Thread ITA Airways Estate 2022


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26 Aprile 2012
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Non è detto, anche se visti i chiari di luna potrebbe tornare buona Aeroflot come partner scelto da un governo populista euroscettico che strizza l'occhio a Mosca...
Eh già, io speravo che l’esperienza del 2018 con lega e 5stelle fosse sufficiente a convincere i più di come il populismo sia il crack dei poveri, ma mi sa che dopo i gialloverdi dobbiamo provare i colori sociali del Sassuolo.

Il tutto all’alba di una congiuntura economica che mi aspetto esser peggio di quella degli anni ‘70. ITA sarà l’ultimo dei nostri problemi.
 

AlicorporateUK

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9 Marzo 2009
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Sarajevo
EX-YU riporta che ITA ha abbandonato i piani di aprire Dubrovnik (anzi, Ragusa, sennò mi si arrabbiano i puristi e mi tocca citofonare a @Flyfan su a Lubiana per la difesa d’ufficio). Non ricordo fosse stata annunciata (l’apertura) mentre (sempre da EX-YU) inizierà a volare a Spalato dal mese prossimo (misero 1XW con Croatia e Vueling già operative).

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maxdan2008

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26 Luglio 2015
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Dal Sole 24 Ore - Giorgio Pogliotti.

Ita appesa all’ok di Draghi, Lufthansa-Msc è a un passo
Il via alla trattativa privata è considerato un atto di ordinaria amministrazione
Il rinvio esporrebbe l’Italia con Bruxelles che autorizzò lo stanziamento di 1,35 mld



La crisi di governo ha avuto un impatto anche sulla vendita di Ita Airways, rimasta da giorni congelata. Da circa due settimane è sul tavolo di Palazzo Chigi la relazione del Mef, supportato dagli advisor Equita e Gianni&Origoni: siamo dunque giunti all’ultimo miglio per l’avvio della trattativa privata in esclusiva con una delle due cordate che lo scorso 24 gennaio si erano fatte avanti e che, dopo una serie di rinvii dei termini, hanno presentato alla scadenza del 5 luglio le offerte vincolanti. Secondo indiscrezioni l’offerta preferibile sarebbe quella di Msc-Lufthansa, rispetto a quella avanzata da Certares in partnership commerciale con Air France e Delta.

Il problema è che nell’attuale quadro politico il premier può dare corso solo ad atti di ordinaria amministrazione. Tra i tecnici che seguono il dossier l’orientamento è che il via libera alla trattativa privata corrisponda a un atto meramente esecutivo, essendo applicativo di una norma già esistente, ovvero il Dpcm. Secondo questa tesi rientra nell’ordinaria amministrazione dare seguito alla procedura negoziale e la decisione di Draghi è attesa a breve. Ma c’è chi fa notare che la vendita non è un atto politicamente neutro. Il problema è che se si fermasse la vendita si aprirebbe un fronte con Bruxelles, che ha autorizzato un’erogazione a Ita Airways di 1,350 miliardi in tre tranches da parte del Governo (finora è stato deliberato il primo aumento di capitale da 700 milioni, il secondo da 400 milioni è stato posticipato all’esito della trattativa), vincolata alla conclusione della gara con l’ingresso dell’aviolinea in un grande gruppo. In caso contrario l’erogazione rischia di configurarsi come un aiuto di Stato e le altre compagnie potrebbero sollevare obiezioni sul diverso trattamento ricevuto. Senza contare, poi, le ricadute negative per Ita, che – come hanno fatto notare il presidente esecutivo Alfredo Altavilla e l’ad Fabio Lazzerini – con il passare del tempo perde valore ed ha bisogno di entrare in una grande alleanza.

Stando ai rumors l’offerta in pole position presentata da Msc-Lufthansa sarebbe pari a 800-850 milioni di euro e punterebbe a rilevare l’80% del capitale, lasciando il 20% al Tesoro. Quanto alla governance, alla luce delle altre acquisizioni di Msc si profilerebbe un Cda a 5, con 3 membri per il gruppo Aponte, uno per i tedeschi e uno per il Tesoro. Oltre alle sinergie con la rete di Lufthansa, si sfrutterebbe l’integrazione con il cargo del colosso Msc, considerando che il trasporto merci è settore in forte sviluppo, che meglio ha resistito all’emergenza pandemica.

L’offerta di Certares, in partnership commerciale con Air France e Delta, si aggirerebbe invece sui 600 milioni e affiderebbe al Mef il mantenimento del diritto di veto su alcune materie riservate. Il consorzio punta ad espandere la rete di rotte nordamericane, ma anche per l’America Latina, con Fiumicino che potrebbe diventare un gateway per il continente africano. Il piano è anche di vendere più biglietti a prezzi più alti a viaggiatori premium tramite le potenziali alleanze di Certares con Amex GBT e Internova sui ticket per la business class.

Tornando a Ita Airways, a giugno ha segnato Ebit e cash flow positivi, centrando il primo utile a nove mesi dall’avvio delle operazioni, dopo aver registrato nel 2021 ricavi minori a causa dell’emergenza Covid, con un Ebitda a -154 milioni, comunque in linea con il piano industriale. Tra giugno, luglio e agosto si registrano oltre 2,5 milioni di passeggeri prenotati, di cui oltre 1,3 milioni per il settore nazionale, quasi 800mila per il settore internazionale e oltre 320mila per l’intercontinentale. Proprio i voli intercontinentali stanno trainando i risultati di Ita, con valori medi tariffari superiori di circa il 30% rispetto al 2019; tra le mete preferite figurano New York, Los Angeles, Miami e Buenos Aires, con un load factor medio intorno all’85% (e punte
superiori al 90%). Altro dato importante in un periodo in cui molte compagnie stanno riducendo drasticamente i voli, Ita Airways si è affermata ai vertici delle classifiche di puntualità e regolarità, con il 95,7% dei voli atterrati in orario e il 99,8% registrato nella regolarità dell’intero operativo (in sostanza: voli non cancellati).

Infine la flotta, che dallo scorso 15 ottobre, ovvero dall’inizio dell’operatività, è passata da 52 agli attuali 67 velivoli e alla fine dell’anno si prevede raggiungerà quota 74, per attestarsi a fine 2025 a 107. L’età media della flotta, secondo il piano industriale, scenderà dai 12,6 anni di fine 2022 a 7,7 anni al termine del 2023, con l’obiettivo di diventare la flotta più “giovane” entro il 2025. Sempreché vada in porto l’operazione di vendita.
 

maxdan2008

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La Repubblica

Ita, ultima turbolenza sulla vendita. Il governo frena. La compagnia: privatizzazione è impegno con Ue
di Aldo Fontanarosa

La cessione del vettore rischia di finire in un binario morto. L'esecutivo, in carica per il solo "disbrigo degli affari correnti", non dovrebbe formalizzare l'alienazione delle quote. Ma continua il pressing sul ministero dell'Economia

ROMA - La privatizzazione di Ita, che era ormai in dirittura di arrivo, è oggetto di un ultimo nervoso confronto nei palazzi del potere. La sensazione è che l’operazione sarà una delle vittime della fine del governo Draghi.

Un governo dimissionario - in carica per il solo “disbrigo degli affari correnti” - difficilmente potrà cedere la compagnia aerea di Stato. La privatizzazione di Ita è una decisione che sembra travalicare gli affari correnti, e non rientra certo fra le emergenze che Draghi può gestire su mandato del Quirinale (dall’attuazione del Pnrr all’inflazione).

Ita, però, non si rassegna al naufragio della vendita. Emissari della compagnia, ieri, hanno dialogato con il ministero dell’Economia, azionista unico del vettore. La loro tesi è che la privatizzazione - regolata da un decreto, da un Dpcm di marzo - sia dentro il perimetro degli “affari correnti”.

La privatizzazione, inoltre, sarebbe un impegno assunto con l’Ue, dunque inderogabile. Nel caso il ministero del'Economia conservi il 100% della compagnia aerea, rinviando la cessione di Ita, allora i soldi pubblici investiti (720 milioni ad oggi) potrebbero configurarsi come aiuti di Stato. Inevitabile sarebbe la contestazione dell'Europa.

Gli emissari di Ita, infine, avvertono che la mancata vendita determinerebbe un danno irreparabile per le casse pubbliche, visto che sfumerebbe un'entrata di alcune centinaia di milioni di euro. Sono i soldi che le due cordate in lizza (Msc con Lufthansa; il fondo Certares con Air France e Delta) vogliono versare all'Italia per la maggioranza delle azioni di Ita.

Le argomentazioni degli emissari di Ita non sono le tavole del Vangelo. Nel caso la privatizzazione slitti di qualche mese, l'incasso per lo Stato sarebbe solo rinviato. Non ci troveremmo di fronte, dunque, a un danno irreparabile.

Perché la privatizzazione avanzi, il premier dimissionario Draghi e il ministro dimissionario Franco (Economia) dovrebbero avviare peraltro una procedura irrituale: chiamare i leader di tutti i partiti e ottenere il via libera alla cessione della compagnia da ognuno di loro.

Se anche Draghi e Franco si decidessero per questo sondaggio (cosa improbabile), almeno un partito - Fratelli d'Italia - negherebbe il suo benestare.

Fratelli d'Italia è anche l'incubo dei potenziali compratori (Msc con Lufthansa; il fondo Certares con Air France e Delta). Entrambe le cordate stanno frenando nella corsa a Ita, da quando le prime fibrillazioni politiche si sono manifestate nella ormai ex maggioranza di governo.

I compratori sono spaventati dalla prospettiva che un governo a guida Fratelli d’Italia - partito contrario alla cessione di Ita - si insedi al potere tra poche settimane.

Ottenere oggi (in teoria) il via libera di Draghi a un atto preliminare di vendita non significa conquistare la compagnia. L'atto definitivo di acquisto (il closing) verrebbe sottoscritto a dicembre. Dunque Fratelli d'Italia - se vincitore delle elezioni del 25 settembre - avrebbe tutto il tempo per far saltare il banco e la privatizzazione.
 

maxdan2008

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Ita Airways, senza governo la privatizzazione finisce in stallo
di Leonard Berberi22 lug 2022

Nel «disbrigo degli affari correnti» del governo guidato ancora per alcune settimane da Mario Draghi può rientrare anche la vendita della maggioranza di Ita Airways? Tra le «vittime» della caduta dell’esecutivo c’è anche il futuro dell’aviolinea tricolore che lo scorso 15 ottobre è subentrata ad Alitalia. Una decina di giorni fa — come svelato dal Corriere — si era arrivati alla scelta della cordata «preferibile»: quella composta dal gigante marittimo Msc e il colosso dei cieli Lufthansa che valutano il vettore nostrano 800-850 milioni di euro e chiedono di rilevarne l’80%.

La procedura
Ma quella scelta non è stata mai annunciata perché nelle stesse ore è iniziata la crisi politica. Il faldone Ita, spiegano fonti ministeriali al Corriere, è «congelato» al Tesoro — azionista unico e «regista» dell’iter di privatizzazione — in attesa di capire se a decidere deve essere l’attuale esecutivo o quello prossimo, cioè quello che si formerà dopo le elezioni del 25 settembre. La scelta su Ita — stando a una interpretazione che va per la maggiore — somiglia all’ordinaria amministrazione che segue una procedura: c’è stato un Dpcm (quello della vendita), è stato fatto un bando, sono arrivate le offerte vincolanti (di Msc-Lufthansa e Certares) e una di queste piace.

I tre rischi
A questo punto mancherebbe l’annuncio. Ma questo passaggio — che precede il signing entro qualche giorno e il closing a dicembre — non c’è ancora. Il rischio, a questo punto, per Ita è triplice. Che la procedura di privatizzazione si areni. Che si vada allo scontro con la Commissione europea che ha vincolato gli 1,35 miliardi di euro di investimento pubblico (da erogare così: 700 milioni nel 2021, 400 milioni nel 2022, 250 milioni nel 2023) alla finalizzazione di un’alleanza entro l’anno. Il terzo rischio è che Ita prosciughi tutta la cassa entro il 2023: i 700 milioni erogati non bastano più. Servono altri 400 milioni. E presto.
lberberi@corriere.it
 

romaneeconti

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Adesso ci aspettano tre mesi di campagna stampa con queste lucubrazioni dei "se la nonna ha le ruote". Davvero basta. Poi potete ripetermi all'infinito "che noia"...avete ragione, forumisti e staff ma davvero e' difficile tacere a tanta pena mediatica.
 
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Farfallina

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Ita, ultima turbolenza sulla vendita. Il governo frena. La compagnia: privatizzazione è impegno con Ue
di Aldo Fontanarosa

La cessione del vettore rischia di finire in un binario morto. L'esecutivo, in carica per il solo "disbrigo degli affari correnti", non dovrebbe formalizzare l'alienazione delle quote. Ma continua il pressing sul ministero dell'Economia

ROMA - La privatizzazione di Ita, che era ormai in dirittura di arrivo, è oggetto di un ultimo nervoso confronto nei palazzi del potere. La sensazione è che l’operazione sarà una delle vittime della fine del governo Draghi.

Un governo dimissionario - in carica per il solo “disbrigo degli affari correnti” - difficilmente potrà cedere la compagnia aerea di Stato. La privatizzazione di Ita è una decisione che sembra travalicare gli affari correnti, e non rientra certo fra le emergenze che Draghi può gestire su mandato del Quirinale (dall’attuazione del Pnrr all’inflazione).

Ita, però, non si rassegna al naufragio della vendita. Emissari della compagnia, ieri, hanno dialogato con il ministero dell’Economia, azionista unico del vettore. La loro tesi è che la privatizzazione - regolata da un decreto, da un Dpcm di marzo - sia dentro il perimetro degli “affari correnti”.

La privatizzazione, inoltre, sarebbe un impegno assunto con l’Ue, dunque inderogabile. Nel caso il ministero del'Economia conservi il 100% della compagnia aerea, rinviando la cessione di Ita, allora i soldi pubblici investiti (720 milioni ad oggi) potrebbero configurarsi come aiuti di Stato. Inevitabile sarebbe la contestazione dell'Europa.

Gli emissari di Ita, infine, avvertono che la mancata vendita determinerebbe un danno irreparabile per le casse pubbliche, visto che sfumerebbe un'entrata di alcune centinaia di milioni di euro. Sono i soldi che le due cordate in lizza (Msc con Lufthansa; il fondo Certares con Air France e Delta) vogliono versare all'Italia per la maggioranza delle azioni di Ita.

Le argomentazioni degli emissari di Ita non sono le tavole del Vangelo. Nel caso la privatizzazione slitti di qualche mese, l'incasso per lo Stato sarebbe solo rinviato. Non ci troveremmo di fronte, dunque, a un danno irreparabile.

Perché la privatizzazione avanzi, il premier dimissionario Draghi e il ministro dimissionario Franco (Economia) dovrebbero avviare peraltro una procedura irrituale: chiamare i leader di tutti i partiti e ottenere il via libera alla cessione della compagnia da ognuno di loro.

Se anche Draghi e Franco si decidessero per questo sondaggio (cosa improbabile), almeno un partito - Fratelli d'Italia - negherebbe il suo benestare.

Fratelli d'Italia è anche l'incubo dei potenziali compratori (Msc con Lufthansa; il fondo Certares con Air France e Delta). Entrambe le cordate stanno frenando nella corsa a Ita, da quando le prime fibrillazioni politiche si sono manifestate nella ormai ex maggioranza di governo.

I compratori sono spaventati dalla prospettiva che un governo a guida Fratelli d’Italia - partito contrario alla cessione di Ita - si insedi al potere tra poche settimane.

Ottenere oggi (in teoria) il via libera di Draghi a un atto preliminare di vendita non significa conquistare la compagnia. L'atto definitivo di acquisto (il closing) verrebbe sottoscritto a dicembre. Dunque Fratelli d'Italia - se vincitore delle elezioni del 25 settembre - avrebbe tutto il tempo per far saltare il banco e la privatizzazione.
Interessante la valutazione finale, cambio nome in Ala Littoria e santa alleanza con Aeroflot del caro Vladimir...
 

Farfallina

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ma dall'altra, se le norme lo consentono, Draghi potrebbe chiudere almeno questa pratica proprio per sottrarla alle mire di qualche opportunista, soprattutto se grillino; un po' di ottimismo, su che ce la puoi fare!
I grillini dopo la mossa suicida di Conte che ha frantumato l'alleanza con il PD va bene se riescono a centrare il quorum al proporzionale ed a entrare in Parlamento. Il rischio è un governo nero-verde a traino populista filo russo. Anche se è da vedere come FI si sta sfaldando nella parte di centro e bisogna vedere come reagirà la parte centrista della Lega che fa riferimento a Giorgetti e a Zaia ben più attenti all'economia che al pattugliamento dello stretto di Sicilia.
 

belumosi

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L'impegno dell'Italia verso la UE è in questi termini:

(g) Participation in a global alliance and building a strategic commercial
partnership with a European player to establish stronger presence on
both long-haul and European markets, with gradual network
integration from 2022.
Non si parla di privatizzazioni e comunque leggerei il paragrafo non tanto come un impegno formale, ma come un percorso virtuoso per favorire la sopravvivenza e lo sviluppo della compagnia.
D'altra parte alcune decisioni andranno prese.
Se la vendita dovesse saltare definitivamente, ITA entro l'anno dovrebbe comunque scegliere l'alleanza definitiva della quale fare parte. E stavolta dubito che SkyTeam concederebbe deroghe.
Naturalmente le condizioni sarebbero ben peggiori di quelle ottenibili con la sponsorizzazione di AF o LH in qualità di socie. In versione stand alone, ITA torna ad essere un (piccolo) concorrente e nulla più. Con al quale ci si scambiano i CS e poco altro.
E' appena il caso di aggiungere che senza l'integrazione in un grande gruppo, saltano tutte le economie di scala.
Un disastro su tutta la linea.
 
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speedbird100

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Ma se la vendita saltasse qual'e' il piano b? Finanziare la società fino a quando? E l'Europa ce lo permetterebbe?
 

romaneeconti

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Ma se la vendita saltasse qual'e' il piano b? Finanziare la società fino a quando? E l'Europa ce lo permetterebbe?
c'e' da augurarsi che questi politici non ci portino anche fuori dall'Europa...per l'Europa in fin dei conti la questione ITA e' cosa puramente di facciata, viceversa per la nostra politica e' questione vitale da rischiare di mettere in gioco altre cose. Io non mi fido.
 
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Farfallina

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c'e' da augurarsi che questi politici non ci portino anche fuori dall'Europa...per l'Europa in fin dei conti la questione ITA e' cosa puramente di facciata, viceversa per la nostra politica e' questione vitale da rischiare di mettere in gioco altre cose. Io non mi fido.
Il modello è l'ungherese Orban, abbiamo detto tutto. In Francia la Le Pen ha perso (sicuramente a sorpresa nei numeri) con un manifesto di intenti similari ai nostri. Vedremo quanto gli italiani sono spostati verso la destra populista e filo-russi. E sorprende Berlusconi allineato con questi, roba da farsi spicciare fuori dal PPE.
 

romaneeconti

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Il modello è l'ungherese Orban, abbiamo detto tutto. In Francia la Le Pen ha perso (sicuramente a sorpresa nei numeri) con un manifesto di intenti similari ai nostri. Vedremo quanto gli italiani sono spostati verso la destra populista e filo-russi. E sorprende Berlusconi allineato con questi, roba da farsi spicciare fuori dal PPE.
"Sciori e Sciorre"! "pensioni a 1.000 euro, meno tasse per tutti, 1000 alberi piantati..." Ricchezza e benessere per tutti! Pensi ancora che vendano ITA?... tragicomico...(non tu ovviamente)
 
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