La maratona notturna di lunedì 11 novembre ha visto prevalere la linea del Tesoro, spianando le divergenze sul prezzo. Per mantenere quello pattuito, è stato utilizzato lo stesso metodo che ha portato alla rivalutazione degli asset della compagnia italiana nel 2023. I rimedi salva-concorrenza aprono alcune rotte di corto e lungo raggio a Easyjet, Air France e Iag. L’ingresso dei tedeschi avverrà a inizio 2025
L’accordo per l’ingresso di
Lufthansa in
Ita è fatto. A ridosso della scadenza della mezzanotte, lunedì 11 novembre sono stati inviati i documenti finali all’
Antitrust Europeo, in accordo con l’azionista italiano, il
Ministero dell’Economia.
Premiata la linea del
Mef che ha ricucito lo
strappo del 4 novembre ma ha mantenuto il punto, dopo la richiesta da parte della compagnia aerea tedesca di rivedere al ribasso il
prezzo d’acquisto della seconda tranche di azioni. Quella cioè che porterà
Lufthansa dal 41 al 90% di Ita nel 2027, esercitando le
opzioni call. Il restante 10% potrà essere acquisito entro il 2033
La nota del Tesoro
La nota che sancisce il ritrovato accordo è stata diffusa poco dopo le 23. «Il Mef comunica che sono stati inviati alla Direzione Generale della Concorrenza della Commissione Europea gli accordi rientranti tra le
misure correttive presentate con riferimento all’operazione di concentrazione che prevede l’ingresso di Deutsche
Lufthansa nel capitale di Ita Airways, come previsto nella decisione della Commissione Europea del 3 luglio 2024. Si attende con fiducia l’
approvazione definitiva della Commissione Europea per procedere al closing dell’operazione». C’è anche un riferimento alla parte calda del dossier. «Le condizioni economiche previste non hanno subito variazioni rispetto all’accordo già siglato».
Dallo sgambetto al lieto fine
La revisione del prezzo, al di là della sostanza, a Via XX Settembre era stata considerata uno sgarbo per la tempistica, visto che l’acquirente l’ha buttata sul tavolo del ministro
Giancarlo Giorgetti proprio al rush finale. Poi i riavvicinamenti progressivi e infine, dopo una maratona che ha tenuto al lavoro le parti tutto il weekend e fino alla tarda serata dell’11 novembre, la schiarita, che ha visto come principale artefice
Marcello Sala, direttore generale del Dipartimento dell’Economia del Mef, che ha in pancia anche le partecipate pubbliche.
Immutati i cosiddetti rimedi a garanzia della
concorrenza in forza degli accordi triennali con
Easyjet,
Air France e
Iag (la holding cui fanno capo British Airways e Iberia) su slot e rotte di corto e lungo considerati ridondanti da Bruxelles, le parti hanno trovato l’intesa sulla questione economica sollevata da
Lufthansa rispetto alle performance attese di Ita, che come sottolineato dal Mef si sono rivelate migliori di quelle a budget e quindi tali da non giustificare ribassi dell’ultimo minuto.
Il mini-sconto e l’ipotesi arbitro
Stando alle indiscrezioni, la differenza di prezzo per il cosiddetto sconto chiesto dai tedeschi sarebbe dapprima scesa al di sotto dei 10 milioni di euro, già considerata «esigua per mettere a rischio l’accordo», oltre al fatto che sarebbe svanita la richiesta di
dilazionare i pagamenti. Ma poi si è imposta la linea del Mef e
Lufthansa avrebbe rinunciato del tutto alla
clausola di aggiustamento. Per mantenere il prezzo pattuito (altri 325 milioni di euro per il 49%, ma da versare al Tesoro) sarebbe stato utilizzato il metodo dell’Udc (
Unlevered Discounted Cash Flow)
, che include anche gli aerei di proprietà
. Il metodo è quello che nel bilancio 2023 ha portato alla
rivalutazione degli asset di Ita, dopo l’impairment test da 85,6 milioni di euro del 2022
. Per evitare sospetti di malafede si è esplorata persino la possibilità di far intervenire una sorta di
arbitro, un valutatore terzo e indipendente.
Ora sul via libera dell’Ue, atteso a cavallo tra novembre e dicembre 2024, non dovrebbero esserci sorprese. L’ingresso dei tedeschi avverrà quindi a inizio
2025.
Gli effetti del primo aumento di capitale
Mai stato in discussione, invece, l’importo dell’
aumento di capitale riservato per l’ingresso di
Lufthansa al 41%:
325 milioni di euro da versare nelle casse della compagnia italiana.
Su quella cifra, come è in grado di ricostruire
MF-Milano Finanza, Ita Airways ha basato anche la stima del valore recuperabile del capitale investito al 31 dicembre 2023, affidandosi a un consulente esterno che ha provveduto a confrontare valore di mercato, al netto dei
costi di vendita, e valore d'uso degli asset. L’analisi, grazie al metodo Udc, ha portato ad
azzerare le svalutazioni effettuate da Ita nel 2022, grazie a una rivalutazione di 73,1 milioni di euro. Il fair value corrisponde ai 325 milioni di euro a carico di
Lufthansa, in quanto «ammontare ottenibile dalla vendita in libera transazione tra parti consapevoli e disponibili». Il valore d'uso, invece, è stato stimato sui
flussi di cassa al 2028. (riproduzione riservata)
La maratona notturna di lunedì 11 novembre ha visto prevalere la linea del Tesoro, spianando le divergenze sul prezzo. Per mantenere quello pattuito, è stato utilizzato lo stesso metodo che ha portato alla rivalutazione degli asset della compagnia italiana nel 2023. I rimedi salva-concorrenza...
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