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hyppo

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Mi permetto di inserire qui il post che il Prof Ugo Arrigo ha pubblicato ieri su Twitter riguardo ITA, AZ e la vendita dei biglietti.

"ITA non ha ancora messo in vendita le prenotazioni per i voli che dovrebbe effettuare a partire dal 15 ottobre. #Alitalia continua invece a raccogliere prenotazioni oltre tale data, nonostante sia stato detto che dovrebbe cessare i voli il 14 ottobre. Chi ha ragione?
#ITA in teoria può mettere in vendita i voli, avendo ottenuto sia il Coa che la licenza di operatore aereo, ma può farlo solo dopo che #Alitalia smette. Ma Alitalia per smettere ha bisogno che chi ha l’autorità per farlo glielo ordini in via formale.
Infatti #Alitalia al momento dell’avvio dell’amministrazione straordinaria nel 2017 ha ricevuto, dal ministero vigilante, il MISE, assieme ai soldi necessari, il mandato di garantire la continuità operativa sino alla cessione degli asset.
Pertanto, nel momento in cui si conclude la trattativa privata con #ITA per la cessione del ramo aviation, è evidente che nell’accordo vi dovrà anche essere la data in cui #Alitalia smette di volare e quella, seguente, in cui #ITA inizia.

Al momento, tuttavia, la trattativa privata non solo non si è conclusa ma probabilmente non è neppure iniziata. In conseguenza la doppia data non può scaturire nel breve termine dall’accordo tra le parti.
Per ora la data di fine voli di #Alitalia è scritta solo nel comunicato stampa del MEF del 15 luglio il quale, evidentemente, non ha valore prescrittivo. E in realtà neppure descrittivo.
Se non si vuole attendere l’accordo è evidente che la data di cessazione dei voli di #Alitalia debba stare in un provvedimento dell’Autorità vigilante sulla procedura e non possa certo essere definita dall’autonoma volontà dei commissari.
Tuttavia, se anche la data di fine voli per la vecchia #Alitalia fosse fissata con certezza, potrebbe #ITA mettere in vendita voli per i quali non ha ancora la capacità tecnica di realizzarli, avendo al momento solo due velivoli e i relativi equipaggi?"
 

belumosi

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Al momento, tuttavia, la trattativa privata non solo non si è conclusa ma probabilmente non è neppure iniziata.
Visto che una trattativa tra lo stato e... lo stato non dovrebbe richiedere tempi biblici,
se fosse vero mi verrebbe da pensare che una parte importante della storia non ce l'hanno ancora raccontata.
Manca l'OK definitivo dalla UE con tutti i dettagli? Il governo italiano si è reso conto che è meglio spostare al 2022 il passaggio di consegne? C'è qualche altro fattore finora non emerso pubblicamente che sta bloccando tutto?
 

romaneeconti

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Un quadro fosco dove nessuno esce allo scoperto e si opera in sotterfugio. Ricorda qualcosa di italico per eccellenza?
 

romaneeconti

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Le situazioni di quel genere riempirebbero un'enciclopedia.
A quale ti riferisci in particolare?
Ad esempio: perche' non fanno un comunicato trasparente per gli utenti in cui spiegano quali modalita' adotterranno in tema di emissione di biglietti? Cosi', en passant...giusto per dare una parvenza di non continuare a prendere per il fondoschiena chiunque abbia intenzione di viaggiare...sembra cosi' lontano da Paese civile una cosa del genere? E poi: gli Enti preposti al controllo...si diciamo anche al controllo "qualita'" in tema di trasparenza, dove sono? Tutti muti?...Non so..anche qui...chiedo per un amico....Potrei andare avanti...
 

belumosi

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Simulando sul sito AZ l'acquisto di un LIN_FCO con andata a Dicembre e ritorno in Febbraio, sembra non ci siano problemi, almeno fino all'inserimento dei dati personali.
A questo punto suppongo che in camera caritatis si sia deciso per un rinvio.
 

romaneeconti

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Simulando sul sito AZ l'acquisto di un LIN_FCO con andata a Dicembre e ritorno in Febbraio, sembra non ci siano problemi, almeno fino all'inserimento dei dati personali.
A questo punto suppongo che in camera caritatis si sia deciso per un rinvio.
Io ti diro' di piu visto che siamo in tema: ho un biglietto Linate Olbia di sola andata prenotato ieri l'altro per il 21 ottobre a 97 euro, al ritorno due giorni dopo volero' su Fiumicino e ovviamente tkt ok. Son convinto che volero', pensate un po'...
 

speedbird100

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ALITALIA/ I due misteri sul passaggio a ITA
Pubblicazione: 19.08.2021 - Ugo Arrigo
Due misteri restano irrisolti sul passaggio del testimone tra la vecchia Alitalia e la nuova ITA, che ha appena ottenuto il Coa dall’Enac

ITA, l’aspirante nuova Alitalia, ha fatto lunedì 16 il volo di prova necessario per ottenere le autorizzazioni previste per gli operatori aerei. Queste ultime, il COA – Certificato di operatore aereo e la connessa licenza, sono state appena rilasciate dall’autorità competente, l’Enac, e in conseguenza ITA può iniziare a raccogliere prenotazioni per i suoi voli, il cui debutto è previsto per il prossimo 15 ottobre. Due misteri restano tuttavia irrisolti sul passaggio del testimone tra la vecchia Alitalia e la nuova ITA. Il primo di essi è già stato illustrato in un precedente intervento e riguarda il ruolo dell’Europa, nello specifico la Direzione Generale Concorrenza il cui Commissario è M. Vestager. Che cosa avrebbe approvato esattamente o dovrebbe approvare in futuro la Commissione Ue in relazione a questo passaggio? Poiché la risposta al momento non è stata data tocca ripetere la domanda e ragionare su di essa.

Mistero n. 1: cosa ha deciso esattamente l’Europa?
Questo mistero è sorto in conseguenza di ciò che non ha svelato il comunicato stampa col quale lo scorso 15 luglio il ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato l’accordo raggiunto con la Commissione Ue per sbloccare la partenza della newco ITA. Esso ci ha detto che: “Si è conclusa positivamente la discussione con la Commissione europea sulla costituzione di Italia Trasporto Aereo (ITA). La nuova società sarà pienamente operativa a partire dal prossimo 15 ottobre, data in cui è previsto il decollo dei primi voli. La discussione con la Commissione europea ha consentito di giungere ad una soluzione costruttiva ed equilibrata, che garantisce la discontinuità necessaria al rispetto della normativa europea. L’esito positivo dell’interlocuzione con gli uffici della Commissione consente di avviare le procedure relative all’aumento di capitale di ITA e crea le condizioni per la firma del Memorandum d’intesa per il passaggio di determinate attività da Alitalia a ITA”.

Però il comunicato non ci ha detto un mucchio di altre cose di discreto interesse e se lo leggiamo con attenzione ci accorgiamo che non permette a chi lo riprende di rispettare la regola aurea del giornalismo anglosassone, quella delle cinque W: who, what, when, where, why. Chi, cosa, quando, dove, perché? Chi ha partecipato, oltre alla Commissione, alla discussione che si è conclusa positivamente? In cosa consiste il suo esito? Si presume esso sia un accordo tra le parti. Ma allora cosa prevede? E quando, dove e come è stato raggiunto? Una riunione? Uno scambio di messaggi ufficiali? Un testo sottoscritto dalle parti? Un’intesa solo orale? Definitiva o solo preliminare? E, infine, perché è stato possibile conseguirlo? Tutte domande senza risposta. Il comunicato ci dice infatti che “La discussione […[ ha consentito di giungere ad una soluzione costruttiva ed equilibrata”, ma non ci rivela quale sia. Essa “consente di avviare le procedure relative all’aumento di capitale di ITA e crea le condizioni per […] il passaggio di determinate attività da Alitalia a ITA”. Quali? Infine, messo immediatamente di seguito alla buona notizia dell’accordo, come se ne fosse una diretta conseguenza: “La nuova società sarà pienamente operativa a partire dal prossimo 15 ottobre”. Ok, ma che lo sia dal 15 ottobre dubitiamo l’abbia deciso l’Ue, più probabilmente ITA e Ministero in accordo di loro. Ma allora non era meglio precisarlo?

Ciò che non è scritto nel comunicato del Mef è in parte svelato in un comunicato stampa di ITA, sempre del 15 luglio: “Il Cda di ITA Spa, riunitosi oggi […] ha approvato le linee del Piano Industriale 2021-2025, illustrato dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale Fabio Lazzerini. Il progetto industriale include le variazioni richieste dalla Commissione europea nel corso delle interazioni dei mesi scorsi con il Governo italiano. In data 15 luglio, infatti, la Commissione europea ha inviato alle Istituzioni italiane una lettera nella quale ha valutato positivamente il Piano Industriale di ITA, come modificato a seguito delle interlocuzioni avvenute…”. Dunque il via libera dell’Ue sarebbe pervenuto attraverso una lettera alla istituzioni italiane. Ma se è così perché il comunicato del Mef non vi ha fatto alcun cenno? E perché la lettera non è stata pubblicata o almeno resa nota in qualche passaggio significativo? Il comunicato di ITA fa sorgere molti più interrogativi di quelli ai quali riesce a dare risposta:

1) Se il CdA di ITA ha approvato in data 15 luglio “le linee del piano industriale”, dunque neppure un piano dettagliato e completo, com’è possibile che già nella stessa data, dunque in perfetta sincronia, la Commissione Ue abbia “inviato alle istituzioni italiane una lettera” in cui valuta positivamente l’intero piano, persino prima che esso sia stato illustrato al CdA e approvato dagli organi di ITA? Una velocità di approvazione supersonica che contrasta in apparenza con gli oltre quattro anni trascorsi da quando la stessa Commissione ha iniziato a valutare se i prestiti ponte fossero o meno conformi al diritto europeo…

2) Se le autorità italiane hanno ricevuto dall’Ue una lettera di approvazione, strumento chiave per sbloccare tutta la vicenda, perché non ne hanno fatto neppure cenno nel comunicato stampa ufficiale del Mef? Forse il contenuto era solo interlocutorio, non definitivo, oppure il via libera riguardava alcuni aspetti ma non altri? E come si concilia quanto comunicato a Roma con quanto comunicato lo stesso giorno a Bruxelles? Come ha scritto infatti lo stesso 15 luglio la testata Politico.eu: “‘La Commissione prende atto dell’annuncio odierno dell’Italia’, ha affermato un portavoce a Bruxelles in una nota, sottolineando che ‘non sono state prese decisioni formali in questa fase’ sulla ristrutturazione di Alitalia o su altre indagini in sospeso sugli aiuti di Stato”. Dunque non vi è stata alcuna decisione formale dell’Ue, ma forse solo l’annuncio nella lettera inviata delle condizioni chiave di una futura decisione.

3) Se l’Ue ha dato via libera alle istituzioni italiane in forma scritta tramite lettera perché, oltre a non renderne noti i contenuti, essa non era stata ancora inoltrata alla data del 10 agosto, quasi un mese dopo, ai commissari di Alitalia, come ha scritto in quella data Il Messaggero? Infatti, le norme contenute all’art. 6 del decreto legge 99 del 30 giugno 2021 regolano quanto debbono fare i commissari per il passaggio da Alitalia a ITA, subordinando tuttavia ogni loro azione chiave proprio alla decisione dell’Unione europea. Ma se essa non è stata inoltrata, ammesso che si possa considerare la lettera come decisione, come potrebbero applicarla? E cosa dice, inoltre, la lettera Ue degli altri aspetti, diversi dal piano industriale di ITA, ma fondamentali per l’azione dei commissari? Ad esempio cosa fare riguardo ai bandi di cessione che riguardano manutenzioni, handling e marchio di Alitalia? Nulla sappiamo al riguardo.

4) La Direzione concorrenza della Commissione Ue non può aver approvato il piano industriale di ITA semplicemente perché non ne ha competenza. Avrà invece semplicemente valutato, conformemente ai suoi compiti, che esso non comporti lesioni della concorrenza. Ma occorre fare molta attenzione a che il via libera Ue alle caratteristiche chiave di ITA non sia interpretato come approvazione del suo piano industriale. Al riguardo è profondamente errato l’art. 6 del d.l. 99: “Il programma (di cessione degli asset) può essere autorizzato, in quanto coerente con il piano (di ITA), a prescindere dalle verifiche di affidabilità del piano industriale previste (dalle norme vigenti) che potranno non essere effettuate dall’amministrazione straordinaria in quanto assorbite dalla positiva valutazione da parte della Commissione europea del piano medesimo“. No, caro legislatore, la Commissione Ue non effettua alcuna verifica di affidabilità del piano industriale, ma solo una verifica di non ostacolo alla concorrenza. E non dimentichiamo che il piano di un’impresa non in grado di conseguire l’equilibrio economico sarà molto meno in grado di turbare la concorrenza di un piano che possa condurre a straordinari profitti.

Mistero n. 2: cosa ne sarà della parte “aviation” di Alitalia che non va a ITA?
Il secondo mistero, che sinora non sembra essere stato considerato da nessuno, è molto più semplice da spiegare. Seguendo le direttive dell’Europa i commissari dovranno dividere Alitalia in cinque pezzi e metterli in vendita separatamente: la parte cosiddetta “aviation”, ovvero gli aerei con annesso il personale di volo e diritti di traffico, potrà andare a ITA tramite trattativa diretta mentre per le manutenzioni, l’handling, il marchio e il programma di fedeltà vi dovranno essere dei bandi di gara separati ai quali, con esclusione dell’ultimo, ITA potrà partecipare. ma ovviamente a parità di condizioni con altri concorrenti e senza aiuti di sorta.
Questo è chiaro, tuttavia nessuno ha messo in evidenza che nello spezzatino di Alitalia vi è un sesto pezzo, che è rimasto sinora un fantasma e al quale nessuno ha fatto caso: quella parte del ramo aviation che ITA non vuole. Infatti, ITA si prende meno di metà della parte volo che i commissari ricevettero nel 2017 dagli azionisti privati dell’Alitalia insolvente. Che ne sarà di questa parte? È una domanda alla quale nessuno ha sinora risposto anche perché sinora non vi è stato nessuno che l’abbia formulata
 

belumosi

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Articolo molto interessante. Sembra quindi che uno dei problemi sia lo scaricabarile su chi dovrebbe staccare la spina alla vecchia AZ in AS. Da notare che i commissari sono chiamati a gestire quest'ultima nell'ottica di un rilancio e di certo non nell'interesse di un'azienda terza come ITA, come evidentemente vorrebbe il governo.
C'è anche un altro aspetto molto importante del quale mi pare che non si sia parlato.
La UE se ho ben capito ha concesso all'Italia un investimento iniziale di 700 M€, per cui il governo vorrebbe che ITA rilevasse la parte volo da AZ in AS al prezzo più basso possibile, mentre i commissari nella loro veste hanno l'esigenza diametralmente opposta. Forse è anche per questo che tutti sembrano avere il terrore di firmare qualcosa assumendosene le responsabilità, anche legali.
Sono i passi scabrosi delle discontinuità farlocche.


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Ita-Alitalia, c’è l’ok dell’Enac ma la vendita dei biglietti è ancora impossibile
di Leonard Berberi 20 ago 2021

Due giorni dopo l’ok dell’Enac Italia Trasporto Aereo — la newco pubblica creata per subentrare ad Alitalia — non ha ancora iniziato la vendita dei biglietti per i suoi voli dal 15 ottobre. Il sito ufficiale, che sarebbe già pronto, non è ancora visibile, mentre le sue rotte non sono state «caricate» nei sistemi di distribuzione globale, come emerge da un controllo effettuato dal Corriere venerdì 20 agosto. Sono ancora online, invece, i collegamenti di Alitalia dopo metà ottobre anche se dovrebbe smettere di operare il 14 ottobre. Se tutto va bene, stando a chi segue il dossier, ITA potrebbe avviare la commercializzazione all’inizio della prossima settimana, salvo ulteriori intoppi.

I tempi tecnici
Che succede? La versione ufficiale di entrambe le parti è che il passaggio di testimone da Alitalia a ITA non è immediato e richiede un po’ di tempo. Ma dietro le quinte diverse incomprensioni tra le due società stanno ritardando l’avvio delle operazioni della nuova compagnia tricolore, spiegano al Corriere tre fonti ministeriali. Lo scoglio principale — proseguono — ruoterebbe attorno agli aspetti burocratici e all’interfaccia di vendita dei biglietti. Per crearne una da zero ITA avrebbe dovuto spendere qualche milione di euro e lavorare almeno sei mesi. E così la newco ha deciso di appoggiarsi al sistema esistente di Alitalia dalla quale comprerà con trattativa privata il ramo «aviation» (aerei, personale navigante, ecc).

La stessa piattaforma
Questa decisione però crea non poche difficoltà operative. I voli di ITA, stando a quanto filtra dalle fonti, dovrebbero avere gli stessi codici di Alitalia («AZ»). Ma non si possono caricare nei sistemi di vendita se non sono stati prima rimossi dalla stessa piattaforma quelli di Alitalia che recano la stessa indicazione «AZ». Ma chi decide la rimozione? Su questo punto c’è confusione. I commissari attendono un via libera ufficiale dal ministero dello Sviluppo economico — che è titolare del dossier Alitalia —, ma fonti Mise fanno trapelare al Corriere che in realtà non ci sarebbe bisogno di un atto formale del dicastero dal momento che i commissari non sono a responsabilità limitata, ma hanno potere quasi assoluto su Alitalia.

I nodi legali
Non solo. Da un punto di vista strettamente legale la «comfort letter» che la Commissione europea ha inviato a Roma a metà luglio rappresenta una sorta di anticipazione del via libera all’operazione Italia Trasporto Aereo. Ma non sarebbe l’ok ufficiale. Per questo la rappresentanza italiana — a partire dai ministeri dell’Economia e dello Sviluppo economico — si aspetta la settimana prossima da Bruxelles il «perfezionamento» di quella lettera. E però, stando a quanto apprende il Corriere, per l’Ue la «comfort letter» sarebbe più che sufficiente per procedere con l’avvio di ITA dal momento che lì sono contenute le linee guida per l’investimento dello Stato senza incappare nell’accusa di aiuti illegali.

La cessione dei rami aziendali
Il clima teso tra le due società rischia di avere ricadute anche sugli altri dossier delicati. A partire dalle trattative private tra Alitalia e ITA per la vendita diretta del ramo «aviation» della compagnia in amministrazione straordinaria. Trattative che non sono state ancora finalizzate. In tutto questo i commissari dovranno anche pubblicare quattro bandi — che possono anche essere accorpati tra loro —: uno per la cessione del marchio (valutato circa 150 milioni di euro), uno per la vendita del programma fedeltà MilleMiglia (ma ITA non può partecipare), uno per l’handling e un altro per la manutenzione. A proposito del marchio: fonti ministeriali ed europee smentiscono al Corriere che si sia mai parlato di affitto per 2-3 anni da parte della newco, contrariamente a quanto riportato da un giornale.
 

Edoardo

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Segnalo che il volo AZ87 IBZ-FCO operato con EI-RNB sta atterrando a PMI.

Informazioni sul motivo?
 

hyppo

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Edoardo

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