*** Alitalia chiede l'amministrazione straordinaria ***


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flyboy

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Giusto per rimarcare chi pagherà i 600 mio € di prestito ponte, ecco quanto scrive Repubblica oggi:

ROMA - Alitalia ha perso circa 500 milioni nel 2016 e altri 200 solo nel primo trimestre del 2017. Bastano queste cifre a spiegare l'urgenza con cui si stanno muovendo i commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari per individuare i primi costi da tagliare. In cima alla lista ci sono gli onerosi contratti derivati su carburante e tassi di cambio, e la convinzione è di poter trovare una soluzione a stretto giro, entro la fine della settimana.

Se quegli strumenti di assicurazione stipulati con diverse banche, italiane e straniere, potranno come sembra essere qualificati come contratti finanziari, i commissari avranno la facoltà di scioglierli in maniera unilaterale, senza penali. Una mossa che, ha spiegato Gubitosi nei giorni scorsi, potrebbe bloccare un'emorragia da 120 milioni di euro.

Più difficile invece si annuncia la revisione degli accordi industriali di leasing, gli affitti degli aerei stipulati dalla controllata irlandese di Alitalia. I consulenti legali li stanno studiando, ma è probabile che stracciarli costerebbe caro. L'alternativa è sedersi al tavolo con le società di leasing per rinegoziarli a condizioni più vantaggiose di quelle attuali, fino al 15% più care rispetto alla concorrenza. Rivisti i derivati, sarà il secondo dossier aperto dai commissari, insieme a quelli sulle altre forniture.

Per garantire la continuità dei voli Alitalia deve versare diritti di sorvolo e di scalo, oltre che pagare manutenzione e servizi di handling. Con l'avvio del commissariamento i crediti degli ultimi due mesi sono stati congelati e in queste ore diversi partner, molti dei quali rimasti coinvolti anche dal fallimento del 2008, si sono fatti avanti per chiedere garanzie. Verso alcuni operatori, specie quelli italiani che dipendono molto da Alitalia, la capacità negoziale è più forte, con altri soggetti internazionali meno. Per evitare che interrompano i servizi i commissari potrebbero garantire pagamenti più celeri rispetto ai due mesi ordinari, sfruttando il prestito pubblico da 600 milioni che arriverà oggi nella casse della compagnia.

Garantite queste forniture essenziali per volare, l'obiettivo è aggredire ogni spesa tagliabile, comprese quelle del personale. Mercoledì i commissari hanno in programma un primo incontro con i sindacati: non si dovrebbe parlare di cifre, ma Gubitosi ha già messo in chiaro che la ristrutturazione non sarà indolore. Del resto, se l'obiettivo è aprire già entro 15 giorni alle manifestazioni di interesse, sarà decisivo presentare al mercato una compagnia sulla via del risanamento.

Il bilancio al 28 febbraio parla di 2,3 miliardi di passività a fronte di 921 milioni di attivi, tra cui anche marchio e avviamento che non potranno che svalutarsi. Per avere qualche chance di vendere, è chiaro che i debiti, compreso quello verso lo Stato, dovranno essere lasciati in una bad company. E che quella "sana" che andrà in vetrina avrà un perimetro molto più limitato di quello attuale: "Sarà necessario tagliare le rotte maggiormente in perdita, in Italia e in Europa, con relativi esuberi ", dice Andrea Giuricin, docente di Economia dei Trasporti all'Università Bicocca di Milano. Nuovo perimetro che nell'idea dei commissari potrebbe essere definito a cavallo dell'estate, anche sulla base delle trattative con i soggetti interessati all'acquisto.

Margini di manovra strettissimi, "al limite del miracolo" dice Giuricin, specie perché una variabile ancora più importante dei costi sono i ricavi, i biglietti venduti, vero tallone d'Achille della compagnia. Gubitosi ha garantito l'operatività dei voli per la decisiva stagione estiva, ma il problema, visto l'orizzonte limitato del commissariamento, è destinato a riproporsi per i mesi successivi. Chi lavora in prima linea come agenzie e tour operator rileva un deciso calo delle prenotazioni. "Siamo preoccupati per la stagione invernale - dice Nardo Filippetti, presidente dell'associazione di categoria Astoi - solo se tutelati potremo confermare gli acquisiti".

Nella migliore delle ipotesi, identificato un compratore, queste garanzie potrebbero arrivare estendendo il commissariamento al periodo delle trattative. Nella peggiore, il calo degli introiti potrebbe rendere vano il taglio dei costi. E allontanare gli acquirenti.

http://www.repubblica.it/economia/2...oni-164909046/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P5-S1.8-T1
 

berioz

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Incredibile.
Prima del referendum coi sindacati nessuno sollevava le difficoltà nella rinegoziazione dei contratti di leasing lasciando intendere che era già un punto acquisito.
Ora invece si scopre che è molto difficile e oneroso pure nell'ambito di una procedura concorsuale; figuriamoci nella ambito di una ristrutturazione in bonis nell'ipotesi in cui i lavoratori avessero votato SI.
D'altro canto, le società di leasing hanno tutto l'interesse a concedere uno sconto del 15% perché non troveranno mai qualcun altro disposto a pagare quanto paga ora Alitalia.
 

RogerWilco

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D'altro canto, le società di leasing hanno tutto l'interesse a concedere uno sconto del 15% perché non troveranno mai qualcun altro disposto a pagare quanto paga ora Alitalia.
Da quel che si percepisce un ribasso del 15% dei canoni di leasing vorrebbe dire di portarli ad un livello concorrenziale. Perché una società di leasing dovrebbe accettare un tale accordo verso una società senza potere contrattuale in termini economici e con un rating di affidabilità uguale a zero quando allo stesso prezzo li potrebbe noleggiare ad una società sana? Scusate... chiedo per pura ignoranza...
 

MindOnAir

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Incredibile.
Prima del referendum coi sindacati nessuno sollevava le difficoltà nella rinegoziazione dei contratti di leasing lasciando intendere che era già un punto acquisito.
Ora invece si scopre che è molto difficile e oneroso pure nell'ambito di una procedura concorsuale; figuriamoci nella ambito di una ristrutturazione in bonis nell'ipotesi in cui i lavoratori avessero votato SI.
D'altro canto, le società di leasing hanno tutto l'interesse a concedere uno sconto del 15% perché non troveranno mai qualcun altro disposto a pagare quanto paga ora Alitalia.

Secondo me e' proprio il gioco opposto: A. e' in una situazione tale da non poter trovare nessun altro lessor disposto a derle aerei, pertanto i suoi lessor possono fare gioco duro. Non mi sorprenderebbe quindi che questi possano addirittura alzare la posta in gioco minacciano l'attivazione della procedura di repossession: se va bene A. continua a pagare, se va male si riprendono gli aerei prima del sequestro fallimentare. my 2 cents..
 
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tiefpeck

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A me un premio del 15% su una compagnia aerea che fallisce non regolarità ogni X anni pare del tutto normale visto che le procedure concorsuali comportano canoni non pagati, revocatorie fallimentari di canoni già pagati, ecc.

Ignoro se in caso di sale and lease back il canone debba essere più alto, ma, se cosí fosse, è un altro elemento da tenere in considerazione.

Valutazione spannometrica: se si considerano le spese relative al fallimento pari ad un anno di canoni, questo significa che i lessor stimano che l'evento concorsuale possa accadere statisticamente ogni sei anni. Dal settimo anno (15 x 7 = 105%) vanno in attivo. Sarebbe interessante se qualcuno del settore potesse offrire stime più accurate.

Chiaramente se c'è una riduzione unilaterale dei canoni, non è detto che il lessor voglia continuare il contratto, o che se ne trovi un altro che voglia subentrare. Si può naturalmente tornare a comprare gli aerei, ma con che soldi?

Questa è allocazione contrattuale dei rischi; per il resto ci sono le scie kimike.
 

tiefpeck

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Secondo me e' proprio il gioco opposto: Alitalia e' in una situazione tale da non poter trovare nessun altro lessor disposto a derle aerei, pertanto i suoi lessor possono fare gioco duro. Non mi sorprenderebbe quindi che questi possano addirittura alzare la posta in gioco minacciano l'attivazione della procedura di repossession: se va bene Alitalia continua a pagare, se va male si riprendono gli aerei prima del sequestro fallimentare. my 2 cents..
Appunto. Perlomeno in Italia non si applica la Convenzione di Cape Town, ma all'estero sì (e se si applicasse anche in Italia, il canone scenderebbe di qualche punto percentuale).
 

totocrista

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A me un premio del 15% su una compagnia aerea che fallisce non regolarità ogni X anni pare del tutto normale visto che le procedure concorsuali comportano canoni non pagati, revocatorie fallimentari di canoni già pagati, ecc.

Ignoro se in caso di sale and lease back il canone debba essere più alto, ma, se cosí fosse, è un altro elemento da tenere in considerazione.

Valutazione spannometrica: se si considerano le spese relative al fallimento pari ad un anno di canoni, questo significa che i lessor stimano che l'evento concorsuale possa accadere statisticamente ogni sei anni. Dal settimo anno (15 x 7 = 105%) vanno in attivo. Sarebbe interessante se qualcuno del settore potesse offrire stime più accurate.

Chiaramente se c'è una riduzione unilaterale dei canoni, non è detto che il lessor voglia continuare il contratto, o che se ne trovi un altro che voglia subentrare. Si può naturalmente tornare a comprare gli aerei, ma con che soldi?

Questa è allocazione contrattuale dei rischi; per il resto ci sono le scie kimike.
visto l'uso massiccio in passato di sale and lease back ci potrebbe stare che il canone sia più alto.
Certo accorgersi dopo 7/8 anni che i canoni sono troppo alti fa riflettere.
 

berioz

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Secondo me e' proprio il gioco opposto: Alitalia e' in una situazione tale da non poter trovare nessun altro lessor disposto a derle aerei, pertanto i suoi lessor possono fare gioco duro. Non mi sorprenderebbe quindi che questi possano addirittura alzare la posta in gioco minacciano l'attivazione della procedura di repossession: se va bene Alitalia continua a pagare, se va male si riprendono gli aerei prima del sequestro fallimentare. my 2 cents..
Ma soprattutto, se i lessor ritengono di tenere duro sul prezzo, è perché il governo italiano sta spingendo perché alitalia resti unita. E in questo caso non possono fare a meno degli aerei.
Se invece il pericolo concreto per i lessor fosse quello di riaverli indietro, a quel punto avrebbero tutto l'interesse a ridurre i canoni, e questo perché la riallocazione dell macchine sul mercato ha un costo non indifferente.
 

totocrista

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Ma soprattutto, se i lessor ritengono di tenere duro sul prezzo, è perché il governo italiano sta spingendo perché alitalia resti unita. E in questo caso non possono fare a meno degli aerei.
Se invece il pericolo concreto per i lessor fosse quello di riaverli indietro, a quel punto avrebbero tutto l'interesse a ridurre i canoni, e questo perché la riallocazione dell macchine sul mercato ha un costo non indifferente.
Se... Meglio riprendersi gli aerei che darli gratis.
Az non ha potere per fare sti giochetti.
Al massimo le rimangono i suoi 40 aerei e amen.

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Nickee

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Sul volo si rientro da Tokyo di metà maggio nel giro di 10 giorni vedo che la cabina, economy, si è riempita al 90%.
Fino ad aprile c'erano occupati un 120 posti circa


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belumosi

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Appunto. Perlomeno in Italia non si applica la Convenzione di Cape Town, ma all'estero sì (e se si applicasse anche in Italia, il canone scenderebbe di qualche punto percentuale).
A fare testo è la nazionalità del locatario, o quella di registrazione dell'aereo (Irlanda)? In altre parole, i lessor sarebbero autorizzati a fare una eventuale repossession a FCO degli aerei con marche irlandesi, oppure no?
 

nicolap

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ovviamente il dubbio che un altra persona abbia copiato il link non ti è venuto, cosa poi abbia a che fare con il tema di questa discussione non è chiaro, mi pare un pochino off topic
com'è che dice il proverbio? excusatio non petita ....
 

totocrista

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A fare testo è la nazionalità del locatario, o quella di registrazione dell'aereo (Irlanda)? In altre parole, i lessor sarebbero autorizzati a fare una eventuale repossession a FCO degli aerei con marche irlandesi, oppure no?
Per quanto ricordi fa testo la nazione di registrazione dell'aereo. Per questo scelgono quasi tutti l'Irlanda (non so se ti ricordi di windjet).
Quindi secondo me la risposta alla tua domanda è: SI
 

tiefpeck

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A fare testo è la nazionalità del locatario, o quella di registrazione dell'aereo (Irlanda)? In altre parole, i lessor sarebbero autorizzati a fare una eventuale repossession a FCO degli aerei con marche irlandesi, oppure no?
Non è la mia materia ma credo che conti la nazionalità del debitore ovvero del locatario. V. qui al punto 4: https://www.dentons.com/en/insights/alerts/2015/november/25/aircraft-finance-briefing

Segnalo anche la seguente: The airlines of States that adopt the Convention and the Protocol may receive a ten percent (10%) discount on export credit premiums. For example, it was calculated that the adoption of the Convention will enable Australian airlines to save $330,000 on the purchase of a new ATR 72 and $2.5 million on the purchase of an Airbus A380 (fonte http://www.icao.int/sustainability/Pages/Capetown-Convention.aspx).
 

tiefpeck

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Per quanto ricordi fa testo la nazione di registrazione dell'aereo. Per questo scelgono quasi tutti l'Irlanda (non so se ti ricordi di windjet).
Quindi secondo me la risposta alla tua domanda è: SI
Credo che la scelta dell'Irlanda sia soprattutto fiscale. Ciò non toglie che si possa fare una repossession sulla base di una legge diversa dalla Convenzione (e dal Protocollo), ma il problema è se poi è eseguibile -- ecco perché è meglio essere Stati membri della Convenzione e del Protocollo.
 

berioz

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Se... Meglio riprendersi gli aerei che darli gratis.
Az non ha potere per fare sti giochetti.
Al massimo le rimangono i suoi 40 aerei e amen.

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I canoni vengono pagati in prededuzione, questo vuol dire che oggi AZ è la compagnia più garantita del mondo. Fra 6 mesi si vedrà
 

totocrista

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Credo che la scelta dell'Irlanda sia soprattutto fiscale. Ciò non toglie che si possa fare una repossession sulla base di una legge diversa dalla Convenzione (e dal Protocollo), ma il problema è se poi è eseguibile -- ecco perché è meglio essere Stati membri della Convenzione e del Protocollo.
Sul forum ho trovato questo articolo:

http://www.aviazionecivile.org/vb/s...**-vs-I-****?p=1247456&viewfull=1#post1247456

Normalmente infatti avviene che a causa delle diverse giurisdizioni coinvolte nell’accordo di finanziamento (quella del costruttore dell’aeromobile, quella del finanziatore e quella del vettore) gli uffici legali dovevano confrontarsi con molteplici normative che richiedevano un gran dispendio di tempo e di studio, e nel frattempo il velivolo continuava a volare per il vettore insolvente….
Con Cape Town il velivolo (o il motore) viene bloccato e restituito in tempi brevissimi. Solo in cambio di questa possibilità di ri-possesso immediato i finanziatori garantiscono condizioni più flessibili e meno onerose.
Da quanto sopra appare chiaro che il Protocollo si applica solo e soltanto se il cosiddetto "obligor", ovvero il soggetto passivo dell’operazione, cioè l’aerolinea, appartiene ad un Paese che ha ratificato l’accordo.
Se sussiste questo presupposto, chi presta il finanziamento ("lender" o "lessor") si affretta a iscrivere la transazione su un registro telematico internazionale situato in Irlanda e in quel momento egli diventa il creditore privilegiato di quel bene mobile (velivolo o motore di aeromobile). Ciò significa che se sfortunatamente l’aerolinea fallisce o è insolvente, il creditore potrà agire immediatamente senza perdersi nei meandri dei cavilli burocratici che ogni Paese inevitabilmente ha.

Appare quindi evidente che una aerolinea che impiega aeromobili registrati in Irlanda - siano essi in leasing, come il nuovo Embraer 190, o di proprietà di una propria controllata, come scrisse la stampa italiana per la già ricordata "migrazione" di fine 2010 - può sfruttare l’adesione irlandese al Protocollo per ottenere condizioni più vantaggiose, in quanto chi eroga il finanziamento ha maggiori certezze per rivalersi immediatamente qualora necessario. È questa una "variazione sul tema" che possono sfruttare le aerolinee di quei Paesi che non hanno ratificato l’accordo, e da ciò deriva che il Protocollo di Cape Town oltre che riferirsi a mere transazioni di finanziamento per l’acquisto di uno specifico velivolo può anche venir usato sotto altre varianti come quella sopradescritta.

Quindi in sostanza visto che in Italia non è stato ratificato l'accordo di Cape Town sembrerebbe come dici tu.

comunque mi studierò un po il trattato e vedremo:)

http://www.unidroit.org/english/conventions/mobile-equipment/mobile-equipment.pdf
 
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