Altra botta e risposta stra Save e il comune di Venezia sulla tassa per l'imbarco.
Personalmente trovo che le rotte Venezia-Sicilia con Ryanair siano diventate troppe care rispetto a Bologna. Da oltre 1 anno uso solo Bologna per spostarmi. Non si tratta di 2.5 euro piu, ma del doppio rispetto a Bologna per l'estate e dicembre
Marchi scrive al sindaco di Venezia Brugnaro: “Tolga la sovrattassa, mette a rischio lo sviluppo del territorio e del suo aeroporto”
Il presidente di Save, concessionario dello scalo Marco Polo, scrive una lettera al primo cittadino: “Perdita di Pil con questa ulteriore tassa. I vettori riducono i posti in vendita sui voli”
22 Febbraio 2024Aggiornato alle 19:383 minuti di lettura
Enrico Marchi Presidente di Save
Venezia tolga la sovrattassa comunale sui passeggeri in partenza dall'aeroporto Marco Polo, pari a 2.50 euro in aggiunta ai 6,50 già esistenti, che rischia di «sacrificare inutilmente lo sviluppo del nostro territorio e del nostro aeroporto».
Lo scrive il presidente di Save,
Enrico Marchi, in una lettera al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.
La lettera
Il solo annuncio dell'aumento, sottolinea Marchi, ha già portato Ryanair a ridurre nel primo trimestre del 20% i posti in vendita a Venezia.
“Se questa situazione si protraesse per tutto l'anno
, la perdita per l'intera Regione Veneto supererebbe i 50 milioni di euro di Pil”, aggiunge.
Nella missiva il presidente di Save sottolinea “le
negative conseguenze che il solo annuncio della nuova tassa decisa dal Comune di Venezia sui passeggeri in partenza dall'aeroporto Marco Polo, sta generando sull'economia del nostro territorio”.
Dopo la decisione di introdurre la tassa, si legge, “il più grande vettore sul territorio italiano con oltre il 30% del mercato, storicamente molto sensibile agli aumenti dei costi, ha diminuito nel solo primo trimestre del 2024 del 20% il numero di posti in vendita da VCE.
Il risultato sarà una perdita di oltre 130 mila passeggeri nei primi tre mesi dell'anno contro il 2023”.
Perdita per Venezia e guadagno per Bologna e Trieste
La perdita di Venezia si traduce in u
n guadagno per i confinanti aeroporti di Bologna e Trieste, dove il vettore cresce rispettivamente del 5% e dell'11%, recita la nota.
“Wizzair – prosegue - un altro vettore molto sensibile ai costi, sceglie di non crescere da Venezia nel primo trimestre del 2024, mentre cresce del 21% a Bologna e inizia a operare da Trieste per la prima volta durante i mesi invernali. Il resto dell'anno entrambi i vettori non cresceranno su Venezia, mentre investiranno in aeroporti che servono altre regioni”.
A tutto ciò si aggiunge
l'apertura a fine marzo della base di Ryanair a Trieste, resa possibile dall'abolizione anche dei 6.50 euro relativi all' addizionale comunale: a parità di tariffe ci sono dunque 9 euro di differenza con Venezia. “Tenuto conto che la tariffa media di Ryanair è di 60 euro, i 9 euro corrispondono al 15% della tariffa, una cifra decisamente spropositata” scrive Marchi.
Come conseguenza, sono le previsioni esposte da Marchi: “n
el primo semestre del 2024 Venezia crescerà solo del 5%, perdendo diverse opportunità che permetteranno ai nostri aeroporti limitrofi, che all'estremo opposto di Venezia beneficiano di supporti e aiuti da parte delle locali amministrazioni, di crescere e di portare benefici alle rispettive economie”.
Passeggeri e vantaggi per il territorio
Parlando di benefici per il territorio, Marchi ricorda che, in base agli indici statistici riconosciuti a livello globale elaborati da ACI (Airports Council International),
ogni passeggero che arriva/parte dal nostro aeroporto genera 95 euro di PIL come effetto diretto, i
ndiretto e indotto per il nostro territorio di riferimento.
“La perdita di passeggeri da parte di Ryanair per il solo primo trimestre del 2024 (130 mila), genera pertanto
una perdita di PIL di 12,5 milioni di euro, pari all'incirca alle tasse aggiuntive che la città andrà ad incassare durante l'intero anno (circa 12,5 milioni). Se questa situazione si protraesse per tutto l'anno, la perdita per l'intera Regione del Veneto supererebbe i 50 milioni di euro di PIL solo considerando il vettore Ryanair”.
A ciò si somma, precisa ancora Marchi, al peso che un aeroporto ha sullo sviluppo di un territorio e a tal proposito ricorda come Atlanta abbia mostrato nel giro di pochi decenni uno sviluppo straordinario come conseguenza della sua volontà di diventare punto di riferimento dei collegamenti aerei per tutto il Sudest degli Stati Uniti.
Si tratta dunque di
un grave danno per l'intera Regione a favore solo, e forse neppure, tenuto conto appunto della perdita di PII, di un piccolo beneficio finale per la città di Venezia che oltre ad aver previsto questa ulteriore "addizionale ha previsto anche una specifica tassa di ingresso”.
Marchi conclude la sua missiva con la richiesta diretta al sindaco Brugnaro di poter rivedere la suddetta decisione e di non sacrificare inutilmente lo sviluppo del nostro territorio e del nostro aeroporto. Sulla questione si ricorda che pende la pronuncia del Consiglio di Stato.
La risposta dell’assessore al Bilancio
Così l’assessore al bilancio di Venezia Michele Zuin risponde a Marchi difendendo la scelta della sua giunta.
«L’istituzione di 2,5 euro di addizionale comunale sui diritti d’imbarco», osserva in una nota ufficiale, «è stata annunciata a dicembre 2022, con effetto a partire dal 1° aprile 2023 ed è conseguente ad una legge del Parlamento e di un accordo sottoscritto con la Presidenza del Consiglio dei Ministr
i. La finalità è la tutela e la salvaguardia del centro storico di Venezia,
delle isole e della sua Laguna che dall’anno prossimo vedranno, inoltre, azzerarsi i finanziamenti di Legge Speciale da parte dello Stato, nonostante la richiesta unanime di rifinanziamento fatta dal Consiglio Comunale ancora nel 2020».
E continua: «Per l’aeroporto veneziano,
il 2023 si è chiuso con ben 11.326.212 passeggeri, con un +21,4% rispetto all’anno precedente, dato confermato anche a gennaio 2024, con un andamento positivo del +3% rispetto al corrispondente mese del 2019 e del +1,6% rispetto a gennaio 2023, in gran parte per i voli internazionali. Un segno della vitalità e della capacità attrattiva del nostro aeroporto.
Dati che confermano che l’introduzione della addizionale di 2,5 euro non ha influito in alcun modo nella ripresa del traffico post-pandemia. Somme che da aprile 2023 sono riscosse dagli operatori, ma non ancora riversate nelle casse del Comune».
E conferma la linea della giunta: «R
espingiamo nuovamente, invece, la proposta formalizzata da Save nel ricorso presentato al Tar, di aumentare in alternativa l’addizionale Irpef ai cittadini veneziani. Non abbiamo alcuna intenzione di mettere le mani in tasca indistintamente ai residenti del Comune di Venezia, che già fanno i conti con gli extra costi di una città speciale».
E chiude: «Per completezza di informazioni, dei 6,5 euro citati come « addizionale comunale », uguali in tutti gli aeroporti d’Italia, va evidenziato che
alle casse del Comune arrivano solo 10 centesimi, mentre i restanti 6,4 euro sono destinati ad altri fondi, che non lasciano nulla al territorio».