Save amplia lo scalo di Venezia e scommette sul polo del Nord Est
di Vittorio Carlini | 27 settembre 2015
Proseguire negli investimenti di ampliamento, e maggiore internazionalizzazione, dell'aeroporto di Venezia. Inoltre, migliorare i fondamentali della Catullo Spa cui fanno capo gli scali di Verona e Brescia. Sono tra le priorità di Save per spingere il business che, peraltro, nel primo semestre ha visto sia i ricavi che la redditività salire. Al di là del bilancio è tuttavia significativo, per l'appunto, l'impegno sul fronte dell'aeroporto veneziano «Marco Polo».
Qui, in seguito al Contratto di programma tra Save ed Enac, è stato avviato il piano d'investimenti (2012-2021) di 650 milioni di euro (di cui la metà stimati entro il 2017). In particolare: nell'esercizio in corso i Capex sono previsti tra 90 e 95 milioni. Altri 70 milioni saranno poi investiti nel 2016. . Insomma: l'impegno sulla crescita è importante. Al che il risparmiatore esprime un dubbio. In questo momento la Cina, con diversi Paesi emergenti, va rallentando. Una dinamica che può portare al calo dei flussi di passeggeri. Con il che gli stessi investimenti potrebbero risultare non efficienti. Save rigetta l'obiezione. In primis viene sottolineato, da una parte, che nel 2014 su circa 8,4 milioni di passeggeri solamente 117.000 sono arrivati dal Paese del Dragone. E dall'altra che il traffico internazionale è diversificato. Inoltre, aggiunge Save, le variabili geopolitiche da sempre caratterizzano il settore del trasporto aereo. Essenziale, quindi, è avere la flessibilità nel business per gestirle. Un atout che, per l'appunto, la società indica di possedere.
Proseguire negli investimenti di ampliamento, e maggiore internazionalizzazione, dell'aeroporto di Venezia. Inoltre, migliorare i fondamentali di bilancio della Catullo Spa cui fanno capo gli scali di Verona e Brescia. Sono tra le priorità di Save per spingere il business. Un duplice focus che rivela come la società (che gestisce anche l'aeroporto di Treviso), da una parte, abbia relegato più sullo sfondo la strategia di crescita per linee esterne. E dall'altra sia maggiormente concentrata nella gestione e sviluppo dell'attività organica.
Già, l'attività organica. Questa, a ben vedere, è stata di recente fotografata dalla pubblicazione dei numeri della prima metà del 2015. Una semestrale che ha indicato come sia i ricavi (+6,1%) che la redditività (Ebitda a 29,7 milioni) siano aumentati rispetto allo stesso periodo del 2014. Al di là dei singoli numeri di bilancio è tuttavia significativo, per l'appunto, l'impegno sul fronte dell'aeroporto veneziano «Marco Polo». Qui, in seguito al Contratto di programma tra Save ed Enac, come è noto è stato avviato il piano d'investimenti (2012-2021) di 650 milioni di euro (di cui la metà stimati entro il 2017).
In particolare: nell'esercizio in corso i Capex sono previsti tra 90 e 95 milioni. Altri 70 milioni saranno poi investiti nel 2016. Denari da indirizzarsi su quali progetti? Un primo passo è l'allargamento dell'area cosiddetta di landside (dove avvengono, ad esempio, i controlli sui passeggeri) per un importo di circa 50 milioni da completarsi nel 2016. Poi, sempre entro la fine dell'anno prossimo, è prevista la costruzione di un water terminal e del suo collegamento con l'aerostazione (25 milioni). Inoltre, ma qui l'orizzonte temporale si sposta al 2021, da un lato verrà realizzata una centrale di trigenerazione (recupero di calore per produrre energia); e, dall'altro, si procede allo sviluppo del terminal lato nord (sia nel landside che airside, dove cioè atterrano gli aerei). Insomma: appare chiaro che l'impegno sulla crescita dell'aeroporto della «Città della Laguna», seppure distribuito negli anni, è importante.
Al che il risparmiatore esprime un dubbio. In questo momento la Cina, con diversi Paesi emergenti, va rallentando. Una dinamica che può portare al calo dei flussi di passeggeri. Il timore è che, a fronte di quest'ultima possibile dinamica, il business si sviluppi più debolmente di quanto preventivato. Con il che gli stessi investimenti possono perdere di efficacia.
Save rigetta l'obiezione e articola il pensiero. In primis viene sottolineato, da una parte, che nel 2014 su circa 8,4 milioni di passeggeri solamente 117.000 sono arrivati dal Paese del Dragone. E dall'altro che il traffico internazionale è diversificato. Le rotte , è l'indicazione, sono articolate su aree geografiche in crescita. Ad esempio, tutte le tre grandi compagnie statunitensi (American Airlines, United Airlines e Delta) atterrano al Marco Polo. Senza dimenticare, poi, che i tre principali hub del Medio Oriente (Doha, Dubai e Abu Dhabi) sono giornalmente collegati con lo scalo veneziano.
Inoltre, aggiunge Save, le variabili geopolitiche da sempre caratterizzano il settore del trasporto aereo. Essenziale, quindi, è avere la flessibilità nel business per gestirle. Un atout che, per l'appunto, la società indica di possedere.
Ciò detto, però, i maggiori Capex comportano l'incremento del debito netto. Il quale, se non contestualmente accompagnato dall'aumento di redditività, può dare fastidio con riferimento ai covenant previsti dai prestiti concessi alla società.
Il gruppo, anche su questo fronte, invita ad una lettura meno superficiale. Il rapporto debito netto su Ebitda, stabilito dall'Accordo di programma, ha quale soglia massima il valore di 4(3,5 quello individuato in diversi finanziamenti con le banche). Ebbene, indica Save, attualmente l'indicatore è inferiore al limite fissato. Come, peraltro, è più basso rispetto a quello di altri competitor. In tal senso la società è confidente non ci siano problemi.
Peraltro, aggiunge Save, la remunerazione del capitale investito è intorno al 12%. Quindi: effettuare gli investimenti, tenendo sotto controllo l'indebitamento, ha la sua razionalità economica. Ciò detto, l'obiettivo del gruppo, a fine 2015, è un Net debt to Ebitda intorno a 3.
Al di là dei covenant, il tema della Pfn può essere poi influenzato da un altro aspetto: la cessione della partecipazione, detenuta tramite la controllata Archimede 1, del 40% in Centostazioni. Cioè, la partnership con Ferrovie dello Stato che gestisce un network di 103 medie stazioni italiane. La dismissione, non contabilizzata rispetto agli obiettivi indicati sul Net debt to Ebitda, potrebbe comportare, sempre secondo Save, un impatto positivo per il debito netto di circa 50 milioni.
L'evento, tuttavia, è ovviamente legato all'esecuzione della vendita. E qui, a ben vedere, i tempi si sono dilatati. La «Lettera al risparmiatore», nel passato, aveva già registrato la volontà di realizzare l'operazione. Ma fino ad oggi l'iter non è andato a buon fine. Save, tuttavia, conferma la fiducia sul concretizzarsi dell'operazione.
Fin qua alcune indicazioni sulle strategie riguardo Venezia e gli investimenti. Quali, invece, le mosse rispetto agli scali di Verona e Brescia? Su questo fronte, va ricordato, gli aeroporti sono in gestione della Catullo Spa di cui Save detiene il 40,31%. Ebbene tra i focus, per l'appunto, è quello di migliorare i fondamentali della Catullo.
Già, i fondamentali. Ma, visto anche che nel primo semestre del 2015 proprio i passeggeri a Verona sono calati, come centrare l'obiettivo?
Save, che ricorda come da sola la pista di Villafranca (Verona) sia già profittevole, sottolinea in primis che la diminuzione dei passeggeri è conseguenza da un lato della cancellazioni di basi importanti quali quelle di AirOne e di Meridiana. E, dall'altro, delle crisi politiche-religiose in diversi Paesi (dalla Grecia alla Tunisia) che hanno impattato negativamente i voli charter. Si tratta, cioè, di variabili indipendenti dalla gestione aziendale.
Ciò detto, più in generale, la strategia è di sfruttare il fatto che i due aeroporti si trovano in un'importante area per business e turismo. Quindi la possibilità di crescere nel traffico aereo esiste. Ad esempio, nel primo semestre c'è stato l'ingresso a Villafranca del vettore Ryanair. E la stessa Volotea ha ampliato l'offerta di destinazioni domestiche.
A ben vedere, al di là delle singole operazioni, la volontà di Save è quella di mettere a sistema gli aeroporti. Una gestione industriale coordinata, come accaduto con Venezia e Treviso, che permetta di estrarre maggiori efficienze e ricchezza. In un simile contesto, è l'indicazione della società, il target è di superare il break even congiunto per i due scali nel 2017.
Ma non è solamente la Catullo, il risparmiatore è interessato ad un altro aspetto del business di Save. Quale? È presto detto: la partecipazione (in trasparenza circa il 18%) nell'aeroporto belga di Charleroi . L'asset, dal punto di vista della redditività, è in generale accrescitivo per la società italiana. Nello scorso semestre, però, il contributo è sostanzialmente azzerato per effetto degli stanziamenti prudenziali legati al procedimento in sede comunitaria.
Deve, infatti, ricordarsi che il primo ottobre 2014 la Commissione Europea ha statuito che alcune misure dello Stato belga in favore della società di gestione dello scalo (Bsca) configurano l'aiuto di stato. In particolare, il canone di concessione non sarebbe sufficiente remunerativo. Così la Commissione ha chiesto allo stesso Stato belga di recuperare i pagamenti che sarebbero dovuti da Bsca e collegati alle misure in questione a partire dal 4 aprile 2014. E poi, per il futuro, di incrementare il canone stesso. Bsca ha fatto ricorso contro la decisione presso la Corte di giustizia europea chiedendone il parziale annullamento.
Allo stato attuale, da una parte, si attende che venga fissata la prima udienza del procedimento entro il 2015. E, dall'altra, Bsca ha comunque accantonato per la vicenda circa 9 milioni nel 2014 e intorno a 11 milioni per il 2015. Save, dal canto suo, si dice fiduciosa nella positiva risoluzione della questione.
Ciò detto il gruppo aeroportuale italiano, che da sempre ha sottolineato il carattere industriale della partecipazione in Bsca, sembra avere un po' mutato l'impostazione. Sia ben chiaro: allo stato attuale c'è nulla di nuovo. E, tuttavia, la quota nello scalo di Charleroi potrebbe, sotto il profilo strategico, essere considerata non più assolutamente imprescindibile come in passato.
Già, il passato. Riguardo, invece, alle prospettive sul futuro, in particolare sulla seconda metà del 2015, quali le indicazioni di Save? Il gruppo stima una buona crescita del business nel secondo semestre dell'anno.
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