Piaggio p-180 Avanti III


SOYUZ

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Dancrane,

a questo punto devo dedurre che TW è interdetto e che tu sei il suo tutore.
Lascia perdere la storia del ’vittimismo’ perché è un vecchio trucchetto da moderatore quando non si hanno più argomenti
Ora, in particolare, TW non chiede, e non mi chiede, nessun tipo di informazione: si limita a buttare nel forum frasette inconsulte per mostrare conoscenze che però gli mancano.
Intervieni tu e metti in bocca al troll delle domande rivolte a me, la cui risposta se la può dare chiunque , ma in particolare:

- l'aereo non sta vendendo: vero o falso? Vero, per quanto riguarda gli ultimo 12 mesi

- non ci sono ordini da parte di soggetti che non siano legati in qualche modo alla politica da non si sa quanti anni, e l'azienda non può fare affidamento che su queste commesse: vero o falso?
No, con la domanda in questi termini non ci sono solo le due opzioni vero / falso ; riformula per favore,
e ti troverai la risposta da solo
- la versione senza pilota, a parte l'avere perso il prototipo nel corso di una prova, costa il doppio di versioni omologhe di altre aziende già presenti sul mercato ed alleate: vero o falso?
Non so rispondere, se però hai le informazioni circa i prezzi delle altre versioni omologhe (definiscimi dettagliatamente ‘omologhe’) di altre aziende già presenti sul mercato (elencamele) e pure alleate (elenca),
ti posso dare un aiuto a chiarirti le idee. Mi confermi che hai queste informazioni?

- degli ultimi bilanci aziendali, nemmeno l'ombra: vero o falso?
Vero, come ho letto poco sopra nel forum, in riferimento agli ultimi due anni

-ma ti chiedo di smentire, dati alla mano, che il progetto sia fallimentare e che il tutto sia tenuto a galla dallo Stato (tramite ordini per i propri organismi, dalla GDF all'ENAV,
Questa poi ! Fino ad ora tu non hai portato un dato a supporto delle tue affermazioni, se non trafiletti tagliuzzati qua e là da giornaletti e blogghetti, e vieni a chiedere a me di ‘smentire’ ? Ma fammi un favore, dài ! E smentire cosa poi ? Che il ‘progetto’ sia o non sia fallimentare ? Ma metticeli tu i dati alla mano per confermare quello che dici ! E poi : se lo stato ‘ordina per i propri organismi’, cosa vuol dire ? Che Leonardo galleggia perché qualche organo di Stato ordina caccia e/o elicotteri ad un costo cinque o sei volte superiore al loro valore commerciale ? O che la FCA galleggia perché vende le ‘Alfette’ ai Carabinieri/Finanza/Polizia Penitenziaria etc ad un costo che non è certo quello della concessionaria sottocasa?

e ricorso sistematico alla CGIS), pur trattandosi di compagnia privata al 100% che,.
Qui ti ho perso: si, ha fatto ricorso sistematico alla CIGS, come il 50% dell’industria italiana,privata e non, in questi ultimi anni. Se non sbaglio, l’ultimo ‘aiuto’ (per l’allora RinaldoPiaggio) è stata la legge Prodi nel 91

sino a prova contraria, dovrebbe lavarsi i panni sporchi in famiglia ed organizzare con risorse proprie la prosecuzione dell'attività
Anche qui non ti seguo; togliendo la CIGS , che non è certo un aiuto di Stato, visto che lo pagano tutti i dipendenti, quando è che non si è ‘lavata i panni sporchi in famiglia’ ? Quando è che non si è ‘è organizzata con riserve proprie la propria prosecuzione dell’attività’ ? Boh! Scusa, ma qui stai buttando frasi da ‘Movimento Studentesco’ degli anni ‘70
 

Paolo_61

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Soyuz, una domanda che richiede una risposta semplice. Davvero credi che oggi il programma 180 sia economicamente sostenibile?
 
F

flyboy

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Dancrane,

a questo punto devo dedurre che TW è interdetto e che tu sei il suo tutore.
Povero TW con Dancrane che fa da badante!!! Che brutta immagine!!!!

Comunque non puoi scrivere che non ti sono stati forniti dati. Ti hanno fatto l'elenco degli ordini per anno, ti hanno postato i dati economici (post 352).

Tieniti pure le tue idee, ma permetti a tutti gli altri di raccontare la verità dei fatti.

Per il resto sono solo inutili scaramucce che portano avanti un topic oramai privo di senso.
 

indaco1

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.
Comunque e' un bel volatile, una strada diversa, invece del solito tubo con due ali e due gondole. E' un peccato che non regga.
 

SOYUZ

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Povero TW con Dancrane che fa da badante!!! Che brutta immagine!!!!

Comunque non puoi scrivere che non ti sono stati forniti dati. Ti hanno fatto l'elenco degli ordini per anno, ti hanno postato i dati economici (post 352).

Tieniti pure le tue idee, ma permetti a tutti gli altri di raccontare la verità dei fatti.

Per il resto sono solo inutili scaramucce che portano avanti un topic oramai privo di senso.
Flyboy,

non serve a niente leggere un thread un post ogni dieci, ti perdi tutto.
Io ho risposto a Dancrane, i 'dati economici' non contenevano certo le risposte alle domande che
lui mi ha posto, e i dati che gli ho chiesto, sui quali lui basa le sue affermazioni, non me li ha ancora dati.
Certamente che gli 'altri' possono raccontare le loro verità, mica sono certo io che posso vietarlo o permetterlo !!!!!
E se ilo topic non ti interessa , beh...... che ci leggi a fare ?? Mah....
 

Paolo_61

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Personalmente non credo che sia sostenibile con questi pochi ordini
Personalmente lo trovo bellissimo, ma il mercato non concorda con me. Perché non vende? No idea, può essere obsoleto, inadatto alla missione o semplicemente con un cost of ownership troppo alto. Poco importa, esteticamente bellissimo, finanziariamente un cesso.
 

Dancrane

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Flyboy,

non serve a niente leggere un thread un post ogni dieci, ti perdi tutto.
Io ho risposto a Dancrane, i 'dati economici' non contenevano certo le risposte alle domande che
lui mi ha posto, e i dati che gli ho chiesto, sui quali lui basa le sue affermazioni, non me li ha ancora dati.
Certamente che gli 'altri' possono raccontare le loro verità, mica sono certo io che posso vietarlo o permetterlo !!!!!
E se ilo topic non ti interessa , beh...... che ci leggi a fare ?? Mah....
Concordo. Se rileggi il thread dall'inizio, troverai passaggi interessanti, dai quali ho preso spunto per le mie domande, tipo questi:

Quattordici aeroplani consegnati lo scorso anno. Poco più di uno al mese. A prezzo di listino (cosa inverosimile) sono un fatturato totale di 100 MUSD...
IMHO il "successo" è ben altra cosa.
L'anno scorso nel mondo (aerei civili) sono stati consegnati 361 turboprops, 703 business jets e 886 pistons nuovi.
No un momento. Qui si vuol far passare chi critica alcune scelte fatte da Piaggio come un traditore della Patria, il che mi sembra decisamente fuori luogo.
L'Italia ha eccellenze riconosciute a livello mondiale in campo aeronautico: due per tutte, ATR e gli addestratori Aermacchi. Ed è solo motivo di piacere ed orgoglio riconoscerlo.
Piaggio con il P180 ha sbagliato il prodotto. Non lo dico io, lo dice il mercato. Stop. Il discorso si chiude qui. E' irrilevante che il progetto fosse più o meno valido, i clienti volevano altro. E se un'azienda non vende, muore.
A prescindere che sia italiana, americana o kazaka.
Il nuovo mega-UAV, non è esattamente un prodotto che si vende a chiunque, tutt'al più parliamo di poche decine di stati che potrebbero valutare un oggetto simile.
E prendendo spunto da questo, non sarebbe stato male lanciare il programma con qualche ordine fermo.
Ma tant'è, voglio sperare che abbiano sondato molto ma molto bene il terreno prima di imbarcarsi in un'impresa del genere.
Come ho già fatto in precedenza invio un sincero in bocca al lupo a Piaggio e a chi ci lavora, ma ribadisco tutte le riserve che ho su questo progetto.
Ho pensato esattamente la stessa cosa.
Prendendo come base il prezzo di listino del P180 che dovrebbe essere 5.5 M€ e un costo medio lordo annuo per lavoratore di 30.000€, scopriamo che bisogna vendere 7 P180 a prezzo pieno solo per pagare il personale.
Calcolo molto all'ingrosso, che comunque credo renda bene l'idea.
Un drone che ha le dimensioni di un aereo. Una cosa totalmente senza senso.
E che dovrebbe poter "spiare", con quel rumore assordante...
Ora, a parte tutto, la discussione è nata dall'offesa (a tuo dire) di definire il P180 un cesso di aereo. Appurato che il concetto di "cesso" è una metafora per definire il fallimento commerciale del velivolo (cosa acclarata, tu stesso sostieni che il progetto non si sostiene economicamente), mi preme ricordare come, sempre secondo il bambino al quale farei da badante, definisca alla stessa maniera anche l'A380.
TW è ruvido, diretto, sprizza antipatia da tutti i pori, ne convengo: MA, a differenza di molti, dice le cose che pensa e per come stanno, senza peli sulla lingua, argomentando quel che sostiene. Idee che, come tutte, possono essere più o meno condivisibili, ma che hanno precisi fondamenti che elenca uno ad uno. Questo thread, se riletto dall'inizio, ne è un esempio: vai a leggere quel che continua a ripetere dal 2012 (e, se lo trovo, ti posto anche quel che diceva prima del 2012) e vedrai che, nonostante l'antipatia, non ha fatto altro che riportare nel tempo la triste realtà di un prodotto che, nonostante molti lati positivi elencati da diversi forumisti, alla prova del mercato si è rivelato fallimentare. Piaccia o non piaccia sentirlo dire.

Ed ora lasciami andare, che devo riassettargli la casa.
 

AZ209

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Una curiosita', che non trova risposte dalla homepage, la divisione Engines quanto fattura rapportata alle attivita' di Business Aviation e Defense/Security?
Dal sito capisco che producano il 180, i relativi droni e null'altro (c'è poi la manutenzione a GOA, ma è un altro cinema rispetto a "produzione"). Cosa mi sto perdendo rispetto al ben altro di cui parli?
Forse ti sei perso il mio post #365 al riguardo. Potresti cortesemente fornirmi dei lumi al riguardo?
SOYUZ, hai delle informazioni da poterci fornire in merito a quello che io e Paolo61 proviamo a chiederti da ieri riguardo alla divisione Engines?
Se non le hai va bene uguale. E' solo per poter capirci di piu'
 

SOYUZ

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SOYUZ, hai delle informazioni da poterci fornire in merito a quello che io e Paolo61 proviamo a chiederti da ieri riguardo alla divisione Engines?
Se non le hai va bene uguale. E' solo per poter capirci di piu'
No, non ho altre informazioni , so solo che la divisione motori è attiva nella produzione / revisione di motori e componenti motore
 

TW 843

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Azionista LibertyLines
October 19, 2017
Italy will set conditions for Piaggio Aerospace's asset sales

ROME (Reuters) - The Italian government said it would use its so-called “golden power”, which allows it to veto or set conditions on asset sales deemed of strategic national importance, over the planned sale of Piaggio Aerospace’s executive jet business.

In a statement after a cabinet meeting on Thursday, the government said it would impose conditions over the sale of the business to a foreign company it named as PAC Investment SA “given the relevance of the transaction for national defense and security interests.”
The statement did not detail those conditions, but said the government would check that they would be respected. Piaggio Aerospace had no immediate comment.

A source familiar with the matter told Reuters earlier this month that Italy was considering blocking the sale of Piaggio Aerospace’s executive-jet business to a Chinese state-backed consortium, amid concerns over the transfer of sensitive technology and potential loss of jobs.
The business produces the P180 turbojet which shares design and technology features with surveillance drones made by Piaggio Aerospace’s defense and security arm.
Piaggio Aerospace is owned by Abu Dhabi sovereign wealth fund Mubadala, which is also seeking to sell the firm’s engine and maintenance businesses.
The source familiar with the matter had told Reuters that the Rome government is also worried that Mubadala’s planned break-up of Piaggio Aerospace would leave the company in a weaker position and make it more vulnerable to competition.

Rome can veto or set conditions for asset sales and takeovers in the strategic defense sector, even if the asset being sold is not a defense business but uses dual-use technology.
The planned sale of Piaggio Aerospace’s executive-jet business comes at a sensitive time for Chinese investments in the European Union, with the head of the European Commission recently proposing to limit state-backed foreign takeovers in hi-tech manufacturing, among other industries.
Reporting By Gavin Jones and Silvia Aloisi; Editing by Elaine Hardcastle
 

frenchMXP

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Linate delenda est²
Piaggio Aero, le condizioni di Roma per evitare passaggio know-how a Cina

ROMA/MILANO (Reuters) - Piaggio Aerospace dovrà assicurare la totale separazione tra il ramo jet privati che intende vendere a un consorzio cinese e il business militare, nonché reinvestire i proventi della vendita soprattutto nel programma del drone P2HH.

Sono due punti contenuti nel decreto del Presidente del Consiglio, adottato su proposta della ministra della Difesa Roberta Pinotti, dopo che Mubadala, il fondo sovrano di Abu Dhabi proprietario del gruppo italiano, ha notificato all‘esecutivo il progetto di vendita del ramo di azienda che produce il jet executive P180 nell‘ambito delle procedure previste per il golden power nel settore difesa.

Il governo ha esercitato il golden power sul gruppo italiano il 19 ottobre ma senza diffondere dettagli.

Roma teme che l‘operazione di vendita trasferisca tecnologia a società governative extra Ue e porti a un eccessivo dimagrimento dell‘azienda con sede in Liguria, hanno riferito fonti politiche.

Ad acquisire il ramo d‘azienda sarebbe infatti PAC-Investments, società con sede in Lussemburgo supportata da investitori cinesi sia privati che governativi, si legge nel documento.

Il decreto prevede che Piaggio Aerospace e Mubadala adottino “misure di tutela e di protezione, attive e passive, concernenti ogni elemento, di natura materiale o immateriale, con particolare riguardo ai diritti di proprietà industriale, al know-how, alle informazioni riservate, relativi ai programmi militari”, come quelli dei droni P1HH e P2HH e del velivolo multiruolo MPA.

PAC e la NewCo derivante dalla cessione, che dovrà avere sede in Italia, non potranno impiegare personale che in Piaggio Aerospace si sia occupato dei programmi militari.

Il decreto prevede, inoltre, da parte di Piaggio Aerospace il “reinvestimento diretto” dei proventi della vendita “con particolare riguardo alle attività di sviluppo e produzione del P2HH”, e continuità nella fornitura di servizi e manutenzione per i P180 in dotazione a forze armate e pubblica amministrazione.

Nel consiglio di amministrazione di Piaggio Aerospace dovrà essere garantita la presenza, “ai fini della tutela degli interessi essenziali della difesa e della sicurezza nazionale”, di un cittadino italiano, munito di nulla osta di sicurezza (Nos) e che abbia l‘assenso del governo, a cui sarà delegata l‘organizzazione della sicurezza.

Piaggio Aerospace dovrà inviare ogni sei mesi una relazione alla Presidenza del Consiglio, presso cui viene istituito un Comitato di monitoraggio composto da un rappresentante della presidenza, uno dei servizi, due del ministero della Difesa e uno del ministero dello Sviluppo economico.

Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia
 

frenchMXP

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Linate delenda est²
http://m.ilgiornale.it/news/2017/11...itari-venduti-sotto-il-naso-di-renzi/1466301/

In una mail del 2015 si accusa l'ex presidente Galassi di aver ceduto per 174 milioni tecnologie agli Emirati
Giorgio Stamatopoulos
«Cari Homaid e Ali, vi scrivo da questo indirizzo per ragioni di confidenzialità». Comincia così la mail con cui il 29 marzo del 2015 l'allora ad della Piaggio Aerospace Carlo Logli, confida ai nuovi padroni arabi dell'azienda italiana che produce jet di lusso e armamenti aerei, un'incredibile fuga di segreti militari dall'Italia, avvenuta sotto il naso del governo Renzi, che pure aveva salutato con favore la cessione totale dell'asset agli Emirati Arabi.

Homaid Al Shimmari, del fondo Mubadala, proprietario della Piaggio Aero, e Ali Alyafei della Adasi, altra società emiratina legata all'azienda italiana, sono i destinatari dei retroscena elencati nella missiva che riscrivono, almeno in parte, la storia recente di Piaggio Aero. Logli racconta agli amici arabi di come Alberto Galassi, che gli ha da poco lasciato la poltrona di ad per diventare presidente, avrebbe violato la legge sulle esportazioni di armamenti, grazie anche un giro di tangenti dirette a rappresentanti di medio-alto livello dei principali clienti istituzionali dell'azienda. Logli spiega il meccanismo e fa le cifre: «Nel periodo 2010-2012 scrive Logli - Piaggio ha ricevuto da Adasi 81 milioni di euro senza possedere le relative licenze di esportazione, mentre in realtà materiali e documenti sono stati esportati». L'ex ad ci tiene poi a segnalare che la prassi sarebbe andata avanti fino al 2014, per un totale di 174 milioni di euro, incassati attraverso banche alle quali non veniva mai dichiarato «che tali somme provenivano dalla vendita di programmi militari». Fra le normative che sarebbero state violate la legge 185/90, varata dopo lo scandalo Bnl Atlanta, il trattato Mtcr e la mancata comunicazione all'Uama, unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento. Ce ne sarebbe abbastanza per correre alla procura più vicina, ma Logli preferisce «confidarlo» agli amici arabi ai quali chiede istruzioni. Nella missiva, che riporta nel dettaglio anche fatti noti, come l'inchiesta della Procura di Torino per l'amianto negli elicotteri, Logli sottolinea che, se divulgati in Italia, tutti questi elementi porterebbero all'arresto di Galassi.

Il fulcro della storia è il principe ereditario Mohammed Bin Zayed, che oltre alla nota passione per le Ferrari, ha un grande assillo: vuole un drone tutto suo. È la vera ragione per cui nel 2006 gli Emirati entrano nell'azionariato Piaggio, arrivando a investire nell'azienda di Villanova d'Albenga quasi un miliardo di euro. Un impegno che va ripagato, a ogni costo. Nel 2014 per gli emiratini la produzione del drone P.1HH diventa la priorità assoluta. Lo stesso anno l'azienda si trasferisce dalle storiche sedi di Genova e Finale Ligure alla nuova di Villanova d'Albenga, inaugurata in pompa magna il 7 novembre dal premier Renzi e dal ministro della Difesa Pinotti. Il loro è un ruolo centrale: è Renzi a favorire l'arrivo degli Emiri nelle aziende italiane, sponsorizzato anche da Luca di Montezemolo, che negli Emirati è di casa, e dallo stesso Alberto Galassi, genero di Piero Ferrari, modenese, vicino al ministro Lotti, e amico di Antonio Orsero, industriale ligure della frutta e grande finanziatore della Leopolda. È sempre Renzi, insieme al ministero della Difesa, a firmare nell'aprile 2014, il decreto che consente agli arabi di diventare soci di maggioranza di un'azienda strategica, e precisa le condizioni con cui devono operare. È la prima volta che si applica la cosiddetta «Golden Power» a un'azienda del settore difesa e la Corte dei Conti neanche un mese dopo solleva obiezioni. Il ministero della Difesa affida il controllo sul rispetto del decreto nella Piaggio Aero, compresa la «tutela del suo equilibrio economico finanziario», al generale Enzo Vecciarelli, oggi capo di stato maggiore dell'Aeronautica. Viste le drammatiche condizioni economiche in cui Piaggio si trova oggi, sembra evidente che né gli azionisti né il governo abbiano prestato molta attenzione a quanto sottoscritto.

È in questo contesto che si inserisce la storia parallela che oggi emerge: un conflitto aspro e sotterraneo tra Galassi che, forte delle sue molte relazioni nel mondo renziano, così come ad Abu Dhabi, continuerebbe di fatto a dare le carte. Dall'altra Logli, che per contrastarlo, mette in guardia i padroni arabi sul possibile danno reputazionale derivante dalla presunta condotta spregiudicata del rivale. E intanto l'azienda tra il 2011 e il 2015 accumula perdite per 450 milioni, da due anni non presenta bilancio, non ha un piano industriale e ha ottenuto solo una breve proroga della cassa integrazione. Galassi sarebbe tra l'altro legato alla cordata cinese che oggi aspira a rilevare il business civile di Piaggio Aerospace, frenata da un altro decreto Golden Power emesso di recente. Che rischia di fare la fine del precedente: lettera morta.
 

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Piaggio Aerospace Outlines New Five-year Plan

by Ian Sheppard
December 27, 2017, 12:11 PM
AinOnline

The board of Italy’s Piaggio Aerospace has approved a new strategic industrial plan that will cover the next five years and will, according to the Vollanova d’Abenga-based company, “secure the long-term financial and operational stability of the business.”

The plan is based on two main pillars: comprehensive financial restructuring and “operational commitments and developments.” The former will include a £255 million ($342 million) cash injection by Mubadala Investment Company “to support Piaggio Aerospace’s financial needs” combined with a “total bank debt repurchase and conversion to equity by the shareholder in support of Piaggio Aerospace’s balance sheet.”

On the operational side, there are four key elements: an “increased focus” on the P.1HH Hammerhead MALE (medium-altitude long-endurance) UAV, first deliveries of which are due to take place during 2018; a strengthening of the existing industrial relationship with fellow Italian aerospace company Leonardo, covering the defense and security sectors; the development of a “new production and commercialization strategy” for the P.180 business turboprop, “including the assessment of potential partner opportunities;” and, finally, the sale of Piaggio’s engines and civil aviation MRO activities.

Piaggio confirmed that “key stakeholders” supported the plan, including the Italian government and the Italian Air Force, along with the company’s sole shareholder, Abu Dhabi-based Mubadala.

Piaggio Aerospace CEO Renato Vaghi commented, “The industrial plan will be transformational…and lays the foundation to deliver long-term security built around our core programs, while creating opportunities for growth in new areas of development.”

Vaghi said, “This plan is a combined achievement for Piaggio Aerospace and its key stakeholders: our employees and union representatives; our shareholder; our strategic partners such as Leonardo; the national and regional government; and the Italian Air Force.”



Piaggio has had a difficult recent history. In September 2015 Mubadala became 100 percent owner of the company, but this was some 17 years after the UAE company headed a consortium to rescue the Italian OEM from bankruptcy.

Then last year, it was forced to reassure the business aviation sector that it was still committed to the P.180 Avanti twin-turboprop pusher, especially having launched the Evo upgraded version, after it stated 17 months ago that the primary focus of its new industrial plan would be military programs.

Deliveries of P.180s have gradually dwindled to a handful a year, and there were concerns about support, according to operators contacted by AIN in 2016. This was exacerbated after the company appeared to indicate it was about to walk away from the civil aerospace sector. The latest plan indicates divestment of the company’s remaining engines and MRO businesses, while this time supporting renewed focus on Avanti production and support.
 

AZ209

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Mubadala to go ahead with sale of Piaggio Aerospace unit - source

Sale will go as planned in accordance with terms set by the Italian government

Abu Dhabi's sovereign fund Mubadala is pressing ahead with the sale of a unit of Piaggio Aerospace following conditions set by the Italian government under its so-called "golden powers", a source familiar with the matter said on Wednesday.
Golden powers allow the government to veto or set conditions on asset sales or mergers deemed of strategic national importance.
In October, Rome used the powers over the sale of Piaggio Aerospace's executive P180 turbojet business to PAC Investments, a Chinese state-backed consortium, amid concerns over the transfer of sensitive technology and potential loss of jobs.

"The sale goes on as planned, according to the terms set by the Italian government, Mubadala has accepted them," the source told Reuters, adding it was up to the ministry of defence to make sure they would be met.
The investment of most of the sale's proceeds into Piaggio Aerospace's military unit and its full separation from its P180 arm, are among the conditions set by the government.
Mubadala said in December it would inject 255 million euros in Piaggio Aerospace as part of the company's five-year plan.

Piaggio Aerospace will also sell its Maintenance Repair and Overhaul (MRO) business and will evaluate potential partnerships for its P180 business.

http://www.arabianbusiness.com/tran...ad-with-sale-of-piaggio-aerospace-unit-source
 

TW 843

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Mubadala to go ahead with sale of Piaggio Aerospace unit - source

Sale will go as planned in accordance with terms set by the Italian government

Abu Dhabi's sovereign fund Mubadala is pressing ahead with the sale of a unit of Piaggio Aerospace following conditions set by the Italian government under its so-called "golden powers", a source familiar with the matter said on Wednesday.
Golden powers allow the government to veto or set conditions on asset sales or mergers deemed of strategic national importance.
In October, Rome used the powers over the sale of Piaggio Aerospace's executive P180 turbojet business to PAC Investments, a Chinese state-backed consortium, amid concerns over the transfer of sensitive technology and potential loss of jobs.

"The sale goes on as planned, according to the terms set by the Italian government, Mubadala has accepted them," the source told Reuters, adding it was up to the ministry of defence to make sure they would be met.
The investment of most of the sale's proceeds into Piaggio Aerospace's military unit and its full separation from its P180 arm, are among the conditions set by the government.
Mubadala said in December it would inject 255 million euros in Piaggio Aerospace as part of the company's five-year plan.

Piaggio Aerospace will also sell its Maintenance Repair and Overhaul (MRO) business and will evaluate potential partnerships for its P180 business.

http://www.arabianbusiness.com/tran...ad-with-sale-of-piaggio-aerospace-unit-source
Se vendono la MRO di Genova, il giorno dopo tutti i P180 sparsi per il pubblico demanio vengono automaticamente trasformati in lattine di Oransoda.

Ottimo.
 

AZ209

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Piaggio developing successor to P.1HH UAV

Piaggio has revealed it is working with partner Leonardo on a new version of its P.1HH HammerHead unmanned air vehicle. It comes as the Italian airframer winds up its flight test programme and prepares to hand over the first of eight examples of the medium-altitude long-endurance (MALE) system to launch customer the United Arab Emirates.

Piaggio – owned by UAE sovereign wealth fund Mubadala – hopes to have the “P.2HH” available for delivery by 2023, says chief executive Renato Vaghi. The successor aircraft will continue to be based on Piaggio’s P180 twin-pusher business turboprop but will “in many respects be a new platform, with a new wing, more use of composite materials, and re-thought systems”.

Vaghi says the programme will be “co-developed” with the Italian and UAE armed forces, both of which will provide funding. Piaggio may seek to create a formal “industrial alliance” with Leonardo to create a “single entity for the customer to deal with,” he says. “We have a very strong relationship with Leonardo [on the P.1HH], but this alliance will be stronger on the P2.”

The UAE will take delivery of six P.1HHs this year, and the remaining two in 2019. Although the Italian government has supported the development of what Piaggio calls “Europe’s only remotely piloted MALE system” by providing test facilities at Sicily’s Trapani air base, the Gulf nation remains the only confirmed customer for the UAV, for which Leonardo provides the mission system.

Vaghi says the entry into service of the P.1HH will be a major moment for Piaggio, which was given a $300 million bailout late last year by its shareholder, to help it restructure after a lean decade or so for its core executive aviation business. “I cannot stress how important this milestone is for us,” he says. “We will be the first European MALE to market. We have had to change the entire nature of the company.”

Piaggio launched the P.1HH at the Paris air show in 2013, flying a demonstrator later that year. However, the first prototype crashed off Sicily in May 2016, about 100h into the flight test campaign. The company flew a second prototype in July last year, and has since added two further examples to the flight test programme, with hours on wing now exceeding 200h. In May it completed one of the final steps in the campaign with beyond radio line of sight (BRLOS) sorties.

https://www.flightglobal.com/news/articles/piaggio-developing-successor-to-p1hh-uav-449254/
 

MindOnAir

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Piaggio Aerospace non decolla. Il destino dei droni voluti da Pinotti è in mano al governo (BUSINESS INSIDER ITALIA, 23 Agosto 2018 https://it.businessinsider.com/piaggio-aero-bilancio-2016-finanza-ristrutturazione-p1hh-p2hh/)

Il destino di Piaggio Aerospace continua a essere appeso a un doppio filo sia finanziario, che passa per la realizzazione del piano industriale, sia politico, legato cioè alle decisioni che il nuovo governo prenderà sui droni. Per quanto riguarda la prima questione, a garantire la sopravvivenza del gruppo che progetta e costruisce aerei nato da una costola della storica Rinaldo Piaggio, che vive una fase di forte tensione finanziaria dal 2015, sono le contromisure contenute nel piano di ristrutturazione al 2021, predisposto a partire dal 2016 ma già rinviato in alcune sue previsioni. Parte dei ricavi stimati per il 2017 è, infatti, slittata al 2018, “senza che questo tuttavia – precisa il bilancio del 2016 di Piaggio Aero Industries, l’ultimo consultabile – modifichi la capacità di generazione di flussi finanziari complessiva e la sostenibilità finanziaria del piano”.

Già nel 2016 il calo di fatturato è stato importante, come si legge nel bilancio di esercizio approvato il 29 maggio 2018 (in ritardo sul normale tabellino di marcia così come era già accaduto per i conti del 2015) dagli azionisti di Mubadala, società di investimento controllata dal governo di Abu Dhabi. In particolare, il dato del 2016 è sceso a 91,4 milioni da 197,8 milioni, oltre 100 milioni in meno, come spiega il documento a causa “del rallentamento dell’attività produttiva scaturita a seguito delle difficoltà finanziarie”.

Così, il bilancio di esercizio del 2016 si è chiuso con una perdita di 79,5 milioni. Il “rosso” segue quello super da 247 milioni del 2015 e fa nuovamente ricadere la società nella fattispecie disciplinata dall’articolo 2.447 del codice civile, che impone di correre ai ripari nel caso in cui le perdite superino un terzo del capitale e questo scenda sotto il minimo legale. Più nel dettaglio, l’ammontare delle perdite realizzate nel 2015 e l’anno successivo ha generato un deficit patrimoniale che alla fine del 2016 si attestava a 215,79 milioni.

Per colmare il “buco” patrimoniale, come impone l’articolo 2.447 del codice civile, è così sceso in campo l’azionista Mubadala, che, in conseguenza del piano di ristrutturazione approvato dall’azienda a fine 2017 (già anticipato nei suoi principali pilastri finanziari da Business Insider), si è impegnato su più fronti:

ha firmato un accordo impegnandosi a iniettare 255 milioni nelle casse della società (alla fine del 2017 ne aveva già versati 180)
nell’ambito del medesimo accordo ha rinunciato a finanziamenti per 326,3 milioni
ha rilevato 174,3 milioni di credito dalle banche finanziatrici, che nel contempo hanno rinunciato a poco più di 32 milioni di interessi maturati.
Il piano di ristrutturazione passa, inoltre, per il riscadenziamento – verosimilmente spostato più in là nel tempo rispetto ai precedenti accordi – del debito da 115 milioni nei confronti di Leonardo, principale partner di Piaggio Aerospace per lo sviluppo della piattaforma del velivolo senza equipaggio (“unmanned”) militare P.1HH. In un suo comunicato stampa, la società definisce Piaggio Aerospace P.1HH “HammerHead” come “l’innovativo e versatile sistema aereo a pilotaggio remoto progettato per la sorveglianza e la ricognizione aerea, marittima e del territorio”. In altri termini, si tratta di un drone.

Il P.1HH è uno dei segmenti di attività su cui la società, stando al piano industriale al 2021, si concentrerà. L’altra principale area di business è invece rappresentata dalla produzione e vendita del velivolo commerciale P.180. Non a caso, lo scorso luglio, l’azienda ha partecipato all’edizione 2018 del Farnborough International Airshow a Hampshire, nel Regno Unito, con uno stand e l’esposizione dei due modelli P.1HH HammerHead e P.180 Avanti Evo, entrambi, come precisava la stessa società, “interamente progettati, sviluppati e prodotti in Italia, presso il centro aerospaziale di Villanova D’Albenga”, in provincia di Savona.

Proprio sui P.180 si è aperta una bagarre dai risvolti politici importanti. Nel piano industriale di Piaggio Aero non viene indicato, ma la società da mesi è in trattativa per cedere la divisione di ingegneria e progettazione di tutti i P.180 a Pac Investments, fondo con base in Lussemburgo e investitori cinesi (secondo indiscrezioni sia pubblici sia privati). Fermo restando che l’azienda ha sempre dichiarato che intende lasciare la produzione degli aerei a Villanova, alla fine del 2017 il governo di Paolo Gentiloni, su impulso dell’ex ministra della Difesa Roberta Pinotti, aveva deciso di esercitare i poteri speciali del cosiddetto “golden power” sull’operazione di vendita.

Con questa mossa, l’ex governo ha messo tutta una serie di paletti da rispettare per disciplinare l’eventualità di un trasferimento all’estero, e nel caso specifico in capo a un fondo di cui non si conoscono con precisione gli investitori, di informazioni sensibili relative a un’azienda strategica e operativa in un settore delicato come quello della difesa. A oggi le trattative per la cessione della proprietà intellettuale dei P.180 a Pac risultano ancora in corso.

Se l’operazione dovesse chiudersi, checché ne dica il piano industriale, l’unica attività che resterebbe in azienda dalla progettazione alla produzione è quella dei droni, su cui evidentemente Piaggio Aero sta puntando molto. E proprio su questo si innesta un’altra bagarre dal sapore politico. Sempre la ex ministra Pinotti, nei primi mesi del 2018, aveva trasmesso alle Camere uno schema di decreto ministeriale che destinava, spalmandoli su 15 anni, 766 milioni all’acquisto di venti P.2HH, la versione avanzata del drone P.1HH. La mossa si inseriva in un accordo bilaterale in virtù del quale anche gli Emirati Arabi (che intanto già entro l’estate dovrebbero ricevere i P.1HH ordinati) hanno acquistato i medesimi velivoli per una cifra simile.

Il provvedimento di Pinotti è ora al vaglio delle commissioni parlamentari permanenti, che a questo punto riprenderanno in mano la questione a settembre. Trattandosi di un decreto ministeriale, il parere delle commissioni non è vincolante, ma è comunque possibile che eventuali opinioni negative possano convincere l’attuale ministra della Difesa Elisabetta Tenta, espressione del Movimento 5 stelle, a riconsiderare in qualche modo la decisione presa da chi l’ha preceduta. A ogni modo, gli ordini del P.2HH restano fermi fino a che non si sblocca l’iter parlamentare del decreto ministeriale Pinotti.

Un’altra cessione di attività che invece è contemplata esplicitamente dal piano industriale è quella relativa alla divisione motori. Al momento non si vedono compratori all’orizzonte. Tuttavia, se le cose dovessero cambiare, non solo probabilmente scatterà il meccanismo del golden power come già accaduto per la proprietà intellettuale dei P180, ma l’azienda sembra orientata a domandare all’acquirente garanzie circa l’occupazione e la permanenza della produzione nello stabilimento di Villanova d’Albenga. Alla fine del 2016, Piaggio Aerospace impiegava 1.223 dipendenti, la maggior parte dei quali proprio nello stabilimento in provincia di Savona, più 300 circa a Genova e una decina negli uffici di Roma.

A riguardo, lo scorso aprile Piaggio Aerospace ha annunciato la piena adesione al primo scaglione della mobilità incentivata avviata il 12 marzo scorso per i 114 dipendenti già in cassa integrazione dal 2014. Mentre a luglio l’azienda ha fatto sapere di avere ratificato presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali un accordo – già sottoscritto a giugno con le organizzazioni sindacali e la Regione Liguria – per la concessione di un ulteriore anno di cassa integrazione guadagni straordinaria (cigs) per 36 dei 114 dipendenti che non avevano aderito alla procedura di mobilità volontaria.

Insomma, il destino di Piaggio Aero e dei suoi lavoratori dipende, da una parte, dalla realizzazione del piano industriale e, dall’altra, dalle decisioni politiche, a partire dall’ordine sui droni. Nel frattempo, la società mostra ottimismo: “Abbiamo registrato quattro nuovi ordini dell’Avanti Evo nei primi mesi del 2018, e l’accelerazione delle vendite continua”, ha dichiarato Renato Vaghi, amministratore delegato di Piaggio Aerospace, durante una conferenza stampa risalente a fine maggio 2018. “Forti di una nuova stabilità finanziaria – ha aggiunto l’ad – vogliamo puntare sui velivoli, facendo leva su una rinnovata produzione e una nuova strategia di commercializzazione per il P.180 Avanti Evo”.

“La riorganizzazione aziendale in corso – si legge nel bilancio del 2016 alla voce “evoluzione prevedibile della gestione” – consentirà di raggiungere l’equilibrio economico nel 2021 e quello finanziario dal 2019″. Intanto, però, anche il 2017, “come conseguenza del già citato perdurare della situazione di tensione finanziaria, ha evidenziato una contrazione del fatturato in tutte le linee di business e il conseguimento di una perdita di esercizio stimabile in circa 80 milioni”.