Thread Malpensa e Linate da febbraio 2014


Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

TW 843

Senior Member
6 Novembre 2005
32,801
786
49
Azionista LibertyLines
Deve (meglio, dovrebbe) far parecchio riflettere che persino un -ex- senatore grillino (espulso, nda), nato all'estero, non milanese, completamente estraneo al settore trasporti e/o aerei/aeroporti, sia riuscito a capire la fonte di tutti i mali del sistema aeroportuale milanese:

Alitalia: Orellana (Ilc), Malpensa cannibalizzato da Linate con accordo Etihad
11 giugno 2014

Roma, 11 giu. (Adnkronos) - "A parte la dolorosa questione degli esuberi, il punto e' che con questo accordo Malpensa continuera' ad essere cannibalizzato da Linate". E' quanto sostiene in una nota il senatore Luis Alberto Orellana, del gruppo Misto-Italia Lavori in Corso commentando l'annuncio fatto dai vertici Alitalia sui 2.200 esuberi conseguenza dell' accordo con la compagnia degli Emirati.

Orellana spiega cosi' la situazione di Malpensa dopo la fusione delle due compagnie: "il decreto che Lupi si appresta a fare (se la Ue lo permette) mira ad ampliare la possibilita' di fare voli internazionali da Linate consentendo anche gli intercontinentali per Abu Dhabi, in modo da alimentare da Linate l'hub potentissimo di Etihad. E' questo - secondo il sen. Orellana - il colpo che danneggerebbe le aspirazioni di Malpensa e che metterebbe in competizione i due hub lombardi".
Ora, voglio dire, con tutto il rispetto del mondo, se ci è arrivato lui, possono -e devono- arrivarci tutti.

Basta, veramente basta, nascondere la testa sotto la sabbia e basta arrampicarsi sugli specchi.
Basta sempre cercare colpevoli a destra e a manca, basta Roma ladrona, Roma cattivona, Alitalia nemica. Basta una volta per tutte scaricare le (GRAVISSIME) proprie colpe sugli altri.
Basta una volta per tutte autoconvincersi che due aeroporti a Milano siano: 1- un vanto, 2- qualcosa di scontato e di dovuto 3- una risorsa.

Serve al più presto che qualcuno si svegli dal sonno della dea kali e sbatta in modo grezzo e greve la realtà in faccia al popolo, anche mettendo in conto il (caro) prezzo di una scontata impopolarità.

Ma purtroppo non succederà mai.
 
30 Settembre 2013
251
0
Basta una volta per tutte autoconvincersi che due aeroporti a Milano siano: 1- un vanto, 2- qualcosa di scontato e di dovuto 3- una risorsa.
Due? Sono tre e il più piccolo fa nove milioni di passeggeri/anno.

Serve al più presto che qualcuno si svegli dal sonno della dea kali e sbatta in modo grezzo e greve la realtà in faccia al popolo, anche mettendo in conto il (caro) prezzo di una scontata impopolarità.
  1. Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, riferito agli elettori milanesi.
  2. In Italia contano al massimo i "posti di lavoro", ma a Milano non interessano quelli del varesotto e il collegamento logico più connettività intercontinentale = più crescita economica è troppo faticoso da credere.
  3. Autostrade (Pedemontana) e treni (Malpensa Express) non sono quello che dovrebbero essere nemmeno dopo 15 anni dall'inaugurazione di Malpensa 2000 e non lo saranno nemmeno per l'EXPO, tacendo dei taxi.
  4. Che cosa fare di Linate non viene deciso a Milano, soprattutto adesso. Pure Lupi milanese non è un Ministro, nel senso normale di qualcuno che decide, ma un megafono di decisioni prese da altri.
 

rcravero

Utente Registrato
20 Maggio 2013
363
1
Ieri mattina ho recuperato un collega a Linate ore 12. Un casino pazzesco per I parcheggio/drop.. se devono arrivare altri 17 milioni ovvero ca 46.500 passeggeri in piu al giorno...

Inviato dal mio GT-N8000 utilizzando Tapatalk
 

janmnastami

Utente Registrato
9 Febbraio 2008
3,384
0
Basta sempre cercare colpevoli a destra e a manca, basta Roma ladrona, Roma cattivona, Alitalia nemica. Basta una volta per tutte scaricare le (GRAVISSIME) proprie colpe sugli altri.
Premettendo che la politica locale (mettici dentro la Moratti, Penato, Podestà, Formigoni, Pisapia e tutti quelli che vuoi) ha chiaramente responsabilità evidenti e che "Roma cattivona" e "Alitalia nemica" sono slogan vuoti, usati per il popolino, è interessante andare un po' più a fondo su quanto hai scritto.

Dietro Alitalia ci sono delle persone e degli interessi, come per qualsiasi altra azienda. C'è un sistema di potere, sia economico-finanziario sia politico, ben preciso. Ci sono posti di lavoro, che significano voti; c'è una famiglia (i Benetton) che hanno investito centinaia di milioni di euro in Aeroporti di Roma e in Alitalia; c'è un indotto che vale miliardi di euro.

Ora, pensare che i Benetton che possiedono quasi il 50% di Atlantia (che controlla Aeroporti di Roma) investano qualche centinaio di milioni di euro in Alitalia per poi consentire che l'hub sia messo nell'aeroporto gestito dalla principale società aeroportuale concorrente è un po' da fessi, su questo credo che possa concordare chiunque. E' naturale e legittimo, quindi, che chi ha questi interessi agisca per tutelarsi.

Pensare che qualche amministratore locale, che sia il sindaco o il presidente della Regione, forte solamente della sua voce, possa mettersi contro questo sistema è ridicolo. Da una parte ci sono miliardi di euro e migliaia di posti di lavoro, dall'altro uno che al massimo può parlare.

E, vi prego, non venite a scrivere che Alitalia propose di limitare Linate ma la politica lombarda rifiutò: pensate veramente che sia plausibile che se si tratta di aumentare Linate, Alitalia riesce ad ottenere un decreto legge a suo uso e consumo, dettando quasi le parole al Ministero dei Trasporti, mentre quando si tratta di ridurre Linate si sia fermata davanti a qualche minaccia verbale di un politico? Se Alitalia avesse voluto, avrebbe tranquillamente potuto avere un decreto anche per limitare Linate, esattamente come lo otterrà per fare l'opposto.
 

TW 843

Senior Member
6 Novembre 2005
32,801
786
49
Azionista LibertyLines
Premettendo che la politica locale (mettici dentro la Moratti, Penato, Podestà, Formigoni, Pisapia e tutti quelli che vuoi) ha chiaramente responsabilità evidenti e che "Roma cattivona" e "Alitalia nemica" sono slogan vuoti, usati per il popolino, è interessante andare un po' più a fondo su quanto hai scritto.

Dietro Alitalia ci sono delle persone e degli interessi, come per qualsiasi altra azienda. C'è un sistema di potere, sia economico-finanziario sia politico, ben preciso. Ci sono posti di lavoro, che significano voti; c'è una famiglia (i Benetton) che hanno investito centinaia di milioni di euro in Aeroporti di Roma e in Alitalia; c'è un indotto che vale miliardi di euro.

Ora, pensare che i Benetton che possiedono quasi il 50% di Atlantia (che controlla Aeroporti di Roma) investano qualche centinaio di milioni di euro in Alitalia per poi consentire che l'hub sia messo nell'aeroporto gestito dalla principale società aeroportuale concorrente è un po' da fessi, su questo credo che possa concordare chiunque. E' naturale e legittimo, quindi, che chi ha questi interessi agisca per tutelarsi.

Pensare che qualche amministratore locale, che sia il sindaco o il presidente della Regione, forte solamente della sua voce, possa mettersi contro questo sistema è ridicolo. Da una parte ci sono miliardi di euro e migliaia di posti di lavoro, dall'altro uno che al massimo può parlare.

E, vi prego, non venite a scrivere che Alitalia propose di limitare Linate ma la politica lombarda rifiutò: pensate veramente che sia plausibile che se si tratta di aumentare Linate, Alitalia riesce ad ottenere un decreto legge a suo uso e consumo, dettando quasi le parole al Ministero dei Trasporti, mentre quando si tratta di ridurre Linate si sia fermata davanti a qualche minaccia verbale di un politico? Se Alitalia avesse voluto, avrebbe tranquillamente potuto avere un decreto anche per limitare Linate, esattamente come lo otterrà per fare l'opposto.
Quello che a Milano non si vuole capire è che Linate va chiuso ai voli commerciali.
Punto.
A prescindere da Alitalia.
Non avremo un hub? Chissenefrega. Ma perlomeno avremo un sistema aeroportuale decente. Sano. Non taroccato da trucchi e trucchetti di vario genere e di bassa lega.
 

janmnastami

Utente Registrato
9 Febbraio 2008
3,384
0
Ma perlomeno avremo un sistema aeroportuale decente. Sano. Non taroccato da trucchi e trucchetti di vario genere e di bassa lega.
Su questo hai assolutamente ragione, il problema è che la tua è una visione molto "nobile", mentre la politica spesso ragiona invece in termini molto più terra terra.
 

Frecciarossa

Utente Registrato
19 Febbraio 2009
739
0
Premettendo che la politica locale (mettici dentro la Moratti, Penato, Podestà, Formigoni, Pisapia e tutti quelli che vuoi) ha chiaramente responsabilità evidenti e che "Roma cattivona" e "Alitalia nemica" sono slogan vuoti, usati per il popolino, è interessante andare un po' più a fondo su quanto hai scritto.

Dietro Alitalia ci sono delle persone e degli interessi, come per qualsiasi altra azienda. C'è un sistema di potere, sia economico-finanziario sia politico, ben preciso. Ci sono posti di lavoro, che significano voti; c'è una famiglia (i Benetton) che hanno investito centinaia di milioni di euro in Aeroporti di Roma e in Alitalia; c'è un indotto che vale miliardi di euro.

Ora, pensare che i Benetton che possiedono quasi il 50% di Atlantia (che controlla Aeroporti di Roma) investano qualche centinaio di milioni di euro in Alitalia per poi consentire che l'hub sia messo nell'aeroporto gestito dalla principale società aeroportuale concorrente è un po' da fessi, su questo credo che possa concordare chiunque. E' naturale e legittimo, quindi, che chi ha questi interessi agisca per tutelarsi.

Pensare che qualche amministratore locale, che sia il sindaco o il presidente della Regione, forte solamente della sua voce, possa mettersi contro questo sistema è ridicolo. Da una parte ci sono miliardi di euro e migliaia di posti di lavoro, dall'altro uno che al massimo può parlare.

E, vi prego, non venite a scrivere che Alitalia propose di limitare Linate ma la politica lombarda rifiutò: pensate veramente che sia plausibile che se si tratta di aumentare Linate, Alitalia riesce ad ottenere un decreto legge a suo uso e consumo, dettando quasi le parole al Ministero dei Trasporti, mentre quando si tratta di ridurre Linate si sia fermata davanti a qualche minaccia verbale di un politico? Se Alitalia avesse voluto, avrebbe tranquillamente potuto avere un decreto anche per limitare Linate, esattamente come lo otterrà per fare l'opposto.
nel 2009 ai tempi della nascita di CAI AZ avrebbe potuto ottenere qualsiasi cosa, incluso un decreto che limitasse/chiudesse LIN per consentire di rimettere l'hub su MXP.

SEA e le istituzioni lombarde non se la sentirono / si fidarono di sposare questa linea, e non se ne fece nulla.

Ergo, la storia insegna che AZ si è fermata eccome di fronte alla limitazione di LIN. Anzi, si fermò pure nel 98, e la cosa fece scappare KLM.

Aprire LIN trova molti più consensi politicamente di quanto non ne trovi limitarlo/chiuderlo.
 

indaco1

Utente Registrato
30 Settembre 2007
3,925
549
.
Quello che a Milano non si vuole capire è che Linate va chiuso ai voli commerciali.
Punto.
A Milano non l'hanno capito (o fanno finta di), verissimo.

Ma a Milano non hanno le chiavi per chiudere LIN e poi buttarle via. Le chiavi le hanno altri.

Aripunto.
 

Frecciarossa

Utente Registrato
19 Febbraio 2009
739
0
O che non c'è mai stata nessuna intenzione seria, da parte di Alitalia, di limitare Linate.
Assolutamente no, Alitalia ha studiato e avanzato il dossier LIN più e più volte, sin da prima del dehubbing da MXP e poi di nuovo alla nascita di CAI.

Ma dall'altra parte non ci hanno mai voluto sentire.
La verità è che i milanesi in questo sono sempre stati la principale (quando non l'unica) causa di tutti i propri mali aeronautici.
 

janmnastami

Utente Registrato
9 Febbraio 2008
3,384
0
Assolutamente no, Alitalia ha studiato e avanzato il dossier LIN più e più volte, sin da prima del dehubbing da MXP e poi di nuovo alla nascita di CAI.

Ma dall'altra parte non ci hanno mai voluto sentire.
La verità è che i milanesi in questo sono sempre stati la principale (quando non l'unica) causa di tutti i propri mali aeronautici.
Se ci basassimo sulle dichiarazioni ai quotidiani, potremmo trovarne di ogni colore: potresti persino trovare dichiarazioni di Formigoni in cui si dice contrario al ridimensionamento di Linate e dichiarazioni in qui, sempre lui, qualche settimana dopo, si dice favorevole. Basarsi esclusivamente su ciò che viene detto alla stampa non porta da nessuna parte.

Se Alitalia avesse spinto veramente per il ridimensionamento di Linate, lo avrebbe ottenuto: chi ha il potere di decidere è il governo e Alitalia, in particolare, ha sempre avuto legami molto stretti con il ministero dei Trasporti. Spero tu non creda veramente che Alitalia non abbia ottenuto la riduzione di Linate a causa della Moratti e di Formigoni, come se questi contassero veramente qualcosa... qui non si parla di cosa si legge sui giornali, ma di cosa si vuol fare realmente.
 

Frecciarossa

Utente Registrato
19 Febbraio 2009
739
0
ho il vizio di parlare solo di cose che conosco e (in questo caso) alle quali ho anche lavorato direttamente, ma evidentemente tu ne sai più di me, quindi non proseguo ;)
 

TW 843

Senior Member
6 Novembre 2005
32,801
786
49
Azionista LibertyLines
Ma a Milano non hanno le chiavi per chiudere LIN e poi buttarle via. Le chiavi le hanno altri.

Aripunto.
Le chiavi le tengono a Roma, non ci piove. È altresì matematico che se non ti impunti e le chiedi ad alta voce, le chiavi non te le daranno mai. Perché dovrebbero?

E sono 16 anni che si sente solo un silenzio assordante.

Fine della storia.
 

AZ209

Utente Registrato
24 Ottobre 2006
16,944
71
Londra.
Etihad stronca Malpensa

Brughiera penalizzata dagli Emirati: più rotte internazionali al city aerport di Linate

Malpensa - Che il potenziamento di Linate fosse una delle richieste principali messe sul tavolo del gruppo Etihad per rivelare il 49% delle quote di Alitalia è noto da tempo. Ora però - stando alle indiscrezioni di stampa immediatamente riprese dai principali portali di settore - si conoscono anche inuovi collegamenti che dovrebbero accrescere l’offerta del Forlanini e che a Malpensa fanno già venire la pelle d’oca. Tra rotte-doppione o voli diretti verso le principali basi delle consociate di Etihad (in particolare la svizzera Etihad regional, Air Berlin e la serba Jat Airways) con l’obiettivo difare rete e andare così ad alimentare il traffico globale di passeggeri del gruppo capeggiato dal colosso di Abu Dhabi, lo spauracchio della cannibalizzazione del city airport nei confronti della sorella maggiore di provincia torna a fare paura.
Etihad, infatti, avrebbe chiesto collegamenti con Dusseldorf, Amburgo, Ginevra, Ibiza, Palma di Maiorca, Belgrado, Kiev, Mosca, SanPietroburgo, Tirana, Casablanca, Algeri, Tunisi, Tripoli, Il Cairo, Istanbul e Tel Aviv.
Sono diciassette destinazioni che si andrebbero ad aggiungere al traffico già esistente sul Forlanini, oggi collegato con diverse località nazionali e con le maggiori capitali europee (Amsterdam, Barcellona, Bruxelles, Berlino, Bucarest, Copenhaghen, Dublino, Francoforte, Londra, Madrid, Parigi, Praga, Stoccolma e Vienna). Laconcorrenza con Malpensa è evidente.
A scorrere l’elenco, infatti, si trovano numerose destinazioni oggi servite soltanto dallo scalo varesino - tra cui le redditizie Mosca, San Pietroburgo, Tel Aviv e Istanbul -, nonché i tre aeroporti principali di Etihad Regional (Zurigo), Jat Airways (Belgrado) e Air Berlin (Dusseldorf).
Lo scopo di Etihad è evidente, ovvero garantire al passeggero milanese la connettività globale del suo network, offrendogli un’alternativa valida con partenza da Linate per viaggi di medio o lungo raggio oggi possibili soltanto decollando dalla brughiera. Ecco il motivo per cui Alihad spaventa tanto Malpensa, nonostante per il governo, ha ribadito ancora una volta nei giorni scorsi il ministro Maurizio Lupi, che «Malpensa è l’unico scalo strategico del Nord-Ovest per il quale il piano Alitalia-Etihad prevede il passaggio da 11 a 25 delle frequenze settimanali dei voli intercontinentali a lungo raggio, con un incremento annuale dei passeggeri da 250 a 550mila».
Già, ma se a oggi sono certi i benefici - di certo non astronomici - che il matrimonio italo-arabo tra i cieli porterà a Malpensa (25 frequenze intercontinentali rappresentano meno del 10% delle circa 260 oggi operative sullo scalo varesino, mentre 550mila passeggeri sono il 3% dei 18milioni transitati nel 2013 dai due terminal), ancora non è chiaro quanto il potenziamento di Linate voluto da Abu Dhabi toglierà invece a Malpensa per colpa di una concorrenza così vicine a asfissiante del Forlanini. Se lo scenario dovesse essere confermato, sicuramente di più.Molto di più.

http://www.prealpina.it/notizie/gallarate-malpensa/2014/6/12/etihad-stronca-malpensa/3314725/55/
 

AZ209

Utente Registrato
24 Ottobre 2006
16,944
71
Londra.
Aeroporti, Malpensa in picchiata

Lo scalo lombardo potrebbe accogliere 36 milioni di viaggiatori l'anno, ma ne arrivano solo 17 milioni. E sono in calo. E l'operazione Etihad rischia di dargli il colpo di grazia

Per inquadrare la lite sull’aeroporto di Malpensa scatenata dall’accordo fra Alitalia e Etihad bisogna partire da un dato: nello scalo lombardo, sulla carta in grado di accogliere 36 milioni di viaggiatori l’anno, ne passano oggi solo 17 milioni, puntualmente in calo da sette anni. Se è vero dunque che l’Alitalia formato Abu Dhabi rischia di darle il colpo di grazia, è altrettanto vero che già oggi Malpensa è una cattedrale nel deserto. Basta farci un giro al pomeriggio per notare che gli addetti se ne stanno con le mani in mano, perché i voli scarseggiano. E parla da solo lo sguardo di chi, dopo essere sbarcato, deve percorrere centinaia di metri lungo corridoi che ricordano il vuoto siderale del film “2001 Odissea nello Spazio”.

All’esterno non va meglio. Facendo due chiacchiere con i gestori dei 25 alberghi spuntati come funghi, si scopre che lo Sheraton, il quattro stelle a forma di biplano di fronte al Terminal 1, è in concordato. Ad agosto è fallita la società del Grand Hotel Malpensa, mentre l’Hilton ha chiuso e riaperto: «Da quando Alitalia ci ha abbandonato gli alberghi sono vuoti. Speravamo nell’ingresso di Etihad, ma abbiamo capito che qui non ci sarà alcuna valorizzazione. Che ne sarà dei cinquemila dell’indotto?», si domanda Guido Brovelli, presidente della locale Federalberghi, dopo che il governatore lombardo Roberto Maroni ha messo le mani avanti, svelando le condizioni dettate dagli arabi, fra cui la liberalizzazione delle rotte che interessano l’aeroporto di Linate per renderlo più vicino alle capitali europee e agli hub del Medio Oriente, togliendo ossigeno e passeggeri a Malpensa, che nei piani Ethiad diventerà un maxi scalo merci.

«Le rotte intercontinentali passeranno da 11 a 25 la settimana», sostiene il capo di Alitalia, Gabriele Del Torchio, lo stesso che nel luglio scorso aveva spostato a Linate tutti i voli di AirOne, la low cost del gruppo. Oggi Alitalia mantiene a Malpensa quattro destinazioni extra-Ue, e cioè Mosca, Tirana, Il Cairo e Tunisi. Tutto il resto è stato dirottato sul Forlanini, proprio come hanno fatto Air France e British Airways. Per capirci, la compagnia francese vola 14 volte al giorno a Parigi, imbarcando da lì i passeggeri sui suoi voli intercontinentali.

Bisognerà dunque trovare un modo per spiegare ai cittadini perché 1,2 miliardi di euro delle loro tasse sono stati spesi per realizzare Malpensa 2000, una struttura che la politica, Lega in testa, definiva vitale per l’economia del Nord ma il cui sviluppo è sempre stato ostacolato. La Emirates di Dubai per avviare un volo diretto a New York ha dovuto ingaggiare una battaglia legale contro Alitalia e Assoaereo. Così come nel 2011 il governo aveva detto no a Singapore Airlines, che voleva fare scalo a Malpensa sulla rotta tra l’Oriente e New York. Problemi che secondo il professore della Bocconi, Oliviero Baccelli, scoraggiano le compagnie straniere.

Eppure questo è l’unico aeroporto italiano con tutte le carte in regola per crescere, perché si è dotato di una rete viaria mastodontica, costata agli italiani un miliardo e mezzo. Il Centro di Ricerca sui Trasporti dell’Università Liuc di Varese ha contato decine di infrastrutture dedicate allo scalo. Fra un anno sarà pronto il treno che collega il Terminal 1 al Terminal 2, un progetto da 114 milioni. E poi c’è la ferrovia Varese-Mendrisio, pronta dal lato svizzero, meno da quello italiano, e il grande punto di domanda dell’Alta Velocità fra Torino e Milano che, per 208 milioni, dovrebbe fare tappa qui.


Se il progetto della terza pista è finito nel cassetto, per finanziare il restyling del Terminal 1, una mano l’ha data l’aumento delle tariffe concesso dal governo Monti nel 2012 con il decreto “Cresci Italia”. Nel bilancio 2013 della società aeroportuale Sea si dice che l’impatto delle nuove tariffe è stimabile in 59 milioni, non pochi se si considera che lo scorso anno la società ha portato a casa un risultato netto di 33 milioni. L’incertezza però è al massimo, al punto che la Sea non ha faticato a trovare 300 volontari disposti a lasciare la controllata Sea Handling (che sta passando ai privati) in cambio di una buonuscita: «Molti lavoratori, temendo che la situazione possa solo peggiorare, hanno deciso di andarsene», racconta Sara Fenzi del sindacato Cub. Anche secondo Anna Gervasoni, professoressa alla Luic, che sul caso Malpensa ha scritto un libro, si profilano anni difficili: «Ma nel lungo periodo questo scalo è destinato a crescere perché con il completamento delle nuove autostrade Brebemi e Pedemontana i collegamenti saranno sempre più veloci e il Nord Italia, al netto della crisi, è destinato a svilupparsi».

http://espresso.repubblica.it/affari/2014/06/12/news/areoporti-malpensa-in-picchiata-1.168977
 

DusCgn

Utente Registrato
9 Novembre 2005
14,680
20
.
Malpensa: Maroni, fondamentale liberalizzazione voli

Milano, 13 giu. (Adnkronos) - "Ho parlato con il ministro Lupi, che mi ha confermato che il piano degli aeroporti verrà approvato entro breve dal Governo e che Malpensa resterà l'hub per il nord-ovest: questo però significa che Malpensa deve passare dalla capacità attuale del 35% delle sue potenzialità almeno al doppio". Lo afferma il presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, al termine dell'incontro organizzato dal consigliere regionale Luca Ferrazzi, al Comune di Lonate Pozzolo (Varese), con il presidente di Sea, Pietro Modiano, e con i sindaci del comprensorio di Malpensa, per confrontarsi sul futuro dell'hub lombardo.

"Quando sentirò nuovamente il ministro Lupi -sottolinea il governatore lombardo- gli ribadirò che il piano Alitalia non deve penalizzare Malpensa e che il Governo, anche in vista di Expo, deve investire su Malpensa, per esempio attraverso la modifica del decreto Bersani, per consentire i voli che al momento non sono consentiti da Malpensa. La liberalizzazione dei voli permetterebbe a Malpensa di essere lo scalo intercontinentale che potenzialmente è, ma che non riesce a diventare per le limitazioni che ci sono".

Dall'incontro di oggi, informa Maroni, "sono uscite riflessioni interessanti. Abbiamo costituito un gruppo con tutti i soggetti e le istituzioni coinvolte, in primo luogo i sindaci, tutti favorevoli allo sviluppo ordinato di Malpensa". Infine il governatore dice di voler "fare da regia ed essere l'interlocutore con il Governo, cui riferirò le preoccupazioni dei sindaci sul fatto che il piano Alitalia-Etihad non sviluppa Malpensa in maniera sufficiente, anche se Alitalia oggi rappresenta solo il 7% del traffico su Malpensa".




“Lasciateci lavorare e faremo decollare noi Malpensa"

Il presidente di SEA, Pietro Modiano, fa il punto della situazione davanti ai vertici della Regione e ai comuni e avverte: “Il futuro di Alitalia inciderà poco su Malpensa”. Nel frattempo il presidente Maroni spiega che “qui dobbiamo creare l’hub di tutto il nord ovest"

Si sono incontrati sotto i cieli di Lonate Pozzolo, attraversati quotidianamente da centinaia di aerei, per parlare di Malpensa e del suo futuro. I vertici di Sea, quelli del consiglio regionale e i sindaci dei comuni che convivono con l'aeroporto si sono confrontati per tutto il pomeriggio di venerdì 13 giugno per trovare una posizione unitaria per il futuro dello scalo. «Questo aeroporto non dev'essere visto come un problema ma come una grandissima opportunità» ha detto il presidente Roberto Maroni, sottolineando che «un incontro come questo è motivato dalla volontà di dialogare con chi affronta quotidianamente con disagi e vantaggi di Malpensa». Secondo il presidente «Malpensa deve diventare l'hub di tutto il nord ovest» e proprio per questo «vogliamo che non sia penalizzata per favorire gli interessi privati di qualche compagnia straniera».


Oggi infatti, gli occhi di tutti sono rivolti a quella compagnia straniera, Etihad, che sembrerebbe avere in mano le sorti dello scalo. «Ma già oggi Alitalia se n'è già andata da Malpensa» scandisce il presidente di SEA, Pietro Modiano citando il fatto che «questa compagnia occupa oggi solo il 7% dei voli di Malpensa». I riflessi del piano industriale che si sta discutendo oggi, secondo Modiano, dunque non influiranno radicalmente sul futuro dello scalo anche se «nessuno nasconde che Malpensa debba ripartire». E ripartire da un dato: 35%. E' infatti questa «la potenzialità sfruttata oggi dallo scalo rispetto al suo potenziale massino» spiega Modiano descrivendo una situazione in cui «uno scalo nuovo ed efficiente (il terminal 1, ndr) viene usato pochissimo ma proprio da qui possiamo e dobbiamo ripartire». Tutto ciò sarà possibile «solo se la politica ci metterà in condizione di lavorare» e se questo accadrà «state ben certi che arriveranno tante compagnie a volare qui». Quello che i vertici di Sea stanno cercando di realizzare «sfruttando anche la spinta di Expo» è il sogno di una «Malpensa che sia la porta europea per il sud dell'Europa»

La necessità di un forte aeroporto è sottolineata anche dal presidente della Camera di Commercio varesina, Renato Scapolan. «E' difficile che questo territorio possa sopportare un altro colpo a Malpensa» spiega Scapolan citando le previsioni che «ci dicono che dovremmo fare fronte a 720 milioni di ammortizzatori sociali all'anno». L'appello del presidente è dunque quello di «trovare al più presto una quadra che salvi lo scalo» perchè in ballo ci sono «gli equilibri economici e sociali di tutta questa area». Ma che Malpensa abbia le potenzialità per volare alto «lo ha mostrato quando per tre settimane ha raccolto tutti i voli di Orio al Serio -ricorda Raffaele Cattaneo- e proprio per questo è giunto il momento di fare fronte comune ascoltando anche il territorio».

Ed erano presenti tutti i sindaci del Cuv di Malpensa che non si sono lasciati sfuggire l'occasione di espimere i propri pareri e le proprie preoccupazioni ai vertici regionali. «Sono stato eletto due volte sentendo parlare di "rilancio di Malpensa" -spiega il sindaco di Somma Lombardo- ma ora come non mai temo che il Terminal 2 sia destinato alla chiusura». Il neoeletto sidaco di Cardano al Campo, Angelo Bellora, chiede invece «maggiore coraggio e coerenza nel tempo» perchè il tessuto sociale e imprenditoriale di questi comuni «si è abituato ad uno scalo passeggeri con alberghi e parcheggi» e servirebbero importanti interventi se tutto questo venisse meno. E a chi dice che «ormai di tavoli su Malpensa ce ne sono così tanti che si potrebbero vendere» Maroni risponde assicurando che «da oggi potete considerare aperto un filo diretto con la Regione che metterà a vostra disposizione anche i nostri tecnici; dobbiamo rimanere uniti».
13/06/2014
Marco Corso - @mar_corso


http://www3.varesenews.it/gallarate_malpensa/articolo.php?id=290830
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.