Noto che ancora, dopo molti anni, e molti post , il concetto di dry-lease è ancora oscuro ai più, e mi accingo quindi, qui di seguito , a fornire qualche ulteriore informazione.
Quando una compagnia aerea decide di prendere in affitto un aereo, si rivolge ad un Lessor,
che è un proprietario di aerei , i cui guadagni si fondano, appunto, sul dare in affitto gli aerei.
Alcune società danno in affitto le biciclette, altre le sdraio, ma loro no, loro danno in affitto gli aerei.
Li comprano, li immatricolano nel loro paese (generalmente Irlanda) e poi aspettano che qualcuno glieli chieda in affitto. Altre società, che non sono Lessor , come le Compagnie Aeree che abbiano una eccedenza momentaneamente di aerei in flotta (come la tedesca WDL), possono parimenti decidere di dare in affitto i loro aerei ‘al prato’ ad un altro operatore
(come la EGO, che ne ha evidentemente bisogno) , evitando così di avere un bene improduttivo, e dovendosene accollare quindi anche i relativi costi.
Allora : dove ci sarebbe una evasione, visto che gli aerei sono comunque già sdoganati in Europa (Irlanda o Germania o altro Paese)? Inoltre : la compagnia aerea paga la rata di affitto,
non paga un mutuo per l’acquisto , quindi, dove sta la presunta evasione ? Ancora : una nascente compagnia aerea italiana potrebbe permettersi di acquistare un aereo ? Infine : decidendo la nascente compagnia aerea di affittare un aereo, potrebbe essa affidarsi ad un lessor italiano ?
Ecco le quattro risposte : non c’è/non esiste/no/no
Il fatto poi che la maggior parte degli aerei ‘in affitto’ sia immatricolato in Irlanda dipende dal fatto che la maggior parte dei lessor risiede in Irlanda !!! Perché ? secondo me due motivi, ugualmente importanti : semplicità fiscale / amministrativa, ed un CAA esperto, dinamico e cooperativo.
Ottenere un certificato di registrazione e di aeronavigabilità in Irlanda è rapido – se l’aereo è idoneo, ovviamente. E quando l’aereo è inserito in un AOC italiano, seppur con marche irlandesi, e qualora fosse necessario un particolare tipo di autorizzazione tecnica, ecco che l’autorità irlandese (IAA) collabora a risolvere il problema dell’utente (anche se italiano), mettendo a disposizione un gruppo di veri esperti, con ampia esperienza nell’industria aeronautica. Stessa cosa si può dire di altre autorità- mi viene in mente quella svizzera.
E’ capitato a più di uno di noi di vedere una IAA che risolve i problemi della compagnia aerea italiana, quando invece l’ENAC ne frena e ritarda la risoluzione.
Gli ispettori IAA per la maggior parte sono degli esperti che hanno alle spalle anni di lavoro in industrie aeronautiche di settore (ingegneria, manutenzione, etc) prima di venire assunti in IAA, e quindi sono proattivi e pratici – del resto sorvegliano la più grande flotta di aerei immatricolati in Europa (non solo Ryanair, ma anche Alitalia, etc).
Ve lo immaginate un lessor che, una volta acquistato un aereo del valore di un centinaio di milioni , aspetti uno/due mesi per poter risolvere le paturnie mentali del burocrate ENAC, magari neoassunto in addestramento , prima di immatricolare il suo aereo? Con l’IAA irlandese, in tre giorni dall’arrivo dell’aereo in Europa (-esatto, tre giorni)- si ottiene Certificato di Aeronavigabilità e Certificato di Immatricolazione ; l’ispettore viene in Italia, fa l’ispezione fisica dell’aereo ( e la sa fare bene !!),si compila autonomamente certificati e li firma lui stesso, li consegna all’utente e riparte. Con l’ENAC sarebbe un andirivieni di direzione locale, e poi Roma, e poi chi firma? E poi : “è fuori stanza” … ..
Ancora qualcuno ha dei dubbi che affittare aerei irlandesi sia “evasione fiscale” ???