Alitalia e decreto rilancio


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Edoardo

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Alitalia July/August 2020 Inter-continental network as of 09JUL20
Posted 10 July 2020 12:00

Alitalia’s Inter-continental network in recent schedule update has been extended into August 2020, including the airline’s long-haul service resumption from Milan. Planned Inter-continental service for the month of July and August, as of 09JUL20, as follows.

Various travel restrictions continue to impact the airline’s operation.

Milan Malpensa – New York JFK eff 15AUG20 3 weekly A330
Rome – Algiers eff 01AUG20 3 weekly E175
Rome – Boston eff 16JUL20 3 weekly A330
Rome – Cairo eff 02AUG20 3 weekly A320
Rome – New York JFK 4 weekly A330 (1 daily from 02AUG20)
Rome – Tel Aviv eff 02AUG20 5 weekly A320
Rome – Tokyo Haneda eff 17AUG20 3 weekly A330
Rome – Tunis 3 weekly E190 (5 weekly A319 from 13JUL20, 1 daily from 02AUG20)

Fonte: Airlineroute
 
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Alitalia continues to rebuild network
Alitalia will more routes to its network over the coming weeks, as well as restarting flights from Milan Linate Airport.

By David Casey

Posted10 July 2020 15:23

Italy’s flag-carrier Alitalia plans to resume a further two-dozen routes in August, including reinstating flights from Rome to Tokyo and from Milan to New York.

The airline, which is in the process of being nationalized, expects to operate 75 routes during the month, up from 51 in July. It will also fly to 52 airports—of which 20 are in Italy and 32 abroad—which represents an increase of 16 on this month.

In total, the SkyTeam alliance member will operate more than 1,600 weekly flights in August, 24% more than in July, and offer in excess of 1 million seats during the month, up 29% on July. However, the activity in August represents about 45% of what was planned before the COVID-19 crisis.

As well as resuming Milan Malpensa (MXP) to New York (JFK) from Aug. 15—a route that was suspended in early March when the number of coronavirus cases in the Lombardy region began to escalate—flights between Rome (FCO) and Tokyo will return on Aug. 17.

Prior to the pandemic, Alitalia provided daily flights to Narita (NRT), but these will be replaced with a 6X-weekly service to Haneda (HND). Other long-haul changes will see the airline increase FCO-JFK frequencies in August from four times per week to 8X-weekly, rising to 2X-daily by the end of the month.

On the medium-haul international network, the flag-carrier will expand the number of destinations served in Spain, France and North Africa, and resume services to and from the Middle East. Frequencies of flights will also be increased on domestic routes from FCO to Brindisi (BDS), from two to four daily flights, and Pantelleria (PNL), from four to six flights per week.

Milan Linate (LIN) is expected to reopen on July 13, with Alitalia’s first flight from the airport on July 24, operating a public service obligation (PSO) route to Sardinia. Prior to the COVID-19 crisis, LIN was Alitalia’s second biggest airport by capacity after FCO.

https://www.routesonline.com/news/29/breaking-news/292389/alitalia-continues-to-rebuild-network/
 
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[...]

As well as resuming Milan Malpensa (MXP) to New York (JFK) from Aug. 15—a route that was suspended in early March when the number of coronavirus cases in the Lombardy region began to escalate—flights between Rome (FCO) and Tokyo will return on Aug. 17.

Prior to the pandemic, Alitalia provided daily flights to Narita (NRT), but these will be replaced with a 6X-weekly service to Haneda (HND). Other long-haul changes will see the airline increase FCO-JFK frequencies in August from four times per week to 8X-weekly, rising to 2X-daily by the end of the month.

[...]
Un double-daily per JFK a partire da fine agosto? Ma non è un po' ottimistico?
 

ant

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Un double-daily per JFK a partire da fine agosto? Ma non è un po' ottimistico?
mah...che non abbiano iniziato ad operare un pizzico di strategia nuova? (al di là del JFK o altre destinazioni troppo in competizione)

speriamo che si sveglino e che possano per lo meno essere più veloci nel pianificare e nell'intercettare errori e correggerli: se almeno si ponessero con la giusta attitudine, privata o di stato che sia, non sarebbe una ciofeca di compagnia che fa solo assistenzialismo.
 

nofly

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Dalla pagina Facebook di Alitalia: https://www.facebook.com/Alitalia.Italia

Diamo il benvenuto al primo B777-200 Alitalia riconfigurato in versione full cargo, rispondendo ad un incremento della domanda di trasporto merci come supporti medici, equipaggiamenti protettivi individuali, scorte di viveri e altri materiali sensibili. La rimozione totale delle sedute in cabina ha permesso un aumento di capacità di carico oltre 14.000 Kg. Il suo primo volo è stato effettuato il 3 luglio, con destinazione New York.

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EdoC

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Oggi però c'è stato un volo su DELHI con EI-DBK che penso sia sempre un cargo..

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EI-ISD e la macchina solo cargo, riconfigurarata. Poi, in questa fase, stanno facendo altri voli cargo con altre macchine per sopperire all’ assenza di voli di LR di questo periodo. Dovrebbe essere l’unico solo cargo. EI-WLA ha per esempio operato la 608/609 oggi.
 

Viking

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Diamo il benvenuto al primo B777-200 Alitalia riconfigurato in versione full cargo, rispondendo ad un incremento della domanda di trasporto merci come supporti medici, equipaggiamenti protettivi individuali, scorte di viveri e altri materiali sensibili. La rimozione totale delle sedute in cabina ha permesso un aumento di capacità di carico oltre 14.000 Kg. Il suo primo volo è stato effettuato il 3 luglio, con destinazione New York.

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Finalmente un volo pieno in tutte le classi, ma lo yeld lo rende profittevole?
 

leerit

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Su MF di oggi la notizia che tra le richieste di Bruxelles per la cosiddetta "discontinuita'" tra la newco e la societa' in AS ci sarebbe quella di avere meno manager possibili di provenienza Alitalia. Quindi molti manager dovranno avere una provenienza esterna.
 

Farfallina

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Su MF di oggi la notizia che tra le richieste di Bruxelles per la cosiddetta "discontinuita'" tra la newco e la societa' in AS ci sarebbe quella di avere meno manager possibili di provenienza Alitalia. Quindi molti manager dovranno avere una provenienza esterna.
Ormai hanno cambiato un paio di volte la prima e seconda linea di manager, per cambiare la mentalità aziendale serve cambiare un bel po' di personale a tutti i livelli partendo dai quadri intermedii. Un caso di studio vedere frotte di quadri farsi i fattacci loro alla conferenza convocata da Ball per chiedere conto del mancato rispetto di standard e obiettivi. Per la serie tu sarai a scadenza, noi intoccabili in quanto con santi nei palazzi del potere.Vediamo se a questo giro faranno pulizia o semplicemente cambieranno qualche manager come al solito.
 
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TapiroVolante

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Ormai hanno cambiato un paio di volte la prima e seconda linea di manager, per cambiare la mentalità aziendale serve cambiare un bel po' di personale a tutti i livelli partendo dai quadri intermedii. Un caso di studio vedere frotte di quadri farsi i fattacci loro alla conferenza convocata da Ball per chiedere conto del mancato rispetto di standard e obiettivi. Per la serie tu sarai a scadenza, noi intoccabili in quanto con santi nei palazzi del potere.Vediamo se a questo giro faranno pulizia o semplicemente cambieranno qualche manager come al solito.
Basterebbe farli dirigenti, giubilandoli poi al primo stornir di fronde
 

AZ 1699

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Nelle foto postate cosa sono gli sticher rossi che si vedono i prossimità degli alloggiamenti delle maschere per l'ossigeno?
 

leerit

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Giulio De Metrio, in predicato di diventare AD della newco, approda in SACAL.

 

ant

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Finalmente un volo pieno in tutte le classi, ma lo yeld lo rende profittevole?
Dovevamo arrivare al 2020 per capire che poteva fare la portapacchi con loading factor 100% . Considerato ciò dovremmo aspettarci la stessa cosa con persone tra una trentina d'anni? mah! ;-)

Ormai hanno cambiato un paio di volte la prima e seconda linea di manager, per cambiare la mentalità aziendale serve cambiare un bel po' di personale a tutti i livelli partendo dai quadri intermedii. Un caso di studio vedere frotte di quadri farsi i fattacci loro alla conferenza convocata da Ball per chiedere conto del mancato rispetto di standard e obiettivi. Per la serie tu sarai a scadenza, noi intoccabili in quanto con santi nei palazzi del potere.Vediamo se a questo giro faranno pulizia o semplicemente cambieranno qualche manager come al solito.
Per chi come me semplicemente ha viaggiato con loro questi aspetti erano percepiti a pelle, anche in tempi Etihad. E sapendo che si trattasse di una compagnia di "bandiera" non era piacevole. Speriamo bene. Se vogliono farla funzionare: i marchesi del grillo sono la radice dei problemi. (con tutto rispetto a Monicelli e Sordi)
 

Edoardo

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Alitalia, il bilancio segreto: ecco quanti soldi perde su voli e aeroporti
di Leonard Berberi 16 lug 2020

Alitalia, il bilancio segreto: ecco quanti soldi perde su voli e aeroporti

Un Airbus di Alitalia decolla da Fiumicino (foto archivio Alitalia)

Alitalia perde soldi in ogni segmento di mercato. Sui voli nazionali. Su quelli europei. Persino su quelli intercontinentali, di fatto l’unica area in cui le compagnie aeree fanno profitti grazie alla quasi assenza delle low cost. Il vettore tricolore finisce in rosso anche negli aeroporti pregiati come Milano Linate dove detiene i due terzi degli slot. Così come a Malpensa dove gli unici collegamenti di lungo raggio — per New York e Tokyo — dovrebbero garantire entrate sicure. E invece contribuiscono ad allargare il buco di bilancio. È questa la sintesi che il Corrier edella Sera ha effettuato in esclusiva analizzando i documenti finanziari dell’aviolinea relativi al 2018.

Alitalia, il bilancio segreto: ecco quanti soldi perde su voli e aeroporti





I mercati ora chiusi
Sarà forse una delle sfide più importanti per chi è chiamato a rilanciare la compagnia aerea che sarà a trazione statale: fare profitti almeno nei collegamenti intercontinentali. Una missione impossibile in questi mesi, va detto, dal momento che il coronavirus ha stravolto il settore a livello globale e interrotto i voli con diversi Paesi, compresi quelli importanti per i ricavi di Alitalia come gli Stati Uniti — l’attuale epicentro mondiale della diffusione del coronavirus, ma anche mercato in attivo per l’aviolinea, come già raccontato dal Corriere —, il Brasile e l’Argentina.

Alitalia, il bilancio segreto: ecco quanti soldi perde su voli e aeroporti



Il ruolo di Fiumicino
I dati, quindi. Nel 2018 dall’ analisi di tutte le rotte i ricavi ammontano a 2,9 miliardi di euro: il 45% realizzato sui collegamenti intercontinentali — stando ai calcoli del Corriere —, il 30% su quelli nazionali e il resto su quelli internazionali. Interessante notare che, a livello di aeroporto, la stragrande maggioranza dei ricavi Alitalia li registra su voli che hanno l’hub di Roma Fiumicino come riferimento (77%). A netta distanza lo scalo di Milano Linate e ancora più lontani Malpensa e gli altri impianti dove la compagnia opera voli senza passare da Fiumicino o il city airport milanese.

Alitalia, il bilancio segreto: ecco quanti soldi perde su voli e aeroporti



Il bilancio sulle tratte
Ma tutti i segmenti di mercato — persino quello intercontinentale — togliendo i costi operativi ai ricavi finiscono l’anno con un rosso superiore ai 340 milioni complessivi. I voli nazionali con una perdita netta di quasi 90 milioni di euro, quelli internazionali di oltre 150 milioni e quelli di lungo raggio di poco più di 100 milioni. Il risultato negativo del corto e medio raggio non deve più di tanto sorprendere: anche altri vettori europei — da un’analisi dei bilanci nel 2018 — sono in negativo. Lufthansa, per esempio, sui voli intra-europei ha perso circa 1,5 miliardi di euro, British Airways oltre un miliardo, Air France oltre due miliardi.

Alitalia, il bilancio segreto: ecco quanti soldi perde su voli e aeroporti



Gli altri vettori
Quello che di solito i vettori perdono sui voli nazionali ed europei — per la concorrenza delle low cost e dell’alta velocità ferroviaria — lo recuperano, e anche bene, con i guadagni sui voli intercontinentali per la presenza anche di una forte componente «premium», cioè le classi Prima e Business. Lufthansa in questo segmento porta a casa 3,2 miliardi di euro di profitti, più o meno quanti quelli di British Airways, Air France circa due miliardi, Klm oltre un miliardo. Anche Finnair — molto concentrata sul mercato asiatico — nel 2018 ha segnato sul lungo raggio circa mezzo miliardo di entrate nette. Non succede, come si è visto, per Alitalia.

Alitalia, il bilancio segreto: ecco quanti soldi perde su voli e aeroporti



A Linate e Malpensa
Non accade nemmeno dove il vettore tricolore ha una posizione dominante. Un’ulteriore analisi dei dati riservati dell’azienda consente di tracciare un bilancio a livello aeroportuale. E così se su Fiumicino si concentra la maggior parte dei ricavi, sullo stesso aeroporto si registra anche la fetta più grande delle perdite: circa -270 milioni. Ma Alitalia perde soldi pure a Linate, scalo dove detiene i due terzi degli slot, i diritti di decollo e atterraggio: nel 2018 nonostante la posizione dominante ha segnato un risultato negativo di poco più di 50 milioni di euro. In rosso anche Malpensa con qualcosa come -20 milioni.

Alitalia, il bilancio segreto: ecco quanti soldi perde su voli e aeroporti



I dati per viaggiatore
Infine i risultati per viaggiatore imbarcato. Suddividendo il traffico complessivo per tipologia di volo se il ricavo medio per passeggero sui collegamenti nazionali è stato di circa 75 euro, per quello stesso passeggero Alitalia ha perso quasi 7,5 euro. Sui voli internazionali a fronte di un ricavo di 107 euro, il rosso pro capite è stato di 22 euro. Sulle tratte intercontinentali il valore medio del biglietto — al netto delle tasse aeroportuali e governative — è stato di oltre 480 euro, ma con costi di trasporto medi superiori ai 520 euro, facendo finire in negativo pure questa parte di business.

Alitalia, il bilancio segreto: ecco quanti soldi perde su voli e aeroporti



Il difficile equilibrio
Su questi numeri è doveroso soffermarsi un attimo. Alcuni amministratori delegati e Chief revenue officer dei vettori stranieri nelle diverse conversazioni degli ultimi mesi con il Corriere hanno sempre sottolineato che i voli intercontinentali sono connessi a buona parte di quelli di corto e medio raggio: questi ultimi «alimentano» gli aerei più grandi della flotta. Ma i profitti delle tratte più lunghe devono «convivere» con le perdite, in alcuni casi inevitabili, di quelle più brevi. E così in diverse aziende ci si concentra sulla riduzione delle perdite dei voli nazionali e internazionali. Come? La visione dei bilanci di alcune aviolinee più performanti evidenzia nel tempo una riduzione della tariffa media e in parallelo un aumento del tasso di riempimento degli aeromobili.


Dove puntare
«È evidente che Alitalia perde su tutte le rotte, a prescindere dalla destinazione», commenta Federico Maria Alberto Caligaris, senior advisor finanza di trasporto di Cohen & Co. «Tuttavia, in percentuale, il lungo raggio è il più vicino a pareggio, e dunque il più facilmente recuperabile». Uno dei nodi è «alzare il ricavo medio per passeggero, ottenibile migliorando il prodotto generale, ovvero il network: bisogna aumentare il ventaglio di destinazioni per attirare clientela business», sottolinea. Anche il settore nazionale non è lontano dal pareggio, secondo Caligaris — «esclusa la tratta Linate-Fiumicino» — perché queste rotte «storicamente sono state quelle più vicine a pareggio».

I voli intercontinentali
Diverso il discorso per quelle di medio raggio «in fondo alla lista per risultati perché qua soffrono la maggiore concorrenza delle low cost». La rete di collegamento «punto a punto nel medio raggio non funziona — spiega l’esperto —, deve essere componente limitata e le rotte devono servire da feederaggio dei voli intercontinentali» «I risultati, in percentuale, si dimostrano consistenti su tutto il network e su tutti gli aeroporti di Alitalia», prosegue Caligaris. «Il lungo raggio è quello che permette maggiormente il recupero ed è l’unica strada per garantire la sopravvivenza della compagnia».
lberberi@corriere.it

Fonte
 
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Alitalia, il bilancio segreto: ecco quanti soldi perde su voli e aeroporti
di Leonard Berberi 16 lug 2020

Alitalia, il bilancio segreto: ecco quanti soldi perde su voli e aeroporti

Un Airbus di Alitalia decolla da Fiumicino (foto archivio Alitalia)

Alitalia perde soldi in ogni segmento di mercato. Sui voli nazionali. Su quelli europei. Persino su quelli intercontinentali, di fatto l’unica area in cui le compagnie aeree fanno profitti grazie alla quasi assenza delle low cost. Il vettore tricolore finisce in rosso anche negli aeroporti pregiati come Milano Linate dove detiene i due terzi degli slot. Così come a Malpensa dove gli unici collegamenti di lungo raggio — per New York e Tokyo — dovrebbero garantire entrate sicure. E invece contribuiscono ad allargare il buco di bilancio. È questa la sintesi che il Corrier edella Sera ha effettuato in esclusiva analizzando i documenti finanziari dell’aviolinea relativi al 2018.

Alitalia, il bilancio segreto: ecco quanti soldi perde su voli e aeroporti





I mercati ora chiusi
Sarà forse una delle sfide più importanti per chi è chiamato a rilanciare la compagnia aerea che sarà a trazione statale: fare profitti almeno nei collegamenti intercontinentali. Una missione impossibile in questi mesi, va detto, dal momento che il coronavirus ha stravolto il settore a livello globale e interrotto i voli con diversi Paesi, compresi quelli importanti per i ricavi di Alitalia come gli Stati Uniti — l’attuale epicentro mondiale della diffusione del coronavirus, ma anche mercato in attivo per l’aviolinea, come già raccontato dal Corriere —, il Brasile e l’Argentina.

Alitalia, il bilancio segreto: ecco quanti soldi perde su voli e aeroporti



Il ruolo di Fiumicino
I dati, quindi. Nel 2018 dall’ analisi di tutte le rotte i ricavi ammontano a 2,9 miliardi di euro: il 45% realizzato sui collegamenti intercontinentali — stando ai calcoli del Corriere —, il 30% su quelli nazionali e il resto su quelli internazionali. Interessante notare che, a livello di aeroporto, la stragrande maggioranza dei ricavi Alitalia li registra su voli che hanno l’hub di Roma Fiumicino come riferimento (77%). A netta distanza lo scalo di Milano Linate e ancora più lontani Malpensa e gli altri impianti dove la compagnia opera voli senza passare da Fiumicino o il city airport milanese.

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Il bilancio sulle tratte
Ma tutti i segmenti di mercato — persino quello intercontinentale — togliendo i costi operativi ai ricavi finiscono l’anno con un rosso superiore ai 340 milioni complessivi. I voli nazionali con una perdita netta di quasi 90 milioni di euro, quelli internazionali di oltre 150 milioni e quelli di lungo raggio di poco più di 100 milioni. Il risultato negativo del corto e medio raggio non deve più di tanto sorprendere: anche altri vettori europei — da un’analisi dei bilanci nel 2018 — sono in negativo. Lufthansa, per esempio, sui voli intra-europei ha perso circa 1,5 miliardi di euro, British Airways oltre un miliardo, Air France oltre due miliardi.

Alitalia, il bilancio segreto: ecco quanti soldi perde su voli e aeroporti



Gli altri vettori
Quello che di solito i vettori perdono sui voli nazionali ed europei — per la concorrenza delle low cost e dell’alta velocità ferroviaria — lo recuperano, e anche bene, con i guadagni sui voli intercontinentali per la presenza anche di una forte componente «premium», cioè le classi Prima e Business. Lufthansa in questo segmento porta a casa 3,2 miliardi di euro di profitti, più o meno quanti quelli di British Airways, Air France circa due miliardi, Klm oltre un miliardo. Anche Finnair — molto concentrata sul mercato asiatico — nel 2018 ha segnato sul lungo raggio circa mezzo miliardo di entrate nette. Non succede, come si è visto, per Alitalia.

Alitalia, il bilancio segreto: ecco quanti soldi perde su voli e aeroporti



A Linate e Malpensa
Non accade nemmeno dove il vettore tricolore ha una posizione dominante. Un’ulteriore analisi dei dati riservati dell’azienda consente di tracciare un bilancio a livello aeroportuale. E così se su Fiumicino si concentra la maggior parte dei ricavi, sullo stesso aeroporto si registra anche la fetta più grande delle perdite: circa -270 milioni. Ma Alitalia perde soldi pure a Linate, scalo dove detiene i due terzi degli slot, i diritti di decollo e atterraggio: nel 2018 nonostante la posizione dominante ha segnato un risultato negativo di poco più di 50 milioni di euro. In rosso anche Malpensa con qualcosa come -20 milioni.

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I dati per viaggiatore
Infine i risultati per viaggiatore imbarcato. Suddividendo il traffico complessivo per tipologia di volo se il ricavo medio per passeggero sui collegamenti nazionali è stato di circa 75 euro, per quello stesso passeggero Alitalia ha perso quasi 7,5 euro. Sui voli internazionali a fronte di un ricavo di 107 euro, il rosso pro capite è stato di 22 euro. Sulle tratte intercontinentali il valore medio del biglietto — al netto delle tasse aeroportuali e governative — è stato di oltre 480 euro, ma con costi di trasporto medi superiori ai 520 euro, facendo finire in negativo pure questa parte di business.

Alitalia, il bilancio segreto: ecco quanti soldi perde su voli e aeroporti



Il difficile equilibrio
Su questi numeri è doveroso soffermarsi un attimo. Alcuni amministratori delegati e Chief revenue officer dei vettori stranieri nelle diverse conversazioni degli ultimi mesi con il Corriere hanno sempre sottolineato che i voli intercontinentali sono connessi a buona parte di quelli di corto e medio raggio: questi ultimi «alimentano» gli aerei più grandi della flotta. Ma i profitti delle tratte più lunghe devono «convivere» con le perdite, in alcuni casi inevitabili, di quelle più brevi. E così in diverse aziende ci si concentra sulla riduzione delle perdite dei voli nazionali e internazionali. Come? La visione dei bilanci di alcune aviolinee più performanti evidenzia nel tempo una riduzione della tariffa media e in parallelo un aumento del tasso di riempimento degli aeromobili.


Dove puntare
«È evidente che Alitalia perde su tutte le rotte, a prescindere dalla destinazione», commenta Federico Maria Alberto Caligaris, senior advisor finanza di trasporto di Cohen & Co. «Tuttavia, in percentuale, il lungo raggio è il più vicino a pareggio, e dunque il più facilmente recuperabile». Uno dei nodi è «alzare il ricavo medio per passeggero, ottenibile migliorando il prodotto generale, ovvero il network: bisogna aumentare il ventaglio di destinazioni per attirare clientela business», sottolinea. Anche il settore nazionale non è lontano dal pareggio, secondo Caligaris — «esclusa la tratta Linate-Fiumicino» — perché queste rotte «storicamente sono state quelle più vicine a pareggio».

I voli intercontinentali
Diverso il discorso per quelle di medio raggio «in fondo alla lista per risultati perché qua soffrono la maggiore concorrenza delle low cost». La rete di collegamento «punto a punto nel medio raggio non funziona — spiega l’esperto —, deve essere componente limitata e le rotte devono servire da feederaggio dei voli intercontinentali» «I risultati, in percentuale, si dimostrano consistenti su tutto il network e su tutti gli aeroporti di Alitalia», prosegue Caligaris. «Il lungo raggio è quello che permette maggiormente il recupero ed è l’unica strada per garantire la sopravvivenza della compagnia».
lberberi@corriere.it

Fonte
Bisognerebbe cominciare a spiegare come mentosono stati imputati i costi generali e di personale. Purtroppo le soluzioni per variare il gap sono un po' più complesse che un miglioramento del LF fra l'altro cosa su cui AZ aveva lavorato.
 
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26 Aprile 2012
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Dove trova i dati per le perdite sui voli shorthaul il nostro Leonard? Intorno al 2014/15, per dirne una, BA perdeva 150mln/anno su shorthaul, e si diceva chiaramente che doveva andare in attivo. cosa che se non sbaglio ha fatto.
 
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