Toto-Lotteria: cosa ne sarà di VBS?


AZ209

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«Il futuro dell'aeroporto?
Basta dilettanti»


Rimini (Airet) boccia sia i politici sia gli industriali: «Pronti a finanziare il Brescia Calcio, ma del tutto indifferenti alla sorte di questo asset strategico»»

Qual è la formula per far funzionare bene l'aeroporto Gabriele D'Annunzio? «Professionalità e investimenti subito, per un futuro migliore, nel rispetto dell'ambiente. Il resto è solo arroganza, dilettantismo allo sbaraglio».

È L'OPINIONE del bresciano Emanuele Rimini, presidente di Airet, la rassegna internazionale dedicata alle imprese ad alta tecnologia attive nei comparti aeronautico, aeroportuale e collegati; senza dubbio uno dei maggiori conoscitori delle realtà aeroportuali e fieristiche nazionali ed internazionali. Ne ha dato prova nelle tre edizioni della manifestazione realizzate in Emilia ed a Montichiari lo scorso settembre, coinvolgendo aziende e gestori aeroportuali di mezzo mondo e favorendo il BtoB (Business to Business) che resta il vero motore propulsore, con contratti e interscambi milionari firmati, per la vita delle fiere e l'attività di gestione degli aeroporti.


«Ho letto su Bresciaoggi gli ultimi interventi sul futuro dell'aeroporto di Montichiari e confesso che sono amareggiato di fronte a questi dilettanti allo sbaraglio - accusa Rimini -. Per onestà intellettuale, non posso non citare le gravi colpe della politica e degli enti territoriali: dal peccato originale del senatore Guido Galperti che cedette la primogenitura a Verona per qualche voto in più alle provinciali, al sindaco Adriano Paroli che tolse dal bilancio i dieci milioni appostati per il rilancio dello scalo, per arrivare alla caparbietà del presidente dell'allora potentissima Camera di Commercio, Francesco Bettoni che, mentre portava a termine la Brebemi, in funzione dell'aeroporto, perdeva di vista l'aeroporto stesso e la Fiera».


Dal giudizio negativo di Rimini non si sottrae neppure il cavalier Ugo Beretta, primo presidente del «D'Annunzio», poiché «non era il suo mestiere gestire l'aeroporto» e neppure i protagonisti di Abem «data in mano a un costruttore edile che non aveva mai visto un aeroporto se non da utente».

E GLI ALTRI industriali bresciani ? Secondo Rimini, sono vittime di «arroganza e protervia pronti a finanziare il museo della Mille Miglia o a salvare dal fallimento il Brescia calcio (nel miglior stile imperiale: pane e giochi) ma del tutto indifferenti alla sorte di un asset che può fare la differenza nello sviluppo dell'ormai asfittica economia bresciana. Va inoltre sottolineata la miopia dei proprietari delle aree circostanti gli aeroporti e dei comuni contermini - dice -: è così difficile capire che un corretto sviluppo aeroportuale includente un traffico passe ggeri da un milione di persone valorizzerebbe le prime e contribuirebbe allo sviluppo economico dei secondi??».

Il presidente di Airet è convinto che il tutto nasca anche «dall'ignoranza delle leggi e dei regolamenti che definiscono sia il trasporto aereo, sia l'attività di gestione aeroportuale», considera le idee proposte «folkloristiche» e propone una soluzione al problema che passa attraverso «due assiomi fondamentali:il vero e unico gestore degli aeroporti è Enac e le cosiddette società di gestione agiscono sulla base di concessioni Enac; il concessionario deve dimostrare solvibilità economica e capacità tecnica».


Gli aeroporti esistono se gli aerei vi atterrano e decollano trasportando persone e cose; gli aerei volano trasportando passeggeri e cose perchè sanno dove atterrare e da dove decollare, per l'appunto negli aeroporti. Compagnie aeree ed aeroporti sono quindi due facce di una stessa medaglia e, osserva Rimini «partire da un lato o dall'altro offre lo stesso risultato. Con un po' di buon senso, meno arroganza e qualche milione, si può fare».

Quindi la soluzione sta nel trovare i professionisti del settore ed i soldi ? «Certamente - continua Rimini -. Per far funzionare l'aeroporto i soldi non si trovano ma per l'albero della vita ad Expo, sì. Ovvio quindi che veronesi, veneziani e bergamaschi facciano come meglio credono. Vi ricordate AirBee? L'idea era giusta ma, per i flussi e le frequenze utilizzava l'aeromobile sbagliato, ridondante per il traffico bresciano».

QUESTE PROPOSTE, sostiene Rimini, sono state avanzate ripetutamente nel 2001, nel 2003, nel 2007. «Le ho ripresentate a Marco Bonometti (Aib) e ad Attilio Camozzi (Aci) l'estate scorsa sempre con esito negativo per i motivi che ho elencato», polemizza.

Proposte che, assicura ancora il presidente di Airet, valgono anche per lo sviluppo delle attività fieristiche; va in questa direzione il contatto in essere con il Centro Fiera di Montichiari, da cui attende una risposta per mettere a disposizione la sua esperienza. «L'attività di internazionalizzazione è una cosa seria - sostiene - e come tale va lasciata ai professionisti del settore per non combinare guai e distruggere risorse in inutili giri di valzer».

http://www.bresciaoggi.it/stories/Home/986879_il_futuro_dellaeroporto_basta_dilettanti/?refresh_ce
 

Cesare.Caldi

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danusa86

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Mottinelli: “D’Annunzio non solo per merci”

(red.) Prosegue il dialogo della Provincia di Brescia con territorio e istituzioni per il futuro dell’aeroporto Montichiari-Brescia. Il Presidente Pier Luigi Mottinelli, nelle scorse settimane, attraverso una lettera in indirizzo alla compagine azionaria e territoriale della società Aeroporto Valerio Catullo S.p.A e alla Regione Lombardia aveva ufficialmente riaperto il dialogo finalizzato a un’intesa per la gestione dell’aeroporto bresciano. Con l’ingresso dei veneziani di Save al 35% nella compagine della Valerio Catullo, si è infatti riaperto un canale di dialogo con Sacbo, la società che gestisce Orio al Serio, da sempre interessata al D’Annunzio.

“L’incontro con il Presidente della Catullo S.p.A, Paolo Arena, e con il sindaco di Montichiari, Mario Fraccaro – ha dichiarato il Presidente della Provincia di Brescia Pier Luigi Mottinelli- è stato utile per ribadire la vocazione dello scalo, che non può essere solo merci, come classificato dal Ministero delle Infrastrutture, avendo esso grandi potenzialità anche sul fronte passeggeri, come confermato anche dal nuovo progetto di sviluppo con Ryanair, che porterà diverse rotte e voli proprio a Montichiari, a partire dal prossimo settembre”. L’obiettivo del Presidente Mottinelli è uno solo: definire una posizione unitaria di Brescia, all’interno di un percorso che deve vedere coinvolti Provincia, Comuni, Enti Economici e Regione Lombardia, quest’ ultima tramite l’interessamento dell’Assessore Mauro Parolini.

“Mi sono mosso subito dopo il mio insediamento – ha precisato Mottinelli – incontrando i Comuni interessati dall’aeroporto, la Camera di Commercio, ABEM, AIB; ho dialogato con il sindaco Del Bono, il sindaco e il Presidente della Provincia di Bergamo. Ho incontrato Mauro Gilmozzi, Assessore alle infrastrutture e all’ambiente della Provincia Autonoma di Trento; nei prossimi giorni avrò modo di parlare con l’Amministratore Delegato di SAVE, Enrico Marchi, e il Presidente di SABCO, Miro Radici”. Il 2015 sarà dunque l’anno della svolta per l’effettivo ritorno di Montichiari come aerostazione del “Sistema Brescia”. Negli ultimi anni per quanto riguarda le infrastrutture, Brescia ha investito 5 miliardi. “Se guardiamo alle quote societarie – prosegue Mottinelli – quella bresciana ha un valore che oggi ammonta a poco meno di due milioni di euro, certamente numeri meno rilevanti di come il territorio meriterebbe, ma il passaggio e la conseguente fermata nei pressi dell’aeroporto della linea ad Alta Velocità, unitamente allo svincolo della “Corda Molle” rappresentano un’opportunità unica nel panorama nazionale del sistema aeroportuale”.

Per questo la Provincia si sta confrontando con quanti siano interessati a rilanciare lo scalo. “Per me sarebbe adesso troppo facile – prosegue Mottinelli – voltarmi indietro e criticare i 15 anni precedenti il mio insediamento. E’ invece necessario pensare al futuro” e lo fa dando vita già dal mese di gennaio a un tavolo di lavoro con tutti gli operatori economici e le Istituzioni interessate, affinché i bresciani abbiano una risposta, che da troppi anni aspettano, sul deficit infrastrutturale. “Sono consapevole che l’aeroporto Montichiari-Brescia non possa diventare il risultato di quello che Bergamo e Verona non vogliono e vorrei porre l’accento sull’opportunità che la destinazione cargo, unita al trasporto passeggeri, sia un’opportunità per la quale è necessario interrogarsi in maniera propositiva, senza rigettare questo progetto per le possibili ripercussioni in termini di inquinamento atmosferico e acustico”.

Secondo il Presidente, anche se in netto ritardo, bisogna fare oggi scelte ragionate che si proiettino su un programma di sviluppo compatibile per i prossimi 20 anni: “pertanto – conclude il Presidente – non mi curo dei commenti, talvolta irriguardosi, di alcuni esponenti del mondo dell’Impresa e delle Associazioni, perché sono convinto che le Pubbliche Amministrazioni, in particolar modo le Province, con il nuovo ordinamento di “Case dei Comuni”, sappiano parlare con i fatti e non con le proclamazioni roboanti”.

http://www.quibrescia.it/cms/2014/12/22/mottinelli-al-dannunzio-non-solo-merci/
 

NoEmptyElse

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1 Giugno 2014
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BS
E' un peccato che MOL per il lungo raggio abbia escluso i grandi hub, altrimenti VBS sarebbe stata la scelta obbligata ;)
Stanno facendo di tutto anche per allontanare la AG (riuscendoci), credo che questo scalo sarebbe più utile per farci le gare di dragster...
 

AZ209

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Tav, il tracciato si allontana da Montichiari

Dopo dieci anni, per la prima volta, la Reteferrovie apre al dialogo sul tracciato della Brescia-Verona e della «variante» per l'aeroporto

La Tav passerà da Brescia senza deviare per Montichiari. Forse. Il decennale progetto preliminare non è più blindato, la discussione si riapre e la Loggia rivendica una parte del merito. Che si arrivi a un'effettiva cancellazione del discusso «shunt» verso l'aeroporto D'Annunzio, per la verità è ancora da vedere. Nei fatti, per la prima volta dopo 10 anni, Rfi dice che il tracciato si può discutere. La novità è contenuta nella sua risposta a un quesito posto dalla Commissione Trasporti della Camera sull'Attraversamento Av del nodo Brescia. Vi si legge che il nodo «riveste un carattere di estrema importanza e la prescrizione progettuale della Regione Lombardia introduce la necessità di un chiaro confronto con le istituzioni nazionali e locali circa il mantenimento della variante Av/Ac di Brescia». Dove per «variante» s'intende appunto lo shunt.

La Rete ferroviaria committente sottolinea che con delibera del 23 gennaio scorso la Regione ha espresso parere favorevole in merito al progetto Tav Brescia-Verona a condizione che venga prevista un'uscita a quattro binari da Brescia in direzione est fino a Mazzano/Calcinato. E in base a richiamate «esigenze di contenimento dei costi di investimento» sembra dire che o si fa la deviazione per Montichiari o il quadruplicamento, perchè entrambe le soluzioni costerebbero troppo.


E POICHÉ LE PRESCRIZIONI regionali sono vincolanti a meno di una infattibilità tecnica (ma non è questo il caso), per i pessimisti ne consegue che quantomeno bisognerà scegliere tra le due soluzioni, per gli ottimisti che lo shunt ha fatto il suo tempo. Tra questi ultimi sembra esserci l'assessore alla Mobilità in Loggia Federico Manzoni.


Il suo ottimismo è confortato anche dalla presa d'atto di Rfi sull'opportunità che le considerazioni di natura trasportistica invocate dalla Loggia con la sua delibera di novembre (e sostanzialmente recepite dalla Regione nel suo documento prescrittivo) siano messe a base del mix di servizi che «devono essere previsti per Brescia in un'ottica che tenga conto della valenza nazionale e internazionale dell'asse Av Milano-Venezia», come si legge nella risposta al quesito. Nella quale, per recepire in toto le condizioni imposte dalla Regione, si aggiunge pure la pari necessità di tener conto delle richieste delle istituzioni, degli impatti ambientali e infine del contenimento dei costi. Il Pirellone, però, nella sua delibera dice pure che il collegamento con Montichiari va fatto.


Anzi «raccomanda» che il lotto costruttivo 3 relativo allo shunt «sia realizzato nel più breve tempo possibile programmando fin da subito le fasi di sviluppo del progetto esecutivo». E «prescrive» di tenere in «debita considerazione la possibile interferenza della linea Tav con l'aeroporto». A Milano, insomma, hanno messo insieme le osservazioni e i «desiderata» arrivati dagli enti locali interessati, magari con qualche aggiunta in proprio, e alla fine ne viene che si dovrebbe fare tanto il quadruplicamento dei binari in uscita a est quanto lo shunt verso il D'Annunzio.

MA LA COSA NON reggerebbe all'impatto con i costi. Comunque la si giri, alla fine si dovrà per forza scegliere. E su questo punta Manzoni, che ieri pomeriggio ha presentato la novità insieme al presidente della commissione Trasporti del Comune Tommaso Gaglia. L'ottimismo dell'assessore, in ogni caso, è basato anche sull'iter che ha portato all'apertura di Rfi. È pur vero che Rete ferroviaria l'8 agosto scorso ha firmato con il ministero dei Trasporti e infrastrutture (Mit) un Contratto di programma per la parte investimenti (in cui sono previsti anche i 768 milioni per le gallerie tra Lonato e Desenzano). Tuttavia – osserva l'assessore -, il Parlamento ha ottenuto che quel Contratto venisse approvato «non per decreto ma per legge ordinaria». In febbraio è cominciato l'esame in Commissione e sul suo tavolo sono finite anche le obiezioni più importanti poste da Brescia, vale a dire il mancato potenziamento dell'uscita verso est, l'assenza di un quadro trasportistico complessivo e di un modello di esercizio. Se le cose stanno così, l'assessore ricorda ai tanti bresciani rassegnati (anche nel suo partito), che «è ancora possibile incidere sulla sostanza», con buona pace della vulgata sulla ineluttabilità del progetto. Tra l'altro, secondo lui i tempi per riprendere in mano la questione ci sono tutti. La commissione della Camera, una volta concluso l'esame del Contratto di programma, dovrà esprimere il suo parere. Poi si passerà all'approvazione con decreto interministeriale, che dovrà essere registrato dalla Corte dei Conti. Solo alla fine ci sarà la delibera Cipe che renderà disponibili le risorse. Per la tratta Treviglio-Brescia ci sono voluti due anni, se anche i tempi si dimezzassero ci sarebbe comunque la possibilità di riprendere in mano il vecchio preliminare. La stessa Regione nella sua delibera si esprime per la necessità di promuovere un Accordo di programma con Mit, Rfi ed enti interessati per poter attuare tutte le prescrizioni «contestualmente agli sviluppi successivi del progetto». Con ogni probabilità sarà questo lo strumento che si adotterà. E sarà la sede in cui Manzoni pensa di poter continuare l'impegno per fare in modo che Brescia resti un nodo centrale sul corridoio Tav, possa potenziare il trasporto regionale, avere la fermata di tutti o quasi i convogli dell'Alta velocità e il passaggio dei treni-merce. «Da ottobre ci occupiamo di Tav, anche se formalmente non è stato richiesto da nessuno – sottolinea Gaglia –, la nostra commissione l'ha ritenuta di rilevanza strategica e ha deciso da subito di entrare nella vicenda assumendo come faro le scelte sul servizio».

http://www.bresciaoggi.it/stories/H...lontana_da_montichiari/?refresh_ce#scroll=800
 

Luca Cordero

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Tav, il tracciato si allontana da Montichiari

Dopo dieci anni, per la prima volta, la Reteferrovie apre al dialogo sul tracciato della Brescia-Verona e della «variante» per l'aeroporto


http://www.bresciaoggi.it/stories/H...lontana_da_montichiari/?refresh_ce#scroll=800
certo che il mondo è strano
sul lato veneto la AV sta ottenendo qualsiasi cosa , compreso il raddoppio delle stazioni di Vicenza e per non parlare del passaggio a Padova
invece nel bresciano si taglia e si ritaglia , come con l'aeroporto
 

massi72

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Gardone V.T. (Brescia, Lombardia)
certo che il mondo è strano
sul lato veneto la AV sta ottenendo qualsiasi cosa , compreso il raddoppio delle stazioni di Vicenza e per non parlare del passaggio a Padova
invece nel bresciano si taglia e si ritaglia , come con l'aeroporto
A Brescia abbiamo i politici più scarsi di tutto il panorama nazionale (isole comprese).
I risultati (almeno dal punto di vista aereonautico) sono sotto gli occhi di tutti...
Ma come dice il proverbio: "A danno di tutti non piove mai".
E a Bergamo e Verona andiamo se l'aereo pigliamo.
 

airpilot

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.
Brescia è fermo per volontà politica(Aeroporto di Verona in primis), non perché non ha potenzialità di traffico e gente da trasportare(la provincia più grande d'Italia)
 

flapane

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DUS/NAP
In che modo la capacità aeroportuale dipenda dall'estensione territoriale della provincia, però, sarebbe un po' ardito da dimostrare.
 

Paolo_61

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Brescia è fermo per volontà politica(Aeroporto di Verona in primis), non perché non ha potenzialità di traffico e gente da trasportare(la provincia più grande d'Italia)
Saranno contenti quelli di Bolzano, Foggia e Cuneo leggendo questo commento. :)
PS: in termini di superficie è oltre il decimo posto e come popolazione intorno al sesto (sono cresciuto a BS, sono ricordi di scuola)