Milano ha avuto la sua occasione nel 1998 ma non ha saputo sfruttarla. In parte per colpe locali, in parte a causa dei fortissimi legami che permanevano tra AZ e Roma.
Dopo il dehub del 2008, gli spazi lasciati vuoti dalla compagnia italiana sono stati via via riempiti dai vari concorrenti, con le LC a farla da padrone su circa il 60% del traffico del sistema milanese.
La presenza di AZ a Roma, ha limitato questa percentuale a circa il 40%, con la compagnia di bandiera che ha mantenuto (a carissimo prezzo) una posizione dominante tra FCO e le varie destinazioni nazionali. Condizione imprescindibile per un hub carrier.
MXP da questo punto di vista sarebbe svantaggiata dalla posizione geografica periferica, ed un hub ivi basato avrebbe il grande problema di dover alimentare tutta la fetta d'Italia a nord della linea Pisa-Firenze-Rimini con dei feed puri, essendo il treno largamente vincente sui collegamenti ptp (TRS escluso).
E volendo seguire questa strada, molto probabilmente gli aerei adatti allo scopo sarebbero degli ATR o similari, macchine che ormai i pax delle major accettano di vedere solo negli album di storia.
Un aspetto di questo confronto tra Milano e Roma di cui si parla poco, ma che invece è fondamentale, è l'evoluzione del posizionamento dell'Italia nella classifica del PIL per abitante.
Nel 1998 gli italiani erano molto meglio posizionati di ora nei confronti con gli altri stati. Da allora siamo stati i più veloci nel passo del gambero. Chi volesse farsi del male, può dare uno sguardo qui:
ecipe.org
Visto che MXP ha una quota di traffico composta da italiani in uscita nettamente superiore a quella di FCO, il calo nel ranking sul reddito ha impattato maggiormente sullo scalo lombardo.
Visto che le compagnie si sono trovate via via a far fronte al minor potere d'acquisto degli italiani, hanno spostato sempre più la loro attenzione verso altri mercati in grado di pagare di più.
E per Roma, destinazione turistica per eccellenza, questa è stata una manna. Tanto da aver assorbito sempre con una certa disinvoltura le turbolenze che hanno coinvolto AZ negli ultimi anni.
Per cui trovo comprensibile che LH in questo momento storico, abbia deciso di puntare su FCO.
A Milano ci sono buoni motivi per rimpiangere l'occasione perduta: con LIN chiuso e la quasi totalità della flotta AZ (fusa con KLM) a MXP, probabilmente si sarebbe andati vicino alla saturazione dello scalo limitando moltissimo la concorrenza diretta delle LC, che in pratica avrebbero potuto solo colonizzare Bergamo.
In parole povere, la storia avrebbe potuto essere molto diversa.
Ma come sappiamo tutti, del senno di poi son piene le fosse.
Altra storia sarebbe riprovarci oggi. Praticamente ogni destinazione di breve/medio raggio è stra-coperta da una o più LC e anche il lungo raggio ha riguadagnato un buon network.
In pratica l'aspirante hub carrier che volesse provarci, dovrebbe competere con gli yield delle LC su tutti i feed e competere con le major del resto del mondo su tutte le principali destinazioni globali. Se è vero che teoricamente si può far tutto, è abbastanza scontato che creare un giocattolo del genere richiederebbe innanzitutto ben altra dimensione rispetto ad una mezza ITA, ma soprattutto un investimento che nei decenni andrebbe misurato nell'ordine delle decine di miliardi.
Ci hanno provato Al Baker insieme all'Aga Khan con Air Italy, ma dopo il primo miliardo perso, hanno capito che il gioco non valeva la candela.
Per avere un idea precisa degli investimenti necessari a creare oggi un nuovo hub carrier a MXP, credo sia sufficiente ricordare che nel solo 2019 Air Italy ha registrato una perdita netta di 419 M€, dopo aver trasportato appena 2.13 M di pax con un piccola flotta di 13 aerei.
Detto questo, MXP avrà comunque le sue possibilità di crescita sul PTP. Altri voli LR arriveranno senz'altro (il 321 XLR darà una mano) e secondo me a regime UA, una volta in JV anche con ITA e forte del peso di Star Alliance in zona, potrebbe pensare a qualche apertura.
Credo però che sia necessario relegare alla storia l'abbinamento tra le parole hub e MXP.
Da un certo punto di vista possiamo vedere gli ultimi 15 anni come una fase di transizione per il trasporto aereo italiano.
Se l'operazione LH-ITA andrà in porto e la compagnia italiana riuscirà a diventare sostenibile, quella fase di transizione si chiuderà. ITA sarà definitivamente il vettore italiano ammesso nella cerchia delle major e questo sarà il tassello finale che blinderà l'impostazione strategica dell'aviazione civile italiana negli anni a venire.