Guerra commerciale e politiche immigrazione USA: impatto sul traffico aereo


East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
Domande sui social con richiesta di indicare quali vengono utilizzati e anche gli estremi dei relativi account, più qualche altra domanda che ora non ricordo, vengono fatte anche nei moduli per la richiesta di visto lavorativo. Quando sono arrivato a quel punto ho pensato “ma questi stan fuori di testa”. Nulla da nascondere ma mi sono sentito un po’ “attaccato” inutilmente. Domande alle quali era anche poco probabile rispondere in maniera completa o onesta se vogliamo. Comunque sì, questo accadeva anche prima di Orange Mussolini (non è opera mia, sono i miei amici americani a chiamarlo così).
Cosa diversa è spulciare nel telefono e fare domande tipo “hai criticato il presidente?”, alla faccia della terra delle libertà. Manco in Corea del Nord..
comunque senza nulla togliere alla testimonianza di Farfallina, a sua volta riportatagli, o a quelle dei giornali (…), non ho notizia di alcun atto ufficiale emesso in tal senso (sarebbe contrario al primo emendamento peraltro) nè di testimonianze dirette. Cautela.
 
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Cesare.Caldi

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14 Novembre 2005
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Non riguarda i controlli aggiuntivi ma giusto per fare capire il clima: le varie ambasciate USA in Europa stanno inviando comunicazioni alle aziende europee che vogliono fare affari in USA che dovranno adeguarsi al nuovo ordine esecutivo di Trump e rinunciare ai criteri di diversità e inclusione come condizione per poter ricevere appalti statunitensi.

Le aziende europee non dovranno adottare principi in base ai quali agevolazioni per determinate assunzioni e assegnazioni di ruoli siano riservate a categorie svantaggiate per motivi di genere, etnici, disabilità e altro.

 

Farfallina

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23 Marzo 2009
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Il riscontro diretto lo hai fornito te no?
Suppongo tu non abbia alcun motivo di dubitare di quanto attestato circa l’esperienza diretta delle tue amiche.
Domanda, come è andata dunque avanti e finita la storia?
Hanno aperto facebook, ha dato una scorsa e le ha fatte passare. Però la cosa che fa pensare è il discorsino che se avevano parlato male di Trump e degli Usa di dichiararlo.
Interessante se è un modus operandi o se sono iniziative del singolo agente.
 

londonfog

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8 Luglio 2012
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Londra
Non riguarda i controlli aggiuntivi ma giusto per fare capire il clima: le varie ambasciate USA in Europa stanno inviando comunicazioni alle aziende europee che vogliono fare affari in USA che dovranno adeguarsi al nuovo ordine esecutivo di Trump e rinunciare ai criteri di diversità e inclusione come condizione per poter ricevere appalti statunitensi.

Le aziende europee non dovranno adottare principi in base ai quali agevolazioni per determinate assunzioni e assegnazioni di ruoli siano riservate a categorie svantaggiate per motivi di genere, etnici, disabilità e altro.

Io pero' mi chiedo, al di la' della retorica devono veramente rispondere agli USA di quello che fanno? Queste devono rispettare prima le leggi dello stato dove si trovano, poi le leggi degli altri.
 

foxtrot bravo

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25 Febbraio 2011
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Per la prima volta da quando la maggior parte del mio tempo la passo fuori dagli US (dal 2016, ma è accaduto anche nel 2007 e 2010), l'altro ieri l'officer del controllo passaporti dl T4 JFK, mi ha fatto presente che ciò non va più bene perché le regole sono diventate molto più restrittive. Ha inoltre controllato il mio record di entrate degli ultimi tre anni, e obiettato che lascio il paese troppo spesso. Mi ha chiesto che lavoro faccio (per legge non possono farlo, almeno quelli del controllo passaporti) ed ha chiamato la supervisor che ha visto la schermata e ha detto "no, no, he's OK let him go." Nei più di 30 anni di pendolarismo più o meno mensile fra l'Europa e gli US sono stato inviato tante volte nella "Secondary Inspection room", sopratutto dopo il 9-11 e trattato malissimo, ma non ho mai subito tale atteggiamento al controllo passaporti. Credo però che oltre al mutato atteggiamento conti anche la poverissima istruzione e basso grado addestramento di queste persone che peggiorano ulterioromente la situazione.
PS nessun controllo dei device.
 
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East End Ave

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Per la prima volta da quando la maggior parte del mio tempo la passo fuori dagli US (dal 2016, ma è accaduto anche nel 2007 e 2010), l'altro ieri l'officer del controllo passaporti dl T4 JFK, mi ha fatto presente che ciò non va più bene perché le regole sono diventate molto più restrittive. Ha inoltre controllato il mio record di entrate degli ultimi tre anni, e obiettato che lascio il paese troppo spesso. Mi ha chiesto che lavoro faccio (per legge non possono farlo, almeno quelli del controllo passaporti) ed ha chiamato la supervisor che ha visto la schermata e ha detto "no, no, he's OK let him go." Nei più di 30 anni di pendolarismo più o meno mensile fra l'Europa e gli US sono stato inviato tante volte nella "Secondary Inspection room", sopratutto dopo il 9-11 e trattato malissimo, ma non ho mai subito tale atteggiamento al controllo passaporti. Credo però che oltre al mutato atteggiamento conti anche la poverissima istruzione e basso grado addestramento di queste persone che peggiorano ulterioromente la situazione.
PS nessun controllo dei device.
Green card?
 

m.ridoni

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4 Marzo 2021
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Qui si ricade in quello che ho scritto sopra nel post 113. Bisogna capire quale è la nuova norma, regolamento, decreto che ha scatenato questi controlli aggiuntivi. Non penso che CBP sia sia sognata dall' oggi al domani di iniziare a farli, deve essergli stato ordinato e ci sarà qualche nuova fonte normativa approvata dalla nuova amministrazione che dispone questi controlli.
Oppure: somma la quota dei dipendenti CBP Trumpiani che si sentono legittimati nel nuovo clima, a quella schiera di gente a cui magari importa poco, ma si vuole far notare dal capo, e hai una risposta possibile, regolamenti a parte.
 

Cesare.Caldi

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Ulteriori tagli e riduzioni di Air Canada verso gli USA

Air Canada NS25 US Service Update – 30MAR25

Air Canada in last week’s schedule update filed additional changes to its US service during Northern summer 2025 season. The following is the latest summary based on the week of 13-19JUL25 (week 29), from schedule listing comparison 16FEB25 vs 30MAR25, which are listed on one-way basis from Canada.

Some of these changes are gradually in effect from May and June, at least until 31AUG25, although certain routes already see similar reductions into October, the end of summer season. Due to aircraft redeployment, reduced number of seats may fluctuates on certain weeks. Additional changes to be filed, in regards to September and October 2025 schedule.

Based on week 13-19JUL25, Air Canada schedule 1422 weekly one-way flight to the US, reduced from 1456 flights as of 16FEB25, while capacity reduced from 177101 seats to 162667 seats, representing 2.3% flight and 8.2% capacity reductions.

Montreal – Chicago O'Hare Reduce from 2389 seats to 1596 seats, 21 weekly
Montreal – Boston
Reduce from 2982 seats to 2555 seats, 28 weekly
Montreal – Fort Lauderdale Reduce from 17 to 16 weekly (from 3332 seats to 2362 seats)
Montreal – Los Angeles Reduce from 21 to 20 weekly (from 4361 seats to 4192 seats)
Montreal – Miami Reduce from 2324 seats to 1904 seats, 14 weekly
Montreal – New York LaGuardia Reduce from 5005 seats to 4822 seats, 49 weekly
Montreal – Orlando Reduce from 3276 seats to 2856 seats, 21 weekly
Montreal – San Diego Reduce from 7 to 6 weekly (from 959 seats to 822 seats)
Montreal – San Francisco Reduce from 2366 seats to 2174 seats, 14 weekly
Vancouver – Chicago O'Hare Reduce from 1066 to 1022 seats, 7 weekly
Vancouver – Houston Reduce from 7 to 6 weekly (from 1160 seats to 1035 seats)
Vancouver – Miami Reduce from 4 to 3 weekly (from 676 seats to 507 seats)
Vancouver – Washington Dulles Planned summer service cancelled in 2025
Toronto – Atlanta
Reduce from 2877 seats to 2450 seats, 21 weekly
Toronto – Boston
Reduce from 4858 seats to 4316 seats, 35 weekly
Toronto – Charlotte Reduce from 20 to 19 weekly (from 1947 seats to 1810 seats)
Toronto – Chicago O'Hare Reduce from 42 to 35 weekly (from 4900 to 3841 seats)
Toronto – Cleveland
Reduce from 20 to 15 weekly (from 1581 seats to 1201 seats)
Toronto – Fort Lauderdale Reduce from 14 to 13 weekly (from 2744 seats to 1774 seats)
Toronto – Fort Myers Reduce from 588 to 408 seats, 3 weekly
Toronto – Las Vegas Reduce from 2744 seats to 1904 seats, 14 weekly
Toronto – Los Angeles Reduce from 35 to 28 weekly (from 7105 seats to 5467 seats)
Toronto – Miami Reduce from 14 to 13 weekly (from 27tt seats to 1989 seats)
Toronto – New York LaGuardia Reduce from 9758 seats to 9697 seats, 77 weekly
Toronto – Orlando Reduce from 3696 seats to 3037 seats, 21 weekly
Toronto – Philadelphia Reduce from 2023 to 1596 seats, 21 weekly
Toronto – Raleigh/Durham Reduce from 1947 to 1520 seats, 20 weekly
Toronto – St. Louis Reduce from 1491 to 1064 seats, 14 weekly
Toronto – Washington Dulles Reduce from 1491 seats to 1064 seats, 14 weekly

aeroroutes.com
 

kenadams

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Alcune considerazioni sui controlli in ingresso. Attenzione che’, nonostante tanto rumore, e’ cambiato relativamente poco. Trump e’ un facista (senza la “s“): sa bene che, per fare il suo mestiere, e’ sufficiente dare l’impressione di fare qualcosa anche quando si fa poco. E’ sufficiente, dunque, qualche provocazione (sotto forma di executive order, tweet, post su Truth Social o uscita pubblica) per scatenare la macchina della stampa: quelli di destra a dar visibilita’ a quanto si sta facendo, quelli di sinistra pure. Tutti a enfatizzare il fattismo, anche quando si tratta di un nulla di fatto.

Ovviamente c’è’ molta verita’ in ciò’ che avviene: le deportazioni di immigrati clandestini sono aumentate, decine di migliaia o piu’ dipendenti del governo federale sono stati licenziati e cosi’ via. Ma non bisogna esagerare: la DEI era una sciocchezza cosmetica già’ prima di Trump, non e’ che qualche executive order cambi qualcosa. Le comunicazioni delle ambasciate servono a fare sensazione ma cambiano poco. Il circo funziona cosi’: fare rumore per far credere di fare qualcosa di significativo. Per quanto l’erosione della democrazia sia effettivamente in corso, questa sta avvenendo molto più’ come fenomeno culturale (il ritorno al mito dell’uomo forte, leader virile che indica la retta via…) che non de iure.

Vere invece le conseguenze economiche di tutto ‘sto circo: gli arrivi a Las Vegas sono in crollo (i canadesi boicottano davvero, e questo aggrava una crisi strutturale del modello finanziario che regge la città’), il debito americano cresce (sia quello dello Stato federale che quello dei privati), i consumi calano ovunque. I prezzi continuano ad aumentare.
- Siamo a un passo da una recessione auto-inflitta per motivi ideologici.
- La guerra commerciale sta mettendo in serio pericolo il sistema del petrodollaro (che e’ il sistema economico-finanziario globale degli ultimi 50 anni).
- Le politiche anti-immigrazione mettono in pericolo sia l’economia sia gli equilibri demografici degli USA.

Io speriamo che me la cavo.
 

East End Ave

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Alcune considerazioni sui controlli in ingresso. Attenzione che’, nonostante tanto rumore, e’ cambiato relativamente poco. Trump e’ un facista (senza la “s“): sa bene che, per fare il suo mestiere, e’ sufficiente dare l’impressione di fare qualcosa anche quando si fa poco. E’ sufficiente, dunque, qualche provocazione (sotto forma di executive order, tweet, post su Truth Social o uscita pubblica) per scatenare la macchina della stampa: quelli di destra a dar visibilita’ a quanto si sta facendo, quelli di sinistra pure. Tutti a enfatizzare il fattismo, anche quando si tratta di un nulla di fatto.

Ovviamente c’è’ molta verita’ in ciò’ che avviene: le deportazioni di immigrati clandestini sono aumentate, decine di migliaia o piu’ dipendenti del governo federale sono stati licenziati e cosi’ via. Ma non bisogna esagerare: la DEI era una sciocchezza cosmetica già’ prima di Trump, non e’ che qualche executive order cambi qualcosa. Le comunicazioni delle ambasciate servono a fare sensazione ma cambiano poco. Il circo funziona cosi’: fare rumore per far credere di fare qualcosa di significativo. Per quanto l’erosione della democrazia sia effettivamente in corso, questa sta avvenendo molto più’ come fenomeno culturale (il ritorno al mito dell’uomo forte, leader virile che indica la retta via…) che non de iure.

Vere invece le conseguenze economiche di tutto ‘sto circo: gli arrivi a Las Vegas sono in crollo (i canadesi boicottano davvero, e questo aggrava una crisi strutturale del modello finanziario che regge la città’), il debito americano cresce (sia quello dello Stato federale che quello dei privati), i consumi calano ovunque. I prezzi continuano ad aumentare.
- Siamo a un passo da una recessione auto-inflitta per motivi ideologici.
- La guerra commerciale sta mettendo in serio pericolo il sistema del petrodollaro (che e’ il sistema economico-finanziario globale degli ultimi 50 anni).
- Le politiche anti-immigrazione mettono in pericolo sia l’economia sia gli equilibri demografici degli USA.

Io speriamo che me la cavo.
vedo dozzine di video ormai dove i congressmen R vengono duramente, ma assai duramente contestati (dai loro elettori!) nelle diverse town halls a varie latitudini degli USA...qualcosa si sta muovendo secondo te? Veterani, dipendenti federali, gente bisognosa di cure, ricercatori, imprenditori...mi sembrano tutti decisamente arrabbiati...per usare un eufemismo.

La DEI poteva essere pure cosmesi, ma e' come la 104, il RdC o il bonus 110 da noi; abusate o ideologizzate diventano aberrazioni del principio nativo originale, per cui ora chi chiede la 104 e' ormai un parassita, chi viveva in una baracca ci vive ancora mentre il ricco borghese si e' rifatto la villetta al mare e il disoccupato in aree depresse va alla mensa...
Insomma, un principio di inclusione poteva essere di aiuto nell'ambito di dinamiche particolari, ma e' diventato presto battage propagandistico a mo' di "DEI washing"...
 
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vedo dozzine di video ormai dove i congressmen R vengono duramente, ma assai duramente contestati (dai loro elettori!) nelle diverse town halls a varie latitudini degli USA...qualcosa si sta muovendo secondo te? Veterani, dipendenti federali, gente bisognosa di cure, ricercatori, imprenditori...mi sembrano tutti decisamente arrabbiati...per usare un eufemismo.
La storia delle town hall e’ tutta scena. A protestare sono principalmente i democratici (che, tuttavia, in quei distretti sono la minoranza).
- Dove si sta muovendo davvero qualcosa — per ora — e’ in distretti rurali. Chi produce mais e soia (gli agricoltori sono i medesimi perche’ sono colture in rotazione — Iowa e Nebraska gli stati principali, ma sono colture presenti un po’ ovunque) si sta già’ accorgendo dei rischi della guerra commerciale. E i produttori di maiale (ce se sono molti soprattutto in Iowa e South Dakota), che vendono molto alla Cina,
- La vicenda dei piani di attacco dello Yemen disseminati accidentalmente ha fatto sicuramente inorridire un po’ di conservatori nelle forze armate. Non so quanto siano incazzati, ma sicuramente sono in molti a non gradire la presenza di dilettanti ai vertici della Difesa.
- Ovviamente c’è’ gente molto agitata nel mondo della finanza ma quelli si adatteranno alla volatilità a suon di derivati.
- Da capire l’impatto dei licenziamenti nel governo federale. Mandare a casa migliaia di dipendenti dell’agenzia delle entrate non fa incazzare nessuno. Ma ora cominceranno piccoli problemi nel mondo di Medicare e Medicaid: in West Virginia e Kentucky, stati ultra-repubblicani, questo potrebbe essere un problema (in West Virginia una persona su quattro dipende dall’aiuto diretto del governo federale).

La DEI poteva essere pure cosmesi, ma e' come la 104, il RdC o il bonus 110 da noi; abusate o ideologizzate diventano aberrazioni del principio nativo originale, per cui ora chi chiede la 104 e' ormai un parassita, chi viveva in una baracca ci vive ancora mentre il ricco borghese si e' rifatto la villetta al mare e il disoccupato in aree depresse va alla mensa...
Insomma, un principio di inclusione poteva essere di aiuto nell'ambito di dinamiche particolari, ma e' diventato presto battage propagandistico a mo' di "DEI washing"...
Finche‘ la DEI avrà come obiettivo l’inclusione, si andrà poco lontano. L’obiettivo deve essere la meritocrazia, a prescindere da colore, sesso, etnia, religione, ecc. Finché’ la sinistra continuera’ a farne una questione di giustizia per le minoranze, anziche‘ una questione di giustizia per tutti (la meritocrazia premia tutti, l’inclusione premia alcuni molto più’ di altri), andranno poco lontano.
 
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Cesare.Caldi

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Alcune considerazioni sui controlli in ingresso. Attenzione che’, nonostante tanto rumore, e’ cambiato relativamente poco. Trump e’ un facista (senza la “s“): sa bene che, per fare il suo mestiere, e’ sufficiente dare l’impressione di fare qualcosa anche quando si fa poco. E’ sufficiente, dunque, qualche provocazione (sotto forma di executive order, tweet, post su Truth Social o uscita pubblica) per scatenare la macchina della stampa: quelli di destra a dar visibilita’ a quanto si sta facendo, quelli di sinistra pure. Tutti a enfatizzare il fattismo, anche quando si tratta di un nulla di fatto.
E' vero che spesso sono piu' gli annunci che i fatti concreti ma questi annunci e l'incertezza che provocano fa molto male ai mercati vedi cosa sta accadendo alle borse. Anche le questione dei dazi se non fosse seria si direbbe che e' una barzelletta per come viene gestita oggi annuncia un dazio sui prodotti x verso il paese y il giorno dopo ritratta, paese, prodotto e percentuale e riparte da capo.
Se ha veramente deciso qualcosa lo dica in maniera chiara una volta per tutte e faccia un elenco dei prodotti, dei paesi coinvolti e delle percetuali. Pur facendo un enorme danno, almeno le aziende e le borse avrebbero un punto fermo da cui partire per valutare le conseguenze e le possibili contro misure. Invece questa continua incertezza paradossalmente fa un piu' male un dazio certo.