L'osservazione (la mia) era che EZY origina da altri mercati dove il pax medio ad Aqaba in questo momento non ci pensa proprio...mentre l'apertura che tu citi (Vilnius) ha appunto come mercato una tipologia di pax completamente diversa.L' osservazione non era relativa al potenziale di mercato di una rotta o di una altra ma al fatto che mentre alcune compagnie evidentemente ritengono poco sicuro volare in una destinazione molto vicina ad Israele come Aqaba e chiudono rotte, altre invece vanno in contro tendenza e nonostante la situazione aprono rotte.
Direi infatti che la chiusura di Aqaba sia di natura commerciale e non legata a specifiche preoccupazioni per la sicurezza dei voliL'osservazione (la mia) era che EZY origina da altri mercati dove il pax medio ad Aqaba in questo momento non ci pensa proprio...mentre l'apertura che tu citi (Vilnius) ha appunto come mercato una tipologia di pax completamente diversa.
Non è questione di sensibilità. Aqaba non è una rotta fondamentale per Easyjet e probabilmente non è una gallina dalle uova d'oro: spesso è sufficiente un indebolimento della domanda del 10% perché una rotta profittevole vada in perdita. E' logico quindi che un vettore come Easyjet cerchi di riallocare capitale altrove. Nel frattempo, non è inverosimile che un vettore minuscolo decida di provare una nuova rotta (un volo a settimana) per vedere come gli va -- pensa ad Aeroitalia e tanti altri vettori che si buttano su rotte insolite nella speranza di pescare un jolly.Mi sembra che vuoi dire che i pax lituani hanno una diversa sensibilità e sarebbero disposti a farsi una vacanza ad Aqaba nonostante le situazione.
Il problema della sicurezza è molto relativo: ad Amman volano ancora tutti. Le assicurazioni -- alcune delle quali si sono mosse per togliere la copertura in Israele e Libano -- non mi pare stiano toccando la Giordania. Non credo (correggimi se ma la sono persa) che Easyjet abbia dichiarato di chiudere Aqaba per motivi di sicurezza. Su Aqaba volano ancora molti vettori europei (da Edelweiss a Smartwings). Evidentemente si tratta di scelte commerciali diverse ma non di considerazioni relative alle condizioni di sicurezza nella zona.Ma il problema della sicurezza rimane, come mai per alcune compagnie questa destinazione viene considerata poco sicura e chiudono e per altre compagnie invece no e aprono rotte?
Che forse mi prenderò l’anno prossimo, se non fosse che andare fino a Gatwick col sarcofago della bici mi rompe (e magari qualcosa di più di un bisettimanale me lo proponete, vero???)Dai Cesare, in compenso apriremo Akureyri.
Daccordo che gli aerei di EL AL sono equipaggiati con sistemi anti missile, ma vale la pena continuare a volare con questi rischi?"EL AL flight LY546 had to climb back out on approach to Tel Aviv tonight due to multiple missile interceptions occurring at the same time, flight held for a while before landing safely"
@FlightEmergency
Forse non vogliono sconvolgere troppo le operazioniDaccordo che gli aerei di EL AL sono equipaggiati con sistemi anti missile, ma vale la pena continuare a volare con questi rischi?
El Al garantisce i collegamenti fra Israele e il mondo esterno. Penso che la maggioranza dei passeggeri viaggi per motivi urgenti. Di turisti ce ne devono essere molto pochi. Israele e' organizzato in modo che la vita non si ferma in momenti di emergenza. Il centro di costo num.1 e mia cugina vanno in ufficio tutti i giorni. Il centro di costo num.2 non e' ancora stato richiamato quindi lavora. Merci devono entrare e uscire dal paese, etc.Daccordo che gli aerei di EL AL sono equipaggiati con sistemi anti missile, ma vale la pena continuare a volare con questi rischi?
Un commento sulla questione dei missili, che vale anche in risposta all'articolo del Corriere riportato all'inizio di questa discussione.Daccordo che gli aerei di EL AL sono equipaggiati con sistemi anti missile, ma vale la pena continuare a volare con questi rischi?
Che io sappia, El Al usa i sistemi di difesa basati sui flares che detto in parole spicciole generano una fonte di calore alternativa che confonde e devia i missili dal loro obiettivo, il quale è anch'esso una fonte di calore.Un commento sulla questione dei missili, che vale anche in risposta all'articolo del Corriere riportato all'inizio di questa discussione.
L'impressione, da non addetto ai lavori, è che il sistema antimissile in dotazione agli aerei di linea israeliani sia completamente fuori gioco in questo caso, dal momento che serve ad intercettare i missili termoguidati e deviarli lontano dall'aereo.
I razzi utilizzati finora da Hamas invece sono roba piuttosto rudimentale, senza alcun sistema di guida; non mi sembra che possano essere neutralizzati da un sistema tarato su armi più sofisticate.
Qualcuno più esperto può confermare?