Thread ITA Airways Estate 2022


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vce145

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4 Giugno 2007
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EX-YU riporta che ITA ha abbandonato i piani di aprire Dubrovnik (anzi, Ragusa, sennò mi si arrabbiano i puristi e mi tocca citofonare a @Flyfan su a Lubiana per la difesa d’ufficio). Non ricordo fosse stata annunciata (l’apertura) mentre (sempre da EX-YU) inizierà a volare a Spalato dal mese prossimo (misero 1XW con Croatia e Vueling già operative).

G
Se proprio fai il puntiglioso…sarebbe Ragusa di Dalmazia per non confondersi con la siciliana. :ROFLMAO:;)
 

AZ321

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19 Maggio 2020
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11
Volato ieri sera sulla LCY-LIN. LF 100%, atterrati in anticipo. Annunci in Italiano e tedesco, viene specificato “Volo ITA Airways operato da German Airways”. Nota di merito per il pitch
 

Viking

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13 Agosto 2009
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Close to de siti eirport
Volato ieri sera sulla LCY-LIN. LF 100%, atterrati in anticipo. Annunci in Italiano e tedesco, viene specificato “Volo ITA Airways operato da German Airways”. Nota di merito per il pitch
C’ero anch’io! Confermo che questo giro ITA viene nominata prima di German Airways. Nota di merito #2: bravissimi gli AAVV, doppia razione del bere e salatini.
L’annuncio Italiano era veramente simpatico :) (alzate le tapparelle)
 

radarino

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13 Febbraio 2015
24
5
Chiavenna, Italia

Ita, spiraglio per la vendita nel parere della Presidenza. La compagnia cerca Cassese. Dubbi al Mef
di Aldo Fontanarosa


Influenti personalità di Palazzo Chigi vogliono tenere viva la gara per la privatizzazione: fermarla arrecherebbe un danno alle casse pubbliche. Ma è forte anche la posizione di chi vuole il congelamento perché il governo dimissionario può gestire solo gli affari correnti. Fratelli d'Italia: "Se vinciamo, cambia tutto"


ROMA - La privatizzazione di Ita Airways, messa in forse dalla caduta del governo Draghi, non è ancora tramontata in modo definitivo. La Presidenza del Consiglio dei ministri lavora a un parere che incoraggerà a proseguire nella vendita.

La tesi del parere in elaborazione è che la cessione della compagnia aerea pubblica, per quanto sia un atto politicamente impegnativo, rientri nel "disbrigo degli affari correnti". Il premier dimissionario, dunque, sarebbe autorizzato a gestirla.

D'altra parte, l'operazione è regolata da una legge, da un Dpcm che risale addirittura a marzo. Quindi vive e sopravvive con una precisa copertura normativa.


Il rischio contestazioni

Al di là del parere, influenti personalità della Presidenza - vicine a Draghi fin dal suo insediamento al governo - hanno delle convinzioni sulla questione. Temono che:
- le due cordate in corsa possano contestare all'Italia l'interruzione della gara,
- Ita Airways avrà bisogno di una corposa iniezione di capitale in autunno,
- l'Ue classifichi i soldi investiti dall'Italia come aiuti di Stato (vietati).

Fermare la privatizzazione, dunque, avrebbe un triplice effetto perverso. Il Paese vedrebbe sfumare un'entrata economica (i soldi che il compratore pagherebbe per Ita, supponiamo 800 milioni). E in più l'Italia sarebbe obbligata a versare lei alcune centinaia di milioni nella compagnia perché continui a volare. Risorse che l'Europa contesterebbe, nel caso la privatizzazione fosse anche solo rallentata. All'orizzonte ci sono il danno, la beffa e la grana legale.

Queste argomentazioni sono condivise da figure apicali di Ita Airways, che tifano per la cessione. In queste ore, il vettore pensa di raccogliere dei pareri proveritate che supportino l'idea di continuare nell'operazione. Tema su cui Sabino Cassese, ex giudice della Corte Costituzionale, potrebbe autorevolmente dire la sua.

Nessuna emergenza conti

Ma le personalità che ancora circondano Draghi non hanno tutte la stessa visione del caso. Tra Palazzo Chigi e il ministero dell'Economia, voci altrettanto influenti pensano che la vendita andrebbe congelata, in attesa del nuovo Esecutivo.

Il rischio che le cordate in campo (il gruppo Msc con Lufthansa; il fondo Certares con Air France e Delta) facciano causa allo Stato sono considerate remote. D'altra parte il ministero dell'Economia fermerebbe la gara su Ita non certo per un capriccio, ma dopo un evento traumatico e inatteso come la caduta dell'esecutivo.

Non esiste alcuna emergenza conti. In queste ore, il ministero ha accertato che Ita sta vendendo tanti biglietti in estate garantendo un flusso positivo di cassa per 188 milioni, da qui a settembre. L'aumento di capitale da 400 milioni, che l'Italia è legittimata a fare quest'anno, è tutt'altro che urgente e potrà essere deciso dal nuovo governo, senza ansie.

E ancora. Un preliminare di vendita di Ita, firmato ad agosto dal governo dimissionario, conterrebbe delle forti penali. In altre parole il compratore avrebbe diritto a un corposo risarcimento nel caso il nuovo governo si rifiutasse di sottoscrivere anche l'atto definitivo di vendita, supponiamo a dicembre 2022.

Draghi dunque darebbe semaforo verde a un atto (il preliminare) senza avere la certezza che il suo successore avallerà la vendita (con l'atto definitivo). E il meccanismo potrebbe comportare il pagamento di penali record. Penali, in un certo senso, annunciate. E' saggio e lineare tutto questo?

La linea Rampelli

In uno scenario complesso, i media tedeschi cercano Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d'Italia, partito da sempre freddo verso la cessione di Ita Airways. Intervistato da una tv, Rampelli spiega che "il piano per la compagnia sarà completamente cambiato, se vinceremo le elezioni del 25 settembre".

"Avremo il tempo per far gestire il business del trasporto aereo italiano all'Italia, farlo fare a tedeschi o francesi sarebbe mortificante e rappresenterebbe un inutile regalo che qualcuno dovrebbe spiegare".

Poi, più prudente: "Come minimo lo Stato, settima potenza industrializzata del mondo, deve restare nella proprietà esattamente come fanno la Francia con Air France e la Germania con Lufthansa".

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romaneeconti

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21 Marzo 2021
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Come non si fa a sconfinare nella politica se vengono postati questi articoli? Vengono postati solo a mo' di cronaca ( e va bene, e' gia' un buon servizio al forum) o si presume anche di commentare? Altrimenti leggiamo nel silenzio assenso.
 

radarino

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13 Febbraio 2015
24
5
Chiavenna, Italia
Come non si fa a sconfinare nella politica se vengono postati questi articoli? Vengono postati solo a mo' di cronaca ( e va bene, e' gia' un buon servizio al forum) o si presume anche di commentare? Altrimenti leggiamo nel silenzio assenso.
Mi perdoni, ero interessato a sentire i pensieri vostri sulla vendita di Ita.
Il mio pensiero l'ho scritto qui qualche tempo fa (prima della scadenza del 30 giugno e prima degli eventi politici di questa settimana), cioè che con l'avvicinarsi delle politiche ogni decisione sarebbe stata rimandata alla nuova legislatura e quindi che i tempi sulla vendita non sarebbero stati rispettati.
Alla luce degli ultimi avvenimenti, dunque, il governo attuale riuscirà a completare la vendita o meno?



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belumosi

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Alla luce degli ultimi avvenimenti, dunque, il governo attuale riuscirà a completare la vendita o meno?
E' molto difficile. Non esiste una emergenza finanziaria immediata e comunque l'Italia ha gia l'ok da parte della UE per iniettare nella compagnia 400 M€ quest'anno e altri 250 M€ il prossimo.
Anche dal punto di vista degli acquirenti, comprare in una situazione del genere sarebbe certamente foriero di rogne con il probabile nuovo governo di destra.
Però anche la Meloni e soci, sanno bene che lo status quo non può garantire ad ITA una sostenibilità economica nel tempo.
E di certo non ci farebbero una bella figura a presentarsi tra un paio d'anni a Bruxelles col cappello in mano per farsi autorizzare nuovi aiuti. Magari mentre i competitor macinano utili a raffica.
Per questo non scarterei completamente la possibilità che anche il nuovo governo possa valutare la cessione di ITA.
La condizione fondamentale per proseguire una via del genere passerebbe necessariamente attraverso una vittoria politica da sventolare: quindi condizioni migliori di quelle offerte nelle proposte attuali e sicuramente un rilevante peso dello stato italiano nella compagnia.
Se però le condizioni diventassero troppo gravose per l'acquirente, potremmo tornare ai bei tempi quando i ministri millantavano le famose cordate interessate ad ITA.
Infine terrei presente che il peso di ITA è assai minore rispetto a quello che aveva AZ alcuni anni fa.
Durante la trafila per la vendita, non ricordo particolari levate di scudi da parte di nessun partito, compreso FDI.
A questo punto il ragionamento diventa squisitamente politico.
Se verrà scelta una visione nazionalista molto forte, probabilmente si cercherà di accentuare il ruolo di ITA come compagnia di bandiera, intesa anche come proiezione geopolitica dell'Italia nel Mondo. Scelta probabilmente accarezzata da vari esponenti dei partiti di destra, che però fa palesemente a pugni con la realtà del paese.
Se invece prevarrà una visione più concreta, potremmo assistere ad una cessione "onorevole" che però garantirebbe la sopravvivenza della compagnia nel tempo.
Una vendita targata Draghi e controfirmata tra qualche mese dalla Meloni, la vedo molto più improbabile.
 
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East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
a questo punto le due cordate potrebbero avere tutto l' interesse a che le cose restino status quo; i soldi estivi sono un miraggio nel deserto se non supportati dai restanti mesi in modo congruo, quindi ci sarebbero altre perdite, ricapitalizzazione necessaria ma potenzialmente vietata dalla UE e quindi un'AZ (ooops, ITA) piccina piccio' che non da fastidio a nessuno. O si chiude adesso, a mio avviso, o la storia infinita tale restera', mentre i big continueranno non solo a macinare utili ma lo faranno sempre e giustamente drenando a piu' non posso.
 

romaneeconti

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Mi perdoni, ero interessato a sentire i pensieri vostri sulla vendita di Ita.
Il mio pensiero l'ho scritto qui qualche tempo fa (prima della scadenza del 30 giugno e prima degli eventi politici di questa settimana), cioè che con l'avvicinarsi delle politiche ogni decisione sarebbe stata rimandata alla nuova legislatura e quindi che i tempi sulla vendita non sarebbero stati rispettati.
Alla luce degli ultimi avvenimenti, dunque, il governo attuale riuscirà a completare la vendita o meno?



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Personalmente ho sempre sostenuto (nelle decine e decine di miei precedenti commenti e con voce abbastanza fuori dal coro in rapporto alla maggior parte dei forumisti) che la vendita di ITA non sarebbe andata a buon fine, per lo meno nei tempi che venivano indicati dalle innumerevoli veline o articoli pubblicati dalla stampa. Come sempre sara' il tempo a dare le risposte...per ora mi pare che siamo in alto mare as usual...
 

romaneeconti

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E' molto difficile. Non esiste una emergenza finanziaria immediata e comunque l'Italia ha gia l'ok da parte della UE per iniettare nella compagnia 400 M€ quest'anno e altri 250 M€ il prossimo.
Anche dal punto di vista degli acquirenti, comprare in una situazione del genere sarebbe certamente foriero di rogne con il probabile nuovo governo di destra.
Però anche la Meloni e soci, sanno bene che lo status quo non può garantire ad ITA una sostenibilità economica nel tempo.
E di certo non ci farebbero una bella figura a presentarsi tra un paio d'anni a Bruxelles col cappello in mano per farsi autorizzare nuovi aiuti. Magari mentre i competitor macinano utili a raffica.
Per questo non scarterei completamente la possibilità che anche il nuovo governo possa valutare la cessione di ITA.
La condizione fondamentale per proseguire una via del genere passerebbe necessariamente attraverso una vittoria politica da sventolare: quindi condizioni migliori di quelle offerte nelle proposte attuali e sicuramente un rilevante peso dello stato italiano nella compagnia.
Se però le condizioni diventassero troppo gravose per l'acquirente, potremmo tornare ai bei tempi quando i ministri millantavano le famose cordate interessate ad ITA.
Infine terrei presente che il peso di ITA è assai minore rispetto a quello che aveva AZ alcuni anni fa.
Durante la trafila per la vendita, non ricordo particolari levate di scudi da parte di nessun partito, compreso FDI.
A questo punto il ragionamento diventa squisitamente politico.
Se verrà scelta una visione nazionalista molto forte, probabilmente si cercherà di accentuare il ruolo di ITA come compagnia di bandiera, intesa anche come proiezione geopolitica dell'Italia nel Mondo. Scelta probabilmente accarezzata da vari esponenti dei partiti di destra, che però fa palesemente a pugni con la realtà del paese.
Se invece prevarrà una visione più concreta, potremmo assistere ad una cessione "onorevole" che però garantirebbe la sopravvivenza della compagnia nel tempo.
Una vendita targata Draghi e controfirmata tra qualche mese dalla Meloni, la vedo molto più improbabile.
si certo belumosi....anche per portare in Italia i turisti hai dimenticato di scrivere...(do-re-ciak-gulp!!)
 

East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
Personalmente ho sempre sostenuto (nelle decine e decine di miei precedenti commenti e con voce abbastanza fuori dal coro in rapporto alla maggior parte dei forumisti) che la vendita di ITA non sarebbe andata a buon fine, per lo meno nei tempi che venivano indicati dalle innumerevoli veline o articoli pubblicati dalla stampa. Come sempre sara' il tempo a dare le risposte...per ora mi pare che siamo in alto mare as usual...
Beh, ti stai dando del veggente dunque, tanto da prevedere la caduta del Governo alla diciottesima buca. Ci puoi dare anticipazioni sul GP di domani (che non lo posso vedere) e magari anche se la valigia persa del signor Rossi gli arriva prima che finisca la vacanza?
Perché che la vendita sia definitivamente saltata lo sai solo te fino a questo momento!
 
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nicolap

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Fratelli d'Italia: "Se vinciamo, cambia tutto"
La Meloni ha anche articolato un pensiero o un progetto a corredo di cotanta maschia affermazione, che voi sappiate?
O è una cosa al livello di "blocco navale"?

Non ho letto granchè su ITA in questo periodo e sarei curioso di sapere se qualcuno in FdI ha elaborato qualche proposta in merito.
 
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romaneeconti

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Beh, ti stai dando del veggente dunque, tanto da prevedere la caduta del Governo alla diciottesima buca. Ci puoi dare anticipazioni sul GP di domani (che non lo posso vedere) e magari anche se la valigia persa del signor Rossi gli arriva prima che finisca la vacanza?
Perché che la vendita sia definitivamente saltata lo sai solo te fino a questo momento!
Scherza scherza EEA!...possiamo andare avanti anni a parlare della presunta vendita di ITA...riaggorniamoci tra un po'..poi mi dirai...lieto di essere smentito entro ferragosto se credi...
 

belumosi

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si certo belumosi....anche per portare in Italia i turisti hai dimenticato di scrivere...(do-re-ciak-gulp!!)
Questa è la lettera che la Meloni ha inviato a Draghi in merito a ITA.
Al netto di populismo a raffica e varie inesattezze, sembra che l'obiettivo sella leader di FDI sia la presenza dello stato nella compagnia in modo da poterne determinare gli obiettivi strategici. Cita anche le percentuali degli stati francese e olandese in AFKL, che sono palesemente di minoranza.
Infatti non ci sono passaggi dove scrive che ITA debba essere statalizzata. Il che mi fa pensare che, al netto della propaganda nei termini ortodossi di un partito di destra, non si sia voluta legare le mani sul futuro della compagnia.
D'altra parte chiunque andrà al governo, dovrà fare i conti con la realtà. Tieni presente che la sopravvivenza di ITA sarà garantita per almeno un anno dai fondi pubblici già previsti, per cui nel momento in cui ITA dovesse aver bisogno di altri soldi, la responsabilità della malagestione ricadrebbe in larga misura sul nuovo governo. Che insieme all'obbligata elemosina da richiedere a Bruxelles, farebbe apparire il manovratore come un perfetto incapace. Dubito che questo sia lo scenario che abbia in mente la Meloni e che inevitabilmente si concretizzerebbe nel medio periodo mantenendo lo status quo.

Caro presidente Draghi,

l’Alitalia è molto di più di una “famiglia un po’ costosa” e sa che dalle sue decisioni dipendono i destini della nostra comunità e di quelle centomila persone che vivono con angoscia questa crisi industriale, che certo non hanno causato. Andiamo per punti.

Primo, in Italia tutte le compagnie aeree falliscono. Meridiana/Air Italy, Volare Airlines, Eurofly, Gandalf… Pagano agli aeroporti le tasse più alte, l’eccellente controllo del traffico aereo di Enav è più costoso. Così il carburante e le rate di leasing.

Secondo, in Italia c’è una presenza massiccia delle compagnie low cost. In Francia non atterrano sugli aeroporti centrali, ma nella provincia, per non ledere la compagnia nazionale. Le low cost operano qui con contributi dagli aeroporti, mascherati da operazioni di comarketing. Finanziamenti opachi che acuiscono la concorrenza sleale. Servirebbero gare trasparenti e obblighi comuni, per esempio pagare stesse tasse. Lei ricorderà che durante la prima fase della pandemia le low cost hanno messo a terra la flotta (sovvenzionata) perché non c’erano passeggeri. Solo Alitalia ha garantito la connettività della nazione, volando con 10 passeggeri per non interrompere un servizio essenziale e riportare a casa connazionali rimasti all’estero. È l’unica compagnia abilitata al trasporto di organi peri trapianti, radiofarmaci e passeggeri in barella. A chi affideremo tutto questo con una `mini Alitalia’ ripulita del nome del glorioso marchio?

Terzo, il volo intercontinentale più ricco è Milano-New York, ma l’Italia lo devolve a una compagnia non italiana, né americana, Emirates. Si chiama diritto di quinta libertà in gergo aeronautico, quando si collegano due città di paesi diversi da quello per cui batte il timone della compagnia. Emirates non vola da Parigi a Los Angeles oda Francoforte a Tokyo oda Madrid a Buenos Aires. Come mai?

Quarto, Macron ha sospeso le tasse alle compagnie aeree francesi, con il beneplacito di Bruxelles. L’Unione ha adottato criteri discutibili sugli importi per gli indennizzi. Alitalia riceve 9 euro a posto, Air France 88.

Quinto, nessun ultraliberista si scandalizzi. Alitalia negli ultimi anni ha registrato perdite ingenti. Con la gestione pubblica erano molto inferiori. La forbice oscilla tra il 7% e il 25% del fatturato. Lo diciamo anche con autocritica, visto che fummo in maggioranza con i “capitani coraggiosi” del 2009, ma non abbiamo dogmi, si tentano soluzioni e se ne misurano gli effetti. La Francia salirà al 30% del capitale di Air France Klm, l’Olanda è al 15%. Nel capitale Lufthansa sono presenti i Land tedeschi. La presenza dello Stato è determinante perla difesa di un interesse pubblico strategico in una nazione che vive di turismo, cultura, enogastronomia, manifattura, promozione del Made in Italy. Presidiare la sovranità delle infrastrutture e dei collegamenti è vitale.

Sesto, lo stato controlla Eni ed è incredibile che paghi il carburante a prezzi fuori misura. Cassa Depositi e Prestiti può acquistare la flotta da Boeing e Airbus e concederla in leasing ad Alitalia a costi di mercato mentre l’affitto di aerei a prezzi stellari garantiva imprenditori cedenti che hanno creato la voragine.

Ecco, l’Italia intera, con le famiglie che rischiano il lavoro, vuole mordente e visione. Nemmeno sa che abbiamo la compagnia tra le più sicure e la più puntuale, con i migliori piloti, il catering primo fra tutti, gli operai specializzati e gli addetti alla manutenzione più bravi, l’assistenza al volo più professionale, tanto se ne è parlato male. Cedere questi standard di qualità significa arrendersi.



Una
 

romaneeconti

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21 Marzo 2021
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Questa è la lettera che la Meloni ha inviato a Draghi in merito a ITA.
Al netto di populismo a raffica e varie inesattezze, sembra che l'obiettivo sella leader di FDI sia la presenza dello stato nella compagnia in modo da poterne determinare gli obiettivi strategici. Cita anche le percentuali degli stati francese e olandese in AFKL, che sono palesemente di minoranza.
Infatti non ci sono passaggi dove scrive che ITA debba essere statalizzata. Il che mi fa pensare che, al netto della propaganda nei termini ortodossi di un partito di destra, non si sia voluta legare le mani sul futuro della compagnia.
D'altra parte chiunque andrà al governo, dovrà fare i conti con la realtà. Tieni presente che la sopravvivenza di ITA sarà garantita per almeno un anno dai fondi pubblici già previsti, per cui nel momento in cui ITA dovesse aver bisogno di altri soldi, la responsabilità della malagestione ricadrebbe in larga misura sul nuovo governo. Che insieme all'obbligata elemosina da richiedere a Bruxelles, farebbe apparire il manovratore come un perfetto incapace. Dubito che questo sia lo scenario che abbia in mente la Meloni e che inevitabilmente si concretizzerebbe nel medio periodo mantenendo lo status quo.

Caro presidente Draghi,

l’Alitalia è molto di più di una “famiglia un po’ costosa” e sa che dalle sue decisioni dipendono i destini della nostra comunità e di quelle centomila persone che vivono con angoscia questa crisi industriale, che certo non hanno causato. Andiamo per punti.

Primo, in Italia tutte le compagnie aeree falliscono. Meridiana/Air Italy, Volare Airlines, Eurofly, Gandalf… Pagano agli aeroporti le tasse più alte, l’eccellente controllo del traffico aereo di Enav è più costoso. Così il carburante e le rate di leasing.

Secondo, in Italia c’è una presenza massiccia delle compagnie low cost. In Francia non atterrano sugli aeroporti centrali, ma nella provincia, per non ledere la compagnia nazionale. Le low cost operano qui con contributi dagli aeroporti, mascherati da operazioni di comarketing. Finanziamenti opachi che acuiscono la concorrenza sleale. Servirebbero gare trasparenti e obblighi comuni, per esempio pagare stesse tasse. Lei ricorderà che durante la prima fase della pandemia le low cost hanno messo a terra la flotta (sovvenzionata) perché non c’erano passeggeri. Solo Alitalia ha garantito la connettività della nazione, volando con 10 passeggeri per non interrompere un servizio essenziale e riportare a casa connazionali rimasti all’estero. È l’unica compagnia abilitata al trasporto di organi peri trapianti, radiofarmaci e passeggeri in barella. A chi affideremo tutto questo con una `mini Alitalia’ ripulita del nome del glorioso marchio?

Terzo, il volo intercontinentale più ricco è Milano-New York, ma l’Italia lo devolve a una compagnia non italiana, né americana, Emirates. Si chiama diritto di quinta libertà in gergo aeronautico, quando si collegano due città di paesi diversi da quello per cui batte il timone della compagnia. Emirates non vola da Parigi a Los Angeles oda Francoforte a Tokyo oda Madrid a Buenos Aires. Come mai?

Quarto, Macron ha sospeso le tasse alle compagnie aeree francesi, con il beneplacito di Bruxelles. L’Unione ha adottato criteri discutibili sugli importi per gli indennizzi. Alitalia riceve 9 euro a posto, Air France 88.

Quinto, nessun ultraliberista si scandalizzi. Alitalia negli ultimi anni ha registrato perdite ingenti. Con la gestione pubblica erano molto inferiori. La forbice oscilla tra il 7% e il 25% del fatturato. Lo diciamo anche con autocritica, visto che fummo in maggioranza con i “capitani coraggiosi” del 2009, ma non abbiamo dogmi, si tentano soluzioni e se ne misurano gli effetti. La Francia salirà al 30% del capitale di Air France Klm, l’Olanda è al 15%. Nel capitale Lufthansa sono presenti i Land tedeschi. La presenza dello Stato è determinante perla difesa di un interesse pubblico strategico in una nazione che vive di turismo, cultura, enogastronomia, manifattura, promozione del Made in Italy. Presidiare la sovranità delle infrastrutture e dei collegamenti è vitale.

Sesto, lo stato controlla Eni ed è incredibile che paghi il carburante a prezzi fuori misura. Cassa Depositi e Prestiti può acquistare la flotta da Boeing e Airbus e concederla in leasing ad Alitalia a costi di mercato mentre l’affitto di aerei a prezzi stellari garantiva imprenditori cedenti che hanno creato la voragine.

Ecco, l’Italia intera, con le famiglie che rischiano il lavoro, vuole mordente e visione. Nemmeno sa che abbiamo la compagnia tra le più sicure e la più puntuale, con i migliori piloti, il catering primo fra tutti, gli operai specializzati e gli addetti alla manutenzione più bravi, l’assistenza al volo più professionale, tanto se ne è parlato male. Cedere questi standard di qualità significa arrendersi.



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ho smesso di leggere gia' al primo punto...e avrei fatto a meno di leggere anche quello...poi per farmi venire mal di pancia ho letto anche il resto...apposto siamo...ovviamente siamo al tafazzismo piu' spinto...e mi fermo qui. Regna purtroppo un'ignoranza in materia di tutta la classe politica (non so se voluto o meno) e i motivi dei fallimenti delle Compagnie italiane risiedono in altre cause, non il carburante o le tasse aeroportuali...e te pareva se non saltava fuori "a rotta piu' profittevole che se la magna Emirates con a quinta libberta'.." Evvai...ridicolo davvero.
 
Stato
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