Se proprio fai il puntiglioso…sarebbe Ragusa di Dalmazia per non confondersi con la siciliana.EX-YU riporta che ITA ha abbandonato i piani di aprire Dubrovnik (anzi, Ragusa, sennò mi si arrabbiano i puristi e mi tocca citofonare a @Flyfan su a Lubiana per la difesa d’ufficio). Non ricordo fosse stata annunciata (l’apertura) mentre (sempre da EX-YU) inizierà a volare a Spalato dal mese prossimo (misero 1XW con Croatia e Vueling già operative).
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C’ero anch’io! Confermo che questo giro ITA viene nominata prima di German Airways. Nota di merito #2: bravissimi gli AAVV, doppia razione del bere e salatini.Volato ieri sera sulla LCY-LIN. LF 100%, atterrati in anticipo. Annunci in Italiano e tedesco, viene specificato “Volo ITA Airways operato da German Airways”. Nota di merito per il pitch
Mi perdoni, ero interessato a sentire i pensieri vostri sulla vendita di Ita.Come non si fa a sconfinare nella politica se vengono postati questi articoli? Vengono postati solo a mo' di cronaca ( e va bene, e' gia' un buon servizio al forum) o si presume anche di commentare? Altrimenti leggiamo nel silenzio assenso.
E' molto difficile. Non esiste una emergenza finanziaria immediata e comunque l'Italia ha gia l'ok da parte della UE per iniettare nella compagnia 400 M€ quest'anno e altri 250 M€ il prossimo.Alla luce degli ultimi avvenimenti, dunque, il governo attuale riuscirà a completare la vendita o meno?
Personalmente ho sempre sostenuto (nelle decine e decine di miei precedenti commenti e con voce abbastanza fuori dal coro in rapporto alla maggior parte dei forumisti) che la vendita di ITA non sarebbe andata a buon fine, per lo meno nei tempi che venivano indicati dalle innumerevoli veline o articoli pubblicati dalla stampa. Come sempre sara' il tempo a dare le risposte...per ora mi pare che siamo in alto mare as usual...Mi perdoni, ero interessato a sentire i pensieri vostri sulla vendita di Ita.
Il mio pensiero l'ho scritto qui qualche tempo fa (prima della scadenza del 30 giugno e prima degli eventi politici di questa settimana), cioè che con l'avvicinarsi delle politiche ogni decisione sarebbe stata rimandata alla nuova legislatura e quindi che i tempi sulla vendita non sarebbero stati rispettati.
Alla luce degli ultimi avvenimenti, dunque, il governo attuale riuscirà a completare la vendita o meno?
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si certo belumosi....anche per portare in Italia i turisti hai dimenticato di scrivere...(do-re-ciak-gulp!!)E' molto difficile. Non esiste una emergenza finanziaria immediata e comunque l'Italia ha gia l'ok da parte della UE per iniettare nella compagnia 400 M€ quest'anno e altri 250 M€ il prossimo.
Anche dal punto di vista degli acquirenti, comprare in una situazione del genere sarebbe certamente foriero di rogne con il probabile nuovo governo di destra.
Però anche la Meloni e soci, sanno bene che lo status quo non può garantire ad ITA una sostenibilità economica nel tempo.
E di certo non ci farebbero una bella figura a presentarsi tra un paio d'anni a Bruxelles col cappello in mano per farsi autorizzare nuovi aiuti. Magari mentre i competitor macinano utili a raffica.
Per questo non scarterei completamente la possibilità che anche il nuovo governo possa valutare la cessione di ITA.
La condizione fondamentale per proseguire una via del genere passerebbe necessariamente attraverso una vittoria politica da sventolare: quindi condizioni migliori di quelle offerte nelle proposte attuali e sicuramente un rilevante peso dello stato italiano nella compagnia.
Se però le condizioni diventassero troppo gravose per l'acquirente, potremmo tornare ai bei tempi quando i ministri millantavano le famose cordate interessate ad ITA.
Infine terrei presente che il peso di ITA è assai minore rispetto a quello che aveva AZ alcuni anni fa.
Durante la trafila per la vendita, non ricordo particolari levate di scudi da parte di nessun partito, compreso FDI.
A questo punto il ragionamento diventa squisitamente politico.
Se verrà scelta una visione nazionalista molto forte, probabilmente si cercherà di accentuare il ruolo di ITA come compagnia di bandiera, intesa anche come proiezione geopolitica dell'Italia nel Mondo. Scelta probabilmente accarezzata da vari esponenti dei partiti di destra, che però fa palesemente a pugni con la realtà del paese.
Se invece prevarrà una visione più concreta, potremmo assistere ad una cessione "onorevole" che però garantirebbe la sopravvivenza della compagnia nel tempo.
Una vendita targata Draghi e controfirmata tra qualche mese dalla Meloni, la vedo molto più improbabile.
Beh, ti stai dando del veggente dunque, tanto da prevedere la caduta del Governo alla diciottesima buca. Ci puoi dare anticipazioni sul GP di domani (che non lo posso vedere) e magari anche se la valigia persa del signor Rossi gli arriva prima che finisca la vacanza?Personalmente ho sempre sostenuto (nelle decine e decine di miei precedenti commenti e con voce abbastanza fuori dal coro in rapporto alla maggior parte dei forumisti) che la vendita di ITA non sarebbe andata a buon fine, per lo meno nei tempi che venivano indicati dalle innumerevoli veline o articoli pubblicati dalla stampa. Come sempre sara' il tempo a dare le risposte...per ora mi pare che siamo in alto mare as usual...
La Meloni ha anche articolato un pensiero o un progetto a corredo di cotanta maschia affermazione, che voi sappiate?Fratelli d'Italia: "Se vinciamo, cambia tutto"
Scherza scherza EEA!...possiamo andare avanti anni a parlare della presunta vendita di ITA...riaggorniamoci tra un po'..poi mi dirai...lieto di essere smentito entro ferragosto se credi...Beh, ti stai dando del veggente dunque, tanto da prevedere la caduta del Governo alla diciottesima buca. Ci puoi dare anticipazioni sul GP di domani (che non lo posso vedere) e magari anche se la valigia persa del signor Rossi gli arriva prima che finisca la vacanza?
Perché che la vendita sia definitivamente saltata lo sai solo te fino a questo momento!
Questa è la lettera che la Meloni ha inviato a Draghi in merito a ITA.si certo belumosi....anche per portare in Italia i turisti hai dimenticato di scrivere...(do-re-ciak-gulp!!)
ho smesso di leggere gia' al primo punto...e avrei fatto a meno di leggere anche quello...poi per farmi venire mal di pancia ho letto anche il resto...apposto siamo...ovviamente siamo al tafazzismo piu' spinto...e mi fermo qui. Regna purtroppo un'ignoranza in materia di tutta la classe politica (non so se voluto o meno) e i motivi dei fallimenti delle Compagnie italiane risiedono in altre cause, non il carburante o le tasse aeroportuali...e te pareva se non saltava fuori "a rotta piu' profittevole che se la magna Emirates con a quinta libberta'.." Evvai...ridicolo davvero.Questa è la lettera che la Meloni ha inviato a Draghi in merito a ITA.
Al netto di populismo a raffica e varie inesattezze, sembra che l'obiettivo sella leader di FDI sia la presenza dello stato nella compagnia in modo da poterne determinare gli obiettivi strategici. Cita anche le percentuali degli stati francese e olandese in AFKL, che sono palesemente di minoranza.
Infatti non ci sono passaggi dove scrive che ITA debba essere statalizzata. Il che mi fa pensare che, al netto della propaganda nei termini ortodossi di un partito di destra, non si sia voluta legare le mani sul futuro della compagnia.
D'altra parte chiunque andrà al governo, dovrà fare i conti con la realtà. Tieni presente che la sopravvivenza di ITA sarà garantita per almeno un anno dai fondi pubblici già previsti, per cui nel momento in cui ITA dovesse aver bisogno di altri soldi, la responsabilità della malagestione ricadrebbe in larga misura sul nuovo governo. Che insieme all'obbligata elemosina da richiedere a Bruxelles, farebbe apparire il manovratore come un perfetto incapace. Dubito che questo sia lo scenario che abbia in mente la Meloni e che inevitabilmente si concretizzerebbe nel medio periodo mantenendo lo status quo.
Caro presidente Draghi,
l’Alitalia è molto di più di una “famiglia un po’ costosa” e sa che dalle sue decisioni dipendono i destini della nostra comunità e di quelle centomila persone che vivono con angoscia questa crisi industriale, che certo non hanno causato. Andiamo per punti.
Primo, in Italia tutte le compagnie aeree falliscono. Meridiana/Air Italy, Volare Airlines, Eurofly, Gandalf… Pagano agli aeroporti le tasse più alte, l’eccellente controllo del traffico aereo di Enav è più costoso. Così il carburante e le rate di leasing.
Secondo, in Italia c’è una presenza massiccia delle compagnie low cost. In Francia non atterrano sugli aeroporti centrali, ma nella provincia, per non ledere la compagnia nazionale. Le low cost operano qui con contributi dagli aeroporti, mascherati da operazioni di comarketing. Finanziamenti opachi che acuiscono la concorrenza sleale. Servirebbero gare trasparenti e obblighi comuni, per esempio pagare stesse tasse. Lei ricorderà che durante la prima fase della pandemia le low cost hanno messo a terra la flotta (sovvenzionata) perché non c’erano passeggeri. Solo Alitalia ha garantito la connettività della nazione, volando con 10 passeggeri per non interrompere un servizio essenziale e riportare a casa connazionali rimasti all’estero. È l’unica compagnia abilitata al trasporto di organi peri trapianti, radiofarmaci e passeggeri in barella. A chi affideremo tutto questo con una `mini Alitalia’ ripulita del nome del glorioso marchio?
Terzo, il volo intercontinentale più ricco è Milano-New York, ma l’Italia lo devolve a una compagnia non italiana, né americana, Emirates. Si chiama diritto di quinta libertà in gergo aeronautico, quando si collegano due città di paesi diversi da quello per cui batte il timone della compagnia. Emirates non vola da Parigi a Los Angeles oda Francoforte a Tokyo oda Madrid a Buenos Aires. Come mai?
Quarto, Macron ha sospeso le tasse alle compagnie aeree francesi, con il beneplacito di Bruxelles. L’Unione ha adottato criteri discutibili sugli importi per gli indennizzi. Alitalia riceve 9 euro a posto, Air France 88.
Quinto, nessun ultraliberista si scandalizzi. Alitalia negli ultimi anni ha registrato perdite ingenti. Con la gestione pubblica erano molto inferiori. La forbice oscilla tra il 7% e il 25% del fatturato. Lo diciamo anche con autocritica, visto che fummo in maggioranza con i “capitani coraggiosi” del 2009, ma non abbiamo dogmi, si tentano soluzioni e se ne misurano gli effetti. La Francia salirà al 30% del capitale di Air France Klm, l’Olanda è al 15%. Nel capitale Lufthansa sono presenti i Land tedeschi. La presenza dello Stato è determinante perla difesa di un interesse pubblico strategico in una nazione che vive di turismo, cultura, enogastronomia, manifattura, promozione del Made in Italy. Presidiare la sovranità delle infrastrutture e dei collegamenti è vitale.
Sesto, lo stato controlla Eni ed è incredibile che paghi il carburante a prezzi fuori misura. Cassa Depositi e Prestiti può acquistare la flotta da Boeing e Airbus e concederla in leasing ad Alitalia a costi di mercato mentre l’affitto di aerei a prezzi stellari garantiva imprenditori cedenti che hanno creato la voragine.
Ecco, l’Italia intera, con le famiglie che rischiano il lavoro, vuole mordente e visione. Nemmeno sa che abbiamo la compagnia tra le più sicure e la più puntuale, con i migliori piloti, il catering primo fra tutti, gli operai specializzati e gli addetti alla manutenzione più bravi, l’assistenza al volo più professionale, tanto se ne è parlato male. Cedere questi standard di qualità significa arrendersi.
Lo Stato in Alitalia non è uno scandalo (come avviene in Air France e Lufthansa). Meloni scrive a Draghi - Startmag
Caro presidente Draghi, l'Alitalia è molto di più di una "famiglia un po' costosa"", scrive Giorgia Meloniwww.startmag.it
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