Thread Alitalia dal 1° ottobre 2013


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Veolia

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10 Settembre 2006
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http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRO...eggeri_compagnie_accordi/notizie/352064.shtml

Crisi Alitalia: c’è lo spettro per il territorio della provincia di Roma di dovere sopportare il grosso degli esuberi. Ma soprattutto c’è il timore che anche l’aeroporto di Fiumicino perda posizioni a causa della situazione di incertezza della compagnia di bandiera. Anche perché i numeri cominciano a essere preoccupanti: da gennaio a settembre il Leonardo da Vinci ha contato poco più di 28 milioni di passeggeri, una flessione rispetto allo stesso periodo del 2012 del 2 per cento. Per questo, oggi alla Camera, nel corso di una audizione alla commissione trasporti dei rappresentanti di Comuni di Roma e Fiumicino e Regione Lazio, ha preso forza un concetto: il futuro di Adr (aeroporti di Roma) deve essere separato da quello di Alitalia. Adr sta cercando ora di chiudere contratti con compagnie di bandiere straniere per alimentare i voli a lungo raggio: è di queste ore la notizia della conclusione di un accordo con una compagnia indiana (Air India dovrebbe collegare Fiumicino a Dehli).

«Per Alitalia si temono 4.000 esuberi - dice il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino - è una buona parte peserebbe sul nostro territorio. Air France è un partner che non avrà mai interesse a rilanciare Alitalia su Fiumicino. Bisogna guardare altrove». All’audizione alla Camera ha partecipato anche l’assessore ai Trasporti del Comune di Roma, Guido Improta, che ha definito la strategia «salviamo Fiumicino dalle difficoltà di Alitalia»: «Bisogna iniziare a pensare a una distinzione di ruoli tra il vettore di riferimento e l’aeroporto: la società di gestione non aveva interesse a fare politiche di marketing aggressive per attirare altre compagnie internazionali che avrebbero potuto fare concorrenza ad Alitalia. Nell’attuale situazione di Alitalia dobbiamo incentivare Adr perché metta in atto politiche commerciali e di marketing tali da non privare il territorio di quei collegamenti essenziali per l’economia di Roma, del Lazio e dell’Italia intera».

Michele Civita, assessore regionale ai Trasporti, ha
ricordato: «Air France vuole portare le rotte a lungo raggio a Parigi. Allo stesso tempo è stato un errore puntare sui voli domestici, poiché era prevedibile che i treni ad Alta Velocità avrebbero vinto la competizione con i voli aerei. Noi siamo disponibili a mettere in campo tutte le iniziative per rafforzare il ruolo strategico di hub dell’aeroporto di Fiumicino ma questo non significa ampliamento della struttura oltre il limiti di sostenibilità ambientale ed economica». Il parlamentare del Pd, Enrico Gasbarra: «Sarebbe incredibile se a fronte dell'ingresso di Poste spa nell'azionariato di Alitalia, il nuovo piano industriale prevedesse esuberi. Un taglio delle rotte porterebbe a conseguenze drammatiche per l'aeroporto di Fiumicino che già sta vivendo una flessione nell'indotto e nei servizi, con continue vertenze e nuova cassa integrazione». Resta il nuvolone grigio di incertezza che si sta addensando su Fiumicino: non basterà l’accordo con Air India a limitare i danni di fronte alla crisi di Alitalia.
in qualsiasi modo vada, tranne la nazionalizzazione, fco subira' riduzioni
inutile che urlino, chi e' causa del suo mal....
 

Cesare.Caldi

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14 Novembre 2005
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Da Repubblica di oggi, pag. 25.

Se, come le ultime indicazioni provenienti da Parigi lasciano intuire, Air France dovesse dare l’addio a Roma, rinunciando alla partecipazione all’aumento di capitale e diluendo la propria quota fino al 6% (e non all’11% come supposto, secondo quanto è riportato in uno studio di Credit Suisse), il piano si trasformerebbe in un manuale di sopravvivenza solitaria.
Finora si era sempre parlato che se Air France non partecipa all' aumento si sarebbe diluita all' 11%, adesso si dice 6% come mai erano stati fatti male i conti?
Comunque se venisse confermato, il 6% sarebbe una partecipazione puramente simbolica senza nessuna capacità di incidere nelle scelte della società.
 

Alessandro

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13 Febbraio 2012
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Nella storia industriale, mi pare ci siano molti casi di qualcosa che (con o senza spin off), prima sembrava disprezzato e non valer nulla, ma poi da mani sapienti è stato riportato in attivo. Possiamo parlare della storia Rover-Mini-BMW, oppure di Chrysler oppure di Belstaff.

Se uno mi vuole vendere qualcosa a un prezzo folle, me ne vado. Perchè i francesi non se ne vanno?

In un Paese che gode di una posizione geografica come la nostra, con ancora una posizione export/industriale di rispetto, destinazione turistica più ambita al mondo tra le prime 5, non credo proprio che per quanto tartassata Az valga zero. Un conto è il valore di libro, un altro le potenzialità.

Friedman sarà stato pure approssimativo, ma con gli orientali che hanno comprato di tutto (marchi e non, terre, immobili, etc.), e continuano a farlo, non mi sembra un'indicazione del tutto bislacca.
Quotone.
Già, perché AF non se ne va se vale zero?!?!
 

Veolia

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10 Settembre 2006
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Quotone.
Già, perché AF non se ne va se vale zero?!?!
perche' vale zero stand alone, e gestita qui ed in questo modo
integrata con una delle 3 potrebbe avere avrebbe una discreta dignità finanziaria al netto di altri offset che qui non conosciamo.
afklm è l'unica delle 3 a volerla al momento
:)
 

Farfallina

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23 Marzo 2009
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Finora si era sempre parlato che se Air France non partecipa all' aumento si sarebbe diluita all' 11%, adesso si dice 6% come mai erano stati fatti male i conti?
Comunque se venisse confermato, il 6% sarebbe una partecipazione puramente simbolica senza nessuna capacità di incidere nelle scelte della società.
Cesare sono note di stampa e poi la cifra dipende da chi e con quanto sottoscriverà l'aumento di capitale. I conti precisi si fanno dopo la chiusura dell'aumento di capitale e la chiusura della sottoscrizione dell'eventuale inoptato.
 

Herzog

Bannato
20 Settembre 2013
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Gli emigrati ormai sono andati via da 50 anni e i loro figli e nipoti in Italia ci torneranno forse una settimana in tutta la loro vita, in vacanza. E' un mercato inesistente, e anche a quel poco che resta di questa tipologia di pax che AZ ci sia o non ci sia, importa zero. In Italia se vogliono ci possono arrivare comunque con cento altri vettori.
Infatti avevo scritto emigrati e altro, intendendo con ciò turismo (pare che quello papale sia in netta ascesa), industria etc, oltre alle dimensioni territoriali. Fermo restando che la quota oriundi/discendenti, sulle direttrici nord e sud America non mi pare trascurabile.
 

Herzog

Bannato
20 Settembre 2013
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Gli orientali avranno anche comprato tanto ma dimentichi che:
- non hanno l'anello al naso
- comprano solo quello che gli interessa e che gli serve, dove vedono che si possono fare i soldi
- sulle aziende in difficoltà, ci mettono sempre gli occhi molto prima, da soli, e senza l'aiuto di nessuna missione governativa (aka viaggi della speranza). Se AZ la volevano comprare, tranquillo che l'avrebbero già fatto. Non aspettano di certo di ricevere Lupi o Letta a palazzo per chiedergli il permesso di poter fare un'offerta.
Tutto vero. Non fa una piega. Ma le vie del Signore sono infinite, come pure quelle degli affari e della politica.
Non so se ricordi quella canzoncina "Se tu dai una cosa a me...". Chissà, magari esiste pure una versione cantata in tre o quattro, di nazionalità diversa.

Oppure quelle buste "pesca" che vendevano gli edicolanti tantissimi anni fa.
 

belumosi

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10 Dicembre 2007
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Infatti avevo scritto emigrati e altro, intendendo con ciò turismo, industria etc, oltre alle dimensioni territoriali.
Premesso che sarebbe (stato) bello e redditizio avere una grande compagnia nazionale efficiente, non si può andare avanti in eterno con questa litania. A parte Roma, praticamente tutte le altre città italiane devono fare uno scalo per volare LR, con eccezioni a MXP e VCE. Quindi fare scalo a FCO o da un'altra parte, è irrilevante. Anzi, vista la qualità di FCO, probabilmente è meglio.
E anche da FCO AZ è sostituibile nella maggior parte dei casi da vettori concorrenti.
Sarebbe quindi il caso di smettere di nascondersi dietro il concetto che AZ è indispensabile per collegare l'Italia al mondo, perché è del tutto infondato.
 

talè

Bannato
14 Ottobre 2013
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CAMERA DEI DEPUTATI Giovedì 7 novembre 2013 118 XVII LEGISLATURA BOLLETTINO DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI Attività produttive, commercio e turismo (X) COMUNICATO

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
5-01387 Fantinati: Tutela e rilancio della compagnia Alitalia.

  Mattia FANTINATI (M5S) illustra l'interrogazione in titolo, sottolineando che è interessato prioritariamente alla posizione del Ministero dello sviluppo economico sulla vicenda Alitalia per i profili relativi all'intervento dello Stato nei confronti di una grande azienda a capitale privato.

Il sottosegretario Claudio DE VINCENTI risponde all'interrogazione osservando che, come rappresentante del Ministero dello sviluppo economico, potrebbe limitarsi a rilevare che, una volta conclusasi la procedura di amministrazione straordinaria della società, è cessato il compito di vigilanza del MISE sulla compagnia aerea. La nuova Alitalia opera, infatti, nel quadro della normativa regolamentare del trasporto aereo che è di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Sottolinea tuttavia che non intende limitarsi a una risposta formale e aggiunge che il Ministero dello sviluppo economico, pur non avendo competenze dirette in questo settore, segue con attenzione le vicende della compagnia in consonanza con l'azione del Governo. Dal punto di vista del piano strategico, è opportuno approfondire come Alitalia possa ridefinire il proprio posizionamento sul mercato del trasporto aereo in modo da confrontarsi adeguatamente con la concorrenza delle compagnie low cost nelle tratte di breve e medio raggio, nelle rotte interne italiane e, più in generale, dell'intera area europea. Si devono altresì trovare soluzioni per il potenziamento delle rotte intercontinentali fondamentali per il Paese e che, dal punto di vista aziendale, rappresentano le linee a maggior valore aggiunto. Il Governo è consapevole che Alitalia è una compagnia privata e che, pertanto, la sua indicazioni possono essere orientate unicamente alla moral suasion, nel senso di una definizione delle regole Pag. 74nel settore del trasporto aereo che consentano il dispiegarsi della concorrenza tra compagnie. Il Governo ritiene che sia necessario l'aumento di capitale e un miglioramento del piano industriale che dia un'indicazione strategica chiara sui mercati di riferimento dell'azienda: quello delle linee intracontinentali, dove è più forte il problema della concorrenza con le compagnie low cost, e quello del potenziamento dei collegamenti intercontinentali che offre maggiori possibilità di crescita. Auspica che il piano industriale che il Consiglio di amministrazione della compagnia sta elaborando proceda su questa linea.

  Mattia FANTINATI (M5S) replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta. Sottolinea che nell'ultimo decennio le scelte del Governo sulla gestione di Alitalia sono state pagate dai cittadini italiani e paventa che anche in questo frangente l'aumento di capitale potrebbe essere realizzato sotto forma di aiuto di Stato mascherato. Sollecita quindi il Governo a considerare e a trattare Alitalia esclusivamente come un'azienda privata.
 

indaco1

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30 Settembre 2007
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550
.
Quotone.
Già, perché AF non se ne va se vale zero?!?!
Piu' dura l'agonia, meglio e' per AF. Se poi l'agonia la pagano gli italiani meglio ancora.

Ricordo che all'epoca dell'ingresso di AF i giornali francesi avevano scritto che lo facevano per sbarrare la strada ad altri, in particolare a LH. Penso che il loro scopo sia ancora questo, finche' dura spendendo il minimo.
 

Vortigern

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10 Ottobre 2013
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Purtroppo, credo che il corso comando non è un'assunzione. Cioè: non è che hai assunto un esterno non cigs quale cpt. Se poi fossero proibiti anche i corsi, non lo so. In ogni caso, magari si poteva proporre al cpt in cigs un rientro da f/o.
Ovviamente credo anch'io che non lo sia.
Però, mi chiedevo se, in condizioni di necessità, fossero obbligati a richiamare qualcuno dalla CIGS.....o se i cordoni ombelicali fossero definitivamente scissi.....
 

Herzog

Bannato
20 Settembre 2013
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Premesso che sarebbe (stato) bello e redditizio avere una grande compagnia nazionale efficiente, non si può andare avanti in eterno con questa litania. A parte Roma, praticamente tutte le altre città italiane devono fare uno scalo per volare LR, con eccezioni a MXP e VCE. Quindi fare scalo a FCO o da un'altra parte, è irrilevante. Anzi, vista la qualità di FCO, probabilmente è meglio.
E anche da FCO AZ è sostituibile nella maggior parte dei casi da vettori concorrenti.
Sarebbe quindi il caso di smettere di nascondersi dietro il concetto che AZ è indispensabile per collegare l'Italia al mondo, perché è del tutto infondato.
La litania dell'italianità non la reggo quanto te e forse di più, per ragioni personali-professionali.

Ciò cui accennavo non rappresenta i componenti di un paradigma nazional popolare cui mancano solo la pizza e il mandolino, bensì i presupposti per un ritorno alla redditività.

Sui motivi per i quali ciò sia quasi impossibile in un ipotesi stand alone, concordiamo più o meno tutti. Ma a numeri, indici e termini anglofoni da analista credo fino a un certo punto, non foss'altro per l'esempio di Lehman B., dove nonostante la presenza di fior di masterizzati e che fossero nel regno del capitalismo, la storia è nota.

Vorrei solo dire che:
- scaricando i lavoratori in esubero sulle casse dello Stato;
- tagliando o impedendo lo sviluppo di rotte non gradite alla capogruppo;
- esigendo una corposa ristrutturazione del debito;
- esigendo una revisione di CCL o ribassi del costo del lavoro/norme d'impiego;
- e probabilmente chiedendo un ridisegno del sistema aeroportuale e chissà quale altro tappeto rosso o fettina varia,

così mi pare un pò troppo facile. Cercare un'alternativa con qualcun altro che non sia a FLT 90' e quindi con minore il rischio aspirapax, non mi pare un'eresia. Tanto se questi non se vanno e ormai il fondo quasi si vede, che c'è da perdere?
Inoltre, immagina come ci potrebbe inzuppare la politica nel successo di un'operazione del genere: orgoglio nazionale ritrovato, schiaffo ai cugini e quant'altro, successo della mediazione politica, etc.
 

berioz

Bannato
27 Settembre 2013
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Io la vedo così: di fatto AZ ha accettato la ristrutturazione imposta da AF, la quale darà atto al management di aver fatto la scelta corretta e caccerà finalmente il grano.
Penso che i 75 mln in quota ai francesi siano l'ultimo dei problemi. I 240 mln messi a disposizione dagli italiani oltre ai 200 mln di linee di credito bastano e avanzano per andare avanti almeno un anno.
La discussione tra italiani e francesi è molto più profonda ed attiene fondamentalmente alla ripartizione azionaria e di governance in una ipotetica holding comune.
Personalmente non sarei affatto stupito se i francesi, in questa prima battuta, non seguissero l'aumento di capitale. Ciò obbligherebbe gli italiani ad intraprendere iniziative ancora più incisive (ad. es nel piano aeroporti).
Una volta che gli italiani avranno fatto appieno il proprio dovere, potrà iniziare la discussione vera e propria sulle condizioni della fusione.
 

belumosi

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10 Dicembre 2007
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@Herzog

Non credo si starebbe lavorando ad un piano stand alone se davvero ci fosse qualcuno interessato a prendere in mano la compagnia.
In teoria tutto può essere, ma rilanciare AZ come vettore globale creando quella massa critica che permetterebbe l'esistenza di un ampio network LR, richiede investimenti miliardari subito e nel migliore dei casi, attesa di anni per iniziare a guadagnare qualcosa.
Accanto alle ipotesi e ai rumors, credo sia giusto dare peso ai fatti certi: il lock-up è scaduto e nessuno si è fatto avanti.
AF per le ragioni dette e ridette, è l'unica che può avere interesse al controllo di AZ e soprattutto alla sua permanenza in attività.
Nessun'altra compagnia ha (e avrà in futuro) la possibilità di collegare tutti gli scali italiani di un certo peso ai propri hub con migliaia di voli settimanali per smistarli in tutto il mondo. Non EY, non Aeroflot. Sicuramente delle sinergie sarebbero possibili anche con queste aziende, ma su di un ordine di grandezza nettamente inferiore. Cosa che renderebbe difficili da giustificare i grandi investimenti che AZ richiede.
Tieni presente che alla politica e ai sindacati, di AZ non gliene frega assolutamente nulla, se non come serbatoio di voti. Che tra indotto e famiglie, probabilmente arriva alla rispettabile cifra di 100.000 unità, che la casta può parzialmente controllare finchè ha l'ultima parola su AZ. E' evidente che se il controllo di quest'ultima finisse davvero in mani straniere, politica e sindacati non avrebbero più il potere di fare moral suasion che stanno esercitando verso banche e soci italiani (sto usando termini edulcorati).
E siccome la politica si sta probabilmente rendendo conto che chiunque entrasse in AZ, come prima cosa taglierebbe la quota di medio raggio in perdita e il relativo personale, probabilmente sta tentando una via analoga interna più soft per cercare di salvare la situazione senza cedere il potere a terzi.
Sforzo probabilmente insufficiente e tardivo, portato avanti con i soldi di banche e poste. Cioè i nostri. Che però permette alla casta di mantenere ancora per un po' la presa su AZ e sui suoi voti. Per la crisi di primavera ci si penserà a tempo debito. Se all'allarme conti lanciato a Luglio nel piano DT, si è risposto con una tranquilla vacanza agostana, non vedo per quale ragione alla ricapitalizzazione odierna non dovrebbe seguire un altrettanto sereno periodo natalizio. Fin che la barca va...
 

Herzog

Bannato
20 Settembre 2013
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@Herzog

Non credo si starebbe lavorando ad un piano stand alone se davvero ci fosse qualcuno interessato a prendere in mano la compagnia.
In teoria tutto può essere, ma rilanciare AZ come vettore globale creando quella massa critica che permetterebbe l'esistenza di un ampio network LR, richiede investimenti miliardari subito e nel migliore dei casi, attesa di anni per iniziare a guadagnare qualcosa.
Accanto alle ipotesi e ai rumors, credo sia giusto dare peso ai fatti certi: il lock-up è scaduto e nessuno si è fatto avanti.
AF per le ragioni dette e ridette, è l'unica che può avere interesse al controllo di AZ e soprattutto alla sua permanenza in attività.
Nessun'altra compagnia ha (e avrà in futuro) la possibilità di collegare tutti gli scali italiani di un certo peso ai propri hub con migliaia di voli settimanali per smistarli in tutto il mondo. Non EY, non Aeroflot. Sicuramente delle sinergie sarebbero possibili anche con queste aziende, ma su di un ordine di grandezza nettamente inferiore. Cosa che renderebbe difficili da giustificare i grandi investimenti che AZ richiede.
Tieni presente che alla politica e ai sindacati, di AZ non gliene frega assolutamente nulla, se non come serbatoio di voti. Che tra indotto e famiglie, probabilmente arriva alla rispettabile cifra di 100.000 unità, che la casta può parzialmente controllare finchè ha l'ultima parola su AZ. E' evidente che se il controllo di quest'ultima finisse davvero in mani straniere, politica e sindacati non avrebbero più il potere di fare moral suasion che stanno esercitando verso banche e soci italiani (sto usando termini edulcorati).
E siccome la politica si sta probabilmente rendendo conto che chiunque entrasse in AZ, come prima cosa taglierebbe la quota di medio raggio in perdita e il relativo personale, probabilmente sta tentando una via analoga interna più soft per cercare di salvare la situazione senza cedere il potere a terzi.
Sforzo probabilmente insufficiente e tardivo, portato avanti con i soldi di banche e poste. Cioè i nostri. Che però permette alla casta di mantenere ancora per un po' la presa su AZ e sui suoi voti. Per la crisi di primavera ci si penserà a tempo debito. Se all'allarme conti lanciato a Luglio nel piano DT, si è risposto con una tranquilla vacanza agostana, non vedo per quale ragione alla ricapitalizzazione odierna non dovrebbe seguire un altrettanto sereno periodo natalizio. Fin che la barca va...
In particolare sull'ultima frase, la penso esattamente come te. I miracoli si creano col duro lavoro. Se proprio volessero tentarlo, come minimo andrebbe scritta un agenda con tempi, scadenze e obiettivi precisi. In difetto, significa solo poco rispetto dei soldi del contribuente, perchè potrebbe significare arrivare a fine inverno in condizioni anche peggiori.

Tutta questa storia potrebbe essere risolta con una definizione un pò più precisa del ruolo futuro di Az nella galassia Af, di modo che le condizioni richieste possano essere fatte meglio digerire. E ripeto: non è che con loro il contribuente sia sgravato da oneri attuali e futuri.

Tale ruolo potrebbe essere benissimo cercato assegnando ad Az rotte magari minori ma che per tipo di macchine e/o minori necessità merci, possano consentire economie se svolte da Az. E magari con un pizzico di arroganza napoleonica in meno, perchè sembrerebbe non capiscano che questo fa incavolare.

Seguivo ieri alcuni ragionamenti contenenti "chiudi e riapri" e art.43 Cost. e mi è bastato.

Ciao
 
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ilcavalieredeltempo

Utente Registrato
20 Luglio 2007
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ROMA.
L'impressione è che in cinque anni questi non ci abbiano capito molto. Quattro piani industriali uno peggiore dell'altro,navigazione a vista di mese in mese.e ad oggi ancora non si ha la benché minima idea su quale sarà il futuro di questa disastrata azienda.
 
Stato
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