billypaul
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"Ryanair, l’Enac vuole avvantaggiare l’Alitalia a danno delle low cost"
La denuncia dell’Ibl centro studi torinese di economia e società
di Giovanni Bua
SASSARI. L'Enac vuole favorire Alitalia a danno delle compagnie low cost. Questo sarebbe il motivo della lotta fra la compagnia irlandese Ryanair e l’autorità dell’aviazione civile italiana. Lotta che va avanti da mesi ed é culminata nella decisione di Ryanair di chiudere, dal 23 gennaio prossimo, tutte le rotte domestiche, cioé i voli fra i dieci aeroporti italiani in cui opera.
L’analisi è dell’istituto Bruno Leoni, un think tank torinese che dal 2003 elabora ricerche e studi ad ampio raggio su società ed economia. E proprio sulla minacciata chiusura di Ryanair, che sta lasciando col fiato sospeso gli aeroporti dell’i sola, l’Ibl ha prodotto un approfondimento. Il contenzioso tra Ryanair e l’Enac deriva dal fatto che il vettore accetta passeggeri che abbiano solo la carta d’identità o il passaporto, gli unici documenti con cui é possibile acquistare biglietti e fare il check-in online. «Tutto questo - spiega Andrea Guircin, l’e conomista dell’Ibl autore dell’articolo - é in contrasto con la decisione del Tar del 17 dicembre secondo cui i passeggeri sulle tratte domestiche possono viaggiare con qualunque documento permesso dalla legge». «L’Enac - scrive Giuricin - vuole imporre una misura che sfavorisce Ryanair, ma che non inficia sulla libertà di viaggiare dei cittadini italiani». E questa mossa, si legge nel focus, é importante per Alitalia che «ha puntato su un modello di business completamente diverso da tutti le grandi compagnie internazionali con una focalizzazione sul mercato domestico», di cui Ryanair e la compagnia inglese Easyjet stanno «rubando» sempre maggiori quote. Secondo Giuricin, da qui nascono le maggiori difficoltà per Alitalia, «che nel 2009 avrà perdite operative (non nette) probabilmente superiori a 300 milioni di euro. La concorrenza sul mercato interno delle low cost non permette di attuare il piano di rilancio del vettore nazionale». Nel focus si afferma, così, che «l’Enac negli ultimi anni non si é comportato come regolatore indipendente» e la politica é sembrata «voler favorire un determinato vettore cercando di limitare la concorrenza delle low cost».
Una tesi «aggressiva», a cui fa però da contraltare quella che vedrebbe nel ruolo del «cattivo» la compagnia irlandese, impegnata in una battaglia con l’Enac sulle tariffe aeroportuali applicate a livello nazionale, ritienute troppo onerose.
Di chiunque sia la colpa il prezzo che pagherebbe la Sardegna sarebbe altissimo. A iniziare da Cagliari, che ha dato il via alle rotte della società irlandese low cost da circa un anno e ha già registrato numeri da record fino a diventare il secondo scalo in Italia per volumi di traffico. Ma anche Alghero riceverebbe un durissimo colpo. Con otto collegamenti nazionali che salterebbero dal Riviera del Corallo. In particolare le tratte di Pisa, Bergamo (Orio al Serio), Roma (Ciampino), Verona, Brescia, Treviso, Venezia,Parma e Bari. Un vero tracollo per l’economia dell’isola e per le stesse società di gestione degli aeroporti.
Da segnalare inoltre che un eventuale ritorno a Alitalia con fa certo felici gli operatori turistici. Almeno quelli del nord Sardegna che, per bocca del presidente di Federalberghi di Sassari e Gallura, Giorgio Macioccu, attaccano duramente la compagnia di bandiera: «La catena di ritardi, i bivacchi negli scali, l’o rganizzazione della nuova compagnia aerea nata dalla fusione fra Alitalia e Airone - sottolinea Macioccu - e la precaria attenzione delle società di gestioni aeroportuali nei confronti dei passeggeri sballotati da una parte all’altra, sta condizionando le prenotazioni per le festività di fine anno. Il sistema sta denunciando limiti che tutti speravamo fossero un retaggio del passato e stupisce l’indifferenza con la quale le nostre autorità regionali stanno affrontando il problema».
(28 dicembre 2009)
NuovaSardegna
La denuncia dell’Ibl centro studi torinese di economia e società
di Giovanni Bua
SASSARI. L'Enac vuole favorire Alitalia a danno delle compagnie low cost. Questo sarebbe il motivo della lotta fra la compagnia irlandese Ryanair e l’autorità dell’aviazione civile italiana. Lotta che va avanti da mesi ed é culminata nella decisione di Ryanair di chiudere, dal 23 gennaio prossimo, tutte le rotte domestiche, cioé i voli fra i dieci aeroporti italiani in cui opera.
L’analisi è dell’istituto Bruno Leoni, un think tank torinese che dal 2003 elabora ricerche e studi ad ampio raggio su società ed economia. E proprio sulla minacciata chiusura di Ryanair, che sta lasciando col fiato sospeso gli aeroporti dell’i sola, l’Ibl ha prodotto un approfondimento. Il contenzioso tra Ryanair e l’Enac deriva dal fatto che il vettore accetta passeggeri che abbiano solo la carta d’identità o il passaporto, gli unici documenti con cui é possibile acquistare biglietti e fare il check-in online. «Tutto questo - spiega Andrea Guircin, l’e conomista dell’Ibl autore dell’articolo - é in contrasto con la decisione del Tar del 17 dicembre secondo cui i passeggeri sulle tratte domestiche possono viaggiare con qualunque documento permesso dalla legge». «L’Enac - scrive Giuricin - vuole imporre una misura che sfavorisce Ryanair, ma che non inficia sulla libertà di viaggiare dei cittadini italiani». E questa mossa, si legge nel focus, é importante per Alitalia che «ha puntato su un modello di business completamente diverso da tutti le grandi compagnie internazionali con una focalizzazione sul mercato domestico», di cui Ryanair e la compagnia inglese Easyjet stanno «rubando» sempre maggiori quote. Secondo Giuricin, da qui nascono le maggiori difficoltà per Alitalia, «che nel 2009 avrà perdite operative (non nette) probabilmente superiori a 300 milioni di euro. La concorrenza sul mercato interno delle low cost non permette di attuare il piano di rilancio del vettore nazionale». Nel focus si afferma, così, che «l’Enac negli ultimi anni non si é comportato come regolatore indipendente» e la politica é sembrata «voler favorire un determinato vettore cercando di limitare la concorrenza delle low cost».
Una tesi «aggressiva», a cui fa però da contraltare quella che vedrebbe nel ruolo del «cattivo» la compagnia irlandese, impegnata in una battaglia con l’Enac sulle tariffe aeroportuali applicate a livello nazionale, ritienute troppo onerose.
Di chiunque sia la colpa il prezzo che pagherebbe la Sardegna sarebbe altissimo. A iniziare da Cagliari, che ha dato il via alle rotte della società irlandese low cost da circa un anno e ha già registrato numeri da record fino a diventare il secondo scalo in Italia per volumi di traffico. Ma anche Alghero riceverebbe un durissimo colpo. Con otto collegamenti nazionali che salterebbero dal Riviera del Corallo. In particolare le tratte di Pisa, Bergamo (Orio al Serio), Roma (Ciampino), Verona, Brescia, Treviso, Venezia,Parma e Bari. Un vero tracollo per l’economia dell’isola e per le stesse società di gestione degli aeroporti.
Da segnalare inoltre che un eventuale ritorno a Alitalia con fa certo felici gli operatori turistici. Almeno quelli del nord Sardegna che, per bocca del presidente di Federalberghi di Sassari e Gallura, Giorgio Macioccu, attaccano duramente la compagnia di bandiera: «La catena di ritardi, i bivacchi negli scali, l’o rganizzazione della nuova compagnia aerea nata dalla fusione fra Alitalia e Airone - sottolinea Macioccu - e la precaria attenzione delle società di gestioni aeroportuali nei confronti dei passeggeri sballotati da una parte all’altra, sta condizionando le prenotazioni per le festività di fine anno. Il sistema sta denunciando limiti che tutti speravamo fossero un retaggio del passato e stupisce l’indifferenza con la quale le nostre autorità regionali stanno affrontando il problema».
(28 dicembre 2009)
NuovaSardegna