresenta lo 0.5% su X offerta di sedili, sulla MXP-NYC, su tutto il traffico dell'aeroporto, su tutti i voli intercontinentali?
Dieci anni fa la quota di mercato era del 4%, stessa domanda 4% di che cosa?
Berberi scrive che lo 0.5% rappresenta la percentuale dell'offerta di sedili ITA a MXP. E in assenza di altri riferimenti, secondo me è da intendersi riferita all'intero traffico dello scalo.
Essendo posti come termini di confronto, ed in assenza di ulteriori indicazioni, anche il 4% di share dieci anni fa e il 60% del 2004, sono da intendersi come percentuale di sedili offerta da AZ sul totale dell'intero traffico di MXP nei rispettivi periodi.
Sono d'accordo con il resto del tuo post.
 
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