forse non ci siamo capiti [8D]:
OLBIA - C'è un sapore di colonia, nel rapporto fra Berlusconi la Sardegna. Ottobre 2002, per esempio. Il presidente del consiglio incontra i giornalisti sardi per far sapere loro che incoraggia a resistere un suo giovane pupillo già in crisi dopo pochi mesi alla presidenza della regione, tale Mauro Pili. Dice: «Ma lo sapete che voi sardi siete fortunati?». Perché? «Io la Sardegna la vedo come un miraggio. Nei fine settimana che non riesco ad andarci, il lavoro mi pesa. E questa settimana, purtroppo, non ce la farò». Aveva appena concluso personalmente un affare con un americano ricchissimo, Tom Barrack, che di lì a poco avrebbe comprato la Costa Smeralda dall'Aga Khan: l'acquisto di 40 ettari di terreno attorno alla sua proprietà di Punta Lada, a Porto Rotondo (comune di Olbia). «Sognavo di comprare questo terreno da dodici anni», dice. «Sono venute fuori delle rocce straordinarie: autentiche sculture. Le ho fate mettere in evidenza realizzando attorno un laghetto. E la flora mediterranea... Sì, consegneremo al futuro questo patrimonio, una zona intatta, che abbiamo valorizzato impiantando altra flora autoctona, nel pieno rispetto dell'impianto urbanistico».
Un anno prima, a Porto Rotondo il cavaliere aveva fatto il penultimo acquisto della sua campagna sarda: per un milione 350 mila euro, aveva comprato all'asta una villa non troppo distante dalla Certosa, villa Stephanie, 400 metri quadri di superficie coperta. Rivestita in pietra, con una copertura con tegole sarde prese a prezzi stracciati dalle zone interne, come la pietra trasportata dai muretti a secco demoliti fra Buddusò e Alà dei Sardi. A una trentina di metri di distanza, c'è la sontuosa villa sul mare (600 metri quadrati) di Matilde Berlusconi, la sorella di Silvio che la comprò sette anni fa insieme con il marito (della famiglia Beretta) da Luca Valerio, proprietario di sale cinematografiche a Roma.
Non lontano da lì, sempre a Punta Lada, c'è il Monastero, altro villone che molti anni fa Paolo Berlusconi acquistò dall'imprenditore cagliaritano Gianni Onorato. E poco discosta, a Punta Volpe, sorge villa Minerva, quella destinata alla signora Rosa Bossi, la mamma di Berlusconi. Quando non c'è lei, la Minerva viene affittata a certi russi. È un florilegio di cattivo gusto, quello che si vede, di queste proprietà. Dall'anfiteatro da 300 posti alla Certosa autorizzato dal comune di Olbia all'arco di trionfo dell'ingresso alla stessa villa.
Ma il cavaliere ci sguazza. Circondato di milanesi, nel villaggio di Porto Rotondo nel quale ogni tanto fa irruzione, per comprare da commercianti (milanesi) i regali per gli amici. La sua passione per questa parte dell'isola, al confine con la Costa Smeralda inventata dall'Aga Khan nei primi anni Sessanta, è di vent'anni dopo. L'immobiliarista già amico di Craxi capisce che nella piccola città sarda amministrata dai socialisti e dalla Dc ci sono le condizioni per insediarsi. Porta con sé su un aereo privato quasi l'intero consiglio comunale, regala un orologio a ciascun consigliere, propone loro una grande lottizzazione di alcuni milioni di metri cubi nella costa ancora intatta a sud di Olbia, a Murta Maria, davanti allo spalto dell'isola di Tavolara, in una zona umida popolata di uccelli, sui pascoli le capre di un anziano pastore.
Ha cominciato ad arraffare i terreni, a grandi pezzi, una schiera di mediatori lavora per lui. Il più importante di loro è Flavio Carboni, un sardo di Torralba che è già attivo piduista. È lui che gli fa comprare la villa della Certosa, allora un rustico, del quale è proprietario. Comincia la serie delle acquisizioni di ville e terreni a nord, a Porto Rotondo, e si completa quella che viene ribattezzata Costa Turchese. La Gallura, anche di centrosinistra, sempre pronta. Sino al voto a favore della lottizzazione di 500mila metri cubi approvata dal consiglio comunale di Olbia qualche settimana fa.
U. C.
Il Manifesto
30/5/2004