Ita Airways : a Lufthansa il 40% della compagnia italiana


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leerit

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Il governo italiano interviene direttamente sul dossier Ita Airways sostenendo, stavolta per via normativa, che la nuova compagnia è cosa diversa da quella vecchia, cioè Alitalia. Una mossa che non solo ribadisce, all’interno dei confini nazionali, quanto più volte espresso dalla Commissione europea, ma serve a mettere forse la parola fine ai tanti contenziosi di lavoro avviati dagli ex dipendenti di Alitalia per proteggere l’accordo siglato con Lufthansa.


La decisione
Si legge, infatti, nella nota di sintesi del consiglio dei ministri: «Tenuto conto che è sorto un contrasto giurisprudenziale in merito al fatto che vi sia o meno una discontinuità aziendale tra Alitalia-Società Aerea Italiana e Ita-Italia trasporto aereo, e considerato che tale incertezza è suscettibile di determinare riflessi negativi sia sui rapporti giuridici sia sulla finanza pubblica, si è ritenuto necessario approvare una norma interpretativa che, in coerenza con le decisioni della Commissione europea, esclude che nel passaggio da Alitalia a Ita vi sia continuità fra le due aziende».


Le cause
Non è al momento chiaro in cosa consista, tecnicamente, la «norma interpretativa». Di certo la decisione del governo serve a esplicitare che nella vendita — per un euro — del ramo «Aviation» di Alitalia a Ita Airways nell’ottobre 2021 non c’è stato un passaggio del ramo d’azienda, andando così a smontare anche le tesi di diverse cause di lavoro vinte dagli ex dipendenti della vecchia compagnia di bandiera proprio sulla base di quella fattispecie. Lo scorso giugno da Bruxelles hanno ribadito che Ita e Alitalia sono due società del tutto separate invitando le «autorità locali» — giudici compresi — ad agire di conseguenza.

L’accordo
I contenziosi di lavoro sono uno degli elementi più delicati dell’accordo tra il ministero dell’Economia (azionista di Ita) e Lufthansa: i tedeschi intendono investire nel vettore tricolore inizialmente possedendo il 41% di Ita (in cambio di 325 milioni di euro di aumento di capitale). Come ha spiegato in un’intervista al Corriere il presidente esecutivo di Ita Airways Antonino Turicchi l’intesa con Lufthansa prevede che «se le cause di lavoro dovessero rimettere in discussione la discontinuità tra Ita e Alitalia i tedeschi potranno esercitare il diritto di recesso».


 

Seaking

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Sì, bella la discontinuità, bello tutto (certamente meglio di quanto fatto in passato). Ma basta poco per verificare che a livello di sistemi e comunicazione tra vettori IATA, ITA ha mantenuto la piastrina 055, la stessa di AZ.

Non avrebbe potuto fare altrimenti per consentire un passaggio così repentino tra le due società.

Elementi di non discontinuità ce ne sono, a ben vedere.
 

East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
Il governo italiano interviene direttamente sul dossier Ita Airways sostenendo, stavolta per via normativa, che la nuova compagnia è cosa diversa da quella vecchia, cioè Alitalia. Una mossa che non solo ribadisce, all’interno dei confini nazionali, quanto più volte espresso dalla Commissione europea, ma serve a mettere forse la parola fine ai tanti contenziosi di lavoro avviati dagli ex dipendenti di Alitalia per proteggere l’accordo siglato con Lufthansa.


La decisione
Si legge, infatti, nella nota di sintesi del consiglio dei ministri: «Tenuto conto che è sorto un contrasto giurisprudenziale in merito al fatto che vi sia o meno una discontinuità aziendale tra Alitalia-Società Aerea Italiana e Ita-Italia trasporto aereo, e considerato che tale incertezza è suscettibile di determinare riflessi negativi sia sui rapporti giuridici sia sulla finanza pubblica, si è ritenuto necessario approvare una norma interpretativa che, in coerenza con le decisioni della Commissione europea, esclude che nel passaggio da Alitalia a Ita vi sia continuità fra le due aziende».


Le cause
Non è al momento chiaro in cosa consista, tecnicamente, la «norma interpretativa». Di certo la decisione del governo serve a esplicitare che nella vendita — per un euro — del ramo «Aviation» di Alitalia a Ita Airways nell’ottobre 2021 non c’è stato un passaggio del ramo d’azienda, andando così a smontare anche le tesi di diverse cause di lavoro vinte dagli ex dipendenti della vecchia compagnia di bandiera proprio sulla base di quella fattispecie. Lo scorso giugno da Bruxelles hanno ribadito che Ita e Alitalia sono due società del tutto separate invitando le «autorità locali» — giudici compresi — ad agire di conseguenza.

L’accordo
I contenziosi di lavoro sono uno degli elementi più delicati dell’accordo tra il ministero dell’Economia (azionista di Ita) e Lufthansa: i tedeschi intendono investire nel vettore tricolore inizialmente possedendo il 41% di Ita (in cambio di 325 milioni di euro di aumento di capitale). Come ha spiegato in un’intervista al Corriere il presidente esecutivo di Ita Airways Antonino Turicchi l’intesa con Lufthansa prevede che «se le cause di lavoro dovessero rimettere in discussione la discontinuità tra Ita e Alitalia i tedeschi potranno esercitare il diritto di recesso».


Il Governo vuol forzare la mano ai giudici; bella roba, una toppa peggiore del buco…
 

belumosi

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Non avrebbe potuto fare altrimenti per consentire un passaggio così repentino tra le due società.
Hai colto il punto fondamentale. Se le parti handling e manutenzione hanno ottemperato alla richiesta di discontinuità, la parte volo al contrario non poteva che avere un forte grado di continuità con AZ in AS. L'alternativa sarebbe stato un grounding di svariati mesi e la perdita di tutti i diritti in capo alla vecchia compagnia.
E' evidente che per chiudere l'ultimo volo AZ alla sera e inaugurare il primo di ITA la mattina successiva, fosse indispensabile che sotto la nuova denominazione, la sostanza fosse la stessa.
Per cui stessi aerei, stessi slot, stessi bilaterali, stesso network, in larghissima misura stesso personale (con le indispensabili certificazioni). Tutto in misura ridotta all'inizio, per poi crescere nel tempo, come dettato dalla UE.
Detto questo possiamo quindi valutare diversamente il grado di continuità a seconda del perimetro scelto. Se prendiamo le compagnie nella loro interezza, probabilmente sarebbe corretto parlare di discontinuità, in quanto ITA non ha incorporato i settori handling e maintenance, ed ha quindi un range di attività sensibilmente ridotto rispetto ad AZ.
Però se valutiamo a se stante la cessione della parte volo di AZ a ITA, è innegabile che gli elementi di continuità siano davvero tanti.
Non ho le competenze giuridiche per fare ulteriori valutazioni.
 

Farfallina

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Comunque le norme di legge non sono praticamente mai retroattive (infatti citano che viene recepita la preventiva valutazione fornita dall'UE), quindi oltre a commentare in base a un comunicato stampa di cosa si discute?
Fra l'altro i provvedimenti UE debbono quasi sempre essere successivamente recepiti dalle autorità nazionali che immagino sia quanto è stato fatto dal Governo.
In ogni caso gli iter processuali andranno avanti normalmente nei successivi gradi di giudizio e se la magistratura continuerà a dare valutazioni opposte fin anche in Cassazione alla fine sarà la stessa corte a sezioni unite a stabilire quale è l'interpretazione corretta.
 

s4lv0z

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Comunque le norme di legge non sono praticamente mai retroattive (infatti citano che viene recepita la preventiva valutazione fornita dall'UE), quindi oltre a commentare in base a un comunicato stampa di cosa si discute?
Fra l'altro i provvedimenti UE debbono quasi sempre essere successivamente recepiti dalle autorità nazionali che immagino sia quanto è stato fatto dal Governo.
In ogni caso gli iter processuali andranno avanti normalmente nei successivi gradi di giudizio e se la magistratura continuerà a dare valutazioni opposte fin anche in Cassazione alla fine sarà la stessa corte a sezioni unite a stabilire quale è l'interpretazione corretta.
Concordo anch'io... però sulla non retroattività di fatto di una "norma interpretativa" di un documento precedente... non giurerei.
Poi ammetto che in materia di norme interpretative... non è che so molto...

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Paolo_61

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Concordo anch'io... però sulla non retroattività di fatto di una "norma interpretativa" di un documento precedente... non giurerei.
Poi ammetto che in materia di norme interpretative... non è che so molto...

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Nessuna retroattività. Non è una nuova norma ma l’indicazione della corretta interpretazione di una norma preesistente
 
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leerit

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Nessuna retroattività. Non è una nuova norma ma l’indicazione della corretta interpretazione di una norma preesistente
Sei sicuro?

Non esiste solo l’interpretazione dei sogni, ma anche l’interpretazione della legge. Purtroppo infatti non sempre il Parlamento riesce ad emanare leggi facilmente comprensibili; anzi, il più delle volte si tratta di provvedimenti pieni di articoli e commi che rimandano ad altri articoli e commi di altre leggi del passato. Insomma: un vero e proprio labirinto in cui è facile smarrirsi.

L’interpretazione serve dunque a dare un significato a una legge quando il suo testo, cioè l’insieme delle parole, non restituisce un senso preciso.

L’interpretazione della legge può essere di diversi tipi. In genere, in base alla provenienza, se ne distinguono tre tipologie:

  • l’interpretazione dottrinale, che è quella che proviene dai giuristi, cioè dagli studiosi della legge, come ad esempio dai professori e dagli avvocati che pubblicano libri o articoli giuridici;
  • l’interpretazione giurisprudenziale, fornita dai giudici che applicano la norma al caso concreto quando devono decidere una causa;
  • l’interpretazione autentica, che è quella data dallo stesso Parlamento.
Interpretazione autentica della legge: cos’è?
L’interpretazione autentica è quella che proviene direttamente dal Parlamento, cioè dall’organo che ha emanato la legge dal senso dubbio.
In pratica, con l’interpretazione autentica il Parlamento torna sulla sua stessa legge per chiarirne il significato; una sorta di spiegazione fatta dal suo stesso autore. Facciamo un esempio di fantasia.

Una legge impedisce alle persone condannate di accedere ad alcuni sussidi statali. Una successiva legge spiega che le “persone condannate” sono anche quelle che hanno patteggiato la pena.
È evidente che l’interpretazione autentica è in assoluto la più sicura, nel senso che è da preferire sia all’interpretazione dei giudici che a quella dei giuristi.

Interpretazione autentica: come si fa?
L’interpretazione autentica si fa con una legge; in pratica, si tratta di una legge che ne interpreta una precedente dal significato poco chiaro. Per questo si parla di legge interpretativa.

Per essere più precisi, l’interpretazione autentica di una legge deve avvenire con un provvedimento di pari grado (una legge) o con uno ad essa equiparato (decreto legge o decreto legislativo).

Non è quindi possibile che una legge venga interpretata da una fonte di grado inferiore, come ad esempio da una circolare o da un decreto ministeriale.

Una legge regionale può interpretare un’altra legge regionale, essendo provvedimento di pari grado.

Legge: quando è interpretativa?
Come riconoscere una legge di interpretazione autentica? Secondo la Corte Costituzionale [1], una legge è interpretativa quando si limita a chiarire il significato di una precedente legge, scegliendo una delle interpretazioni tra le tante possibili. Facciamo un esempio.

Esempio:
Una legge istituisce un sussidio economico per tutti i familiari della persona disoccupata. Poiché non è chiaro chi debba rientrare nella categoria dei “familiari”, una legge successiva stabilisce che sono tali solo il coniuge e i parenti entro il secondo grado.
Interpretazione autentica: che valore ha?
Proprio perché l’interpretazione autentica avviene con una legge, essa è vincolante per tutti e, quindi, prevale su ogni altra interpretazione differente.

La legge interpretativa è retroattiva, cioè vale anche per il passato. Ciò significa che la legge dubbia dovrà essere interpretata come indicato dalla successiva legge anche nei procedimenti in corso e in tutte le controversie che sono già cominciate.

La legge di interpretazione autentica non può comunque stravolgere la norma o l’atto giuridico di origine. In altri termini, l’interpretazione autentica non può essere innovativa, ossia non può modificare radicalmente la volontà iniziale del legislatore per trasformarla in una nuova legge. Le interpretazioni autentiche innovative possono essere annullate dalla Corte Costituzionale.

Esempio:

Una legge impedisce ai condannati di partecipare ai concorsi per entrare nelle forze dell’ordine. Una successiva legge chiarisce che per “condannati” si intendono anche gli indagati. Questa legge potrebbe essere annullata perché non interpreta ma modifica la precedente legge.

 

s4lv0z

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Nessuna retroattività. Non è una nuova norma ma l’indicazione della corretta interpretazione di una norma preesistente
Quindi dice come andava interpretata questa norma preesistente sin dalla sua pubblicazione.
Poi e ovvio che su metodi e modi... sono anch'io molto perplesso.

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leerit

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P.S. Il Corriere della Sera ha dato un' occhiata alla bozza di legge e l'articolo relativo recita:

"DISPOSIZIONI DI INTERPRETAZIONE AUTENTICA IN MATERIA DI CESSIONE DI COMPLESSI AZIENDALI DA PARTE DI AZIENDE AMMESSE ALLA PROCEDURA DI AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA" CHE "IN COERENZA CON L'ART 5 PARAGRAFO 1 DELLA DIRETTIVA 2001/23 CE DEL CONSIGLIO DEL 12 MARZO 2001 L'ARTICOLO 56 COMMA 3 BIS DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 LUGLIO 1999 N. 270 SI INTERPRETA NEL SENSO CHE SI INTENDONO IN OGNI CASO OPERAZIONI EFFETTUATE IN VISTA DELLA LIQUIDAZIONE DEI BENI DEL CEDENTE CHE NON COSTITUISCONO TRASFERIMENTO DI AZIENDA DI RAMO O DI PARTI DI ESSA AGLI EFFETTI PREVISTI DELL'ARTICOLO 2112 DEL CODICE CIVILE, LE CESSIONI POSTE IN ESSERE IN ESECUZIONE DEL PROGRAMMA DI CUI ALL ARTICOLO 27 COMMA 2 LETTERE A E B-BIS DEL MEDESIMO DECRETO LESGISLATIVO QUALORA SIANO EFFETTUATE SULLA BASE DI DECISIONI DELLA COMMISSIONE EUROPEA CHE ESCLUDANO LA CONTINUITA' ECONOMICA TRA CEDENTE E CESSIONARIO".
 

geardown3green

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Secondo anello di Saturno
Secondo loro. La corretta interpretazione.
Cioè, la fanno -evidentemente male- e poi ci dicono come la dobbiamo interpretare.
Questo il messaggio che arriva ai giudici?
Lo ricevessi io mi incazzerei ancora di più.
Quindi ricapitoliamo: Il Governo ( non iL Parlamento ) dice come si deve interpretare una norma ?

Prendo miei manuali di Diritto Pubblico e li butto nella spazzatura ..
ripassiamo i 3 poteri fondamentali della Democrazia .

1) Potere Legislativo (Parlamento )
2) Potere Esecutivo (Governo)
3) Potere Giudiziario ( Magistratura )

I giudici se ne fregheranno ( e fanno bene ) delle interpretazioni degli altri poteri.

Se si facesse una legge del genere ci sarebbero enormi dubbi di incostituzionalità.

ps
a Leggere il testo mi torna per l’ennesima volta la Supercaxxola con scappellamento a destra.
 
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leerit

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Quindi ricapitoliamo: Il Governo ( non iL Parlamento ) dice come si deve interpretare una norma ?

Prendo miei manuali di Diritto Pubblico e li butto nella spazzatura ..
ripassiamo i 3 poteri fondamentali della Democrazia .

1) Potere Legislativo (Parlamento )
2) Potere Esecutivo (Governo)
3) Potere Giudiziario ( Magistratura )

I giudici se ne fregheranno ( e fanno bene ) delle interpretazioni degli altri poteri.

Se si facesse una legge del genere ci sarebbero enormi dubbi di incostituzionalità.

ps
a Leggere il testo mi torna per l’ennesima volta la Supercaxxola con scappellamento a destra.
Se leggi il post 809 e' ben indicato che un Decreto Legge (Governo) puo' tranquillamente essere utilizzato in tal senso.

"Per essere più precisi, l’interpretazione autentica di una legge deve avvenire con un provvedimento di pari grado (una legge) o con uno ad essa equiparato (decreto legge o decreto legislativo). "

Sostanzialmente (correggetemi se sbaglio) il Governo chiarisce il senso di un suo precedente Decreto legislativo con una interpretazione autentica non per invadere il campo della magistratura o per interpretare una norma ma per chiarire alla stessa magistratura cio' che egli intendeva decidere nel precedente dispositivo.
Ovviamente sta alla magistratura stabilire se suddetta norma sia costituzionale o no. Su questo non vi sono dubbi.
 
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geardown3green

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Secondo anello di Saturno
Se leggi il post 809 e' ben indicato che un Decreto Legge (Governo) puo' tranquillamente essere utilizzato in tal senso.

"Per essere più precisi, l’interpretazione autentica di una legge deve avvenire con un provvedimento di pari grado (una legge) o con uno ad essa equiparato (decreto legge o decreto legislativo). "
certo e se entro 60 giorni non viene convertito in legge decade , ma prima di diventare legge deve affrontare un giudizio di Costituzionalità….e la palla passa indovina a quale potere ?
io mi incaxxerei tanto se vedessi che qualcuno mi volesse costringere ad interpretare la legge a modo suo ……
 
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Marco Clemente

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certo e se entro 60 giorni non viene convertito in legge decade , ma prima di diventare legge deve affrontare un giudizio di Costituzionalità….e la palla passa indovina a quale potere ?
io mi incaxxerei tanto se vedessi che qualcuno mi volesse costringere ad interpretare la legge a modo suo ……
Intanto non è un qualcuno qualsiasi ma un qualcuno che ha scritto quella legge e semplicemente chiarisce cosa e come volesse normare
 
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leerit

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Intanto non è un qualcuno qualsiasi ma un qualcuno che ha scritto quella legge e semplicemente chiarisce cosa e come volesse normare
Esattamente. Da aggiungere poi che la Norma Interpretativa Autentica e' uno strumento costituzionalmente previsto allorche' un precedente dispositivo risulti poco chiaro.
Ed a suggerire che il precedente dispositivo sia tutt'altro che chiaro e' proprio la magistratura che negli ultimi 60 giorni ha prodotto 4 sentenze con 4 giudici diversi diametralmente opposte una all'altra.
Infine mi sembrerebbe alquanto ingenuo se il Governo stesso non si sia preventivamente consultato con qualche esperto in materia. Perche' qui ci si dimentica anche del valore "politico" del decreto che difatto traccia un solco di non compromesso con i ricorrenti e che ribadisce la linea del governo e quella ministeriale di chiudere l'accordo con Lufthansa nel piu' breve tempo possibile.
 

Mangoni

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Ma siamo sicuri che il problema sia l'interpretazione di una norma e non l'accertamento di un fatto (la continuità/discontinuità)?

Non conosco la vicenda a sufficienza per entrare nel merito ma non è certo la prima volta che una norma di interpretazione autentica viene utilizzata per "mettere una pezza" e introdurre, in realtà, una nuova disciplina retroattiva.

EDIT: ho letto in parte la sentenza del Tribunale di Roma ed effettivamente la questione "interpretativa" è preliminare, nel senso che se passa la tesi per cui l'art. 2112 c.c. non è applicabile non si pone il problema di stabilire se vi sia stata o meno continuità.
Comunque ci sarà da vedere se si tratta davvero di una norma interpretativa e se questa norma è compatibile con la normativa europea. E' tutto molto compicato e, nella migliore delle ipotesi, "borderline".
 
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East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
Intanto non è un qualcuno qualsiasi ma un qualcuno che ha scritto quella legge e semplicemente chiarisce cosa e come volesse normare
Beh, non e' quello che e' passato, almeno a leggere i giornali (e non e' ovviamente una garanzia , anzi); una cosa e' chiarire cosa volessi dire, altra e' affermare un precetto definitivo come quello che segue:

Repubblica:
Ita, assist del governo a Lufthansa: “Non c’è continuità tra nuova compagnia e Alitalia”

Corriere:
Ita, il governo interviene per salvare l'accordo con Lufthansa: “Non c’è continuità con Alitalia”
 

East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
Posto qui per l'attinenza con AZ


I tentacoli di Aponte
Il gruppo prosegue nel piano di espansione che lo vede impegnato su più fronti


OBIETTIVI AMBIZIOSI
Lo scorso anno il gruppo Msc ha registrato utili per 30 miliardi di euro. E i piani di sviluppo sono numerosi
LINO VUOTTO
Le ultime stime (dati ufficiali sui conti della società non esistono) dicono che il gruppo Msc lo scorso anno abbia registrato utili per 30 miliardi di euro. Una cifra da capogiro per qualsiasi azienda, e forse lo sarebbe anche per lo Stato italiano, alle prese con la ricerca di fondi per la nuova Finanziaria.
Numeri che stanno consentendo alla società fondata e diretta dalla famiglia Aponte (Gianluigi ormai dietro le quinte per lasciare spazio ai figli) di allungare i propri tentacoli ovunque ci siano occasioni per nuovi investimenti. Siano essi nel core business della logistica via mare oppure nell'ambito universo travel. Un mondo in cui Msc è entrato attraverso le crociere, ma nel quale ha poi deciso di mettere radici anche con i traghetti, per rimanere in tema mare (il 49 per cento di Moby l'ultimo colpo in ordine di tempo), senza dimenticare la distribuzione organizzata e il tour operating. Giusto per avere una filiera ampia e completa.
Ma per gli Aponte sembrano esserci ancora ampi margini di manovra e nel trasporto via terra e via aerea le prede appetibili non mancano. Le operazioni AlisCargo e gli accordi con Trenitalia (tra gli altri) hanno rappresentato finora un piccolo aperitivo rispetto agli appetiti del gruppo con base in Svizzera. Le cronache lo hanno ampiamente dimostrato nell'ultimo biennio con il tentativo di scalata di Ita Airways in accoppiata con Lufthansa, salvo poi lasciare campo aperto a quest'ultima. Una partita che sembrava chiusa, ma che poi la premier Giorgia Meloni ha riaperto chiamando direttamente Msc alla discesa in campo per collaborare nell'operazione di privatizzazione (forse per non lasciare troppo spazio a Lh). Chiamata a cui ha risposto, senza un impegno preciso, l'attuale presidente Diego Aponte: "Se ci dovesse essere proprio una necessità da parte del governo, della signora Meloni, noi sicuramente, da italiani, da buoni cittadini, risponderemo sempre favorevolmente".
Infine Italo, forse l'operazione più vicina alla chiusura. "Noi crediamo molto nel treno, non solo per la merce ma anche per i passeggeri, e penso che il futuro sarà quello; dunque sicuramente andremo avanti con questa presa di partecipazione che penso potremo chiudere da qui alla fine dell'anno", ha detto ancora Aponte durante il varo di una nuova nave container. Ora la parola passa al mercato.


Fonte: TTG
 
Stato
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