speedbird100
Utente Registrato
- 13 Febbraio 2020
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Caio è stato nominato AD di SAIPEM, prima era solo presidente, credo che ovviamente essendo l'incarico di AD più impegnativo ha preferito salutare.Ma perché caio è stato fatto fuori? E lazzerini no?
...e uno di questi e' proprio Lazzerini, giusto per fare un nome...Si vede che conosci bene come funziona in AZ, il concetto è proprio questo. Saper prendere solo le mele buone e liberarsi di quelle bacate. E a questo giro non ci sono scuse, l'UE è stata chiara sulle selezioni del personale che non deve seguire regole di selezione e non di pacchetti, anzianità ecc... Ovviamente, come dicevo, deve essere permesso a chi deve guidare ITA di poter far selezionare i migliori e i più utili al progetto. Il problema è che quelli da scartare sono quelli meglio appoggiati politicamente e sindacalmente.
Marco Sansavini non si è formato nella scuola Alitalia bensì nella scuola KLM (una garanzia) ed ha avuto la fortuna di trovare nella sua strada negli ultimi nove anni managers del calibro di Luis Gallego e Willie Walsh come anche lavorare per un’azienda come IAG che gli permesso di migliorarsi. Merito suo ovviamente di essersi migliorato professionalmente ma se fosse rimasto in AZ non avrebbe fatto questa carriera, senza quei managers di IAG non sarebbe dove è adesso.Infatti non ho detto che 1 o 10 TOP manager sono la causa, ma il modello organizzativo che è cosa differente, in Alitalia di Manager capaci ne sono passati, Sansavini era uno capace, non è solo una questione di manager , come non è solo una questione di dipendenti, anche perchè I dipendenti mele marce ci sono in tutte le aziende e non solo in Alitalia, come ci sono i dipendenti produttivi in Alitalia ed in altre aziende.
Però se per prendere una qualsiasi decisione devi fare 10 riunioni, perchè qualsiasi cosa deve passare dalla firma del capo, dopo del capo del capo, dopo del gran capo, dopo del capo del gran capo, fino ad arrivare al CEO con 10 livelli autorizzativi, ecc, ed ognuno di loro ci mette lo zampino, alla fine non si decide nulla, si crea confusione ed il risultato non sarà quello sperato ad inizio di un qualsiasi progetto.
Oltre ad esserci sempre il problema di chi deve fare cosa, e ti tocca anche emettere continuamente le procedure organizzative e le procedure operative.
Il problema non stà nella prima o seconda linea ma nella quantità di persone nelle altre linee dell'organigramma prima di arrivare all'operatore che esegue la decisione aziendale. L'organigramma deve essere più orizzontale possibile e meno piramidale. Poi che per tè il Problema di Alitalia sia qualche matto che bruciava le divise e non chi decise di fare una divisa che aveva un costo da abito da sera, (ricordo che a differenza di questa semplice, in quella c'era la fornitura di scarpe Rosse o Verdi e il cappellino 5terre) invece di fare una divisa che sia di produzione economica come le precedenti.
E dico che sinceramente secondo me la divisa non è stata rifatta per il capriccio dei dipendenti, ma perchè Gubitosi ritenne tagliare i costi anche della produzione di quel tipo di divisa. Infatti questa è un prodotto molti più economico fatto dalla Forint mi sembra.
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Con una ITA che forse partirà nella ricca stagione autunnale, la vedo ancor più dura delle fosche previsioni che avevamo già fatto qui dopo aver letto il famigerato piano emerso a fine anno.ITA è nata in ritardo perché partiti e partitini non trovavano un accordo sulla spartizione del poltronificio.
Con un azionista unico del genere, mi chiedo che senso abbia immaginare scenari realmente innovativi. La vera mission di ITA è mantenere la maggior quantità possibile degli interessi presenti in AZ. Il resto è fantaviazione.
Secondo me ITA non riuscirà a partire per l’autunno, se veramente partirà non sarà prima del 2022, l’ideale sarebbe farla partire con la IATA Summer Season 2022.Con una ITA che forse partirà nella ricca stagione autunnale, la vedo ancor più dura delle fosche previsioni che avevamo già fatto qui dopo aver letto il famigerato piano emerso a fine anno.
Ineccepibile.Di gente in gamba tra i dirigenti AZ ne è passata parecchia (per esempio andatevi a vedere chi fino al 2108 era il n.2 di Aeroflot, unico occidentale nella stanza dei bottoni), così come anche tra quadri ed impiegati si trovano ottimi professionisti.
Il problema che ha sempre avuto AZ è la viscerale tendenza a livellare verso il basso chiunque sia più bravo e più sveglio.
Come? Remotissime possibilità di uscire dal proprio dipartimento, stipendi immobili, promozioni più rare delle terre rare cinesi.
Risultato? Alcuni si sono trasformati in zombie accettando un sistema intrinsecamente malato mentre pochi altri hanno trovato poi il coraggio di alzare la testa e cambiare azienda.
È la cultura aziendale che va cambiata, ma la cambi solo assumendo chi ha determinate caratteristiche.
Pensavo la stessa cosaIneccepibile.
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Che é un po’ lo specchio della realtà lavorativa italiana. Nulla di nuovo.Di gente in gamba tra i dirigenti AZ ne è passata parecchia (per esempio andatevi a vedere chi fino al 2108 era il n.2 di Aeroflot, unico occidentale nella stanza dei bottoni), così come anche tra quadri ed impiegati si trovano ottimi professionisti.
Il problema che ha sempre avuto AZ è la viscerale tendenza a livellare verso il basso chiunque sia più bravo e più sveglio.
Come? Remotissime possibilità di uscire dal proprio dipartimento, stipendi immobili, promozioni più rare delle terre rare cinesi.
Risultato? Alcuni si sono trasformati in zombie accettando un sistema intrinsecamente malato mentre pochi altri hanno trovato poi il coraggio di alzare la testa e cambiare azienda.
È la cultura aziendale che va cambiata, ma la cambi solo assumendo chi ha determinate caratteristiche.
Nel piano manca la cosa fondamentale, una telefonata a Berlino con le 5 parole magiche: “adesso in AZ comandate voi”. Una volta fatta quella, ITA potrà decollare in una notte come hanno fatto le varie “nuove” AZ.Con una ITA che forse partirà nella ricca stagione autunnale, la vedo ancor più dura delle fosche previsioni che avevamo già fatto qui dopo aver letto il famigerato piano emerso a fine anno.
Forse, se mi consenti, con una piccola differenza: ITA avrebbe la chance di decollare sul serio, e la prospettiva dell'immancabile fallimento un triennio più tardi diverrebbe all'improvviso alquanto remota, penso (o magari è solo una pia illusione, ma non credo tanto).Nel piano manca la cosa fondamentale, una telefonata a Berlino con le 5 parole magiche: “adesso in AZ comandate voi”. Una volta fatta quella, ITA potrà decollare in una notte come hanno fatto le varie “nuove” AZ.
Questi sono gli "itagliani", con I maiuscola. Già è comico quello che racconta (chissà che giornale ha deciso di pubblicarlo, povera stampa), ma secondo me è anche parecchio romanzato, basti pensare alla questione di lei e della sua amica che chiamano il call center alle 6 di mattina e dopo mezzanotte per non avere attese lunghissime. Io in questi mesi ho dovuto più volte riproteggere dei voli e visto lo scarso traffico il call center ha sempre risposto velocemente e sarò stata fortunata ma anche con ottima professionalità. Solo una volta è caduta la linea all'operatrice in smart working che fra l'altro mi ha richiamato scusandosi. Riguardo al mal di stomaco e ai posti cambiati è già comico di suo il racconto. Il sito fa schifo da secoli e non lo scopriamo oggi, a me i biglietti li ha fatti prenotare mentre mette in messaggio di errore riguardo all'assegnazione dei posti (sarà che cambiano aeromobile continuamente). Sicuramente io non passerò le mie vacanze a parlare con il call center Alitalia...C'è Alitalia e la sua situazione che tutti noi conosciamo e poi ci siamo noi Italiani: qui una lettera di una passeggera che, in sintesi, ha dovuto aspettare un pochino in attesa al telefono con il call center, non ha potuto avere i posti che aveva chiesto perchè hanno cambiato aereo e qualcuno al desk del check-in sarebbe stato poco educato.
Molto indicativo il titolo: "calvario di una passeggera".
In mia opinione "calvario" sarebbe stato se avessero smarrito i bagagli, se l'aereo fosse decollato con ore di ritardo facendo perdere, magari, una coincidenza, o se avesse perso completamente i soldi.
E, poi, qualcuno può spiegare a questa signora che un aereo non fa le curve come le automobili (e che quindi avere il mal di stomaco nelle file posteriori non è strettamente legato alla posizione dei sedili durante il volo...) e che "non ottenere posti davanti" non vuol necessariamente dire che una compagnia aerea fa schifo (io, in circa 35 anni che prendo aerei sarò riuscito ad avere la fila 4 una volta...). Per quanto riguarda i call center sono un maestro: circa 50 minuti + 35 minuti di attesa con l'operatore telefonico con la linea che è caduta entrambe le volte...un calvario!!!
Diciamo che, in una situazione surreale come quella di Alitalia, aggiungere altro surreale non serve a nulla.
P.S. Poi assolutamente non giudico l'esperienza soggettiva della passeggera che, appunto, è personale.
Alitalia, il calvario di una passeggera: sito in tilt e posti sbagliati sul volo, il racconto in una lettera
Circa un mese fa decidiamo di trascorrere insieme il mio compleanno e quello di mia figlia, dopo mesi in cui, per ragioni legate al Covid, non siamo riusciti a vederci. Impossibile fare i biglietti online. Il sito non funziona, manca sempre qualche dato che non si riesce a registrare, eppure sono decenni che faccio i biglietti in questo modo. Mi confronto con le mie amiche e anche loro mi confermano che è così. Unica chance è il Call Center. Ah, che divertente! La mia amica lo chiama in genere verso le sei del mattino, io invece preferisco la notte, sempre dopo la mezzanotte. In quegli orari puoi cavartela con mezz’ora di attesa ma se poi cade la linea mentre parli, cosa molto frequente, sei fregato. Alla fine riesco a fare i biglietti e mi raccomando, come sempre, di prenotare i posti nelle file più anteriori possibili (purtroppo in coda soffro di stomaco). Chiedo anche la possibilità del check-in online e del fast track ma la gentilissima operatrice mi dice che non può farlo e mi invita a richiamare.
Ho ancora tempo prima della partenza, lo farò qualche giorno prima. Ricomincio con il sistema di check-in online ma non funziona perché in automatico è inserita l’autocertificazione. Dopo circa due ore, diverse telefonate e vivavoce inserito, mi risponde una gentilissima operatrice che mi spiega che l’autocertificazione è obbligatoria nonostante il certificato vaccinale e che effettivamente stava creando problemi con il check-in. Ma di cosa avevo bisogno? Soltanto della conferma dei miei posti scelti e pagati, cosa che l’operatrice mi conferma rileggendo il tutto.
Stamattina arrivo in aeroporto e al check-in i miei posti slittano dalla fila 4 a (mio marito) e 4 c (mio) alla fila 32. “Cosa? – eh Signora, è cambiato l’aeromobile”, cioè evidentemente è un aereo che viaggia al contrario. Una scortesissima dipendente al banco check-in si è rifiutata di chiamarmi un responsabile e mi ha detto che, dal momento che l’aereo era pieno, avrebbe fatto il possibile per spostare il mio posto al centro. “Il possibile? I posti li ho confermati e pagati, insieme al fast track”. Soltanto con il Comandante e il personale del volo AZ1903 ho ritrovato la nostra amata compagnia. Non hanno potuto far nulla ma mi hanno chiesto scusa e dato ragione. Adesso cosa faro? Passerò la mia breve vacanza cercando di parlare con il Call Center, perché il sito non funziona (?). Qualcuno avverta i dirigenti di Alitalia che non siamo animali e pretendiamo un servizio normale. Non dico decente, ma normale. E cominciamo tutti a ribellarci.
Nelle condizioni contrattuali è spiegata che l'assegnazione dei posti è soggetta a limitazioni fra le quali il cambio di aeromobile. Bisogna andare a vedere cosa prevede nel caso sia necessario un cambio di posti, immagino comunque che la manciata di € sarà rimborsata tranquillamente. A mio parere la c/c non approva il chargeback.Il problema è aver pagato per un servizio non erogato. Io avrei contattato immediatamente l'emittente della c/c per iniziare un chargeback.