Brexit e possibili ripercussioni sul mondo dell'aviazione


13900

Utente Registrato
26 Aprile 2012
10,304
8,155
Re: Brexit e possibili riperscussioni sul mondo dell'aviazione

Un accordo Open sky potrebbe non essere sufficiente nel caso di IAG (e anche di U2). Infatti se IAG venisse considerata britannica, o meglio non comunitaria, in base alla regola del controllo, i voli ad esempio IB dalla Spagna al resto d'Europa sarebbero cabotaggio intracomunitario. Credo anche io che tutte le compagnie comunitarie faranno lobbying per mettere in difficoltà le compagnie britannche
Stiamo facendo un attimo di confusione.

IB/VY/EI non avrebbero problemi sul lato AOC, essendo il loro emesso dalle CAA spagnole e irlandesi; avrebbero problemi a mantenerlo, venendo a mancare il requisito della EU ownership; per loro 'basterebbe' sdoppiare IAG.

Per BA serve un accordo di Open Skies UK-UE. L'AOC non serve, visto che non c'e' cabotaggio intracomunitario

Per U2 servono sia un nuovo AOC che una modifica della societa' per farla diventare 51% UE, e possibilmente Open Skies.
 

Paolo_61

Socio AIAC
Utente Registrato
2 Febbraio 2012
7,676
1,508
Re: Brexit e possibili riperscussioni sul mondo dell'aviazione

Stiamo facendo un attimo di confusione.

IB/VY/EI non avrebbero problemi sul lato AOC, essendo il loro emesso dalle CAA spagnole e irlandesi; avrebbero problemi a mantenerlo, venendo a mancare il requisito della EU ownership; per loro 'basterebbe' sdoppiare IAG.
Non è un problema da poco, considerando che il 20% dei diritti di voto è in mano a Qatar ( http://www.iagshareholders.com/phoenix.zhtml?c=240949&p=irol-holdingsshares ) e che si tratta di una società quotata.
Fra l'altro, ammettendo che la Gran Bretagna post Brexit decida anch'essa di considerare il controllo come parametro per valutare la nazionalità di una compagnia, IAG non potrà essere contemporaneamente britannica e comunitaria.

Per BA serve un accordo di Open Skies UK-UE. L'AOC non serve, visto che non c'e' cabotaggio intracomunitario

Per U2 servono sia un nuovo AOC che una modifica della societa' per farla diventare 51% UE, e possibilmente Open Skies.
Per BA no, ma per IB sì.
 

B787

Utente Registrato
8 Settembre 2007
7,865
76
VCE

MalboroLi

Socio AIAC
Utente Registrato
19 Novembre 2009
6,381
58
Re: Brexit e possibili riperscussioni sul mondo dell'aviazione

Mia esperienza di iscritto all'AIRE. A Bologna in Settembre, la vecchia carta d'identita' istantanea. A Londra centro di costo num.3 (anche lei iscritta all'AIRE) ha avuto quella cartacea. Il centro di costo num.1 (in Israele) ha avuto la nuova (CAxxx) tre settimane dopo averne fatto richiesta.
mai capito perché, ma con i consolati è molto più rapido avere un passaporto nuovo (ad Hannover roba di 30-40 minuti massimo) che una C.I. (7-10 giorni)
 

BHA 604

Socio 2015
Utente Registrato
3 Giugno 2010
3,072
43
Vienna
Re: Brexit e possibili riperscussioni sul mondo dell'aviazione

Avere un AOC comunitario non servirebbe, perchè i requisiti per essere una compagnia europea, ed aver accesso all'UE, sono due: il primo è si quello dell'AOC, ma il secondo è quello del controllo europeo della compagnia, lo stesso che impedisce ad Etihad di salire a più del 49% di Alitalia.
Ammetto la mia completa ignoranza in materia per cui ti chiedo:

Società extra UE (che produce quello che vuoi) controlla una compagnia aerea con AOC extra UE. La società però ha anche legal entity sparse per l'Unione Europea. Se una di queste decidesse di aprire una propria compagnia aerea (possedendo più del 51%) in un qualsiasi stato comunitario, quest'ultima sarebbe considerata comunitaria oppure no?
 

londonfog

Moderatore
Utente Registrato
8 Luglio 2012
10,141
2,255
Londra
Re: Brexit e possibili riperscussioni sul mondo dell'aviazione

mai capito perché, ma con i consolati è molto più rapido avere un passaporto nuovo (ad Hannover roba di 30-40 minuti massimo) che una C.I. (7-10 giorni)
Non so ad Hannover, ma a Londra l'appuntamento per il passaporto deve essere prenotato con circa tre mesi di anticipo. Dopo ci mettono poco (la foto e le impronte digitali)
 

londonfog

Moderatore
Utente Registrato
8 Luglio 2012
10,141
2,255
Londra
Re: Brexit e possibili riperscussioni sul mondo dell'aviazione

Ammetto la mia completa ignoranza in materia per cui ti chiedo:

Società extra UE (che produce quello che vuoi) controlla una compagnia aerea con AOC extra UE. La società però ha anche legal entity sparse per l'Unione Europea. Se una di queste decidesse di aprire una propria compagnia aerea (possedendo più del 51%) in un qualsiasi stato comunitario, quest'ultima sarebbe considerata comunitaria oppure no?
Credo che guardino a quello che si chiama il 'final beneficiary'. Per esempio, Qatar ha 20% delle azioni IAG attraverso un fondo basato in Lussemburgo ma non credo che questo sia sufficiente a considerare quel 20% come UE
 

13900

Utente Registrato
26 Aprile 2012
10,304
8,155
Re: Brexit e possibili riperscussioni sul mondo dell'aviazione

Ammetto la mia completa ignoranza in materia per cui ti chiedo:

Società extra UE (che produce quello che vuoi) controlla una compagnia aerea con AOC extra UE. La società però ha anche legal entity sparse per l'Unione Europea. Se una di queste decidesse di aprire una propria compagnia aerea (possedendo più del 51%) in un qualsiasi stato comunitario, quest'ultima sarebbe considerata comunitaria oppure no?
Credo che sia l'effettiva ownership, quindi la nazionalita' delle persone/entita' che possiedono quote dell'azienda. Ai tempi dell'acquisto di Virgin da parte di Delta, l'UE verifico' che il controllo (nominale, ovviamente) rimanesse in mano al gruppo Virgin. Nel caso di IAG ci sono 12 milioni di shares a quanto ricordo. 9 sulla borsa di Londra, 3 su quella di Madrid. Di piu' non so, solo i maggiori azionisti (la cui quota arriva al 44%) sono tutti UK-based tranne QR, e anche in quel caso, come diceva Londonfog, puoi considerarli europei?
 

Paolo_61

Socio AIAC
Utente Registrato
2 Febbraio 2012
7,676
1,508
Re: Brexit e possibili riperscussioni sul mondo dell'aviazione

Credo che guardino a quello che si chiama il 'final beneficiary'. Per esempio, Qatar ha 20% delle azioni IAG attraverso un fondo basato in Lussemburgo ma non credo che questo sia sufficiente a considerare quel 20% come UE
Ovviamente vale il concetto di "benficial owner", quindi società intermedie, fiduciarie e quant'altro non modificano la nazionalità non comunitaria del proprietario effettivo (se no sarebbe troppo facile aggirare la norma).
 

londonfog

Moderatore
Utente Registrato
8 Luglio 2012
10,141
2,255
Londra
Re: Brexit e possibili riperscussioni sul mondo dell'aviazione

Credo che sia l'effettiva ownership, quindi la nazionalita' delle persone/entita' che possiedono quote dell'azienda. Ai tempi dell'acquisto di Virgin da parte di Delta, l'UE verifico' che il controllo (nominale, ovviamente) rimanesse in mano al gruppo Virgin. Nel caso di IAG ci sono 12 milioni di shares a quanto ricordo. 9 sulla borsa di Londra, 3 su quella di Madrid. Di piu' non so, solo i maggiori azionisti (la cui quota arriva al 44%) sono tutti UK-based tranne QR, e anche in quel caso, come diceva Londonfog, puoi considerarli europei?
La 'corporate website' di IAG elenca le 'partecipazioni significative'. Il 52% delle azioni e' distribuito in questo modo 38.4% non-UE (Incluso il 20% di QR), 11% UK e 3% Germania (Deutsche Bank). La combinazione UK+D puo' salire di circa il 10% una volta esercitate le opzioni e la non-UE dovrebbe salire di un po' meno dello 0.5%. Praticamente dipende tutto da chi detiene il resto del 48%; per rispettare la regola del 49% post-Brexit dovrebbero essere tutti soggetti comunitari. Tutto questo pero' si basa sulla mia ipotesi che le holding dichiarate siano su tutto il pacchetto azionario e non solo sul 75% quotato a Londra.

Attualmente BA e' al 100% IAG, soggetto comunitario (e' una societa' spagnola con sede a Londra). Non mi sembra tecnicamente complicato avere una situazione in cui IAG non abbia il 100% delle azioni di BA, IB, VY etc. ma solo il 75%. Questo consentirebbe l'ingresso di azionisti "della nazionalita' giusta".

Insomma non credo non ci siano soluzioni possibili
 

londonfog

Moderatore
Utente Registrato
8 Luglio 2012
10,141
2,255
Londra
Re: Brexit e possibili riperscussioni sul mondo dell'aviazione

Per me le due linee aeree piu' "deboli", vale a dire piu' esposte alle conseguenze di Brexit senza un'accordo per restare nel mercato unico dei servizi aerei, sono FlyBE e BMI. FlyBe ha relativamente poche rotte di cabottaggio al di fuori del Regno Unito (credo che abbiano una specie di mini-hub a Hannover) e BMI che opera rotte di terzo livello a spasso per l'Europa (per esempio BGY-MUC, MUC-Graz, Bremen-Toulouse, etc.)
 

13900

Utente Registrato
26 Aprile 2012
10,304
8,155
Re: Brexit e possibili riperscussioni sul mondo dell'aviazione

La 'corporate website' di IAG elenca le 'partecipazioni significative'. Il 52% delle azioni e' distribuito in questo modo 38.4% non-UE (Incluso il 20% di QR), 11% UK e 3% Germania (Deutsche Bank). La combinazione UK+D puo' salire di circa il 10% una volta esercitate le opzioni e la non-UE dovrebbe salire di un po' meno dello 0.5%. Praticamente dipende tutto da chi detiene il resto del 48%; per rispettare la regola del 49% post-Brexit dovrebbero essere tutti soggetti comunitari. Tutto questo pero' si basa sulla mia ipotesi che le holding dichiarate siano su tutto il pacchetto azionario e non solo sul 75% quotato a Londra.

Attualmente BA e' al 100% IAG, soggetto comunitario (e' una societa' spagnola con sede a Londra). Non mi sembra tecnicamente complicato avere una situazione in cui IAG non abbia il 100% delle azioni di BA, IB, VY etc. ma solo il 75%. Questo consentirebbe l'ingresso di azionisti "della nazionalita' giusta".

Insomma non credo non ci siano soluzioni possibili
Assolutamente, hai ragione. Il punto di vista finanziario e' il piu' facile da sistemare, quello piu' difficile - per BA - e' quello dei trattati, Open Skies per l'Europa e, non dimentichiamolo, per America e Canada.
 

Paolo_61

Socio AIAC
Utente Registrato
2 Febbraio 2012
7,676
1,508
Re: Brexit e possibili riperscussioni sul mondo dell'aviazione

La 'corporate website' di IAG elenca le 'partecipazioni significative'. Il 52% delle azioni e' distribuito in questo modo 38.4% non-UE (Incluso il 20% di QR), 11% UK e 3% Germania (Deutsche Bank). La combinazione UK+D puo' salire di circa il 10% una volta esercitate le opzioni e la non-UE dovrebbe salire di un po' meno dello 0.5%. Praticamente dipende tutto da chi detiene il resto del 48%; per rispettare la regola del 49% post-Brexit dovrebbero essere tutti soggetti comunitari. Tutto questo pero' si basa sulla mia ipotesi che le holding dichiarate siano su tutto il pacchetto azionario e non solo sul 75% quotato a Londra.

Attualmente BA e' al 100% IAG, soggetto comunitario (e' una societa' spagnola con sede a Londra). Non mi sembra tecnicamente complicato avere una situazione in cui IAG non abbia il 100% delle azioni di BA, IB, VY etc. ma solo il 75%. Questo consentirebbe l'ingresso di azionisti "della nazionalita' giusta".

Insomma non credo non ci siano soluzioni possibili
La mia impressione è che una compagnia aerea (una società in genere) non possa essere come il proverbiale gatto di Schrödinger, contemporaneamente britannica e comunitaria. Se IAG mantenesse il requisito di proprietà comunitaria perderebbe quello di proprietà britannica. L'unica soluzione possibile sarebbe vendere la maggioranza delle azioni di una delle società operative (o di BA o di IB) a uno o più soggetti che rispondano ai requisiti richiesti, di fatto perdendone il controllo.
 

belumosi

Socio AIAC
Utente Registrato
10 Dicembre 2007
15,026
3,334
Re: Brexit e possibili riperscussioni sul mondo dell'aviazione

Terrei presente che stiamo parlando di un campo nel quale i vari confini sono estremamente vaghi. Abbiamo situazioni come Swiss, che di fatto è trattata quasi come una compagnia UE pur essendo basta su uno stato che non ne fa parte. O addirittura abbiamo Norwegian, che pur essendo appunto norvegese si vede riconosciuta come compagnia comunitaria la sussidiaria irlandese Norwegian International. Lasciato sbollire il moto di orgoglio di Bruxelles successivo al voto, probabilmente un po' alla volta si arriverà a dei compromessi che imho non saranno lontanissimi dalla totale apertura presente ora.
 

alfaalfa

Utente Registrato
26 Agosto 2008
79
0
Re: Brexit e possibili riperscussioni sul mondo dell'aviazione

Terrei presente che stiamo parlando di un campo nel quale i vari confini sono estremamente vaghi. Abbiamo situazioni come Swiss, che di fatto è trattata quasi come una compagnia UE pur essendo basta su uno stato che non ne fa parte. O addirittura abbiamo Norwegian, che pur essendo appunto norvegese si vede riconosciuta come compagnia comunitaria la sussidiaria irlandese Norwegian International. Lasciato sbollire il moto di orgoglio di Bruxelles successivo al voto, probabilmente un po' alla volta si arriverà a dei compromessi che imho non saranno lontanissimi dalla totale apertura presente ora.
Per cortesia, parliamo delle cose che si conoscono e non diciamo cavolate su presunte fisime di Bruxelles!
La Norvegia non fa parte dell'Unione Europea, ma fa parte a pieno titolo dello Spazio Economico Europeo.
Per questo rispetta a pieno le 4 libertà (circolazione di persone, merci, servizi e capitali) e contribuisce al bilancio comunitario con oltre mezzo miliardo di euro l'anno!
La Svizzera ha 120 accordi bilaterali con la UE si quasi tutte le materie e anche lei paga un bel po' per avere vari diritti.
 

belumosi

Socio AIAC
Utente Registrato
10 Dicembre 2007
15,026
3,334
Re: Brexit e possibili riperscussioni sul mondo dell'aviazione

Per cortesia, parliamo delle cose che si conoscono e non diciamo cavolate su presunte fisime di Bruxelles!
La Norvegia non fa parte dell'Unione Europea, ma fa parte a pieno titolo dello Spazio Economico Europeo.
Per questo rispetta a pieno le 4 libertà (circolazione di persone, merci, servizi e capitali) e contribuisce al bilancio comunitario con oltre mezzo miliardo di euro l'anno!
La Svizzera ha 120 accordi bilaterali con la UE si quasi tutte le materie e anche lei paga un bel po' per avere vari diritti.
Non mi dici nulla di nuovo. Ma quali sarebbero le cavolate che ho scritto nel post esattamente?
 
F

flyboy

Guest
Re: Brexit e possibili riperscussioni sul mondo dell'aviazione

Per cortesia, parliamo delle cose che si conoscono e non diciamo cavolate su presunte fisime di Bruxelles!
La Norvegia non fa parte dell'Unione Europea, ma fa parte a pieno titolo dello Spazio Economico Europeo.
Per questo rispetta a pieno le 4 libertà (circolazione di persone, merci, servizi e capitali) e contribuisce al bilancio comunitario con oltre mezzo miliardo di euro l'anno!
La Svizzera ha 120 accordi bilaterali con la UE si quasi tutte le materie e anche lei paga un bel po' per avere vari diritti.
Girala come vuoi. Resta il concetto che compagnie aeree non UE sono trattate come se lo fossero.
Che sia perché fanno parte dello Spazio Economico Europeo o perché hanno 120 accordi bilaterali e sganciano soldi poco importa.
Mi sembra che Belumosi abbia ottimamente espresso quanto accadrà con ogni probabilità anche a British.
 

13900

Utente Registrato
26 Aprile 2012
10,304
8,155
Re: Brexit e possibili riperscussioni sul mondo dell'aviazione

Girala come vuoi. Resta il concetto che compagnie aeree non UE sono trattate come se lo fossero.
Che sia perché fanno parte dello Spazio Economico Europeo o perché hanno 120 accordi bilaterali e sganciano soldi poco importa.
Mi sembra che Belumosi abbia ottimamente espresso quanto accadrà con ogni probabilità anche a British.
No, alfaalfa ha ragione, anche se magari e' stato un po' crudo nel dirlo. La differenza c'e' e non e' di lana caprina. Ho fatto ricerca sull'argomento, prima di mollarlo, e un qualcosina mi ricordo... Cosa che provo a mettere a buon uso coi colleghi, fallendo sempre miseramente, ma pazienza.

Svizzera e Norvegia sono paesi EFTA. Il regolamento 1592/2002 che istituisce l'EASA sancisce come paesi membri i paesi UE e quelli EFTA (o era il regolamento attuativo? chi sa parli). L'UK non e' piu' EFTA, e non ha intenzione di rimanere nell'UE, per cui gli AOC di CAA non saranno piu' UE.

Per fare chiarezza, i capi del contendere sono:

a) AOC europeo: niente da fare, s'ha da cambiare (vedi EZY)
b) EU ownership: per IAG ci vorranno magheggi finanziari che ignoro; probabilmente anche per EZY
c) Accesso al mercato europeo: ci vorra' un Open Skies, cosi' come con tutti gli altri OS partners dell'UE (USA, Canada e credo altri).
 
F

flyboy

Guest
Re: Brexit e possibili riperscussioni sul mondo dell'aviazione

No, alfaalfa ha ragione, anche se magari e' stato un po' crudo nel dirlo. La differenza c'e' e non e' di lana caprina. Ho fatto ricerca sull'argomento, prima di mollarlo, e un qualcosina mi ricordo... Cosa che provo a mettere a buon uso coi colleghi, fallendo sempre miseramente, ma pazienza.

Svizzera e Norvegia sono paesi EFTA. Il regolamento 1592/2002 che istituisce l'EASA sancisce come paesi membri i paesi UE e quelli EFTA (o era il regolamento attuativo? chi sa parli). L'UK non e' piu' EFTA, e non ha intenzione di rimanere nell'UE, per cui gli AOC di CAA non saranno piu' UE.

Per fare chiarezza, i capi del contendere sono:

a) AOC europeo: niente da fare, s'ha da cambiare (vedi EZY)
b) EU ownership: per IAG ci vorranno magheggi finanziari che ignoro; probabilmente anche per EZY
c) Accesso al mercato europeo: ci vorra' un Open Skies, cosi' come con tutti gli altri OS partners dell'UE (USA, Canada e credo altri).
Complimenti per l'analisi. Ottima!

Io però credo che si troverà una modalità per salvaguardare lo status quo del mercato dell'aviazione.
Per dirla tutta, spero anche di sbagliarmi e vorrei che l'UE avesse la forza di trattare la GB come un qualsiasi altro Paese di un altro continente. Ma pragmaticamente non credo che questo accadrà. Penso invece che nel trattato che l'UE siglerà con la GB ci sarà spazio per garantire parità di diritti tra le compagnie aeree GB ed UE.