Il governo italiano interviene direttamente sul dossier Ita Airways sostenendo, stavolta per via normativa, che la nuova compagnia è cosa diversa da quella vecchia, cioè Alitalia. Una mossa che non solo ribadisce, all’interno dei confini nazionali, quanto più volte espresso dalla Commissione europea, ma serve a mettere forse la parola fine ai tanti contenziosi di lavoro avviati dagli ex dipendenti di Alitalia per proteggere l’accordo siglato con Lufthansa.
La decisione
Si legge, infatti, nella nota di sintesi del consiglio dei ministri: «Tenuto conto che è sorto un contrasto giurisprudenziale in merito al fatto che vi sia o meno una discontinuità aziendale tra Alitalia-Società Aerea Italiana e Ita-Italia trasporto aereo, e considerato che tale incertezza è suscettibile di determinare riflessi negativi sia sui rapporti giuridici sia sulla finanza pubblica, si è ritenuto necessario approvare una norma interpretativa che, in coerenza con le decisioni della Commissione europea, esclude che nel passaggio da Alitalia a Ita vi sia continuità fra le due aziende».
Le cause
Non è al momento chiaro in cosa consista, tecnicamente, la «norma interpretativa». Di certo la decisione del governo serve a esplicitare che nella vendita — per un euro — del ramo «Aviation» di Alitalia a Ita Airways nell’ottobre 2021 non c’è stato un passaggio del ramo d’azienda, andando così a smontare anche le tesi di diverse cause di lavoro vinte dagli ex dipendenti della vecchia compagnia di bandiera proprio sulla base di quella fattispecie. Lo scorso giugno da Bruxelles hanno ribadito che Ita e Alitalia sono due società del tutto separate invitando le «autorità locali» — giudici compresi — ad agire di conseguenza.
L’accordo
I contenziosi di lavoro sono uno degli elementi più delicati dell’accordo tra il ministero dell’Economia (azionista di Ita) e Lufthansa: i tedeschi intendono investire nel vettore tricolore inizialmente possedendo il 41% di Ita (in cambio di 325 milioni di euro di aumento di capitale). Come ha spiegato in un’intervista al Corriere il presidente esecutivo di Ita Airways Antonino Turicchi l’intesa con Lufthansa prevede che «se le cause di lavoro dovessero rimettere in discussione la discontinuità tra Ita e Alitalia i tedeschi potranno esercitare il diritto di recesso».
La decisione
Si legge, infatti, nella nota di sintesi del consiglio dei ministri: «Tenuto conto che è sorto un contrasto giurisprudenziale in merito al fatto che vi sia o meno una discontinuità aziendale tra Alitalia-Società Aerea Italiana e Ita-Italia trasporto aereo, e considerato che tale incertezza è suscettibile di determinare riflessi negativi sia sui rapporti giuridici sia sulla finanza pubblica, si è ritenuto necessario approvare una norma interpretativa che, in coerenza con le decisioni della Commissione europea, esclude che nel passaggio da Alitalia a Ita vi sia continuità fra le due aziende».
Le cause
Non è al momento chiaro in cosa consista, tecnicamente, la «norma interpretativa». Di certo la decisione del governo serve a esplicitare che nella vendita — per un euro — del ramo «Aviation» di Alitalia a Ita Airways nell’ottobre 2021 non c’è stato un passaggio del ramo d’azienda, andando così a smontare anche le tesi di diverse cause di lavoro vinte dagli ex dipendenti della vecchia compagnia di bandiera proprio sulla base di quella fattispecie. Lo scorso giugno da Bruxelles hanno ribadito che Ita e Alitalia sono due società del tutto separate invitando le «autorità locali» — giudici compresi — ad agire di conseguenza.
L’accordo
I contenziosi di lavoro sono uno degli elementi più delicati dell’accordo tra il ministero dell’Economia (azionista di Ita) e Lufthansa: i tedeschi intendono investire nel vettore tricolore inizialmente possedendo il 41% di Ita (in cambio di 325 milioni di euro di aumento di capitale). Come ha spiegato in un’intervista al Corriere il presidente esecutivo di Ita Airways Antonino Turicchi l’intesa con Lufthansa prevede che «se le cause di lavoro dovessero rimettere in discussione la discontinuità tra Ita e Alitalia i tedeschi potranno esercitare il diritto di recesso».
Ita Airways, il governo interviene per salvare l’accordo con Lufthansa: «Non c’è continuità con Alitalia»
Il consiglio dei ministri ha approvato una «norma interpretativa» per evitare che i giudici del lavoro impongano al nuovo vettore di prendersi quelli dell’ex compagnia di bandiera
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