Io davvero non riesco a capacitarmi di questo accanimento terapeutico con sto nome. Ma a che pro? A cosa ci si deve ispirare? Alitalia non ha rappresentato niente di buono negli ultimi 30 anni. TRENTA, non due. Una storia di fallimenti e problemi. Chi ricorda una bella Alitalia è ormai in pensione. Siamo davanti a trentenni adulti che sono parte di una generazione nata e cresciuta a pane e low cost, che da Alitalia stava alla larga solo per il nome “perché è cara” o per partito preso. A 3 anni ormai siamo nella situazione dove la gente l’ha praticamente dimenticata, l’età media dei clienti AZ è anche più bassa rispetto a prima perché ci sono molti più giovani e coppie che volano con noi, inizialmente nemmeno sapendo fosse la continuazione di Alitalia. Vogliamo guardare al futuro o stiamo ancora attaccati al passato, a quando portavamo Sordi e la Vitti, al Rinascimento e all’impero Romano?!
Ma poi chi si deve ispirare ad Alitalia? Oggi ITA è una realtà, grazie a Dio, diversa, fatta di persone eterogenee, che provengono da esperienze diverse, che portano valore e diversità. Ci dobbiamo ispirare a una storia di fallimenti e difficoltà? Una capa tanta per costruire valori nuovi e senso di appartenenza e poi fuori col vecchio nome? “Da oggi gli azzurri siamo noi” recitava la conferenza il 15 ottobre. Oggi “ah no scusate, siamo Alitalia”. Ma che davero?
A me non pare che Swiss abbia mai fatto “inspired by Swissair” o altrettanto Sabena. E lì sì che c’era vero attaccamento e orgoglio per quelle realtà. No, punto, fine. Marchio ricomprato e tenuto in cassetto per evitare utilizzi indebiti e avanti col futuro.
Sta cosa mi manda il sangue al cervello.