flyBoy l'articolo che hai postato fa il paio con quest'altro :
[h=1]L’offerta dell’emiro per Alitalia[/h]
L’affare Alitalia fa venire il mal di testa ai poteri pubblici romani, e a molti imprenditori privati. Non solo: secondo ciò che trapela dal piano industriale del nuovo amministratore delegato Gabriele Del Torchio l'aeroporto di Fiumicino verrebbe penalizzato a favore di Malpensa, in un girone di ritorno rispetto alla partita del 2008.
Anche allora Air France, prescelta dal governo Prodi, aveva scelto Milano come hub da affiancare a Parigi ed Amsterdam; la cordata dei "capitani coraggiosi" convocata da Silvio Berlusconi privilegiò Roma sulla base di un calcolo che oggi, con la concorrenza delle Ferrovie, non regge più, quello del collegamento shuttle tra la capitale e Linate.
Se l'eventuale ridimensionamento di Fiumicino punta a riconquistare in parte la clientela business del Nord, rivitalizzare Malpensa - dove il vecchio Terminal Due in esclusiva alla Easyjet rischia di superare Malpensa 2000 - e invogliare i francesi a sottoscrivere l'aumento di capitale da 300 milioni, il cambio di rotta può però risultare dannoso per il traffico turistico ed entrare in collisione con gli interessi di Atlantia, terzo azionista di Alitalia, cioè dei Benetton che controllano Adr, la società che per Fiumicino ha un piano di raddoppio entro il 2020.
Come uscirne, visto che le adesioni all'aumento di capitale scadono il 16 novembre? Per ben tre volte il governo ha cercato di coinvolgere la Cassa depositi e prestiti, cassaforte pubblica sempre in auge in queste emergenze.
I colloqui tra Enrico Letta e Giovanni Gorno Tempini e Franco Bassanini (ad e presidente della Cassa) non sono stati dei più distesi.
Solo formalmente l'intervento non sarebbe aiuto di Stato, visto che benché di diritto privato essa è controllata all'80 per cento dal Tesoro.
E se già il coinvolgimento delle Poste fa minacciare a British Airways e Lufthansa il ricorso alle vie legali, figuriamoci con la Cassa.
Non solo. A Letta è stato fatto presente che lo statuto della Cdp impedisce il salvataggio di aziende in perdita, e la risposta è stata: «Cambiamo lo statuto». Dunque l'idea è ancora sponsorizzata da politici e sindacati. Eppure chi ha esaminato a fondo il dossier sostiene che un'altra soluzione sarebbe a portata di mano. E deriverebbe proprio dal fatto che, non sottoscrivendo l'aumento di capitale, Air France perderebbe il diritto di veto all'ingresso in Alitalia di altre compagnie, una clausola finora riservata.
E il profilo del partner è quello di Etihad, fondata nel 2003 da Khalifa bin Zayed Al Nahayan, emiro di Abu Dhabi. Meno nota di Emirates, basata a Dubai, ma altrettanto agguerrita, Etihad Airways è stata premiata come migliore compagnia aerea mondiale per efficienza, qualità e bilanci.
Ha già un accordo commerciale con Alitalia, ma soprattutto l'estate scorsa ha presentato un'offerta di acquisto di una quota di circa il doppio del 25 per cento di Air France. Obiettivo, arrivare a un'integrazione con un hub transoceanico nell'Europa mediterranea per i voli verso Ovest, Usa in testa.
Una condizione che né il 3 per cento preso nella irlandese Air Lingus né il 49 nella serba Jat sono in grado di soddisfare. A differenza di altri possibili partner extra Ue, come Aeroflot (Russia) e Hainan (Cina), la compagnia araba non ha problemi di liquidità né di approvvigionamento di carburante, visto che l'emiro possiede il 9 per cento delle riserve mondiali di petrolio. Il piano industriale non prevede ridimensionamenti di Alitalia, né tagli di personale, ma un potenziamento della flotta e magari una partecipazione al raddoppio di Fiumicino.
Si scontra però con un ostacolo: Etihad non potrebbe diventare azionista di maggioranza perché Alitalia perderebbe gli slot (cioè i diritti di volo) nell'Unione europea. Dunque almeno il 51 per cento dei soci dovrebbe restare italiano. Ma i legami con il salotti buoni non mancano: Etihad è già partner della Ferrari e il fondo sovrano di Abu Dhabi è azionista di Unicredit. Dove è rappresentata proprio da Luca di Montezemolo.articolo fa il paio con