Ita Airways potrebbe lasciare a inizio 2024 Malpensa, il secondo aeroporto internazionale del Paese, per concentrare su Roma Fiumicino le sue attività intercontinentali. I vertici del vettore stanno pensando di togliere l’unico volo operato da loro nello scalo in provincia di Varese, il Milano-New York, perché continua ad essere in perdita. È quanto apprende il Corriere della Sera da tre fonti a conoscenza delle discussioni interne all’azienda. I collegamenti nazionali ed europei continuerebbero come sempre a Linate dove detiene circa il 60% degli slot.
Decisione a giorni
Per l’addio a Malpensa in Ita si ragiona sul 15 gennaio 2024, anche se le stesse fonti sottolineano che non è stata ancora presa una decisione definitiva che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. A pesare, infatti, potrebbero essere le eventuali reazioni negative della politica locale lombarda. Anche se, va ricordato, l’addio era stato previsto dal primo piano industriale che ha accompagnato la nascita della società che il 15 ottobre 2021 ha preso il posto di Alitalia. Ita, contattata nel fine settimana, non commenta.
I numeri
La tratta tra il capoluogo lombardo e la «Grande mela»
è tra quelle con i maggiori ricavi in Italia. Ma per buona parte dell’anno il volo di Ita — in un mercato transatlantico dove si sfidano ben sette vettori se si considerano JFK e Newark — risulta in perdita
soprattutto per la concorrenza di Emirates, proseguono le fonti. E del resto anche quando operava Alitalia i risultati non erano soddisfacenti. Nel 2018, secondo i documenti consultati dal Corriere, a fronte di oltre 60 milioni di euro di ricavi e 140 mila passeggeri imbarcati sulla tratta, l’allora compagnia ha chiuso i dodici mesi con un Ebit negativo di 1,8 milioni di euro.
L’offerta
Al momento i voli di Ita Malpensa-New York JFK risultano in vendita anche nel 2024, ma questo potrebbe cambiare nei prossimi giorni. Secondo i dati forniti al Corriere dalla società specializzata Cirium Diio quest’anno la compagnia di bandiera ha messo a disposizione 173.500 posti e 694 voli sulla rotta Malpensa-New York JFK, considerando entrambe le direzioni. Il collegamento è offerto con un Airbus A330 ereditato da Alitalia. Si tratta del 13% di tutti i sedili offerti tra Milano e New York (includendo Newark), dopo Emirates, Delta Air Lines, American Airlines, United Airlines e poco prima di
Neos e La Compagnie (
che usa un aereo con solo sedili Business).
La riduzione negli anni
Negli ultimi anni la presenza di Alitalia prima e Ita poi si è via via ridotta in provincia di Varese: attualmente l’aerolinea rappresenta lo 0,5% dell’offerta di sedili a Malpensa per l’intero 2023. Dieci anni fa la quota di mercato era del 4%. Ma nel 2004 — secondo l’analisi del Corriere sul database di Cirium — Alitalia offriva quasi sei posti su dieci, risultando il primo vettore nello scalo.
I ricavi e le perdite
Un’altra piattaforma specializzata, Airline Data Inc, calcola che nei primi sette mesi di quest’anno Ita Airways è risultata la terza compagnia per passeggeri trasportati tra Malpensa e New York sui voli diretti, ma i suoi ricavi stimati in 16 milioni di euro dalla vendita dei biglietti la fanno scendere al quinto gradino di una classifica dominata da Emirates con 110 milioni. Fonti a conoscenza dei numeri spiegano al Corriere che nel 2023 su quella tratta Ita dovrebbe perdere circa un milione di euro.
Le difficoltà
Ita guarda da sempre a Malpensa come a un hub per il servizio cargo dal momento che lì transita oltre la metà delle merci trasportate via aria in Italia. Quanto ai voli di linea — nazionali, internazionali e intercontinentali — nello scalo sono quasi impossibili per il vettore, secondo le fonti, per diverse ragioni. Sui collegamenti di breve e medio raggio dominano le low cost ed è difficile «alimentare» Malpensa con passeggeri presi altrove per la presenza di Linate, il city airport a pochi chilometri dal centro città. Da non dimenticare anche il ruolo di un altro scalo lombardo, quello di Bergamo, che drena ulteriormente i flussi.
Il piano saltato con Klm
Il rapporto tra il vettore di bandiera e Malpensa è stato più che altalenante. Quando Alitalia e Klm si preparavano nel 2000 a un matrimonio che avrebbe cambiato gli equilibri nei cieli europei uno dei punti principali prevedeva la nascita dell’hub di Malpensa da affiancare a Roma Fiumicino e Amsterdam. «Ma il governo italiano scelse di bloccare tutto», ha ricordato in
un’intervista al Corriere nell’estate 2019 Domenico Cempella, ai tempi l’amministratore delegato di Alitalia che aveva fortemente voluto l’accordo con Klm e che è scomparso nell’aprile 2021.
Il «de-hubbing»
Saltato l’accordo con gli olandesi da quel momento è iniziato il disimpegno di Alitalia a Malpensa, il famoso «de-hubbing»: nel 2008 il vettore tricolore di fatto ha chiuso la base, concentrando le operazioni a Linate dove attualmente secondo Cirium offre circa il 60% dei posti. Il dossier Malpensa potrebbe essere affrontato di nuovo da Lufthansa
quando entrerà in Ita dopo il via libera dell’Antitrust Ue. I vertici del gruppo europeo hanno spiegato di recente che l’ok delle autorità regolatorie comunitarie dovrebbe arrivare «a inizio 2024».
La compagnia opera solo il collegamento con New York in perdita per la concorrenza di altri sei vettori. Nel 2004 Alitalia aveva quasi il 60% del mercato, Ita è allo 0,5%
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