ITA chiede ad Aeroitalia la rinuncia al suo marchio: eccessiva somiglianza ad Alitalia


tiefpeck

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Ma che seriamente? Come fa allora Macsween a produrre il suo (Ottimo, NdR) Macsween?

Macsween | UK
Probabilmente perché ha raggiunto una sua notorietà prima che l'altro sbarcasse in UK, e perché è davvero il nome della famiglia produttrice.

Ciò detto, e premesso che capisco niente di diritto industriale, avevo trovato da torinese la diffida a mac bun (as in: "a l'è propri mac bun ziufa") un po' fuori luogo. Ma tant'è.

La tutela dei marchi è materia che si presta poco a disquisizioni forumistiche in quanto interagiscono svariati principi generali e comunque la valutazione di un marchio specifico è assai discrezionale. Al punto che un marchio ampiamente considerato come legato ad esperienze negative viene pagato decine di milioni di euro (alla faccia del danno erariale, viene da dire).

Nota finale personale: mi sono intristito al commento che TWA non vola da tempo immemore visto che io ci ho volato. Ho ricordi rossi, bianchi e cromo ma magari è solo il tempo che li imbellisce.
 
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Scusami, ma se nel 2011 appena dopo la fusione CO+UA fosse arrivata una compagnia con questo logo
a quelli di United non sarebbero un po' girate?
United e Copa allora?
Non alla creazione, visto che Copa era consociata di Continental, ma oggigiorno?
 

aa/vv??

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United e Copa allora?
Non alla creazione, visto che Copa era consociata di Continental, ma oggigiorno?
Copa esiste da 80 anni e la livrea simil Continental fu decisa dopo che la stessa CO entró come azionista di maggioranza a fine anni 90. L'attuale United è nata nel 2010. Se Copa avesse cambiato la propria livrea nel 2011 si potrebbe fare un paragone, ma così è un po' tirato. I tempi non combaciano.... Aeroitalia è nata e ha lanciato il suo brand pochi mesi dopo la chiusura di Alitalia
 
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Dancrane

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discuto l'opportunita' di farlo (ma decidera' la magistratura giustamente), di farlo dopo 1 anno e reputo tutto questo ridicolo alla luce delle immani priorita' di ITA
C'è una vendita in ballo, che include quel bene. Anche solo per cautela (e consapevole che la decisione non verte sui desiderata del proprietario), più che opportuno lo valuto quasi come necessario, per non lasciare nulla di intentato e non dare il destro a richieste risarcitorie dopo. E, come ho già detto, credo che, sotto sotto, ci sia stata una moral suasion di LH dietro, che possa avere sollevata qualche questione al punto da avere consigliato di muoversi formalmente per evitare appigli e grane dopo. Il rischio che pavento, invece, non è tanto che ad AZ possa essere dato torto, quanto che possa essere rivisto al ribasso il risarcimento per la mancata solerzia nel proporre l'azione: è un rischio perchè, con quella giustificazione per le mani, a quel punto l'azione di responsabilità per l'inerzia nel procedere potrebbe risultare inevitabile.
 

Paolo_61

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C'è una vendita in ballo, che include quel bene. Anche solo per cautela (e consapevole che la decisione non verte sui desiderata del proprietario), più che opportuno lo valuto quasi come necessario, per non lasciare nulla di intentato e non dare il destro a richieste risarcitorie dopo. E, come ho già detto, credo che, sotto sotto, ci sia stata una moral suasion di LH dietro, che possa avere sollevata qualche questione al punto da avere consigliato di muoversi formalmente per evitare appigli e grane dopo. Il rischio che pavento, invece, non è tanto che ad AZ possa essere dato torto, quanto che possa essere rivisto al ribasso il risarcimento per la mancata solerzia nel proporre l'azione: è un rischio perchè, con quella giustificazione per le mani, a quel punto l'azione di responsabilità per l'inerzia nel procedere potrebbe risultare inevitabile.
Più che un dubbio è una certezza: nelle “Dichiarazioni e garanzie” c’è sicuramente il possesso dei marchi e la loro validità non contestata - non difenderli in giudizio è una violazione
 

falkux

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Cito, per chiudere, il sito di una società (la Rubino & partners) che si occupa di queste (secondo te) facezie per mestiere: "Sapevi che nessun fornitore di cibo, tranne McDonald’s, può usare il prefisso ‘Mc’ o ‘Mac’ nel proprio brand? A stabilirlo è una sentenza del Tribunale UE emanata dopo il ricorso della società Future Enterprises di Singapore, titolare del brand dell’Unione Maccoffee. Questo perché McDonald’s è un marchio talmente noto, che è sufficiente il solo prefisso per ingannare il consumatore sull’affidabilità dei prodotti venduti. Lo sa bene l’ex “Mac Bun” (in piemontese “Solo Buono”), slow fast food che nel 2009 dopo la diffida legale del colosso statunitense si è autocensurato trasformandosi in M** Bun".
Se fornitore di cibo in senso lato, McVitie's come si spiega?
 

magick

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perchè consigliato da un suo omologo di un altra compagnia aerea che gli disse che utilizzare il nome Alitalia era svantaggiato visto la reputazione negativa di Alitalia
Piccolo off topic: ci sono dati della reputazione negativa di Alitalia ed eventualmente i motivi? Perché a occhio dubito che il fatto che sia fallita più volte possa essere considerato come negativo da un consumatore medio.
 

londonfog

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Piccolo off topic: ci sono dati della reputazione negativa di Alitalia ed eventualmente i motivi? Perché a occhio dubito che il fatto che sia fallita più volte possa essere considerato come negativo da un consumatore medio.
Basta leggere Trio reports su FlyerTalk
 
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kilomike

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Copa esiste da 80 anni e la livrea simil Continental fu decisa dopo che la stessa CO entró come azionista di maggioranza a fine anni 90. L'attuale United è nata nel 2010. Se Copa avesse cambiato la propria livrea nel 2011 si potrebbe fare un paragone, ma così è un po' tirato. I tempi non combaciano.... Aeroitalia è nata e ha lanciato il suo brand pochi mesi dopo la chiusura di Alitalia
Copa ha un contratto di licenza con UA per l'uso del logo. Nello specifico Copa riporta quanto segue nella relazione annuale:

"Under our trademark license agreement with UAL, we have the right to use a logo incorporating a design that is similar to the design of the UAL logo. We also have the right to use UAL’s trade dress, aircraft livery and certain other UAL marks under the agreement that allow us to more closely align our overall product with our strategic alliance partner. The trademark license agreement is coterminous with the alliance agreement and can also be terminated for breach. In most cases, we have a period of five years after termination to cease to use the marks on our aircraft, with less time provided for signage and other uses of the marks or in cases where the agreement is terminated for a breach by us."
 

AirFleet

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AVIONEWS su contenzioso marchi ITA-Aeroitalia
Intervista al ceo Gaetano Intrieri, contro il quale ha fatto ricorso compagnia di bandiera


AVIONEWS ha intervistato l’amministratore delegato della compagnia Aeroitalia, Gaetano Intrieri, in merito alla querelle sui marchi avviata dai vertici del vettore aereo di bandiera ITA Airways. Ricordiamo il caso: l’aerolinea di Stato ha fatto causa e chiesto un risarcimento poiché ritiene che il logo di Aeroitalia sia troppo simile al proprio marchio tricolore.





"Aeroitalia ha ricevuto da ITA l'atto di citazione per l'utilizzo del logo e del marchio considerandolo in qualche modo simile a quello di Alitalia. E' evidente che ITA invece di pensare a risolvere i suoi guai di non poco conto, abbia come obbiettivo quello di distruggere Aeroitalia ed i suoi dipendenti.

Appare incredibile e ridicolo che dopo due anni qualcuno in ITA si è accorto che il nostro marchio ed il nostro nome e quello di Alitalia sarebbero simili. La cosa è oltremodo grottesca, non ci sono parole per definirla anche considerando che mentre c’era Alitalia c’era anche una compagnia aerea che si chiamava Aeroitalia poi messa in liquidazione. Ma è altrettanto vero che dietro questa azione si nasconde un problema serio riguardo al marchio di Alitalia. DI fatto si cerca di mettere in difficoltà una aerolinea solo per giustificare il valore di un marchio acquisito da ITA in modo del tutto particolare ed ad un prezzo di gran lunga inferiore rispetto alla valutazione di mercato che adesso secondo sia i principi del Italian GAP e dell'IRFS deve essere svalutato con conseguenze pesantissime sul patrimonio netto di ITA.

Vorrei chiedere al CdA di ITA come mai non pubblica alcun dato sull'andamento economico finanziario della compagnia e perchè non rende pubblico quale sia il patrimonio netto della stessa. Credo che se la trasparenza dei dati sia un atto dovuto per qualsiasi impresa, a maggiore ragione lo debba essere per una impresa che opera con denaro dei contribuenti.In un Paese che vuole rispettare le regole occorrerebbe conoscere con certezza se ITA sia o no nel caso previsto dall'art. 2447 del codice civile. Perchè, qualora lo fosse allora considerando che ll governo per via dei limiti imposti dalla UE non può più provvedere ad ulteriori iniezioni di capitale, gli amministratori ed i sindaci dovrebbero trarre le dovute conclusioni.

Aeroitalia senza il supporto di soldi pubblici ma con soli investimenti privati per un importo complessivo di 5 milioni di euro è riuscita a recuperare circa 300 persone dalla cassa integrazione e da qui alla prossima estate assumerà altre 100 unità.

Aeroitalia in poco tempo è riuscita a conquistare una fetta del mercato italiano del trasporto aereo senza aiuti di Stato, pagando i propri fornitori e non facendo centinaia di milioni di debiti.

ITA nello stesso periodo ha bruciato oltre 1 miliardo di denaro pubblico.

E’ venuto il momento di dire basta a questa stortura ed alla barzelletta dei tedeschi salvatori delle casse pubbliche italiane.

Per anni ho scritto di Alitalia evidenziando per primo e da solo come sarebbe andata a finire la nostra gloriosa compagnia di bandiera. Mi ero ripromesso, visto anche il mio attuale ruolo, di non scrivere più, malgrado molte testate specializzate mi continuano a chiedere di farlo. E’ venuto il momento che io torni a comunicare e qui sotto trovate la mia intervista ad Avionews . I contribuenti italiani devono sapere come e perchè è stato bruciato oltre 1 miliardo di denaro pubblico per foraggiare un carrozzone di Stato che di compagnia aerea ha ben poco.

Chiederò inoltre al Presidente del Consiglio On. Meloni ed al Ministro dei Trasporti Sen. Matteo Salvini se pensano che sia plausibile che una compagnia aerea pubblica solo per giustificare le proprie storture patrimoniali debba prendersela con un altra compagnia aerea italiana che ha il solo torto di essere efficace e produttiva, che paga le tasse in Italia e che ha salvato dalla cassa integrazione circa 300 persone rendendo un contributo all'erario, quello stesso erario depredato da manager incompetenti e che senza alcuna idea di trasporto aereo hanno giocato con i soldi degli italiani.

Qualcuno dovrà rispondere non a me ma a 300 persone che stanno dimostrando al mondo che in questo Paese si può fare trasporto aereo in modo serio senza avere potentati alle spalle. "
 
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Farfallina

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Questo gioca al piccolo M'OL. Ma piccolo piccolo eh...
Più che altro una lunga intervista esulando dal concetto di fondo, ITA Airways ritiene che Aeroitalia abbia un marchio che richiama quello Alitalia e quindi non conforme alle norme di legge. Intieri evidentemente ritiene che non sia così altrimenti lo avrebbe cambiato. I tribunali servono proprio per dirimere queste cose senza necessità di fare tanto vittimismo.
 
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leerit

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Contromossa della compagnia Aeroitalia in merito alla querelle in corso con il vettore aereo di bandiera ITA Airways in merito al contezioso sui marchi delle due società. La compagnia guidata dall'amministratore delegato Gaetano Intrieri ha dato mandato allo studio legale Pinelli & Schifani per predisporre un accesso agli atti pubblici per verificare i documenti sulla cessione del marchio Alitalia ad ITA.

L'obiettivo è quello di verificare se il passaggio della titolarità del marchio e del nome "Alitalia", transizione avvenuta fra Alitalia in Amministrazione straordinaria ed ITA Airways, avvenne secondo le regole procedurali e nell’interesse dei creditori di Alitalia.

Era ottobre 2021 quando la neonata Italia Trasporto Aereo (ITA), guidata dall'allora presidente Alfredo Altavilla, aveva comprato per 90 milioni di Euro il marchio Alitalia, cioè la possibilità di usarne il nome ed i simboli. Ad ottobre 2023 l’aerolinea di Stato aveva fatto causa e chiesto un risarcimento poiché ritiene che il logo di Aeroitalia sia troppo simile al proprio marchio tricolore. Adesso Aeroitalia ha deciso che vuole vederci chiaro.


P.S. mi verrebbe da dire: e se ne accorge dopo oltre 2 anni?


 

AirFleet

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L'Agenzia di Viaggi

Ita-Alitalia, ancora grane legali da Aeroitalia e dagli ex dipendenti


Piovono nuove grane legali per quella che fu la compagnia di bandiera, Alitalia, e quella che è a tutti gli effetti la principale aerolinea italiana, Ita Airways. La nuova tegola si chiama Gaetano Intrieri, amministratore delegato di Aeroitalia, che, nell’ormai noto contenzioso intorno ai loghi con la contestazione sollevata da Ita, ha deciso di passare al contrattacco affidando a uno studio legale (Pinelli & Schifani) la visione degli atti pubblici per verificare i documenti relativi alla cessione del marchio Alitalia a Ita e accertare se il passaggio della titolarità abbia rispettato la procedura prevista e non danneggiato gli interessi dei molti creditori della ex compagnia di bandiera.

Nel 2021 Ita aveva acquistato il marchio Alitalia per 90 milioni di euro, insieme alla possibilità di utilizzare la livrea, che infatti appare ancora in alcuni aeromobili di Ita. A inizio 2023 la nuova compagnia aerea ha fatto causa ad Aeroitalia con la contestuale richiesta di un risarcimento, perché il logo utilizzato dal vettore guidato da Intrieri, che richiama il tricolore, appare molto simile a quello di Alitalia.

A questo fardello si sono ora aggiunte le rivalse di 53 dipendenti dell’Alitalia che, riassunti da Ita perché il giudice del Lavoro di Roma ha accertato la «sussistenza del trasferimentro del ramo di azienda», hanno richiesto gli arretrati facendo pignorare 9,4 milioni di euro dai conti del vettore. Ita sostiene di non dover elargire questi arretrati, sostenendo di aver già provveduto ad erogare le retribuzioni maturate applicando i suoi parametri salariali, mentre gli ex dipendenti di Alitalia richiedono altri 6 milioni di euro calcolati sul differenziale dell’attività lavorativa potenzialmente svolta dall’ottobre del 2021.

Tra l’altro questa vicenda giudiziaria, che in buona parte verte sul concetto di “continuità aziendale“, potrebbe far scaturire nuove contestazioni anche da parte dei competitor esteri di Ita (in particolare Air France-Klm e British Airways) che stanno facendo pressing affinché la Commissione Ue sollevi rilievi sulla nuova partnership con il Gruppo Lufthansa. Il timore che da Bruxelles possa giungere una qualche contestazione è palpabile anche negli ambienti del Mef, proprietaria di Ita, anche se ufficialmente si ostenta totale tranquillità sul responso che giungerà dall’Ue.