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Procura Torino indaga sui ritardi treni Frecciarossa
TORINO - Quasi la metà dei Frecciarossa che solcano l'Italia a 300 km/h accumula ritardi fino a quindici minuti. E ogni settimana sono sempre almeno una cinquantina i treni ad alta velocità che sforano la tabella di marcia di più di un quarto d'ora. Sono dati che Trenitalia, tramite la polizia ferroviaria, ha consegnato al procuratore Raffaele Guariniello, il magistrato torinese che lo scorso dicembre ha cominciato una serie di accertamenti sulla qualità del servizio. Ma che la stessa Trenitalia interpreta in maniera opposta: nove treni su dieci sono arrivati puntuali. L'87.3%, precisa, una nota, che sale al 90% se escludiamo «cause esterne» come «i furti di rame, il maltempo, i suicidi sui binari».
Questa singolare doppia lettura ruota attorno al concetto di «ritardo». La società dice che, in base a un decreto ministeriale del 2000 e alle consuetudini europee, quindici minuti sono un margine tollerabile, più o meno come l'informale «quarto d'ora accademico» rivendicato dai docenti universitari con la differenza che, nel caso dei Frecciarossa, ci sono le norme. A Palazzo di Giustizia, però, sono di parere diverso: un ritardo è un ritardo e non importa se, regolamenti e direttive comunitarie alla mano, Trenitalia prevede rimborsi solo per i treni che si presentano alla stazione di arrivo almeno sessanta minuti dopo il previsto.
Il periodo preso in esame va dall'8 marzo al 2 maggio quando - fonte Trenitalia - i Frecciarossa in circolazione fra Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli sono stati 3.808. I «ritardi» inferiori ai quindici minuti sono stati, per ciascuna delle otto settimane, da un minimo di 184 a un massimo di 236. Nel documento si parla anche dei treni che hanno superato il limite: i 118 casi avvenuti tra l'8 e il 15 marzo sono un picco estemporaneo, visto che gli altri si assestano fra i cinquanta e i sessantaquattro. Trenitalia conferma le cifre ma, grazie al decreto sul quarto d'ora, parla di 3.326 treni puntuali e di 482 (12.7%) in ritardo.
«Nelle settimane successive - precisa un comunicato stampa - la situazione è ancora migliorata e la puntualità media di maggio è salita al 91%». Sulla questione sono numerosi gli esposti arrivati al procuratore Guariniello. A firmarli sono passeggeri infuriati: i ritardi non piacciono, soprattutto in relazione al prezzo dei biglietti. Il pm e i suoi collaboratori sono al lavoro da tempo. La prima ondata di controlli, svolta subito dopo l'apertura della linea ad alta velocità fra Torino e Milano, evidenziò rallentamenti legati al maltempo, al rodaggio dei locomotori e degli impianti, ai guasti, persino agli atti vandalici. Il fascicolo è a carico di ignoti e non contiene nemmeno ipotesi di reato. L'obiettivo di Guariniello è, per adesso, cercare le cause e comunicarle agli interessati in modo da facilitare la ricerca delle soluzioni.
(fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it)
TORINO - Quasi la metà dei Frecciarossa che solcano l'Italia a 300 km/h accumula ritardi fino a quindici minuti. E ogni settimana sono sempre almeno una cinquantina i treni ad alta velocità che sforano la tabella di marcia di più di un quarto d'ora. Sono dati che Trenitalia, tramite la polizia ferroviaria, ha consegnato al procuratore Raffaele Guariniello, il magistrato torinese che lo scorso dicembre ha cominciato una serie di accertamenti sulla qualità del servizio. Ma che la stessa Trenitalia interpreta in maniera opposta: nove treni su dieci sono arrivati puntuali. L'87.3%, precisa, una nota, che sale al 90% se escludiamo «cause esterne» come «i furti di rame, il maltempo, i suicidi sui binari».
Questa singolare doppia lettura ruota attorno al concetto di «ritardo». La società dice che, in base a un decreto ministeriale del 2000 e alle consuetudini europee, quindici minuti sono un margine tollerabile, più o meno come l'informale «quarto d'ora accademico» rivendicato dai docenti universitari con la differenza che, nel caso dei Frecciarossa, ci sono le norme. A Palazzo di Giustizia, però, sono di parere diverso: un ritardo è un ritardo e non importa se, regolamenti e direttive comunitarie alla mano, Trenitalia prevede rimborsi solo per i treni che si presentano alla stazione di arrivo almeno sessanta minuti dopo il previsto.
Il periodo preso in esame va dall'8 marzo al 2 maggio quando - fonte Trenitalia - i Frecciarossa in circolazione fra Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli sono stati 3.808. I «ritardi» inferiori ai quindici minuti sono stati, per ciascuna delle otto settimane, da un minimo di 184 a un massimo di 236. Nel documento si parla anche dei treni che hanno superato il limite: i 118 casi avvenuti tra l'8 e il 15 marzo sono un picco estemporaneo, visto che gli altri si assestano fra i cinquanta e i sessantaquattro. Trenitalia conferma le cifre ma, grazie al decreto sul quarto d'ora, parla di 3.326 treni puntuali e di 482 (12.7%) in ritardo.
«Nelle settimane successive - precisa un comunicato stampa - la situazione è ancora migliorata e la puntualità media di maggio è salita al 91%». Sulla questione sono numerosi gli esposti arrivati al procuratore Guariniello. A firmarli sono passeggeri infuriati: i ritardi non piacciono, soprattutto in relazione al prezzo dei biglietti. Il pm e i suoi collaboratori sono al lavoro da tempo. La prima ondata di controlli, svolta subito dopo l'apertura della linea ad alta velocità fra Torino e Milano, evidenziò rallentamenti legati al maltempo, al rodaggio dei locomotori e degli impianti, ai guasti, persino agli atti vandalici. Il fascicolo è a carico di ignoti e non contiene nemmeno ipotesi di reato. L'obiettivo di Guariniello è, per adesso, cercare le cause e comunicarle agli interessati in modo da facilitare la ricerca delle soluzioni.
(fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it)